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La mia Africa
Per la prima volta la Galleria Arte24 di Palermo, dal 15 novembre 2022 al 15 gennaio 2023, esporrà le opere dei due più interessanti artisti africani della scena internazionale: Jackson Nkumanda e George Lilanga.
Comunicato stampa
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Per la prima volta la Galleria Arte24 di Palermo, dal 15 novembre 2022 al 15 gennaio 2023, esporrà le opere dei due più interessanti artisti africani della scena internazionale: Jackson Nkumanda e George Lilanga.
L’arte africana per decenni apprezzata solo dai collezionisti più eccentrici, sta pian piano acquisendo maggiore dinamismo, tanto da sollecitare musei, istituzioni private e gallerie ad organizzare retrospettive e mostre.
Di certo la crisi culturale dell’Occidente, la forte reazione ideologica scatenata durante l’era Trump, la rivolta del Black Lives Matter, sono alcune delle ragioni che hanno premiato oltremisura i pittori provenienti originariamente dal continente nero. Questo ha consentito di riaccendere i riflettori sulle culture e sulle identità “nere”, trasformando le accezioni sociali e politiche originarie del movimento in “moda culturale” a volte buona per riempire di contenuti il web ed i giornali.
Al centro della ricerca di questi due artisti africani c’è l’identità e l’indagine sulle proprie origini. Un’analisi che si concretizza in un linguaggio figurativo fortemente espressivo, dai colori potenti, su tele circolari anche tridimensionali dal forte impatto cromatico ed emotivo.
Nkumanda fin dall’età di 9 anni cominciò a lavorare con materiali di riciclo per poi approdare alla sua forma d’arte in 3D nei primi anni ‘90. Attraverso le sue opere descrive la vita quotidiana, i conflitti, i momenti di svago e vita sociale nelle township, i ghetti della periferia di Cradock, città sudafricana in cui è nato. Nonostante la povertà e i disagi, i protagonisti delle sue creazioni vivono una vita serena e dignitosa: lavorano, si riposano, giocano, cantano e ballano e forse sognano di poter vivere, un giorno, un'esistenza migliore. Paesaggi urbani che a prima vista possono sembrare teatrini o dei giochi infantili, realizzati con materiali di riciclo quali legno, sughero, metallo, sabbia, gomma, stagno, tagli di cartone e vecchie scarpe a pinne. Le scene, viste a volo d’uccello, risultano di una immobilità viva e frastornante, ma trasmettono a chi le guarda umanità ed umorismo: tra le opere presenti in mostra alcune hanno come soggetto gli sport, un mondo che ci è particolarmente familiare e che ci fa sentire ancora più nostro il mondo di Jackson Nkumanda. Nel 1993 ha avuto la sua prima mostra personale alla Galleria 709 a Città del Capo, e da allora il suo lavoro ha viaggiato in tutto il mondo.
George Lilanga, il cosiddetto “Picasso d’Africa”, è l’artista africano e forse l’artista non occidentale più conosciuto al mondo. La sua opera inconfondibile ha sicuramente contribuito in modo determinante alla diffusione e alla conoscenza dell’arte africana, creando uno proprio stile in grado di influenzare l’opera di tanti altri artisti africani ed anche occidentali.
Nato in un piccolo villaggio africano, ha dovuto lottare per scoprire e utilizzare il proprio talento, rimanendo in parte legato alla propria origine artistica Makonde, per poi andare ben oltre ricoprendo con i vivaci colori acrilici le sue sculture in ebano e riportando anche i suoi Shetani su un piano bidimensionale, le pitture, attirandosi così le ire degli altri artisti Makonde e di molta della sua gente.
Ciò che lo rende unico è la sua nuova icona rivoluzionaria: lo Shetani senza ossa, né articolazioni, con grandi orecchie e bocca, con 2 dita alle mani e 3 ai piedi, mutante tra l’umano e l’antropomorfo, immerso tra le immagini dei pensieri, delle emozioni, quasi sempre esprimente la giocosità della vita nel proprio habitat. Qualunque sia la tecnica usata lo Shetani diventa il leit motiv, l’emblema di una vita positiva che può essere sempre bella, anche all’interno di mille difficoltà, se la si prende con gioia, allegria e con la voglia di viverla al meglio. Dagli anni ’90 ad oggi innumerevoli sono state le mostre, le esposizioni, le celebrazioni a lui dedicate, in particolare in Germania, Francia, Italia, Giappone e Stati Uniti; nel nostro paese eventi su Lilanga si sono svolti ovunque.
L’arte africana per decenni apprezzata solo dai collezionisti più eccentrici, sta pian piano acquisendo maggiore dinamismo, tanto da sollecitare musei, istituzioni private e gallerie ad organizzare retrospettive e mostre.
Di certo la crisi culturale dell’Occidente, la forte reazione ideologica scatenata durante l’era Trump, la rivolta del Black Lives Matter, sono alcune delle ragioni che hanno premiato oltremisura i pittori provenienti originariamente dal continente nero. Questo ha consentito di riaccendere i riflettori sulle culture e sulle identità “nere”, trasformando le accezioni sociali e politiche originarie del movimento in “moda culturale” a volte buona per riempire di contenuti il web ed i giornali.
Al centro della ricerca di questi due artisti africani c’è l’identità e l’indagine sulle proprie origini. Un’analisi che si concretizza in un linguaggio figurativo fortemente espressivo, dai colori potenti, su tele circolari anche tridimensionali dal forte impatto cromatico ed emotivo.
Nkumanda fin dall’età di 9 anni cominciò a lavorare con materiali di riciclo per poi approdare alla sua forma d’arte in 3D nei primi anni ‘90. Attraverso le sue opere descrive la vita quotidiana, i conflitti, i momenti di svago e vita sociale nelle township, i ghetti della periferia di Cradock, città sudafricana in cui è nato. Nonostante la povertà e i disagi, i protagonisti delle sue creazioni vivono una vita serena e dignitosa: lavorano, si riposano, giocano, cantano e ballano e forse sognano di poter vivere, un giorno, un'esistenza migliore. Paesaggi urbani che a prima vista possono sembrare teatrini o dei giochi infantili, realizzati con materiali di riciclo quali legno, sughero, metallo, sabbia, gomma, stagno, tagli di cartone e vecchie scarpe a pinne. Le scene, viste a volo d’uccello, risultano di una immobilità viva e frastornante, ma trasmettono a chi le guarda umanità ed umorismo: tra le opere presenti in mostra alcune hanno come soggetto gli sport, un mondo che ci è particolarmente familiare e che ci fa sentire ancora più nostro il mondo di Jackson Nkumanda. Nel 1993 ha avuto la sua prima mostra personale alla Galleria 709 a Città del Capo, e da allora il suo lavoro ha viaggiato in tutto il mondo.
George Lilanga, il cosiddetto “Picasso d’Africa”, è l’artista africano e forse l’artista non occidentale più conosciuto al mondo. La sua opera inconfondibile ha sicuramente contribuito in modo determinante alla diffusione e alla conoscenza dell’arte africana, creando uno proprio stile in grado di influenzare l’opera di tanti altri artisti africani ed anche occidentali.
Nato in un piccolo villaggio africano, ha dovuto lottare per scoprire e utilizzare il proprio talento, rimanendo in parte legato alla propria origine artistica Makonde, per poi andare ben oltre ricoprendo con i vivaci colori acrilici le sue sculture in ebano e riportando anche i suoi Shetani su un piano bidimensionale, le pitture, attirandosi così le ire degli altri artisti Makonde e di molta della sua gente.
Ciò che lo rende unico è la sua nuova icona rivoluzionaria: lo Shetani senza ossa, né articolazioni, con grandi orecchie e bocca, con 2 dita alle mani e 3 ai piedi, mutante tra l’umano e l’antropomorfo, immerso tra le immagini dei pensieri, delle emozioni, quasi sempre esprimente la giocosità della vita nel proprio habitat. Qualunque sia la tecnica usata lo Shetani diventa il leit motiv, l’emblema di una vita positiva che può essere sempre bella, anche all’interno di mille difficoltà, se la si prende con gioia, allegria e con la voglia di viverla al meglio. Dagli anni ’90 ad oggi innumerevoli sono state le mostre, le esposizioni, le celebrazioni a lui dedicate, in particolare in Germania, Francia, Italia, Giappone e Stati Uniti; nel nostro paese eventi su Lilanga si sono svolti ovunque.
15
novembre 2022
La mia Africa
Dal 15 novembre 2022 al 15 gennaio 2023
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Palermo
Palermo, (Palermo)
Palermo, (Palermo)
Orario di apertura
da martedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico