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La misura dell’eleganza
Con il volume La misura dell’eleganza si è voluto ricostruire, nelle pagine di un raffinato editore come Giorgio Lucini e attraverso un eccezionale percorso iconografico di immagini inedite, una storia affascinante e ancora sconosciuta che è quella della calzoleria artigianale tra XIX e XXI secolo in Europa e in Italia, ma in particolare a Milano, capitale non solo della moda prêt-à-porter ma anche dell’eleganza su misura sia negli abiti che negli accessori. Il volume, con prefazione di Natalia Aspesi e saggi di Quirino Conti, Eric Musgrave, Fabio Farotti, Giovanni Luigi Fontana, Giorgio Riello, Sergio Dulio e Fabrizio Rivolta è in versione bilingue italiano inglese tradotto da John Hemingway ed ha un formato quadrotto, edito da Lucini Libri.
dell’eleganza
La misura dell’eleganza
La calzoleria artigianale tra XIX e XXI secolo
a cura di Maria Canella e Elena Puccinelli
Lucini libri, Milano 2010
Sommario
Natalia Aspesi Magnifica ossessione
Quirino Conti Des souliers et des hommes
Eric Musgrave English footwear style
Fabio Farotti Eleganza e lusso
Giovanni Luigi Fontana La produzione della scarpa in Italia dal Settecento a oggi
Giorgio Riello
Maria Canella La scarpa su misura: eleganza e tradizione della grande calzoleria artigianale
Elena Puccinelli
Sergio Dulio Tradizione e tecnologia: la sintesi perfetta
Fabrizio Rivolta
Il volume bilingue, con testi in italiano e in inglese composti in carattere garamond e tradotti da John
Hemingway, ha un formato quadrotto di 21,5x27,5 per un totale di 274 pagine interamente a colori
impresse su carta iperopaca speciale con una ricca iconografia di 180 immagini.
Il volume è legato in brossura con copertina ad alette profonde inserite in cofanetto cartonato.
Con il volume La misura dell’eleganza si è voluto ricostruire, nelle pagine di un raffinato editore
come Giorgio Lucini e attraverso un eccezionale percorso iconografico di immagini inedite, una storia
affascinante e ancora sconosciuta che è quella calzoleria artigianale tra XIX e XXI secolo in Europa e in
Italia, ma in particolare a Milano, capitale non solo della moda prêt-à-porter, ma anche dell’eleganza su
misura sia negli abiti che negli accessori. Come scrive Natalia Aspesi nella sua prefazione, la storia delle
scarpe è sempre stata rivelatrice di numerosi aspetti di ogni società e di ogni epoca; una storia complessa
e spesso poco nota, che questo libro ci rivela in tutti i suoi aspetti, creativi e commerciali, artigianali e
industriali, sociali e politici, artistici e mondani.
Il volume attraverso i testi di raffinati giornalisti italiani (Quirino Conti) e inglesi (Eric Musgrave)
e il saggio del filosofo Fabio Farotti, affronta innanzi tutto la questione dell’eleganza, come elemento
più complesso e ben diverso dal lusso, in quanto subordinata alla ricerca, alla selezione e alla scelta.
L’eleganza maschile in particolare è un’arte più difficile di quella femminile, poiché è soggettiva, non
dettata dalla moda, trasmessa di padre in figlio o suggerita dai consigli di un maestro. Inoltre l’eleganza
maschile deve essere costruita intorno al corpo, assolutamente naturale e mai ostentata; in questo senso
l’abito e la scarpa su misura, e in particolare le realizzazioni dei grandi maestri milanesi, rappresentano un
modello insuperato a cui le nuove generazioni dovranno guardare, cercando di raccogliere e perpetuare
queste conoscenza e abilità straordinarie, riconfermando la lezione italiana di stile e gusto, di raffinatezza
ed eleganza.
Naturalmente le vicende della calzoleria artigianale sono inquadrate nella più ampia e complessa storia
della produzione della scarpa in Italia dal Settecento a oggi, con il passaggio dalla manifattura all’industria
e con la creazione dei distretti calzaturieri, grazie al saggio di due grandi storici dell’economia, Giovanni
Luigi Fontana e Giorgio Riello, autori di alcuni fra i più importanti volumi sulla storia della calzatura
in Italia e nel mondo. Su questo scenario fondamentale per l’economia italiana nel suo complesso,
la vicenda della calzatura a mano e su misura acquista un valore di grande rilevanza come bacino di
sperimentazione e di definizione del gusto e dello stile.
Lucide e perfette, quasi delle sculture scolpite nel cuoio, le scarpe su misura sono infatti un elemento
imprescindibile per l’uomo elegante e sintetizzano raffinatezza e lusso nella loro perfezione, che
aumenta con il passare degli anni. Anche quando la moda maschile fa qualche concessione ad abiti non
di sartoria, per l’uomo elegante la scarpa è sempre stata rigorosamente su misura. In questo senso va
ricordato che i grandi sarti e i grandi artigiani della scarpa o della camicia rivestono un vero e proprio
ruolo di custodi dello stile e della tradizione, specie in un periodo nel quale i canoni dell’eleganza non
sono più automaticamente trasmessi di padre in figlio.
La storia della calzoleria artigianale è affidata alle due curatici del volume, Maria Canella (studiosa
della sociabilità e autrice della storia del circolo milanese Clubino) ed Elena Puccinelli (studiosa dell’età
moderna tra Sette e Ottocento), che hanno descritto le vicende, i protagonisti, i segreti dell’arte della
scarpa fatta a mano e su misura. In particolare è stata ricostruita la storia di alcuni grandi nomi della
calzoleria artigianale tra i quali quello di Rivolta, il cui erede ha promosso la realizzazione del volume.
Il saggio mette in luce l’estrema difficoltà del mestiere e l’enorme quantità di tempo necessaria per ogni
fase del lavoro, motivi che hanno scoraggiato nel tempo la formazione di nuove leve fra gli artigiani
sia della calzoleria, sia in misura minore della sartoria su misura. Fin dagli anni Ottanta i grandi sarti e
i maestri della calzoleria lamentavano infatti la scarsezza di giovani che volessero intraprendere questo
tipo di lavoro, nonostante la domanda non avesse mai conosciuto flessioni (l’attesa sempre molto lunga
per un abito, una camicia o un paio di scarpe è dovuta ancora oggi all’impossibilità di soddisfare tante
richieste con poca manodopera ad altissima specializzazione).
Così il vestire sartoriale si è andato ammantando di un ulteriore fascino, quel fascino leggermente
decadente proprio della consapevolezza che questo mondo è a rischio di scomparsa. Dalla fine degli
anni Novanta è diventato infatti sempre più difficile avere scarpe su misura, poiché i maestri calzolai,
artigiani di straordinaria competenza che si erano tramandati la professione di padre in figlio, sono
andati estinguendosi come una nobile famiglia senza eredi. Non va dimenticato in questo senso il fatto
che Milano è divenuta nel secondo dopoguerra la capitale indiscussa dello stilismo e la sede delle
principali griffe (oltre che dell’editoria di moda). Ma dopo una lunga fase di dominio del prêt-à-porter,
anche in campo maschile, nel capoluogo lombardo si sta riscoprendo il piacere sottile e raffinato del
vestire su misura. Riallacciandosi alle più affermate tradizioni dell’aristocrazia e della grande borghesia
la calzoleria artigianale tra xix e xxi secolo
La misura
dell’eleganza
imprenditoriale, si vanno riscoprendo le firme più prestigiose e in verità mai tramontate del panorama
milanese e questa tendenza ha indotto anche i grandi stilisti e i negozi di maggior tono a un’offerta
sempre più personalizzata, di taglio tipicamente taylor made.
Il volume si conclude con un testo che dà conto di un’importante iniziativa volta a portare nel XXI la
tradizione e la raffinatezza della calzoleria su misura attraverso la fusione con le tecnologie più avanzate.
Il testo (redatto da Sergio Dulio, docente del Politecnico, e da Fabrizio Rivolta, erede di uno dei più
grandi maestri della calzoleria artigiana tra Otto e Novecento), descrive la “sfida” manifatturiera e
commerciale della Calzoleria Rivolta. Fabbricare calzature su misura implica un complesso mix di
conoscenza della morfologia del piede umano (ed anche in buona misura della psicologia del cliente),
di tecnica calzaturiera, di competenza nei materiali più ricercati e pregiati e nelle tecniche costruttive.
È un’arte delicata che s’incentra sulle capacità e le competenze dell’artigiano calzaturiero: il “calzolaio”
che con la propria sensibilità e abilità manuale interpreta le esigenze del suo cliente e le traduce in una
calzatura elegante, comoda, ben costruita e destinata a durare nel tempo, come duraturo e fedele diventa
di conseguenza il rapporto con il cliente stesso.
Se questa è la tradizione alla quale la Calzoleria fa idealmente riferimento, è nella tecnologia che sono
state trovate le risposte al problema di come soddisfare in modo moderno e originale le esigenze dei
clienti ai quali essa si rivolge. Tradizione e tecnologia costituiscono quindi il binomio sul quale si fonda
la value proposition del marchio. In questo binomio s’identifica la sua strategia: proporre scarpe da
uomo della massima qualità (sia in termini di lavorazioni che di pellami), ma realizzate con processi
innovativi nei quali la tecnologia consente di ottenere qualità controllata e costante, consegne in tempi
prevedibili e rigorosi, replicabilità dell’approccio comunque e dovunque il mercato lo richieda. Da qui la
“missione impossibile” che si è dovuta affrontare: “catturare” l’arte e l’abilità dell’artigiano calzaturiero
in processi ripetibili ed affidabili e basati su infrastrutture industriali, tali da consentire la realizzazione
di un prodotto di qualità anche senza la presenza nei negozi della figura tradizionale del calzolaio.
La tecnologia è, ancora una volta, il ìgenioî che ha permesso di raggiungere quest’obiettivo
La misura dell’eleganza
Milano, Via Meravigli, 9B, (Milano)