Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
La natività nell’arte
In mostra sono esposte alcune preziose opere cinquecentesche
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Madonna è uno dei temi più ricorrenti dell’iconografia cristiana. Fino ai secoli XIII e XIV le figure tendono ad essere ieratiche, idonee ad esprimere l’assolutezza trascendente del sacro. La fissità dello sguardo nasconde l’espressione dei sentimenti. Dal Rinascimento in avanti la Madonna è soprattutto una madre con il suo bambino. L’immagine della maternità rende più umano il mistero dell’incarnazione di Dio e lo avvicina alla sensibilità collettiva.
In mostra sono esposte alcune preziose opere cinquecentesche: tra le più significative, una superba tavola di scuola lombardo cremonese, dove la Vergine culla, con sguardo dolcissimo, il Bambino addormentato tra le braccia; di rara bellezza e originalità è la ricercatezza nella descrizione delle vesti. Si segnala inoltre la tavola a fondo oro di scuola spagnola, raffigurante una composta Natività ambientata in una particolare architettura dell’epoca; da ammirare inoltre, l’aulica Sacra famiglia con Santa Caterina di scuola veronese, ambito di Bonifacio De’ Pitati (in fotografia) e la tavola di scuola toscana a fondo oro, raffigurante la Madonna con il Bambino, Sant’Anna e Santa Caterina.
Con il Concilio di Trento la Chiesa pone una sorta di controllo sulla creazione artistica e diventa intollerante verso alcune libertà in vigore nelle precedenti epoche. Il Seicento è forse il secolo più complesso perché vede l’intrecciarsi di tre diversi percorsi: Classicismo, Realismo e Barocco.
I primi due si contrappongono nettamente; l’artista classicista tende ad “aggiustare” la realtà secondo le regole di compostezza, misura, decoro, equilibrio, ordine, armonia, mentre l’artista seguace del realismo (di derivazione caravaggesca) riporta il vero tale e quale lo vede. Di conseguenza, anche la rappresentazione delle figure sacre, di volta in volta ha caratteristiche differenti, può essere più o meno controllata e idealizzata.
Il Seicento è rappresentato in mostra da numerose opere su tela. Due Madonne con Bambino di Scuola genovese, una delle quali dell’ambito di Domenico Piola si distinguono per grazia e delicatezza e si contrappongono alle due opere con lo stesso soggetto di scuola bolognese, tipiche nello sfarzo di un barocco maturo.
Il Settecento, secolo “dei lumi” è molto più laico e questa nuova visione del mondo e della spiritualità si riflette anche in campo artistico. La Madonna è ora più “mondana”, più aristocratica, i colori si schiariscono e si vivacizzano. Nelle vesti, i toni pastello quali il rosa e il celeste si sostituiscono ai rossi e ai blu.
Il dipinto veneto dell’ambito di Giambettino Cignaroli ben rappresenta le novità settecentesche. La Vergine perde l’aureola, le vesti si arricchiscono di panneggi, le acconciature sono più morbide.
Tra le opere sopra citate, si distingue una moderna Natività ad opera di Vittorio Bellini.
L’artista, che già da diversi anni si esprime attraverso scultura e pittura, ha recentemente realizzato questo gruppo a grandezza quasi naturale, con materiali inconsueti. Tessuti, juta, stracci, polistirolo, legno sono solo alcuni degli elementi utilizzati. L’esito è sorprendente ed emozionante.
Questa vitale Natività è stata creata con materiali poveri ma è ricca di pathos e contrasta con l’idea, oggi spesso accettata, di un Natale frivolo e consumistico.
Completa la mostra una selezione di icone russe dal XVIII al XIX secolo.
In mostra sono esposte alcune preziose opere cinquecentesche: tra le più significative, una superba tavola di scuola lombardo cremonese, dove la Vergine culla, con sguardo dolcissimo, il Bambino addormentato tra le braccia; di rara bellezza e originalità è la ricercatezza nella descrizione delle vesti. Si segnala inoltre la tavola a fondo oro di scuola spagnola, raffigurante una composta Natività ambientata in una particolare architettura dell’epoca; da ammirare inoltre, l’aulica Sacra famiglia con Santa Caterina di scuola veronese, ambito di Bonifacio De’ Pitati (in fotografia) e la tavola di scuola toscana a fondo oro, raffigurante la Madonna con il Bambino, Sant’Anna e Santa Caterina.
Con il Concilio di Trento la Chiesa pone una sorta di controllo sulla creazione artistica e diventa intollerante verso alcune libertà in vigore nelle precedenti epoche. Il Seicento è forse il secolo più complesso perché vede l’intrecciarsi di tre diversi percorsi: Classicismo, Realismo e Barocco.
I primi due si contrappongono nettamente; l’artista classicista tende ad “aggiustare” la realtà secondo le regole di compostezza, misura, decoro, equilibrio, ordine, armonia, mentre l’artista seguace del realismo (di derivazione caravaggesca) riporta il vero tale e quale lo vede. Di conseguenza, anche la rappresentazione delle figure sacre, di volta in volta ha caratteristiche differenti, può essere più o meno controllata e idealizzata.
Il Seicento è rappresentato in mostra da numerose opere su tela. Due Madonne con Bambino di Scuola genovese, una delle quali dell’ambito di Domenico Piola si distinguono per grazia e delicatezza e si contrappongono alle due opere con lo stesso soggetto di scuola bolognese, tipiche nello sfarzo di un barocco maturo.
Il Settecento, secolo “dei lumi” è molto più laico e questa nuova visione del mondo e della spiritualità si riflette anche in campo artistico. La Madonna è ora più “mondana”, più aristocratica, i colori si schiariscono e si vivacizzano. Nelle vesti, i toni pastello quali il rosa e il celeste si sostituiscono ai rossi e ai blu.
Il dipinto veneto dell’ambito di Giambettino Cignaroli ben rappresenta le novità settecentesche. La Vergine perde l’aureola, le vesti si arricchiscono di panneggi, le acconciature sono più morbide.
Tra le opere sopra citate, si distingue una moderna Natività ad opera di Vittorio Bellini.
L’artista, che già da diversi anni si esprime attraverso scultura e pittura, ha recentemente realizzato questo gruppo a grandezza quasi naturale, con materiali inconsueti. Tessuti, juta, stracci, polistirolo, legno sono solo alcuni degli elementi utilizzati. L’esito è sorprendente ed emozionante.
Questa vitale Natività è stata creata con materiali poveri ma è ricca di pathos e contrasta con l’idea, oggi spesso accettata, di un Natale frivolo e consumistico.
Completa la mostra una selezione di icone russe dal XVIII al XIX secolo.
10
dicembre 2007
La natività nell’arte
Dal 10 al 31 dicembre 2007
arte antica
Location
GALLERIA MICHELANGELO
Bergamo, Via Broseta, 15, (Bergamo)
Bergamo, Via Broseta, 15, (Bergamo)
Orario di apertura
da lunedì pomeriggio a sabato, ore 09.00 - 13.00 / 15.30 - 19.30
Autore