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La Natura Morta ed. 2019
Un appuntamento con “la Natura Morta” al GAMeC di Pisa. In esposizione oltre 50 opere contemperano dedicate a questo tema classico della pittura. La Mostra è curata ed ordinata da Massimiliano Sbrana in collaborazione con la Collezione “Archivio d’Arte” del GAMeC CentroArteModerna di Pisa.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Natura Morta ed. 2019
_________________________________________________________________________
Inagurazione Sabato 6 Aprile 2019 ore 18,00
dal 6 Aprile al 1 Maggio 2019
In collaborazione con la Collezione "Archivio d'Arte" GAMeC Pisa
Sede : GAMeC CentroArteModerna - Lungarno Mediceo, 26 Pisa - www.centroartemoderna.com - tel. +39 3393961536
a cura di Massimiliano Sbrana
Artisti presenti : Ada Bertasi, Alberto Martini, Alessandro Volpi, Antonio Barberi, Carlo Lapucci, Claude Lafoy, Claudio Bernardeschi, Diva Severin, Donata Imperio, Enesto Faraoni, Ettore Magni, Ferruccio Pizzanelli, Fidio Bartalini. Franca Lupetti, Francesca Lettieri, Franco Banti, Giulio Sbrana, Giuseppe Viviani, Guido Morelli
Luca Siri, Luciano Borin, Marco Dolfi, Michela Masini, Paolo dell'Aiuto, Piergiorgio Pistelli, Piero Bresciani, Renato Guttuso
Renzo Mezzacapo, Sergio Frascari, Stefania Melani, Stefano Ballantini, Uliano Martini.
Promosso da: GAMeC CENTROARTEMODERNA di PISA
_________________________________________________________________________
La Natura Morta ed. 2019
Si inaugura Sabato 6 Aprile 2019 alle ore 18,00 presso il GAMeC CentroArteModerna di Pisa (Lungarno Mediceo n.26) curata da Massimiliano Sbrana, la mostra "La Natura Morta" edizione 2019.
Il termine "natura morta" coniato nel tardo Rinascimento, è presente con traduzioni sostanzialmente affini nel significato in molte lingue europee, per gli inglesi si dice "still-life" (vita ferma) , in Germania "stil leben", in Spagna "naturaliza muerta", per gli antichi greci le nature morte si definivano "xenia", letteralmente "doni ospitali", dal vocabolo xenos, ospite.
Sul piano concettuale, rappresentare una natura morta ha un significato fortemente innovativo, vuol dire passare dal primitivo rapporto dell'uomo con le cose viste secondo la funzione che l'uomo stesso ha loro convenzionalmente attribuito, subordinandole a sé in quanto oggetti inanimati, ad una considerazione delle cose di per sé stesse portatrici di significati e di valori estetici autonomi ed in un certo senso poste sullo stesso piano della figura umana.
L’arrivo della modernità vede l’ascesa della natura morta dall’ultimo gradino della gerarchia accademica. Il genere, proprio per il fatto di mostrare oggetti inanimati, è poco considerato dalla critica ufficiale, mentre diventa una specie di bandiera per i realisti di fine Ottocento, convinti che sarebbe venuto il giorno in cui una carota avrebbe significato una rivoluzione.
Il Cubismo, influenzato da Cezanne, sceglie la rappresentazione degli oggetti come luogo ideale per le proprie sperimentazioni pittoriche. Il genere si presta infatti alle indagini su spazi e volumi perché, come sostiene Braque, la natura morta offre uno “spazio tattile”, una realtà che può essere manipolata.
Un altro tipo di scomposizione dell’immagine è quella praticata dal Futurismo, in cui la disgregazione della realtà è resa nella sua componente dinamica e non in quella statica tipica del cubismo. Completa il quadro complesso delle vicende artistiche del secondo dopoguerra la convivenza di correnti figurative e non figurative, le prime rappresentate, tra gli altri, da Giorgio Morandi, che sceglie di muoversi su un terreno al confine tra rappresentazione di oggetti reali e istanze simboliche.
A partire poi dagli anni ‘50 del Novecento nascono le contaminazioni, le integrazioni. Le iconografie, di solito separate, per esempio il nudo e la natura morta, si uniscono. Andy Warhol, negli anni del boom economico, prende ispirazione dallo sterminato inventario di immagini dei mass media, trasformando gli stilemi con cui l’artista si è sempre rivolto alla rappresentazione dell’oggetto.
Pop Art, Azionismo e Arte Povera ridefiniscono le possibilità della natura morta, filtrando i riferimenti al passato attraverso una sperimentazione tecnica spesso estrema e testimoniando inequivocabilmente che la natura morta, nell’arte moderna e contemporanea, pur avendo subito una metamorfosi, è tutt’altro che scomparsa.
Ecco gli artisti presenti a questa edizione: Ada Bertasi, Alberto Martini, Alessandro Volpi, Antonio Barberi, Carlo Lapucci, Claude Lafoy, Claudio Bernardeschi, Diva Severin, Donata Imperio, Enesto Faraoni, Ettore Magni, Ferruccio Pizzanelli, Fidio Bartalini. Franca Lupetti, Francesca Lettieri, Franco Banti, Giulio Sbrana, Giuseppe Viviani, Guido Morelli
Luca Siri, Luciano Borin, Marco Dolfi, Michela Masini, Paolo dell'Aiuto, Piergiorgio Pistelli, Piero Bresciani, Renato Guttuso
Renzo Mezzacapo, Sergio Frascari, Stefania Melani, Stefano Ballantini, Uliano Martini .
La mostra è organizzata in collaborazione con la Collezione "Archivio d'Arte" del GAMeC di Pisa.
Altre informazioni disponibili al più presto sul sito: www.Centroartemoderna.com ; Per appuntamenti tel +39 3393961536 o email: mostre@centroartemoderna.com
La mostra proseguirà fino al 1 Maggio 2019. (ingresso libero).
Orari: 10-12,30/16,30-19,00 (feriali); Domenica 7 Aprile 2019 17,00-19,00 (festivi telefonare) ; chiuso lunedì.
Ufficio stampa:
Massimiliano Sbrana
mobile +39 3393961536
e-mail mostre@centroartemoderna.com
____________________________________________________________________________
Si autorizza la pubblicare testi e immagini relativi alla mostra IN OGGETTO. Si dichiara che per le immagini e per i testi contenuti nel predetto comunicato non esistono VINCOLI SIAE NE' VINCOLI DI ALCUN TIPO.
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Il contenuto di questa email è strettamente riservato e non divulgabile a terzi se non previa autorizzazione scritta, dal GAMeC CentroArteModerna di Pisa , in caso si riscontrassero usi impropri dei contenuti, divulgazione a terzi ed in particolare manipolazioni della stessa, saremo autorizzati a procedere per vie legali.
In ottemperanza alla Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali", art. 13 si dichiara che i dati raccolti, verranno trattati per il solo scopo di invio mail promozionali (altre info sono reperibili sul sito www.CentroArteModerna.com ). Secondo quanto previsto dal DLs, è possibile modificare o cancellare i dati in qualsiasi momento in modo del tutto gratuito e autonomo. Una non risposta, invece, varrà come consenso alla spedizione dei nostri inviti. Se non hai richiesto questa email, ce ne scusiamo. Per contattare il titolare della newsletter
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GAMeC CentroArteModerna
Dal 1976 a Pisa
Lungarno Mediceo,26 - 56127 Pisa
MobilePhone +39 3393961536
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Copyright 1976 - 2019 GAMeC CentroArteModerna Pisa
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Before printing, think about ENVIRONMENTAL responsibility
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Artisti presenti : Ada Bertasi, Alberto Martini, Alessandro Volpi, Antonio Barberi, Carlo Lapucci, Claude Lafoy, Claudio Bernardeschi, Diva Severin, Donata Imperio, Enesto Faraoni, Ettore Magni, Ferruccio Pizzanelli, Fidio Bartalini. Franca Lupetti, Francesca Lettieri, Franco Banti, Giulio Sbrana, Giuseppe Viviani, Guido Morelli
Luca Siri, Luciano Borin, Marco Dolfi, Michela Masini, Paolo dell'Aiuto, Piergiorgio Pistelli, Piero Bresciani, Renato Guttuso
Renzo Mezzacapo, Sergio Frascari, Stefania Melani, Stefano Ballantini, Uliano Martini.
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La Natura Morta ed. 2019
Si inaugura Sabato 6 Aprile 2019 alle ore 18,00 presso il GAMeC CentroArteModerna di Pisa (Lungarno Mediceo n.26) curata da Massimiliano Sbrana, la mostra "La Natura Morta" edizione 2019.
Il termine "natura morta" coniato nel tardo Rinascimento, è presente con traduzioni sostanzialmente affini nel significato in molte lingue europee, per gli inglesi si dice "still-life" (vita ferma) , in Germania "stil leben", in Spagna "naturaliza muerta", per gli antichi greci le nature morte si definivano "xenia", letteralmente "doni ospitali", dal vocabolo xenos, ospite.
Sul piano concettuale, rappresentare una natura morta ha un significato fortemente innovativo, vuol dire passare dal primitivo rapporto dell'uomo con le cose viste secondo la funzione che l'uomo stesso ha loro convenzionalmente attribuito, subordinandole a sé in quanto oggetti inanimati, ad una considerazione delle cose di per sé stesse portatrici di significati e di valori estetici autonomi ed in un certo senso poste sullo stesso piano della figura umana.
L’arrivo della modernità vede l’ascesa della natura morta dall’ultimo gradino della gerarchia accademica. Il genere, proprio per il fatto di mostrare oggetti inanimati, è poco considerato dalla critica ufficiale, mentre diventa una specie di bandiera per i realisti di fine Ottocento, convinti che sarebbe venuto il giorno in cui una carota avrebbe significato una rivoluzione.
Il Cubismo, influenzato da Cezanne, sceglie la rappresentazione degli oggetti come luogo ideale per le proprie sperimentazioni pittoriche. Il genere si presta infatti alle indagini su spazi e volumi perché, come sostiene Braque, la natura morta offre uno “spazio tattile”, una realtà che può essere manipolata.
Un altro tipo di scomposizione dell’immagine è quella praticata dal Futurismo, in cui la disgregazione della realtà è resa nella sua componente dinamica e non in quella statica tipica del cubismo. Completa il quadro complesso delle vicende artistiche del secondo dopoguerra la convivenza di correnti figurative e non figurative, le prime rappresentate, tra gli altri, da Giorgio Morandi, che sceglie di muoversi su un terreno al confine tra rappresentazione di oggetti reali e istanze simboliche.
A partire poi dagli anni ‘50 del Novecento nascono le contaminazioni, le integrazioni. Le iconografie, di solito separate, per esempio il nudo e la natura morta, si uniscono. Andy Warhol, negli anni del boom economico, prende ispirazione dallo sterminato inventario di immagini dei mass media, trasformando gli stilemi con cui l’artista si è sempre rivolto alla rappresentazione dell’oggetto.
Pop Art, Azionismo e Arte Povera ridefiniscono le possibilità della natura morta, filtrando i riferimenti al passato attraverso una sperimentazione tecnica spesso estrema e testimoniando inequivocabilmente che la natura morta, nell’arte moderna e contemporanea, pur avendo subito una metamorfosi, è tutt’altro che scomparsa.
Ecco gli artisti presenti a questa edizione: Ada Bertasi, Alberto Martini, Alessandro Volpi, Antonio Barberi, Carlo Lapucci, Claude Lafoy, Claudio Bernardeschi, Diva Severin, Donata Imperio, Enesto Faraoni, Ettore Magni, Ferruccio Pizzanelli, Fidio Bartalini. Franca Lupetti, Francesca Lettieri, Franco Banti, Giulio Sbrana, Giuseppe Viviani, Guido Morelli
Luca Siri, Luciano Borin, Marco Dolfi, Michela Masini, Paolo dell'Aiuto, Piergiorgio Pistelli, Piero Bresciani, Renato Guttuso
Renzo Mezzacapo, Sergio Frascari, Stefania Melani, Stefano Ballantini, Uliano Martini .
La mostra è organizzata in collaborazione con la Collezione "Archivio d'Arte" del GAMeC di Pisa.
Altre informazioni disponibili al più presto sul sito: www.Centroartemoderna.com ; Per appuntamenti tel +39 3393961536 o email: mostre@centroartemoderna.com
La mostra proseguirà fino al 1 Maggio 2019. (ingresso libero).
Orari: 10-12,30/16,30-19,00 (feriali); Domenica 7 Aprile 2019 17,00-19,00 (festivi telefonare) ; chiuso lunedì.
Ufficio stampa:
Massimiliano Sbrana
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06
aprile 2019
La Natura Morta ed. 2019
Dal 06 aprile al primo maggio 2019
arte contemporanea
Location
GAMEC CENTROARTEMODERNA
Pisa, Lungarno Mediceo, 26, (Pisa)
Pisa, Lungarno Mediceo, 26, (Pisa)
Orario di apertura
Orari: 10-12,30/16,30-19,00 (feriali); Domenica 7 Aprile 2019 17,00-19,00 (festivi telefonare) ; chiuso lunedì.
Vernissage
6 Aprile 2019, ore 18
Autore
Curatore