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La Nuova Europa. Giovani Artisti Ungheresi
La Mostra è una ricognizione sulla giovane Arte Ungherese, erede di una grande tradizione artistica, che ha conservato, e oggi sta rivitalizzando, la propria identità culturale, memore del retaggio della Mitteleuropa, dopo il lungo travaglio determinato dagli avvenimenti storici del primo e del secondo 1900 durante la lunga permanenza dell’Ungheria nella sfera del blocco sovietico. Saranno esposte a Potenza 62 opere tra dipinti e sculture di 21 giovani artisti ungheresi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Potenza: sarà inaugurata venerdì 4 marzo 2011 alle ore 18 negli spazi espositivi della Galleria Civica di Palazzo Loffredo, la mostra “La Nuova Europa – Giovani Artisti Ungheresi” a cura di Laura Gavioli.
La Mostra è una ricognizione sulla giovane Arte Ungherese, erede di una grande tradizione artistica, che ha conservato, e oggi sta rivitalizzando, la propria identità culturale, memore del retaggio della Mitteleuropa, dopo il lungo travaglio determinato dagli avvenimenti storici del primo e del secondo 1900 durante la lunga permanenza dell'Ungheria nella sfera del blocco sovietico. Saranno esposte a Potenza 62 opere tra dipinti e sculture di 21 giovani artisti ungheresi.
L'Amministrazione Comunale di Potenza –ha detto il Sindaco Vito Santarsiero- propone, da alcuni anni, eventi culturali di notevole importanza che hanno riscosso un notevole successo di critica e di visitatori a livello nazionale. Il progetto si fonda sulla profonda convinzione che l’investimento in cultura e il recupero della propria identità, rappresentino un fattore determinante per lo sviluppo socio-economico di un territorio. L’evento si propone di continuare l'indagine sui linguaggi artistici del realismo, un percorso intrapreso già da anni, attraverso lo studio, la ricerca e il progetto espositivo delle opere d'arte appartenenti tanto al realismo italiano quanto a quello spagnolo e russo con le mostre “Visionari, Primitivi, Eccentrici”, “Realidad arte spagnola della realtà”, “Verità e bellezza Realismo Russo” e “L’Enigma del Vero”. Ed è stata proprio parte della mostra “Visionari, Primitivi, Eccentrici” che con il titolo di “Visionari, Reale e fantastico nell’arte italiana contemporanea” che è stata presentata a Budapest nella Galleria Koller dal 3 maggio al 3 giugno del 2007 con il Patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura.
Oggi l'Ungheria – scrive la curatrice della mostra, Laura Gavioli- è un paese europeo e dentro questa compagine la sua identità culturale, tanto ricca di apporti, anche contrastanti, e di preziose sedimentazioni, può aspirare ad un ruolo molto importante per una svolta di modernità. Questo concetto è valido soprattutto nell'ambito della cultura figurativa che si esprime con un vivaio interessante di artisti, ultime generazioni che hanno goduto di una storia ricca di valore e di un patrimonio d'arte di livello nazionale e internazionale, per comprendere il quale è sufficiente una visita alle bellissime istituzioni museali di Budapest.
Nella selezione degli artisti si percepisce il trascorrere di tre generazioni che possono essere comprese tra il 1964, nascita di Robert Csáki, e il 1982, anno di nascita di Márta Czene.
La prima generazione, che maggiormente ha sofferto la condizione politica, è caratterizzata da un gruppo che si è concentrato con passione e rigore negli studi della grande tradizione dell'arte internazionale del passato, come si può comprendere osservando l'opera pittorica di Csáki, o le sculture di Taubert e Párkányi ; altri artisti, partendo dagli stessi presupposti hanno letteralmente reinventato un canone espressivo personale, strettamente individuale all'interno del linguaggio pittorico, come nel caso di Attila Szűcs e di Adrián Kupcsik.
Alla seconda generazione, nella quale è compreso il maggior numero di artisti, possiamo collegare personalità che sentono fortemente il bisogno del racconto, come Márton Takáts, Mozés Incze, Gabór Szenteleki oppure, come nel caso di Dorottya Szabó, di Balázs Duronelly e di Rabóczky Judit, tutti artisti che cercano, attraverso mezzi espressivi meno convenzionali, di portare l'osservatore ad una riflessione diversa, sia sull'opera d'arte che sul suo destino. Casi isolati di riflessione intima sono impersonati da Attila Kondor, Imre Elek, Borbála Szanyi e, nella maniera originale di un primitivismo metropolitano, da Krisztian Sándor.
Alla generazione dei più giovani, nati negli anni Ottanta, appartengono scelte stilistiche molto individuali come possiamo riscontrare nel lavoro di József Csató e di Andrea Papageorgiu, di Eszter Sipos e di Ágnes Verebics, di Ágnes Tóth e Márta Czene. Si passa da una figurazione del quotidiano con un pensiero a Bonnard di Csató, all'impostazione pop di Sipos, alla passione per la manipolazione del fotogramma di Verebics, fino al rapporto di riflessione sull'io di Ágnes Toth e a quello letteratura-cinema privilegiato da Márta Czene, due delle artiste di punta di questa selezione.
I giovani ungheresi, artisti nel tempo della globalizzazione, sono presenti nel panorama internazionale come i loro colleghi inglesi o cinesi, americani o giapponesi. Tutti hanno il loro sito internet e non perdono occasione per rimandarti a quel luogo dell'anima per mostrarti tutta la loro produzione, ma io credo – conclude Laura Gavioli- che internet sia praticamente un importantissimo luogo della documentazione, più utile come memoria di un'immagine che per comprendere il valore artistico di quell'opera: come si può capire quello di cui si sta parlando attraverso una misera e neanche tanto stabile riproduzione? In questo senso il computer ci offre un panorama di figurine, utile se abbiamo già visto quelle opere oppure se l'artista è un filmaker o un fotografo, per la maggiore affinità dei mezzi in questione, ma per i giovani artisti ungheresi, pittori e scultori, il momento della conoscenza è la mostra, il luogo della verità.
Tipologia e numero delle opere:
62 opere tra dipinti, incisioni e sculture
Gli Artisti:
21 giovani artisti ungheresi: Róbert Csáki, József Csató, Márta Czene, Balázs Duronelly, Imre Elek, Mózes Incze, Attila Kondor, Adrián Kupcsik, Andrea Papageorgiu, Péter Párkányi, Judit Rita Rabóczky, Krisztian Sándor, Eszter Sipos, Dorottya Szabó, Szanyi Borbála, Gábor Szenteleki, Attila Szücs, Márton Takáts, Laszló Taubert, Ágnes Toth e Ágnes Verebics.
SEDE ESPOSITIVA
Galleria Civica di Palazzo Loffredo
Città Cultura
Una Galleria Civica in pieno centro storico a Potenza, in Largo Duomo. Una scommessa vinta dall’Amministrazione Comunale della città capoluogo che ha inteso fare di “Città Cultura” una realtà. Lo spazio espositivo, destinato a mostre e rilevanti eventi culturali si trova nel Palazzo Loffredo, una delle rare testimonianze di edilizia nobile del XVII secolo nel centro antico della città, divenuto oggi, Museo Archeologico Nazionale della Basilicata e intitolato a Dinu Adamesteanu.
La Galleria Civica rientra nell’investimento più complessivo dell’Amministrazione nel settore Cultura, nella convinzione che investire in cultura significa consentire ad una società di essere più creativa, più innovativa e quindi più competitiva ed essere in linea con le risposte che esige l’epocale passaggio dall’economia dei capitali a un’economia della conoscenza. In tale direzione la città è in grado di contribuire sia sul piano logistico che urbanistico. Investire in cultura significa creare le condizioni migliori affinché un territorio recuperi la propria identità ed esprima al meglio i propri talenti, significa migliorare la qualità della vita , riallacciare i legami all’interno della comunità, esaltare quel umanesimo integrale che vede il progresso autentico non solo nel benessere materiale, ma soprattutto in quello morale e spirituale.
Il Palazzo Loffredo, interamente recuperato dalla Soprintendenza Regionale della Basilicata, con un investimento di circa otto milioni di euro, ospita anche una grande biblioteca, uffici e locali polifunzionali.
Secondo alcune fonti risalirebbe al 1612 e sarebbe stato fatto edificare dal Conte di Potenza, Carlo Loffredo. Secondo altri il Palazzo sarebbe sorto tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, commissionato dai conti Guevara, feudatari di Potenza, per farne la loro dimora: il nome attuale dell’edificio deriverebbe dal matrimonio, avvenuto nel 1604, tra Beatrice Guevara ed Enrico Loffredo, grazie al quale questo ultimo poté fregiarsi del titolo di conte di Potenza. In ogni caso si tratta di una delle rare testimonianze superstiti di edilizia nobile nel centro antico della città.
Le più importanti attività espositive della Galleria Civica:
Giovanni Colacicchi Onofrio Martinelli Un Sodalizio artistico 1921 -1966 11 marzo 2005 / 18 maggio 2005; Visionari Primitivi Eccentrici - da Alberto Martini a Licini, Ligabue, Ontani 14 ottobre 2005 / 15 gennaio 2006; REALIDAD arte spagnola della realtà 20 settembre 2006 / 14 gennaio 2007; Carmelo Zotti L’epica, il racconto, l’elegia 24 marzo 2007 / 3 giugno 2007; Trame Mediterranee dalla Sicilia alla Basilicata 29 giugno 2007 / 9 settembre 2007; Verità e bellezza: realismo russo, dipinti dal Museo Nazionale d’Arte Lettone di Riga 26 ottobre 2007 / 16 marzo 2008; L’Enigma del Vero percorsi del realismo italiano 1870- 1980 14 novembre 2008 / 1 marzo 2009; Barocco Defilato 1 luglio 2009 / 1 ottobre 2009; Un Santo e la Sua Immagine San Francesco d’Assisi nell’iconografia in terra lucana 6 dicembre 2009 / 14 marzo 2010; Giuseppe Modica inseguire la Pittura 8 maggio / 20 giugno 2010; Mi Manda Mameli - la satira di Massimo Bucchi 27 novembre 2010 / 26 dicembre 2010; Ernesto Treccani Spazi e colori di Lucania 30 dicembre 2010 / 30 gennaio 2011.
La Mostra è una ricognizione sulla giovane Arte Ungherese, erede di una grande tradizione artistica, che ha conservato, e oggi sta rivitalizzando, la propria identità culturale, memore del retaggio della Mitteleuropa, dopo il lungo travaglio determinato dagli avvenimenti storici del primo e del secondo 1900 durante la lunga permanenza dell'Ungheria nella sfera del blocco sovietico. Saranno esposte a Potenza 62 opere tra dipinti e sculture di 21 giovani artisti ungheresi.
L'Amministrazione Comunale di Potenza –ha detto il Sindaco Vito Santarsiero- propone, da alcuni anni, eventi culturali di notevole importanza che hanno riscosso un notevole successo di critica e di visitatori a livello nazionale. Il progetto si fonda sulla profonda convinzione che l’investimento in cultura e il recupero della propria identità, rappresentino un fattore determinante per lo sviluppo socio-economico di un territorio. L’evento si propone di continuare l'indagine sui linguaggi artistici del realismo, un percorso intrapreso già da anni, attraverso lo studio, la ricerca e il progetto espositivo delle opere d'arte appartenenti tanto al realismo italiano quanto a quello spagnolo e russo con le mostre “Visionari, Primitivi, Eccentrici”, “Realidad arte spagnola della realtà”, “Verità e bellezza Realismo Russo” e “L’Enigma del Vero”. Ed è stata proprio parte della mostra “Visionari, Primitivi, Eccentrici” che con il titolo di “Visionari, Reale e fantastico nell’arte italiana contemporanea” che è stata presentata a Budapest nella Galleria Koller dal 3 maggio al 3 giugno del 2007 con il Patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura.
Oggi l'Ungheria – scrive la curatrice della mostra, Laura Gavioli- è un paese europeo e dentro questa compagine la sua identità culturale, tanto ricca di apporti, anche contrastanti, e di preziose sedimentazioni, può aspirare ad un ruolo molto importante per una svolta di modernità. Questo concetto è valido soprattutto nell'ambito della cultura figurativa che si esprime con un vivaio interessante di artisti, ultime generazioni che hanno goduto di una storia ricca di valore e di un patrimonio d'arte di livello nazionale e internazionale, per comprendere il quale è sufficiente una visita alle bellissime istituzioni museali di Budapest.
Nella selezione degli artisti si percepisce il trascorrere di tre generazioni che possono essere comprese tra il 1964, nascita di Robert Csáki, e il 1982, anno di nascita di Márta Czene.
La prima generazione, che maggiormente ha sofferto la condizione politica, è caratterizzata da un gruppo che si è concentrato con passione e rigore negli studi della grande tradizione dell'arte internazionale del passato, come si può comprendere osservando l'opera pittorica di Csáki, o le sculture di Taubert e Párkányi ; altri artisti, partendo dagli stessi presupposti hanno letteralmente reinventato un canone espressivo personale, strettamente individuale all'interno del linguaggio pittorico, come nel caso di Attila Szűcs e di Adrián Kupcsik.
Alla seconda generazione, nella quale è compreso il maggior numero di artisti, possiamo collegare personalità che sentono fortemente il bisogno del racconto, come Márton Takáts, Mozés Incze, Gabór Szenteleki oppure, come nel caso di Dorottya Szabó, di Balázs Duronelly e di Rabóczky Judit, tutti artisti che cercano, attraverso mezzi espressivi meno convenzionali, di portare l'osservatore ad una riflessione diversa, sia sull'opera d'arte che sul suo destino. Casi isolati di riflessione intima sono impersonati da Attila Kondor, Imre Elek, Borbála Szanyi e, nella maniera originale di un primitivismo metropolitano, da Krisztian Sándor.
Alla generazione dei più giovani, nati negli anni Ottanta, appartengono scelte stilistiche molto individuali come possiamo riscontrare nel lavoro di József Csató e di Andrea Papageorgiu, di Eszter Sipos e di Ágnes Verebics, di Ágnes Tóth e Márta Czene. Si passa da una figurazione del quotidiano con un pensiero a Bonnard di Csató, all'impostazione pop di Sipos, alla passione per la manipolazione del fotogramma di Verebics, fino al rapporto di riflessione sull'io di Ágnes Toth e a quello letteratura-cinema privilegiato da Márta Czene, due delle artiste di punta di questa selezione.
I giovani ungheresi, artisti nel tempo della globalizzazione, sono presenti nel panorama internazionale come i loro colleghi inglesi o cinesi, americani o giapponesi. Tutti hanno il loro sito internet e non perdono occasione per rimandarti a quel luogo dell'anima per mostrarti tutta la loro produzione, ma io credo – conclude Laura Gavioli- che internet sia praticamente un importantissimo luogo della documentazione, più utile come memoria di un'immagine che per comprendere il valore artistico di quell'opera: come si può capire quello di cui si sta parlando attraverso una misera e neanche tanto stabile riproduzione? In questo senso il computer ci offre un panorama di figurine, utile se abbiamo già visto quelle opere oppure se l'artista è un filmaker o un fotografo, per la maggiore affinità dei mezzi in questione, ma per i giovani artisti ungheresi, pittori e scultori, il momento della conoscenza è la mostra, il luogo della verità.
Tipologia e numero delle opere:
62 opere tra dipinti, incisioni e sculture
Gli Artisti:
21 giovani artisti ungheresi: Róbert Csáki, József Csató, Márta Czene, Balázs Duronelly, Imre Elek, Mózes Incze, Attila Kondor, Adrián Kupcsik, Andrea Papageorgiu, Péter Párkányi, Judit Rita Rabóczky, Krisztian Sándor, Eszter Sipos, Dorottya Szabó, Szanyi Borbála, Gábor Szenteleki, Attila Szücs, Márton Takáts, Laszló Taubert, Ágnes Toth e Ágnes Verebics.
SEDE ESPOSITIVA
Galleria Civica di Palazzo Loffredo
Città Cultura
Una Galleria Civica in pieno centro storico a Potenza, in Largo Duomo. Una scommessa vinta dall’Amministrazione Comunale della città capoluogo che ha inteso fare di “Città Cultura” una realtà. Lo spazio espositivo, destinato a mostre e rilevanti eventi culturali si trova nel Palazzo Loffredo, una delle rare testimonianze di edilizia nobile del XVII secolo nel centro antico della città, divenuto oggi, Museo Archeologico Nazionale della Basilicata e intitolato a Dinu Adamesteanu.
La Galleria Civica rientra nell’investimento più complessivo dell’Amministrazione nel settore Cultura, nella convinzione che investire in cultura significa consentire ad una società di essere più creativa, più innovativa e quindi più competitiva ed essere in linea con le risposte che esige l’epocale passaggio dall’economia dei capitali a un’economia della conoscenza. In tale direzione la città è in grado di contribuire sia sul piano logistico che urbanistico. Investire in cultura significa creare le condizioni migliori affinché un territorio recuperi la propria identità ed esprima al meglio i propri talenti, significa migliorare la qualità della vita , riallacciare i legami all’interno della comunità, esaltare quel umanesimo integrale che vede il progresso autentico non solo nel benessere materiale, ma soprattutto in quello morale e spirituale.
Il Palazzo Loffredo, interamente recuperato dalla Soprintendenza Regionale della Basilicata, con un investimento di circa otto milioni di euro, ospita anche una grande biblioteca, uffici e locali polifunzionali.
Secondo alcune fonti risalirebbe al 1612 e sarebbe stato fatto edificare dal Conte di Potenza, Carlo Loffredo. Secondo altri il Palazzo sarebbe sorto tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, commissionato dai conti Guevara, feudatari di Potenza, per farne la loro dimora: il nome attuale dell’edificio deriverebbe dal matrimonio, avvenuto nel 1604, tra Beatrice Guevara ed Enrico Loffredo, grazie al quale questo ultimo poté fregiarsi del titolo di conte di Potenza. In ogni caso si tratta di una delle rare testimonianze superstiti di edilizia nobile nel centro antico della città.
Le più importanti attività espositive della Galleria Civica:
Giovanni Colacicchi Onofrio Martinelli Un Sodalizio artistico 1921 -1966 11 marzo 2005 / 18 maggio 2005; Visionari Primitivi Eccentrici - da Alberto Martini a Licini, Ligabue, Ontani 14 ottobre 2005 / 15 gennaio 2006; REALIDAD arte spagnola della realtà 20 settembre 2006 / 14 gennaio 2007; Carmelo Zotti L’epica, il racconto, l’elegia 24 marzo 2007 / 3 giugno 2007; Trame Mediterranee dalla Sicilia alla Basilicata 29 giugno 2007 / 9 settembre 2007; Verità e bellezza: realismo russo, dipinti dal Museo Nazionale d’Arte Lettone di Riga 26 ottobre 2007 / 16 marzo 2008; L’Enigma del Vero percorsi del realismo italiano 1870- 1980 14 novembre 2008 / 1 marzo 2009; Barocco Defilato 1 luglio 2009 / 1 ottobre 2009; Un Santo e la Sua Immagine San Francesco d’Assisi nell’iconografia in terra lucana 6 dicembre 2009 / 14 marzo 2010; Giuseppe Modica inseguire la Pittura 8 maggio / 20 giugno 2010; Mi Manda Mameli - la satira di Massimo Bucchi 27 novembre 2010 / 26 dicembre 2010; Ernesto Treccani Spazi e colori di Lucania 30 dicembre 2010 / 30 gennaio 2011.
04
marzo 2011
La Nuova Europa. Giovani Artisti Ungheresi
Dal 04 marzo al primo maggio 2011
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
GALLERIA CIVICA – PALAZZO LOFFREDO
Potenza, Largo Duomo, (Potenza)
Potenza, Largo Duomo, (Potenza)
Orario di apertura
da martedì a domenica, ore 9-13 / 16.30–20.30. La mostra rimane aperta durante le festività
Vernissage
4 Marzo 2011, ore 18
Autore
Curatore