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La Provincia di Milano. 150 anni di opere e arte I Tesori della Provincia in mostra
La Provincia di Milano vanta una ricca collezione di dipinti, sculture e fotografie acquisiti nel corso della storia dell’istituzione milanese o recentemente restaurate e restituite al patrimonio pubblico, opere di vario contenuto e appartenenti ad un vastissimo arco temporale, dal 1400 ai giorni nostri. Tale patrimonio, che include anche oggetti e arredi di valore, annovera lavori di artisti di primissimo piano nella storia artistica cittadina e nazionale.
Comunicato stampa
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In occasione delle celebrazioni per i 150 anni della nascita della Provincia di Milano, da venerdì 16 aprile a domenica 13 giugno, presso lo Spazio Oberdan: La Provincia di Milano. 150 anni di opere e arte. I Tesori della Provincia in mostra, un importante evento espositivo a cura di Nicoletta Colombo, Rosanna Pavoni e Elena Pontiggia, che mostra parte del patrimonio artistico della Provincia di Milano.
Inaugurazione aperta al pubblico: giovedì 15 aprile dalle ore 18.30.
Il catalogo della mostra comprende un saggio storico del Professor Stefano B. Galli e testi delle curatrici.
Sono ormai trascorsi centocinquant’anni da quando, a seguito della Seconda Guerra d’Indipendenza, la Lombardia venne aggregata al regno di Sardegna. Si tratta di un secolo e mezzo di storia davvero affascinante e suggestiva che rispecchia le vicende dello Stato unitario e le profonde trasformazioni del territorio provinciale e della sua istituzione: un periodo che ci racconta una storia non solo istituzionale e politica, ma anche economica e produttiva, sociale e culturale, sulla quale poggia la non mai sopita vocazione internazionale della Provincia di Milano e la proietta nella sua nuova dimensione metropolitana.
La Provincia di Milano vanta una ricca collezione di dipinti, sculture e fotografie acquisiti nel corso della storia dell’istituzione milanese o recentemente restaurate e restituite al patrimonio pubblico, opere di vario contenuto e appartenenti ad un vastissimo arco temporale, dal 1400 ai giorni nostri. Tale patrimonio, che include anche oggetti e arredi di valore, annovera lavori di artisti di primissimo piano nella storia artistica cittadina e nazionale.
“La mostra – afferma Guido Podestà, Presidente della Provincia di Milano - è un invito a riscoprire l'immenso patrimonio architettonico che la Provincia ha accumulato dal 1860 ad oggi, un patrimonio che idealmente restituiamo alla nostra comunità. Rivendichiamo orgogliosamente anche oggi, nonostante alcune campagne mediatiche, l'importanza e il ruolo della Provincia di Milano, un Ente che attraverso questa mostra vuole condividere non solo la sua storia e il suo illustre passato, ma soprattutto la capacità di rispondere ogni giorno ai bisogni delle persone. Con quel dinamismo e l'innata cultura quotidiana del fare che da sempre contraddistingue Milano e le sue genti".
"Le testimonianze artistiche, pittoriche e scultoree che la mostra propone al pubblico – sottolinea Novo Umberto Maerna, Vice Presidente e Assessore alla cultura della Provincia di Milano - rappresentano un'opportunità per le nostre comunità per conoscere un patrimonio rimasto per troppo tempo nascosto e pressoché sconosciuto e, nel contempo, una possibilità di riappropriarsi di una Identità importante e di riscoprire il senso della Bellezza che dà senso alla vita e rappresenta il baluardo contro l'inaccettabile e sempre più dilagante imporsi della volgarità e della faziosità, specie in campo culturale".
La sezione della mostra dedicata alle opere tra il Cinquecento e il Settecento intende evidenziare la ricchezza e la complessità di questo patrimonio di cui vengono sottolineate le modalità della raccolta e le finalità della sua esposizione.
La Provincia, avendo competenza nella valorizzazione dei beni storico artistici, ha nel tempo messo in atto strategie di recupero e restauro del patrimonio diffuso sul territorio tra cui la pala di Bernardino Campi proveniente dalla Cappella Napoleonica di Limbiate.
Diverse sono invece le motivazioni che hanno avviato la raccolta di opere e dipinti di grande interesse collocate oggi in Palazzo Isimbardi: a partire infatti dai primi decenni del Novecento e fino alla metà degli anni Cinquanta si susseguono gli acquisti sul mercato antiquario di opere d’arte per arredare il palazzo e adeguarlo alla sua storia e alla sua funzione e, più in generale, per dare dignità alle sedi anche periferiche della Provincia. Oggetti di grande valore come il secrétaire di Giuseppe Maggiolini, la sfera celeste in pergamena dipinta di Giovanni Giacomo de Rossi del 1676, le eleganti pendole di Francesco Manfredini degli inizi del XIX secolo, i mobili Impero, i dipinti attribuiti a Philipp Peter Roos testimonianza del genere “animalista” tanto apprezzato a Milano nei primi decenni del Settecento, rispondono all’esigenza di restituire al palazzo l’immagine di una residenza aristocratica ricca di quei tesori tramandatisi nelle generazioni. Questo progetto di acquisizioni vede coinvolti i grandi nomi del mercato antiquario non solo milanese, sotto la vigile direzione di Ferdinando Reggiori, grande interprete della ricostruzione della Milano post bellica.
I dipinti e le sculture dell’Ottocento costituiscono un nucleo importante, entrato nella raccolta prevalentemente per acquisto diretto alle mostre annuali di Brera, alle mostre organizzate dalla Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente dopo il 1886, alle Esposizioni Nazionali tenutesi nel secolo XIX: si tratta di opere di pittori e scultori lombardi, con alcune eccezioni per artisti di area piemontese, veneta e napoletana. I dipinti permettono di seguire l’evoluzione dalla pittura paesaggistica, ben rappresentata da Leonardo Bazzaro, Achille Befani Formis, Eugenio Gignous, Pompeo Mariani, Luigi Bisi (presente con una tela storica, “Interno di Orsanmichele”, del 1869), Angelo Trezzini, Luigi Bianchi e Eugenio Spreafico. Di notevole rilievo una tela preziosa di Giacomo Favretto, “Amore tra i polli” (1879), da porre alla confluenza tra genere e realismo. La pittura storica di costume è rappresentata da un raffinato Lorenzo Delleani, con “Passeggiata sul Lung’Arno in Firenze”, opera scenografica realizzata nel 1872, stessa epoca di esecuzione di un saggio incisivo per il rinnovamento della pittura lombarda, “Campagna lombarda” (1871-1872) di Guido Ricci.
Le sculture del XIX secolo sono rappresentate da un marmo e da un bronzo di Enrico Butti, rispettivamente “Una seconda lezione (Stizze)” (1879) e “Il guerriero di Legnano”, nonché da un bronzo di Vincenzo Gemito, “Testa di donna napoletana” (1913).
Nella parte relativa al Novecento molte sono le sorprese riservate dalle collezioni della Provincia. Vanno notati tra gli altri: un suggestivo paesaggio di Carlo Carrà, “Capo di Atrani” (1936); uno spettacolare e monumentale dipinto di Gianfilippo Usellini largo oltre tre metri, “Lombardia verde” (1960); uno sconosciuto dipinto di Alberto Martini diviso tra Simbolismo e Surrealismo, “Figura femminile” (1925); due importanti opere del futurista Enrico Prampolini, “Architettura spaziale” (1929), esposta alla mostra "33 futuristi alla Galleria Pesaro" del 1929, e “Introspezione aerodinamica” (1930), esposta alla mostra di aeropittura di Milano del 1931. Non mancano poi intensi dipinti di artisti legati al Novecento Italiano (Alberto Salietti, Arturo Tosi, Raffaele De Grada e altri), al Chiarismo (Umberto Lilloni, Francesco De Rocchi, Attilio Alfieri), al Futurismo (Luigi Fillia, oltre al già citato Enrico Prampolini), all’Espressionismo (Lorenzo Viani).
Sono inoltre esposte in mostra fotografie di autori di fama internazionale (Gabriele Basilico, Giovanni Chiaramonte, Pepi Merisio, Mario Cresci, Vincenzo Castella, Berengo Gardin, Mimmo Jodice, Luigi Ghirri, Thomas Struth, Peter Fischli & David Weiss) del significativo patrimonio fotografico di proprietà della Provincia (oltre 10.000 immagini) oggi depositato presso il Museo di Fotografia Contemporanea, a Villa Ghirlanda di Cinisello Balsamo. Tali opere documentano il paesaggio e i beni architettonici e ambientali presenti nel territorio della Provincia di Milano e le eccellenze milanesi.
Il carattere itinerante, diffuso sul territorio della mostra offre lo spunto per accedere anche al patrimonio ubicato in spazi nel territorio urbano, come la visita alla lirica “Frine”, marmo tra i più noti della cosiddetta “scuola di Milano”, opera di Francesco Barzaghi collocata nelle sale della Galleria d’Arte Moderna di Milano: un percorso cittadino che permette anche di scoprire le bellezze architettoniche di proprietà della Provincia, edifici che appartengono alla storia civile di Milano come Palazzo Diotti (sede della Prefettura), la Caserma di Via Moscova (sede provinciale dell’Arma dei Carabinieri) e lo stesso Palazzo Isimbardi, sede dell’Ente. Senza dimenticare gli edifici oggetto di valorizzazione in recenti interventi, come Villa Litta di Lainate, il Complesso religioso dell’Annunciata di Abbiategrasso, Villa Ghirlanda di Cinisello Balsamo, l’Abbazia di Morimondo.
Insieme alla mostra, verranno realizzati eventi collaterali dedicati alla valorizzazione del vastissimo e prezioso patrimonio librario conservato presso la Biblioteca Isimbardi.
Inaugurazione aperta al pubblico: giovedì 15 aprile dalle ore 18.30.
Il catalogo della mostra comprende un saggio storico del Professor Stefano B. Galli e testi delle curatrici.
Sono ormai trascorsi centocinquant’anni da quando, a seguito della Seconda Guerra d’Indipendenza, la Lombardia venne aggregata al regno di Sardegna. Si tratta di un secolo e mezzo di storia davvero affascinante e suggestiva che rispecchia le vicende dello Stato unitario e le profonde trasformazioni del territorio provinciale e della sua istituzione: un periodo che ci racconta una storia non solo istituzionale e politica, ma anche economica e produttiva, sociale e culturale, sulla quale poggia la non mai sopita vocazione internazionale della Provincia di Milano e la proietta nella sua nuova dimensione metropolitana.
La Provincia di Milano vanta una ricca collezione di dipinti, sculture e fotografie acquisiti nel corso della storia dell’istituzione milanese o recentemente restaurate e restituite al patrimonio pubblico, opere di vario contenuto e appartenenti ad un vastissimo arco temporale, dal 1400 ai giorni nostri. Tale patrimonio, che include anche oggetti e arredi di valore, annovera lavori di artisti di primissimo piano nella storia artistica cittadina e nazionale.
“La mostra – afferma Guido Podestà, Presidente della Provincia di Milano - è un invito a riscoprire l'immenso patrimonio architettonico che la Provincia ha accumulato dal 1860 ad oggi, un patrimonio che idealmente restituiamo alla nostra comunità. Rivendichiamo orgogliosamente anche oggi, nonostante alcune campagne mediatiche, l'importanza e il ruolo della Provincia di Milano, un Ente che attraverso questa mostra vuole condividere non solo la sua storia e il suo illustre passato, ma soprattutto la capacità di rispondere ogni giorno ai bisogni delle persone. Con quel dinamismo e l'innata cultura quotidiana del fare che da sempre contraddistingue Milano e le sue genti".
"Le testimonianze artistiche, pittoriche e scultoree che la mostra propone al pubblico – sottolinea Novo Umberto Maerna, Vice Presidente e Assessore alla cultura della Provincia di Milano - rappresentano un'opportunità per le nostre comunità per conoscere un patrimonio rimasto per troppo tempo nascosto e pressoché sconosciuto e, nel contempo, una possibilità di riappropriarsi di una Identità importante e di riscoprire il senso della Bellezza che dà senso alla vita e rappresenta il baluardo contro l'inaccettabile e sempre più dilagante imporsi della volgarità e della faziosità, specie in campo culturale".
La sezione della mostra dedicata alle opere tra il Cinquecento e il Settecento intende evidenziare la ricchezza e la complessità di questo patrimonio di cui vengono sottolineate le modalità della raccolta e le finalità della sua esposizione.
La Provincia, avendo competenza nella valorizzazione dei beni storico artistici, ha nel tempo messo in atto strategie di recupero e restauro del patrimonio diffuso sul territorio tra cui la pala di Bernardino Campi proveniente dalla Cappella Napoleonica di Limbiate.
Diverse sono invece le motivazioni che hanno avviato la raccolta di opere e dipinti di grande interesse collocate oggi in Palazzo Isimbardi: a partire infatti dai primi decenni del Novecento e fino alla metà degli anni Cinquanta si susseguono gli acquisti sul mercato antiquario di opere d’arte per arredare il palazzo e adeguarlo alla sua storia e alla sua funzione e, più in generale, per dare dignità alle sedi anche periferiche della Provincia. Oggetti di grande valore come il secrétaire di Giuseppe Maggiolini, la sfera celeste in pergamena dipinta di Giovanni Giacomo de Rossi del 1676, le eleganti pendole di Francesco Manfredini degli inizi del XIX secolo, i mobili Impero, i dipinti attribuiti a Philipp Peter Roos testimonianza del genere “animalista” tanto apprezzato a Milano nei primi decenni del Settecento, rispondono all’esigenza di restituire al palazzo l’immagine di una residenza aristocratica ricca di quei tesori tramandatisi nelle generazioni. Questo progetto di acquisizioni vede coinvolti i grandi nomi del mercato antiquario non solo milanese, sotto la vigile direzione di Ferdinando Reggiori, grande interprete della ricostruzione della Milano post bellica.
I dipinti e le sculture dell’Ottocento costituiscono un nucleo importante, entrato nella raccolta prevalentemente per acquisto diretto alle mostre annuali di Brera, alle mostre organizzate dalla Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente dopo il 1886, alle Esposizioni Nazionali tenutesi nel secolo XIX: si tratta di opere di pittori e scultori lombardi, con alcune eccezioni per artisti di area piemontese, veneta e napoletana. I dipinti permettono di seguire l’evoluzione dalla pittura paesaggistica, ben rappresentata da Leonardo Bazzaro, Achille Befani Formis, Eugenio Gignous, Pompeo Mariani, Luigi Bisi (presente con una tela storica, “Interno di Orsanmichele”, del 1869), Angelo Trezzini, Luigi Bianchi e Eugenio Spreafico. Di notevole rilievo una tela preziosa di Giacomo Favretto, “Amore tra i polli” (1879), da porre alla confluenza tra genere e realismo. La pittura storica di costume è rappresentata da un raffinato Lorenzo Delleani, con “Passeggiata sul Lung’Arno in Firenze”, opera scenografica realizzata nel 1872, stessa epoca di esecuzione di un saggio incisivo per il rinnovamento della pittura lombarda, “Campagna lombarda” (1871-1872) di Guido Ricci.
Le sculture del XIX secolo sono rappresentate da un marmo e da un bronzo di Enrico Butti, rispettivamente “Una seconda lezione (Stizze)” (1879) e “Il guerriero di Legnano”, nonché da un bronzo di Vincenzo Gemito, “Testa di donna napoletana” (1913).
Nella parte relativa al Novecento molte sono le sorprese riservate dalle collezioni della Provincia. Vanno notati tra gli altri: un suggestivo paesaggio di Carlo Carrà, “Capo di Atrani” (1936); uno spettacolare e monumentale dipinto di Gianfilippo Usellini largo oltre tre metri, “Lombardia verde” (1960); uno sconosciuto dipinto di Alberto Martini diviso tra Simbolismo e Surrealismo, “Figura femminile” (1925); due importanti opere del futurista Enrico Prampolini, “Architettura spaziale” (1929), esposta alla mostra "33 futuristi alla Galleria Pesaro" del 1929, e “Introspezione aerodinamica” (1930), esposta alla mostra di aeropittura di Milano del 1931. Non mancano poi intensi dipinti di artisti legati al Novecento Italiano (Alberto Salietti, Arturo Tosi, Raffaele De Grada e altri), al Chiarismo (Umberto Lilloni, Francesco De Rocchi, Attilio Alfieri), al Futurismo (Luigi Fillia, oltre al già citato Enrico Prampolini), all’Espressionismo (Lorenzo Viani).
Sono inoltre esposte in mostra fotografie di autori di fama internazionale (Gabriele Basilico, Giovanni Chiaramonte, Pepi Merisio, Mario Cresci, Vincenzo Castella, Berengo Gardin, Mimmo Jodice, Luigi Ghirri, Thomas Struth, Peter Fischli & David Weiss) del significativo patrimonio fotografico di proprietà della Provincia (oltre 10.000 immagini) oggi depositato presso il Museo di Fotografia Contemporanea, a Villa Ghirlanda di Cinisello Balsamo. Tali opere documentano il paesaggio e i beni architettonici e ambientali presenti nel territorio della Provincia di Milano e le eccellenze milanesi.
Il carattere itinerante, diffuso sul territorio della mostra offre lo spunto per accedere anche al patrimonio ubicato in spazi nel territorio urbano, come la visita alla lirica “Frine”, marmo tra i più noti della cosiddetta “scuola di Milano”, opera di Francesco Barzaghi collocata nelle sale della Galleria d’Arte Moderna di Milano: un percorso cittadino che permette anche di scoprire le bellezze architettoniche di proprietà della Provincia, edifici che appartengono alla storia civile di Milano come Palazzo Diotti (sede della Prefettura), la Caserma di Via Moscova (sede provinciale dell’Arma dei Carabinieri) e lo stesso Palazzo Isimbardi, sede dell’Ente. Senza dimenticare gli edifici oggetto di valorizzazione in recenti interventi, come Villa Litta di Lainate, il Complesso religioso dell’Annunciata di Abbiategrasso, Villa Ghirlanda di Cinisello Balsamo, l’Abbazia di Morimondo.
Insieme alla mostra, verranno realizzati eventi collaterali dedicati alla valorizzazione del vastissimo e prezioso patrimonio librario conservato presso la Biblioteca Isimbardi.
15
aprile 2010
La Provincia di Milano. 150 anni di opere e arte I Tesori della Provincia in mostra
Dal 15 aprile al 20 giugno 2010
fotografia
arte antica
arte moderna e contemporanea
disegno e grafica
arte antica
arte moderna e contemporanea
disegno e grafica
Location
SPAZIO OBERDAN – CINETECA
Milano, Viale Vittorio Veneto, 2, (Milano)
Milano, Viale Vittorio Veneto, 2, (Milano)
Orario di apertura
tutti i giorni 10-19.30, martedì e giovedì fino alle 22, chiuso il lunedì. Aperti l'1 maggio
Vernissage
15 Aprile 2010, ore 18.30
Autore
Curatore