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La riscoperta di un maestro reatino. Opere inedite di Antonino Calcagnadoro da una collezione privata
La Galleria Ottocento, con questa significativa selezione di opere inedite del maestro più significativo e poliedrico attivo nel territorio sabino nel periodo a cavallo del XX secolo, intende aggiungere un’ulteriore tessera al mosaico della composita produzione pittorica di Calcagnadoro, segnata dal binomio di eclettismo e nuove influenze liberty, sullo sfondo di istanze legate alla funzione sociale dell’arte
Comunicato stampa
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“Bisognerà dunque insistere nella ricerca delle disperse pitture di Calcagnadoro, con la speranza che cresca
il numero delle più meritevoli; che siano colmati i vuoti di troppi anni di vita, non lunga, è vero, ma
operosissima […]”. Con questo monito, auspicio e esortazione a un tempo, Fortunato Bellonzi chiudeva il
suo contributo dedicato al pittore reatino pubblicato nel catalogo nella mostra commemorativa tenutasi
nel 1977, a un secolo di distanza dalla nascita di Antonino Calcagnadoro ( Rieti 1876 – Roma 1935 ). La
Galleria Ottocento, con questa significativa selezione di opere inedite del maestro più significativo e
poliedrico attivo nel territorio sabino nel periodo a cavallo del XX secolo, intende proprio dar seguito alle
parole di Bellonzi, aggiungendo un’ulteriore tessera al mosaico della composita produzione pittorica di
Calcagnadoro, segnata dal binomio di eclettismo e nuove influenze liberty, sullo sfondo di istanze legate
alla funzione sociale dell’arte.
Il nome di Calcagnadoro è noto agli addetti ai lavori per essere stato tra gli artisti riuniti nel 1925 da Duilio
Cambellotti nel gruppo romano presente alla Seconda Biennale Internazionale di Arti Decorative di Monza:
autore di una lunetta dipinta nella sala del Mare, il pittore reatino vi figurava accanto ad Aleandro Terzi e
Dante Ricci. Tre anni più tardi, alla scuola di via San Giacomo e alla Scuola Libera del Nudo, annessa
all’Accademia di Belle Arti di Roma, il pittore reatino ha tra i suoi allievi Mario Mafai e Alberto Zivieri, futuri
protagonisti della Scuola Romana che, nei loro diari, lo ricorderanno come insegnante instancabile nel
dispensare nozioni tecniche e nel trasmettere il senso della disciplina, in una dimensione etica della pratica
artistica.
Ma accanto a queste rilevanti note biografiche, la vicenda artistica di Calcagnadoro si segnala per un
“verismo sociale che, a differenza del divisionista Pellizza da Volpedo, riflette una visione più quotidiana e
schiettamente tipizzata della condizione degli strati più umili, una visione nella quale, accanto al vivo
legame con l’esperienza esistenziale dell’autore, si rintraccia vieppiù una vena d’intenso sentimento
religioso e di dolorosa rassegnazione” ( Millesimi 1989 ).
Il corpus di opere esposte nello spazio espositivo della galleria romana offre una panoramica esaustiva degli
interessi e dei temi iconografici prediletti dal pittore: il dramma dell’emigrazione – I profughi - , i disastri
della guerra – Le madri - , il mondo rurale contadino – La morte del pastore - , i motivi di ispirazione
religiosa, ispirati da una sincera ed autentica devozione per Francesco d’Assisi – Ave a te frate sole –
costituiscono le tappe di un percorso artistico caratterizzato dal costante ricorso a una tavolozza
bituminosa, densa, materica che talvolta non disdegna la ricerca di un cromatismo squillante.
Con questi inediti di Calcagnadoro, provenienti dalla collezione Carlini - Alfredo, giornalista dello storico
quotidiano socialista «Avanti!», era un intellettuale romano amico e sostenitore del pittore reatino - la
Galleria Ottocento dimostra quanto la conoscenza della pittura del maestro reatino sia utile per
comprendere la totalità degli aspetti, degli sviluppi, delle deviazioni dell’arte a Roma nella prima metà del
Novecento.
il numero delle più meritevoli; che siano colmati i vuoti di troppi anni di vita, non lunga, è vero, ma
operosissima […]”. Con questo monito, auspicio e esortazione a un tempo, Fortunato Bellonzi chiudeva il
suo contributo dedicato al pittore reatino pubblicato nel catalogo nella mostra commemorativa tenutasi
nel 1977, a un secolo di distanza dalla nascita di Antonino Calcagnadoro ( Rieti 1876 – Roma 1935 ). La
Galleria Ottocento, con questa significativa selezione di opere inedite del maestro più significativo e
poliedrico attivo nel territorio sabino nel periodo a cavallo del XX secolo, intende proprio dar seguito alle
parole di Bellonzi, aggiungendo un’ulteriore tessera al mosaico della composita produzione pittorica di
Calcagnadoro, segnata dal binomio di eclettismo e nuove influenze liberty, sullo sfondo di istanze legate
alla funzione sociale dell’arte.
Il nome di Calcagnadoro è noto agli addetti ai lavori per essere stato tra gli artisti riuniti nel 1925 da Duilio
Cambellotti nel gruppo romano presente alla Seconda Biennale Internazionale di Arti Decorative di Monza:
autore di una lunetta dipinta nella sala del Mare, il pittore reatino vi figurava accanto ad Aleandro Terzi e
Dante Ricci. Tre anni più tardi, alla scuola di via San Giacomo e alla Scuola Libera del Nudo, annessa
all’Accademia di Belle Arti di Roma, il pittore reatino ha tra i suoi allievi Mario Mafai e Alberto Zivieri, futuri
protagonisti della Scuola Romana che, nei loro diari, lo ricorderanno come insegnante instancabile nel
dispensare nozioni tecniche e nel trasmettere il senso della disciplina, in una dimensione etica della pratica
artistica.
Ma accanto a queste rilevanti note biografiche, la vicenda artistica di Calcagnadoro si segnala per un
“verismo sociale che, a differenza del divisionista Pellizza da Volpedo, riflette una visione più quotidiana e
schiettamente tipizzata della condizione degli strati più umili, una visione nella quale, accanto al vivo
legame con l’esperienza esistenziale dell’autore, si rintraccia vieppiù una vena d’intenso sentimento
religioso e di dolorosa rassegnazione” ( Millesimi 1989 ).
Il corpus di opere esposte nello spazio espositivo della galleria romana offre una panoramica esaustiva degli
interessi e dei temi iconografici prediletti dal pittore: il dramma dell’emigrazione – I profughi - , i disastri
della guerra – Le madri - , il mondo rurale contadino – La morte del pastore - , i motivi di ispirazione
religiosa, ispirati da una sincera ed autentica devozione per Francesco d’Assisi – Ave a te frate sole –
costituiscono le tappe di un percorso artistico caratterizzato dal costante ricorso a una tavolozza
bituminosa, densa, materica che talvolta non disdegna la ricerca di un cromatismo squillante.
Con questi inediti di Calcagnadoro, provenienti dalla collezione Carlini - Alfredo, giornalista dello storico
quotidiano socialista «Avanti!», era un intellettuale romano amico e sostenitore del pittore reatino - la
Galleria Ottocento dimostra quanto la conoscenza della pittura del maestro reatino sia utile per
comprendere la totalità degli aspetti, degli sviluppi, delle deviazioni dell’arte a Roma nella prima metà del
Novecento.
28
gennaio 2017
La riscoperta di un maestro reatino. Opere inedite di Antonino Calcagnadoro da una collezione privata
Dal 28 gennaio al 10 febbraio 2017
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA OTTOCENTO
Roma, Via Di Monserrato, 8, (Roma)
Roma, Via Di Monserrato, 8, (Roma)
Orario di apertura
10-20, dal lunedì al sabato
Vernissage
28 Gennaio 2017, ore 18
Autore
Curatore