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La Ronda dell’Arte # 9
Presentazione di sei nuove opere nel grande e suggestivo parco di sculture, installazioni ambientali e interventi di land art, dislocate lungo il percorso di ronda, un tempo militare, che per circa un chilometro corre intorno alla struttura fortificata di Forte Mezzacapo di Zelarino (Venezia).
Comunicato stampa
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Nono appuntamento con LA RONDA DELL’ARTE in occasione della presentazione dei sei nuovi artisti che sabato 5 ottobre 2019 (presentazione critica ore 17.30) si uniranno, con nuovi lavori, ai numerosi artisti già presenti al Forte Mezzacapo di Zelarino (Venezia).
Verranno infatti installate e presentate al pubblico sei nuove opere nel grande e suggestivo parco di sculture, installazioni ambientali e interventi di land art, dislocate lungo il percorso di ronda, un tempo militare, che per circa un chilometro corre intorno alla struttura fortificata.
La Ronda dell’Arte è un progetto culturale in fieri curato dal critico d’arte Gaetano Salerno e nato dalla collaborazione sinergica tra l’Associazione Culturale Dalla Guerra alla Pace | Forte alla Gatta e Segnoperenne, patrocinato dalla Città di Venezia e dalla Municipalità di Chirignago-Zelarino.
L’inaugurazione di sabato 5 ottobre 2019 costituisce il nono capitolo di un processo culturale (precedenti inaugurazioni: giugno 2015, settembre 2015, maggio 2016, ottobre 2016, maggio 2017, ottobre 2017, giugno 2018, ottobre 2018) che si è realizzato e sviluppato, come primo nucleo di opere e interventi ambientali, nei simbolici limiti temporali di giugno 2015 e giugno 2018 (riferimento agli anni del Grande Conflitto in Italia, dal centenario della sua entrata in guerra).
Il progetto culturale prosegue, oltre il primo triennio, con la dislocazione di nuovi interventi artistici lungo l’intera lunghezza del percorso di ronda, per continuare a invadere pacificamente, negli anni a venire, l’ambiente e per individuare nuovi dialoghi e nuovi scambi tra elementi naturali e artificiali, tra uomo e territorio.
Spiega il critico d’arte Gaetano Salerno, curatore del progetto:
“Al valore storico espresso dal luogo e dall’edificio (inaugurato nel 1911 e parte del Campo Trincerato di Mestre), entrambi testimoni della violenza della Prima e Seconda Guerra Mondiale ancora percepibile dalle scritte militari (recentemente restaurate) riportate sulle spesse e grigie mura di cemento del forte, si sommano la ricerca di una nuova funzione d’uso in grado di sviluppare valori antitetici alla violenza quali la pace, l’aggregazione sociale e culturale, la memoria di un passato ormai remoto da conoscere e non dimenticare quali nodi concettuali del progetto e del taglio curatoriale seguito per la selezione dei lavori esposti e del lungo processo che si svilupperà e si completerà nel tempo, fino a coprire l’intero perimetro della ronda”.
Gli artisti, di varia provenienza geografica e linguistica, già presenti nel parco con sculture, installazioni, interventi di land art e site-specific sono:
Artepiù, Piergiorgio Baroldi e Gabriele Bisetto, Augusto Baratto, Tiziano Bellomi, Marina Bertagnin MABE, Manuela Bedeschi, Stefano Boato, Enrico Bonetto, Chiara Boniardi, Bluer, Maria Jesus Bruna, Maurizio Bucca, Roberto Cannata, Laura Castagno, Mirta Carroli, Patrizia Ceolaro, Andrea Cereda, Donato Ceron, Franz Chi, Matia Chincarini, Fabio Citton, Duilio Codato, Mario Costantini, Nadia Costantini, Gea D’Este, Renato De Marco, Adolfina De Stefani, Giorgio Di Venere, Michele Favaro, Alessandro Ferrari, Maurizio Follin, Enzo Maurizio Formilan, Annamaria Gelmi, Antonio Giancaterino, Christian Gobbo, Masaru Kashiwagi, Rodolfo La Porta, Gaia Lionello, Silvestro Lodi, Gian Paolo Lucato, Giuliano Mammoli, Demis Martinelli, Carlo Mazzetto, Enrico Minato, Anastasia Moro, Angelo Muriotto, Emmanuele Panzarini, Barbara Pelizzon, Emilio Pian, Dario Piccarini, Giovanni Pinosio, Giampiero Poggiali Berlinghieri, Paolo Pompei, Sabina Romanin, Lucio Serpani, Gianfranco Silvestrin, Giacomo Stringhini Ciboldi, Andrea Tagliapietra, Toni Trevisan, Giorgio Trinciarelli, Chiara Tubia, Dante Turchetto, Valerio Vivian, Paola Volpato, Luigi Voltolina, Alessandro Zannier, Stefano Zanus, Stefano Zaratin.
Agli artisti già presenti si aggiungeranno, sabato 5 ottobre 2019, nuove opere di:
MARIO CARLIN, Acuminarsi per poi espandersi
“ Acuminarsi vuol dire concentrarsi, visualizzare un obiettivo.
Trasformare se stessi per raggiungerlo, espandersi ad obiettivo raggiunto, consente di visualizzarne le prospettive e avere una visione più ampia di se stessi.
E delle proprie capacità.
Corten ferro acciaio piombo .... in trasformazione ma ancorati uno all'altro “.
MAFFEO D'ARCOLE, Gli ultimi bisonti
“ Il materiale utilizzato sono delle vecchie tavole di legno recuperate dalle vecchie case coloniche utilizzate dagli immigrati coloni.
Vi è una similitudine fra gli ultimi bisonti delle praterie americane e gli ultimi esseri umani che arrivano dal mare.
Come sono gli ultimi anche gli indiani d'America sottomessi ed infine circoscritti all'interno delle riserve. Considerati oggetti o merce di consumo per i turisti.
In questo caso utilizzando materiale vissuto, successivamente recuperato, mi rifaccio all'arte povera “.
GIULIA DE SERIO, mai più la guerra - i fili uniscono il mondo nella pace
“ Lavoro nel campo della tessitura, parto dal filo per creare tessuti e di più. Da qui il mio pensiero ha iniziato a viaggiare. Di qui l'istallazione per abbinare le mie creazioni tessili al Forte Mezzacapo e cosa ricorda questo luogo. Tessuto delle esperienze e della vita del ricordo della Grande Guerra e quello che ha comportato non solo per Zelarino.
Il filo dei ricordi e delle esperienze di ogni uomo che l’ha vissuta, ora nella ronda immersa nel verde e nella natura immersa nei “quattro elementi della terra”, nei colori adoperati.
Guerra. Rete metallica. Cerchi. Fili Tessuti. Spazio che va oltre il tempo e ad ogni luogo dove la guerra non dovrebbe più esistere “.
LO STESSO, Anagramma
“ Due grandi cubi in bianco e nero si fanno compagnia: Fortuna e Iella. La speranza in uno, la rassegnazione nell’altro. Il sunto stesso della vita.
Ad osservazione attenta sembrano due dadi da gioco, la casualità e il destino in un connubio che ho voluto analizzare in una sintesi compositiva partendo dalla geometria pura e dal contrasto dei toni definiti, per approdare poi all’allegoria.
In questa installazione ho voluto fondere esistenza e filosofia per dare consistenza ed equilibrio a forze opposte, passioni razionali ed irrazionali, impulsi esistenziali e casualità.
E’ il tema del doppio inteso come sorgente ed orientamento della creatività, energia dirompente che tocca gli estremi ovvero la luce e il buio, il giorno che si tramuta in notte, opposti ma complementari; l’uno non può esistere senza l’altro “.
ELEONORA SPERANZA NALESSO, Micelio
“ Una scultura prevalentemente raku che vuole rendere omaggio alla vita che silenziosamente nasce dalla terra.
Il sottobosco, ai miei occhi di bambina, era un ambiente depositario di un'entità magica e un po' spirituale che immaginavo materializzarsi nei funghi, in particolare il Tricholoma, con la sua colorazione insolita e quasi fantastica.
Ritrovo la stessa magia durante la creazione raku e le sue fasi di ossidazione o riduzione per ottenere la colorazione “.
MADDALENA TUNIZ, Come nascono le bandiere
“ L'opera è una trama di colore astratta, una sorta di bandiera dipinta, cucita ed intrecciata, un messaggio di pace ispirato ad un frammento della poetica di Pablo Neruda : il popolo le ricamò col suo affetto, ne cucì i pezzi con la sua sofferenza... pace per tutte le terre e tutte le acque.
La poesia come complemento dell'immagine, parola scritta ed immagine che racconta “.
Per quanto la storia di Forte Mezzacapo sia metafora della storia di tutte le guerre, La Ronda dell'Arte vuole sviluppare e far coesistere tematiche plurime e, attraverso l’osmosi d’idee e riflessioni tradotte in azioni artistiche, parlare all’uomo dell'uomo e del rapporto biunivoco tra microcosmo e macrocosmo (individuo - ambiente), divenendo cioè occasione di lettura ed elemento narrante dei valori storici, sociali, culturali e ambientali del luogo nel quale si realizza, confrontandosi con la contemporaneità ed esprimendosi attraverso i suoi linguaggi visivi.
Considerata inoltre le specificità del palcoscenico che ospita il progetto, La Ronda dell’Arte diventerà il pretesto per istruire riflessione sull’ambiente, sul territorio e sulla natura che qui ha reclamato e riconquistato i propri spazi, creando intorno al forte un’area verde di circa undicimila metri quadri (inserito dalla Provincia di Venezia tra le aree verdi tra proteggere e promuovere) di grande valore paesaggistico e ambientale.
Ai partecipanti è stato chiesto di pensare e realizzare un’opera (evidenziando i propri linguaggi artistici, le proprie tecniche e le personali ricerche) per promuovere il dato universale dell’arte in rapporto allo spazio e al tempo e, affrontando differenti argomenti di discussione e di approfondimento, consentire al progetto di sviluppare, assecondando la sua articolata e organica struttura e attraverso i dialoghi che nasceranno tra le opere e i visitatori, momenti di riflessione sulla quotidianità.
Altri artisti e nuove opere (alcune già in lavorazione e di prossima installazione) “animeranno” il parco, scandendo in momenti successivi (prossimo appuntamento nel mese di giugno 2020; seguirà comunicato stampa) lo sviluppo di un progetto dinamico - vero e proprio laboratorio a cielo aperto di arte contemporanea - che darà vita al primo parco artistico del territorio veneziano inserito in un circuito di ricchezze culturali dell’area di terraferma.
Verranno infatti installate e presentate al pubblico sei nuove opere nel grande e suggestivo parco di sculture, installazioni ambientali e interventi di land art, dislocate lungo il percorso di ronda, un tempo militare, che per circa un chilometro corre intorno alla struttura fortificata.
La Ronda dell’Arte è un progetto culturale in fieri curato dal critico d’arte Gaetano Salerno e nato dalla collaborazione sinergica tra l’Associazione Culturale Dalla Guerra alla Pace | Forte alla Gatta e Segnoperenne, patrocinato dalla Città di Venezia e dalla Municipalità di Chirignago-Zelarino.
L’inaugurazione di sabato 5 ottobre 2019 costituisce il nono capitolo di un processo culturale (precedenti inaugurazioni: giugno 2015, settembre 2015, maggio 2016, ottobre 2016, maggio 2017, ottobre 2017, giugno 2018, ottobre 2018) che si è realizzato e sviluppato, come primo nucleo di opere e interventi ambientali, nei simbolici limiti temporali di giugno 2015 e giugno 2018 (riferimento agli anni del Grande Conflitto in Italia, dal centenario della sua entrata in guerra).
Il progetto culturale prosegue, oltre il primo triennio, con la dislocazione di nuovi interventi artistici lungo l’intera lunghezza del percorso di ronda, per continuare a invadere pacificamente, negli anni a venire, l’ambiente e per individuare nuovi dialoghi e nuovi scambi tra elementi naturali e artificiali, tra uomo e territorio.
Spiega il critico d’arte Gaetano Salerno, curatore del progetto:
“Al valore storico espresso dal luogo e dall’edificio (inaugurato nel 1911 e parte del Campo Trincerato di Mestre), entrambi testimoni della violenza della Prima e Seconda Guerra Mondiale ancora percepibile dalle scritte militari (recentemente restaurate) riportate sulle spesse e grigie mura di cemento del forte, si sommano la ricerca di una nuova funzione d’uso in grado di sviluppare valori antitetici alla violenza quali la pace, l’aggregazione sociale e culturale, la memoria di un passato ormai remoto da conoscere e non dimenticare quali nodi concettuali del progetto e del taglio curatoriale seguito per la selezione dei lavori esposti e del lungo processo che si svilupperà e si completerà nel tempo, fino a coprire l’intero perimetro della ronda”.
Gli artisti, di varia provenienza geografica e linguistica, già presenti nel parco con sculture, installazioni, interventi di land art e site-specific sono:
Artepiù, Piergiorgio Baroldi e Gabriele Bisetto, Augusto Baratto, Tiziano Bellomi, Marina Bertagnin MABE, Manuela Bedeschi, Stefano Boato, Enrico Bonetto, Chiara Boniardi, Bluer, Maria Jesus Bruna, Maurizio Bucca, Roberto Cannata, Laura Castagno, Mirta Carroli, Patrizia Ceolaro, Andrea Cereda, Donato Ceron, Franz Chi, Matia Chincarini, Fabio Citton, Duilio Codato, Mario Costantini, Nadia Costantini, Gea D’Este, Renato De Marco, Adolfina De Stefani, Giorgio Di Venere, Michele Favaro, Alessandro Ferrari, Maurizio Follin, Enzo Maurizio Formilan, Annamaria Gelmi, Antonio Giancaterino, Christian Gobbo, Masaru Kashiwagi, Rodolfo La Porta, Gaia Lionello, Silvestro Lodi, Gian Paolo Lucato, Giuliano Mammoli, Demis Martinelli, Carlo Mazzetto, Enrico Minato, Anastasia Moro, Angelo Muriotto, Emmanuele Panzarini, Barbara Pelizzon, Emilio Pian, Dario Piccarini, Giovanni Pinosio, Giampiero Poggiali Berlinghieri, Paolo Pompei, Sabina Romanin, Lucio Serpani, Gianfranco Silvestrin, Giacomo Stringhini Ciboldi, Andrea Tagliapietra, Toni Trevisan, Giorgio Trinciarelli, Chiara Tubia, Dante Turchetto, Valerio Vivian, Paola Volpato, Luigi Voltolina, Alessandro Zannier, Stefano Zanus, Stefano Zaratin.
Agli artisti già presenti si aggiungeranno, sabato 5 ottobre 2019, nuove opere di:
MARIO CARLIN, Acuminarsi per poi espandersi
“ Acuminarsi vuol dire concentrarsi, visualizzare un obiettivo.
Trasformare se stessi per raggiungerlo, espandersi ad obiettivo raggiunto, consente di visualizzarne le prospettive e avere una visione più ampia di se stessi.
E delle proprie capacità.
Corten ferro acciaio piombo .... in trasformazione ma ancorati uno all'altro “.
MAFFEO D'ARCOLE, Gli ultimi bisonti
“ Il materiale utilizzato sono delle vecchie tavole di legno recuperate dalle vecchie case coloniche utilizzate dagli immigrati coloni.
Vi è una similitudine fra gli ultimi bisonti delle praterie americane e gli ultimi esseri umani che arrivano dal mare.
Come sono gli ultimi anche gli indiani d'America sottomessi ed infine circoscritti all'interno delle riserve. Considerati oggetti o merce di consumo per i turisti.
In questo caso utilizzando materiale vissuto, successivamente recuperato, mi rifaccio all'arte povera “.
GIULIA DE SERIO, mai più la guerra - i fili uniscono il mondo nella pace
“ Lavoro nel campo della tessitura, parto dal filo per creare tessuti e di più. Da qui il mio pensiero ha iniziato a viaggiare. Di qui l'istallazione per abbinare le mie creazioni tessili al Forte Mezzacapo e cosa ricorda questo luogo. Tessuto delle esperienze e della vita del ricordo della Grande Guerra e quello che ha comportato non solo per Zelarino.
Il filo dei ricordi e delle esperienze di ogni uomo che l’ha vissuta, ora nella ronda immersa nel verde e nella natura immersa nei “quattro elementi della terra”, nei colori adoperati.
Guerra. Rete metallica. Cerchi. Fili Tessuti. Spazio che va oltre il tempo e ad ogni luogo dove la guerra non dovrebbe più esistere “.
LO STESSO, Anagramma
“ Due grandi cubi in bianco e nero si fanno compagnia: Fortuna e Iella. La speranza in uno, la rassegnazione nell’altro. Il sunto stesso della vita.
Ad osservazione attenta sembrano due dadi da gioco, la casualità e il destino in un connubio che ho voluto analizzare in una sintesi compositiva partendo dalla geometria pura e dal contrasto dei toni definiti, per approdare poi all’allegoria.
In questa installazione ho voluto fondere esistenza e filosofia per dare consistenza ed equilibrio a forze opposte, passioni razionali ed irrazionali, impulsi esistenziali e casualità.
E’ il tema del doppio inteso come sorgente ed orientamento della creatività, energia dirompente che tocca gli estremi ovvero la luce e il buio, il giorno che si tramuta in notte, opposti ma complementari; l’uno non può esistere senza l’altro “.
ELEONORA SPERANZA NALESSO, Micelio
“ Una scultura prevalentemente raku che vuole rendere omaggio alla vita che silenziosamente nasce dalla terra.
Il sottobosco, ai miei occhi di bambina, era un ambiente depositario di un'entità magica e un po' spirituale che immaginavo materializzarsi nei funghi, in particolare il Tricholoma, con la sua colorazione insolita e quasi fantastica.
Ritrovo la stessa magia durante la creazione raku e le sue fasi di ossidazione o riduzione per ottenere la colorazione “.
MADDALENA TUNIZ, Come nascono le bandiere
“ L'opera è una trama di colore astratta, una sorta di bandiera dipinta, cucita ed intrecciata, un messaggio di pace ispirato ad un frammento della poetica di Pablo Neruda : il popolo le ricamò col suo affetto, ne cucì i pezzi con la sua sofferenza... pace per tutte le terre e tutte le acque.
La poesia come complemento dell'immagine, parola scritta ed immagine che racconta “.
Per quanto la storia di Forte Mezzacapo sia metafora della storia di tutte le guerre, La Ronda dell'Arte vuole sviluppare e far coesistere tematiche plurime e, attraverso l’osmosi d’idee e riflessioni tradotte in azioni artistiche, parlare all’uomo dell'uomo e del rapporto biunivoco tra microcosmo e macrocosmo (individuo - ambiente), divenendo cioè occasione di lettura ed elemento narrante dei valori storici, sociali, culturali e ambientali del luogo nel quale si realizza, confrontandosi con la contemporaneità ed esprimendosi attraverso i suoi linguaggi visivi.
Considerata inoltre le specificità del palcoscenico che ospita il progetto, La Ronda dell’Arte diventerà il pretesto per istruire riflessione sull’ambiente, sul territorio e sulla natura che qui ha reclamato e riconquistato i propri spazi, creando intorno al forte un’area verde di circa undicimila metri quadri (inserito dalla Provincia di Venezia tra le aree verdi tra proteggere e promuovere) di grande valore paesaggistico e ambientale.
Ai partecipanti è stato chiesto di pensare e realizzare un’opera (evidenziando i propri linguaggi artistici, le proprie tecniche e le personali ricerche) per promuovere il dato universale dell’arte in rapporto allo spazio e al tempo e, affrontando differenti argomenti di discussione e di approfondimento, consentire al progetto di sviluppare, assecondando la sua articolata e organica struttura e attraverso i dialoghi che nasceranno tra le opere e i visitatori, momenti di riflessione sulla quotidianità.
Altri artisti e nuove opere (alcune già in lavorazione e di prossima installazione) “animeranno” il parco, scandendo in momenti successivi (prossimo appuntamento nel mese di giugno 2020; seguirà comunicato stampa) lo sviluppo di un progetto dinamico - vero e proprio laboratorio a cielo aperto di arte contemporanea - che darà vita al primo parco artistico del territorio veneziano inserito in un circuito di ricchezze culturali dell’area di terraferma.
05
ottobre 2019
La Ronda dell’Arte # 9
Dal 05 ottobre 2019 al 26 giugno 2022
arte contemporanea
Location
FORTE MEZZACAPO
Venezia, Via Everardo Scaramuzza, 82, (Venezia)
Venezia, Via Everardo Scaramuzza, 82, (Venezia)
Orario di apertura
tutti i giorni, negli orari di apertura di Forte Mezzacapo e su appuntamento
Vernissage
5 Ottobre 2019, h 17.30
Autore
Curatore
Autore testo critico
Produzione organizzazione
Patrocini