Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
La scelta di Giulio – Viaggio di un paesaggista nel secolo che distrusse il paesaggio
Curata dal nipote del pittore piemontese, Giosuè Boetto, l’esposizione è un vero e proprio viaggio visivo e sonoro. Attraverso l’opera del pittore e tre installazioni video si osserverà il paesaggio, il suo cambiamento
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il 2017 è l’anno in cui ricorrono i 50 anni dalla morte di Giulio Boetto, uno dei pittori più legati al Piemonte
e a Saluzzo. Per ricordare la sua figura, le sue scelte artistiche e avviare una riflessione sul valore della
pittura paesaggistica nella cultura contemporanea, Saluzzo ospiterà - dall'autunno 2017 alla primavera
2018 - una mostra multimediale nelle sale della Castiglia, il cuore del suo centro storico medioevale. Sarà il
primo capitolo di un ampio progetto pluriennale in omaggio al pittore, che approderà alla costituzione di
una collezione permanente dedicata alle opere di Boetto e - per ispirazione di queste - alla tutela del
paesaggio italiano.
Il "concept" della mostra è centrato sul significato che l'opera di Giulio Boetto - che non per nascita, ma per
scelta, si rivolse al paesaggio come soggetto e spazio di vita - assume nel tempo presente. A distanza di un
secolo il mondo dell'artista sembra infatti ispirare quello che la cultura dell'oggi dichiara di aver riscoperto e
che, almeno apparentemente, sta entrando a far parte degli stili di vita emergenti. La vita naturale
"ritrovata", in mille e una declinazioni.
La strada e la poetica di un pittore come Boetto poco hanno a che fare con i trend e i fenomeni di costume,
ma è oltremodo interessante guardare al paesaggio piemontese com'era, nel momento in cui una certa
consapevolezza dei danni arrecati al territorio e il desiderio di rivalutare l'esistente sembrano più presenti
che mai.
Ecco quindi lo spirito che pervade l'evento di Saluzzo, fin dal suo titolo.
La mostra, realizzata dall’Associazione Ur/Ca Casa Laboratorio in collaborazione con la Fondazione Artea,
sarà visitabile dal 18 novembre 2017 al 2 aprile 2018, articolata in un’esposizione di opere e una video-
installazione di notevole complessità. Il paesaggio sarà il filo conduttore, sintetizzato in tre quadri (e generi)
emblematici di Boetto: “La casa del prete” (1918), “Luce del mattino a Sauze d'Oulx” (1923) e “Fine del
mercato a Saluzzo” (1961).
Il piano progettuale della mostra e le installazioni video sono stati ideati da Giosuè Boetto Cohen, nipote
del pittore, giornalista e regista, che ha lavorato a lungo per i programmi culturali della Rai e con alcuni dei
maggiori Musei nazionali.
Intorno alle tre tele “capitali” (rielaborate graficamente grazie alla collaborazione di “In Testa” - Gruppo
Armando Testa, Spa), ruoteranno le vicissitudini storiche e artistiche del "Secolo Breve", evocato da una
sintesi filmata di repertori, fotografie, documenti in gran parte inediti e la proiezione de “La compagnia dei
matti”, 1928, regia di Mario Almirante, scenografia di Giulio Boetto, insieme a una serie di elaborazioni
grafiche. La serie di proiezioni (preceduta da un’introduzione con pannelli narrativi), verrà posizionata in tre
sale distinte della Castiglia. A ogni quadro seguirà una sala dedicata al video, un’immersione nel paesaggio
descritto dal pittore, attraverso gli anni, per narrare lo scorrere del tempo e i mutamenti che il paesaggio
vive.
Il percorso di visita - un vero viaggio attraverso le tre opere - è stato concepito per ospitare gruppi di venti
persone circa per volta. La musica (originale) è stata composta da Marco Robino, fondatore dell’ensemble
Architorti, autore tra l'altro da oltre dieci anni delle colonne sonore di opere e lungometraggi di Peter
Greenaway, degli allestimenti alla Venaria Reale e dell'installazione del Sarcofago degli Sposi per il Museo
Nazionale Etrusco di Villa Giulia e Genus Bononiae a Bologna.
GIULIO BOETTO in sintesi
Giulio Boetto è nato nel 1894 a Torino, ma a trent’anni trasferisce la propria ricerca ai piedi del Monviso,
lasciandosi alle spalle la fama che la grande città gli ha già tributato e il vorticoso dibattito sulle
Avanguardie, che gli è sostanzialmente alieno. Tra la fine della Grande Guerra e gli Anni ’50, è uno dei più
proficui e virtuosi interpreti della vita e del paesaggio piemontese (con cruciali incursioni in quello svizzero,
romano, veneziano e ligure). Forte di una tecnica straordinaria - che lo distacca, nei suoi lavori migliori, da
altri autori italiani dello stesso periodo - realizza anche numerosi ritratti di notevole fattura.
Oltre che valente ritrattista, fu paesaggista ispirato da alpeggi e montagne, pascoli e mercati, scene di
paese e di piazza.
UN PROGETTO IN DIVENIRE
Le opere del pittore sono quasi tutte custodite in collezioni private e importanti gallerie, tra cui la Gam di
Torino e il Museo di Cuneo. Ma anche la famiglia Boetto è in possesso di una folta raccolta, tra cui figurano
tele come “La casa del prete”, “L’albero della Cuccagna” e “Il gioco delle bocce”.
I nipoti Giulia Boetto e Giosuè Boetto Cohen hanno espresso il desiderio che, con l’estinguersi degli eredi
diretti, i quadri di proprietà divengano patrimonio di Saluzzo e dell’Italia. Il progetto di donazione, per
volontà degli eredi, prevede - da subito - la messa a disposizione del pubblico di alcune opere attraverso
eventi temporanei a cadenza biennale. Molto più di semplici esposizioni, saranno moderni percorsi
multimediali articolati su quadri, fotografie, filmati e documenti destinati a integrare, accanto ai dipinti, il
patrimonio espositivo donato alla città.
e a Saluzzo. Per ricordare la sua figura, le sue scelte artistiche e avviare una riflessione sul valore della
pittura paesaggistica nella cultura contemporanea, Saluzzo ospiterà - dall'autunno 2017 alla primavera
2018 - una mostra multimediale nelle sale della Castiglia, il cuore del suo centro storico medioevale. Sarà il
primo capitolo di un ampio progetto pluriennale in omaggio al pittore, che approderà alla costituzione di
una collezione permanente dedicata alle opere di Boetto e - per ispirazione di queste - alla tutela del
paesaggio italiano.
Il "concept" della mostra è centrato sul significato che l'opera di Giulio Boetto - che non per nascita, ma per
scelta, si rivolse al paesaggio come soggetto e spazio di vita - assume nel tempo presente. A distanza di un
secolo il mondo dell'artista sembra infatti ispirare quello che la cultura dell'oggi dichiara di aver riscoperto e
che, almeno apparentemente, sta entrando a far parte degli stili di vita emergenti. La vita naturale
"ritrovata", in mille e una declinazioni.
La strada e la poetica di un pittore come Boetto poco hanno a che fare con i trend e i fenomeni di costume,
ma è oltremodo interessante guardare al paesaggio piemontese com'era, nel momento in cui una certa
consapevolezza dei danni arrecati al territorio e il desiderio di rivalutare l'esistente sembrano più presenti
che mai.
Ecco quindi lo spirito che pervade l'evento di Saluzzo, fin dal suo titolo.
La mostra, realizzata dall’Associazione Ur/Ca Casa Laboratorio in collaborazione con la Fondazione Artea,
sarà visitabile dal 18 novembre 2017 al 2 aprile 2018, articolata in un’esposizione di opere e una video-
installazione di notevole complessità. Il paesaggio sarà il filo conduttore, sintetizzato in tre quadri (e generi)
emblematici di Boetto: “La casa del prete” (1918), “Luce del mattino a Sauze d'Oulx” (1923) e “Fine del
mercato a Saluzzo” (1961).
Il piano progettuale della mostra e le installazioni video sono stati ideati da Giosuè Boetto Cohen, nipote
del pittore, giornalista e regista, che ha lavorato a lungo per i programmi culturali della Rai e con alcuni dei
maggiori Musei nazionali.
Intorno alle tre tele “capitali” (rielaborate graficamente grazie alla collaborazione di “In Testa” - Gruppo
Armando Testa, Spa), ruoteranno le vicissitudini storiche e artistiche del "Secolo Breve", evocato da una
sintesi filmata di repertori, fotografie, documenti in gran parte inediti e la proiezione de “La compagnia dei
matti”, 1928, regia di Mario Almirante, scenografia di Giulio Boetto, insieme a una serie di elaborazioni
grafiche. La serie di proiezioni (preceduta da un’introduzione con pannelli narrativi), verrà posizionata in tre
sale distinte della Castiglia. A ogni quadro seguirà una sala dedicata al video, un’immersione nel paesaggio
descritto dal pittore, attraverso gli anni, per narrare lo scorrere del tempo e i mutamenti che il paesaggio
vive.
Il percorso di visita - un vero viaggio attraverso le tre opere - è stato concepito per ospitare gruppi di venti
persone circa per volta. La musica (originale) è stata composta da Marco Robino, fondatore dell’ensemble
Architorti, autore tra l'altro da oltre dieci anni delle colonne sonore di opere e lungometraggi di Peter
Greenaway, degli allestimenti alla Venaria Reale e dell'installazione del Sarcofago degli Sposi per il Museo
Nazionale Etrusco di Villa Giulia e Genus Bononiae a Bologna.
GIULIO BOETTO in sintesi
Giulio Boetto è nato nel 1894 a Torino, ma a trent’anni trasferisce la propria ricerca ai piedi del Monviso,
lasciandosi alle spalle la fama che la grande città gli ha già tributato e il vorticoso dibattito sulle
Avanguardie, che gli è sostanzialmente alieno. Tra la fine della Grande Guerra e gli Anni ’50, è uno dei più
proficui e virtuosi interpreti della vita e del paesaggio piemontese (con cruciali incursioni in quello svizzero,
romano, veneziano e ligure). Forte di una tecnica straordinaria - che lo distacca, nei suoi lavori migliori, da
altri autori italiani dello stesso periodo - realizza anche numerosi ritratti di notevole fattura.
Oltre che valente ritrattista, fu paesaggista ispirato da alpeggi e montagne, pascoli e mercati, scene di
paese e di piazza.
UN PROGETTO IN DIVENIRE
Le opere del pittore sono quasi tutte custodite in collezioni private e importanti gallerie, tra cui la Gam di
Torino e il Museo di Cuneo. Ma anche la famiglia Boetto è in possesso di una folta raccolta, tra cui figurano
tele come “La casa del prete”, “L’albero della Cuccagna” e “Il gioco delle bocce”.
I nipoti Giulia Boetto e Giosuè Boetto Cohen hanno espresso il desiderio che, con l’estinguersi degli eredi
diretti, i quadri di proprietà divengano patrimonio di Saluzzo e dell’Italia. Il progetto di donazione, per
volontà degli eredi, prevede - da subito - la messa a disposizione del pubblico di alcune opere attraverso
eventi temporanei a cadenza biennale. Molto più di semplici esposizioni, saranno moderni percorsi
multimediali articolati su quadri, fotografie, filmati e documenti destinati a integrare, accanto ai dipinti, il
patrimonio espositivo donato alla città.
18
novembre 2017
La scelta di Giulio – Viaggio di un paesaggista nel secolo che distrusse il paesaggio
Dal 18 novembre 2017 al 02 aprile 2018
arte moderna e contemporanea
Location
LA CASTIGLIA
Saluzzo, Piazza Castello, (Cuneo)
Saluzzo, Piazza Castello, (Cuneo)
Orario di apertura
sabato 14,30-18, domenica e festivi 10,30-12,30 e 14,30-18.
Vernissage
18 Novembre 2017, ore 16.30
Autore
Curatore