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La Scultura in cartapesta. Sansovino, Bernini e i maestri leccesi tra tecnica e artificio
L’esposizione raccoglierà autentici capolavori in cartapesta, materiale umile, la cui duttilità e leggerezza, l’estrema adattabilità e le eccezionali doti mimetiche del materiale, idoneo a qualsiasi simulazione, è stata apprezzata dai più grandi scultori del Rinascimento e del Barocco
Comunicato stampa
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Curata da Paolo Biscottini, direttore del Museo Diocesano di Milano e Raffaele Casciaro, Università del Salento, con il contributo di Monte dei Paschi di Siena, l’esposizione raccoglierà autentici capolavori in cartapesta, materiale umile, la cui duttilità e leggerezza, l’estrema adattabilità e le eccezionali doti mimetiche del materiale, idoneo a qualsiasi simulazione, è stata apprezzata dai più grandi scultori del Rinascimento e del Barocco.
Il percorso espositivo, articolato in quattro sezioni, presenterà esempi illustri di scultura ma anche opere di arredo sacro e di produzione artigianale attraverso le quali si testimonierà l’importanza, la diffusione e la versatilità di un’arte non ancora degnamente considerata.
La prima sezione, “La cartapesta nel Rinascimento toscano”, analizza la fase sperimentale che interessò alcuni dei maggiori scultori del primo Rinascimento che, nello stesso periodo in cui si riscopriva la terracotta come materiale scultoreo, si cimentavano con altri materiali plastici come lo stucco o appunto la cartapesta.
Le opere di questa fase iniziale, provenienti da importanti istituzioni come Il Museo del Bargello e il Museo Bardini a Firenze, la Pinacoteca Nazionale di Siena o il Museum of Fine Arts di Budapest, spaziano dall’ambito di Donatello e dei grandi scultori fiorentini , quali Benedetto da Majano e Antonio Rossellino, all’attività delle botteghe specializzate nell’esportazione di rilievi e sculture in cartapesta, che replicarono con varianti i modelli rinascimentali fino al primo Seicento.
La seconda parte della mostra, Cartapesta e scultura polimaterica nell’Italia del Rinascimento, sposta l’attenzione su altri ambiti, come quello veneto, dove i grandi scultori del XVI secolo usarono la cartapesta sia per creare modelli da riprodurre con materiali più solidi, sia come materiale per la realizzazione delle opere definitive. E’ questo il caso di Jacopo Sansovino, fiorentino di nascita ma veneziano d’adozione, al quale si devono alcuni magnifici esemplari di altorilievi in cartapesta, come la straordinaria Madonna col bambino del Museum of Fine Arts di Budapest, realizzata intorno al 1530 ed esposta in mostra. L’uso in grande quantità di cartapesta nelle feste barocche è ampiamente testimoniato dalle fonti, che riferiscono di straordinari apparati effimeri, pochissimi sopravvissuti al tempo e il cui fasto e magnificenza venne solo in parte tradotto nei monumenti più solidi di marmo e di bronzo di quell’epoca.
La sezione Cartapeste di età barocca documenta con esempi significativi l’uso della cartapesta in questi apparati, come nel caso della Santa Caterina realizzata dallo scultore genovese Lorenzo de Ferrari (1680-1744) per la maestosa scenografia allestita a Genova in occasione della canonizzazione di Caterina Fieschi. Lecce ha rappresentato, già dalla fine del Seicento e ancor più nei secoli successivi uno dei maggiori centri di produzione della cartapesta, diffusa nel territorio circostante ma anche esportata a largo raggio. L’ultima parte del percorso espositivo, dedicato proprio alla Cartapesta leccese, racconta infatti la storia di Lecce capitale della cartapesta, un capitolo interessante e poco conosciuto della storia dell’arte meridionale con alcuni eccellenti esempi settecenteschi, tra i quali spiccano le opere di Mauro Manieri, e in particolare lo straordinario ovale raffigurante San Michele Arcangelo, senza tuttavia trascurare la produzione più artigianale.
Il percorso espositivo, articolato in quattro sezioni, presenterà esempi illustri di scultura ma anche opere di arredo sacro e di produzione artigianale attraverso le quali si testimonierà l’importanza, la diffusione e la versatilità di un’arte non ancora degnamente considerata.
La prima sezione, “La cartapesta nel Rinascimento toscano”, analizza la fase sperimentale che interessò alcuni dei maggiori scultori del primo Rinascimento che, nello stesso periodo in cui si riscopriva la terracotta come materiale scultoreo, si cimentavano con altri materiali plastici come lo stucco o appunto la cartapesta.
Le opere di questa fase iniziale, provenienti da importanti istituzioni come Il Museo del Bargello e il Museo Bardini a Firenze, la Pinacoteca Nazionale di Siena o il Museum of Fine Arts di Budapest, spaziano dall’ambito di Donatello e dei grandi scultori fiorentini , quali Benedetto da Majano e Antonio Rossellino, all’attività delle botteghe specializzate nell’esportazione di rilievi e sculture in cartapesta, che replicarono con varianti i modelli rinascimentali fino al primo Seicento.
La seconda parte della mostra, Cartapesta e scultura polimaterica nell’Italia del Rinascimento, sposta l’attenzione su altri ambiti, come quello veneto, dove i grandi scultori del XVI secolo usarono la cartapesta sia per creare modelli da riprodurre con materiali più solidi, sia come materiale per la realizzazione delle opere definitive. E’ questo il caso di Jacopo Sansovino, fiorentino di nascita ma veneziano d’adozione, al quale si devono alcuni magnifici esemplari di altorilievi in cartapesta, come la straordinaria Madonna col bambino del Museum of Fine Arts di Budapest, realizzata intorno al 1530 ed esposta in mostra. L’uso in grande quantità di cartapesta nelle feste barocche è ampiamente testimoniato dalle fonti, che riferiscono di straordinari apparati effimeri, pochissimi sopravvissuti al tempo e il cui fasto e magnificenza venne solo in parte tradotto nei monumenti più solidi di marmo e di bronzo di quell’epoca.
La sezione Cartapeste di età barocca documenta con esempi significativi l’uso della cartapesta in questi apparati, come nel caso della Santa Caterina realizzata dallo scultore genovese Lorenzo de Ferrari (1680-1744) per la maestosa scenografia allestita a Genova in occasione della canonizzazione di Caterina Fieschi. Lecce ha rappresentato, già dalla fine del Seicento e ancor più nei secoli successivi uno dei maggiori centri di produzione della cartapesta, diffusa nel territorio circostante ma anche esportata a largo raggio. L’ultima parte del percorso espositivo, dedicato proprio alla Cartapesta leccese, racconta infatti la storia di Lecce capitale della cartapesta, un capitolo interessante e poco conosciuto della storia dell’arte meridionale con alcuni eccellenti esempi settecenteschi, tra i quali spiccano le opere di Mauro Manieri, e in particolare lo straordinario ovale raffigurante San Michele Arcangelo, senza tuttavia trascurare la produzione più artigianale.
14
gennaio 2008
La Scultura in cartapesta. Sansovino, Bernini e i maestri leccesi tra tecnica e artificio
Dal 14 gennaio al 30 marzo 2008
arte antica
Location
MUSEO DIOCESANO
Milano, Corso Di Porta Ticinese, 95, (Milano)
Milano, Corso Di Porta Ticinese, 95, (Milano)
Biglietti
€ 8,00 intero; € 6,00 gruppi; € 5,00 ridotto; € 2,00 scolaresche
Orario di apertura
10– 18. Lunedì chiuso
Vernissage
14 Gennaio 2008, ore 18
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore