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La seduzione della luce e l’invenzione del vero, Pittura in Italia tra Ottocento e Novecento
L’esposizione propone un’ampia selezione di dipinti realizzati tra la seconda metà del XIX e i primi decenni del XX secolo da autori individuati su tutto il territorio italiano, con una particolare attenzione per i toscani.
Comunicato stampa
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Un viaggio nei colori della terra e del mare, tra pascoli, spiagge e pinete, nei paesaggi sinceri e incantati di un’Italia senza tempo. Un percorso intimo nel quotidiano, sotto il sole che illumina il lavoro degli umili, tra contadine, pescatori, butteri o nella penombra silenziosa degli interni borghesi, tra fiori recisi e ritratti pacati: immagini di un passato distante eppure ancora famigliare, spesso custodite dal collezionismo privato, in cui la ricerca visiva contemporanea sa ancora riconoscere le radici della propria storia.
Dedicata alla tradizione della pittura italiana tra Ottocento e Novecento, nell’anno del secondo centenario della nascita di Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto, Parma, 1813 - Milano, 1901) questa mostra rende indirettamente omaggio al grande compositore, evocando quella poetica della realtà che egli definì nella celebre frase « Copiare il vero può essere una buona cosa, ma inventare il vero è meglio, molto meglio… copiare il vero è una bella cosa, ma è una fotografia, non pittura». Nell’arte come nel melodramma, infatti, l’invenzione del vero è quel sottile artificio che porta l’artista a interpretare emotivamente la realtà, restituendo al pubblico ciò che prende vita dal sentire.
L’esposizione propone un’ampia selezione di dipinti realizzati tra la seconda metà del XIX e i primi decenni del XX secolo da autori individuati su tutto il territorio italiano, con una particolare attenzione per i toscani, rappresentativi di quella peculiare sensibilità per la luce sviluppatasi nell’ambito della ricerca macchiaiola e nel clima figurativo che ne fu in seguito influenzato.
Una ricerca in cui la luce passa da seduzione dello sguardo a tentazione del pensiero, inducendo gli artisti a sondare il limite conosciuto del visibile, per spingersi appena oltre la verità, dove si apre l’universo infinito dello spirito. Tra i nomi figurano personalità già ampiamente storicizzate come Giovanni Boldini, Vincenzo Cabianca, Leonetto Cappiello, Galileo Chini, Giovanni Fattori, Oscar Ghiglia, Francesco Mancini, Francesco Paolo Michetti, Plinio Nomellini, Alberto Pasini e numerosi “piccoli maestri” da riscoprire.
Prima e oltre l’avanguardia, che molti di questi artisti scelsero di non esplorare, si intreccia così il racconto per immagini di un Paese che vive la sua bellezza da sogno con la semplicità di chi è nato tra sole e l’azzurro ma sogna di andare lontano, inseguendo il mistero che attende al di là di un cancello chiuso.
In sintonia con l’impegno del Magi’900 di promuovere la cultura artistica italiana la mostra sarà in seguito allestita in Cina.
Dedicata alla tradizione della pittura italiana tra Ottocento e Novecento, nell’anno del secondo centenario della nascita di Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto, Parma, 1813 - Milano, 1901) questa mostra rende indirettamente omaggio al grande compositore, evocando quella poetica della realtà che egli definì nella celebre frase « Copiare il vero può essere una buona cosa, ma inventare il vero è meglio, molto meglio… copiare il vero è una bella cosa, ma è una fotografia, non pittura». Nell’arte come nel melodramma, infatti, l’invenzione del vero è quel sottile artificio che porta l’artista a interpretare emotivamente la realtà, restituendo al pubblico ciò che prende vita dal sentire.
L’esposizione propone un’ampia selezione di dipinti realizzati tra la seconda metà del XIX e i primi decenni del XX secolo da autori individuati su tutto il territorio italiano, con una particolare attenzione per i toscani, rappresentativi di quella peculiare sensibilità per la luce sviluppatasi nell’ambito della ricerca macchiaiola e nel clima figurativo che ne fu in seguito influenzato.
Una ricerca in cui la luce passa da seduzione dello sguardo a tentazione del pensiero, inducendo gli artisti a sondare il limite conosciuto del visibile, per spingersi appena oltre la verità, dove si apre l’universo infinito dello spirito. Tra i nomi figurano personalità già ampiamente storicizzate come Giovanni Boldini, Vincenzo Cabianca, Leonetto Cappiello, Galileo Chini, Giovanni Fattori, Oscar Ghiglia, Francesco Mancini, Francesco Paolo Michetti, Plinio Nomellini, Alberto Pasini e numerosi “piccoli maestri” da riscoprire.
Prima e oltre l’avanguardia, che molti di questi artisti scelsero di non esplorare, si intreccia così il racconto per immagini di un Paese che vive la sua bellezza da sogno con la semplicità di chi è nato tra sole e l’azzurro ma sogna di andare lontano, inseguendo il mistero che attende al di là di un cancello chiuso.
In sintonia con l’impegno del Magi’900 di promuovere la cultura artistica italiana la mostra sarà in seguito allestita in Cina.
13
aprile 2013
La seduzione della luce e l’invenzione del vero, Pittura in Italia tra Ottocento e Novecento
Dal 13 aprile al 02 giugno 2013
arte moderna
Location
MAGI 900
Pieve Di Cento, Via Rusticana, 1, (Bologna)
Pieve Di Cento, Via Rusticana, 1, (Bologna)
Orario di apertura
da martedì a domenica dalle ore 10 alle ore 18
Vernissage
13 Aprile 2013, ore 17,00
Autore
Curatore