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La Soglia della Pittura
Glenda Cinquegrana Art Consulting è lieta di presentare la mostra collettiva “La soglia della pittura”, nella quale presenta una selezione di opere di opere di artisti del movimento della Pittura Analitica. La mostra apre il prossimo 21 Giugno 2023, e sarà in corso fino al 21 Settembre 2023.
Comunicato stampa
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Glenda Cinquegrana Art Consulting è lieta di presentare la mostra collettiva intitolata La soglia della pittura, nella quale presenta una selezione di opere di opere di artisti che hanno fatto parte del movimento della Pittura Analitica italiana come Enzo Cacciola, Vincenzo Cecchini, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Paolo Masi, Claudio Olivieri, Pino Pinelli, Claudio Verna. Il titolo della mostra allude ad uno dei temi fondamentali che accomuna gli artisti della Pittura Analitica, ovvero quello dell’indagine sugli elementi materiali del fare pittura, che li pone a cavallo fra pittura e concettuale, fra pittura bidimensionale e spazio, fra pittura e fotografia: la soglia, appunto, il confine fra i generi portati al limite dell’analisi come termine distintivo del movimento. La Pittura Analitica è una corrente che si sviluppa negli anni Settanta, risposta chiara al clima culturale che aveva consacrato il Concettuale come linguaggio artistico del periodo, e decretato la morte della pittura. Sviluppatasi fra il 1970 e 1978 sotto le definizioni di Pittura Pittura e Nuova Pittura, quando mette al centro la riflessione sulla sintassi propria del mezzo pittorico e i relativi concetti di spazio, segno, colore, supporto e le sue infinite variabili, è basata sulla ferma coscienza che la pittura possa rinnovarsi a partire da questi. Oltre all’appartenenza ad una temperie Europea che vede corrispettivi esiti nel Support-Surfaces francese e nel Geplante Malerei tedesco, la Pittura Analitica è ispirata ad un’idea di corrente fluida ovvero formata da artisti che oltre ad avere in comune la partecipazione ad importanti mostre - come Documenta nel 1977 e la Biennale di Venezia del 1978 - hanno condiviso una medesima visione poetica. Anche qui la parola “movimento” deve essere utilizzata come termine soglia per indicare quel campo della Pittura Analitica che è largo.
Enzo Cacciola (Arenzano 1954; vive a Rocca Grimalda, AL) dopo l’esordio alla Galleria la Bertesca di Genova, sviluppa attorno al 1974-75 una ricerca che, nella sua fase degli asbesti usa come materiale pittorico il cemento, del quale l’artista interessa la processualità nella lavorazione. Interessato inizialmente al rapporto fra pittura e fotografia, Vincenzo Cecchini (Cattolica 1943, dove vive e lavora) sviluppa una poetica che restando sulla soglia fra pittura e fotografia, è una riflessione sullo spazio del quadro inteso come piano di proiezione e sede dell’imperfezione. Marco Gastini (Torino 1938 – 2018) alla metà degli anni Settanta, infatti, caratterizza la sua ricerca dall’uso del plexiglas quale supporto per il segno pittorico dove il percorso di linee è costruito più per assenza più che presenza. Uno dei più rigorosi e coerenti nella ricerca sui principi della pittura è sicuramente Giorgio Griffa, che arriva a smantellare il quadro come supporto e ridurre la pittura a mero segno. La pittura di Guarneri (Firenze 1933, dove vive e lavora), invece, scaturisce da un’attenta progettazione sullo spazio pittorico del quadro affiancata da un’accurata diluzione del colore, fra geometrie inesatte e riduzione poetica. Pino Pinelli (Catania, 1938), si è concentrato, invece, partire dagli Anni Settanta, sulla disseminazione del colore e il monocromo, sull’interazione fra la pittura, intesa in chiave oggettuale, e la parete. Il colore nell’opera di Pinelli assume delle caratteristiche emananti molto vicine a Klein; infine, la ricerca dell’effetto tattile, dove “la lettura del colore richiede una lunga pausa in cui il tono cromatico cresce emettendo dati percettivi di vibrazione”, secondo le parole dello stesso artista. Paolo Masi (Firenze, 1934, dove vive e lavora) prende ad uso come supporto pittorico il cartone, materiale riciclato che usa come supporto ad uno colore sviluppato usato nelle sue possibilità infinite. Il plexiglas scelto come scatola che custodisce il materiale povera, amplifica la luce. Fra i fondatori del movimento Claudio Olivieri (Roma 1934 – Milano 2019) lavora su una pittura colore che fra luce ed ombra è fatta di disvelamento e occultamento come poli coesistenti, di una pittura che rincorre l’idea del limite, della luce nera. La sovrapposizione di strati, in cui con l’uso della pistola a spruzzo, riesce a creare forme di percezione cromatiche raffinatissime, nelle quali il quadro diventa soglia accessibile solo guardando la profondità dello spazio. La ricerca di Claudio Verna, infine, prendendo a fondamento la ricerca delle avanguardie storiche, sviluppa una ricerca coerente sull’interazione fra colore e superficie del quadro.
Enzo Cacciola (Arenzano 1954; vive a Rocca Grimalda, AL) dopo l’esordio alla Galleria la Bertesca di Genova, sviluppa attorno al 1974-75 una ricerca che, nella sua fase degli asbesti usa come materiale pittorico il cemento, del quale l’artista interessa la processualità nella lavorazione. Interessato inizialmente al rapporto fra pittura e fotografia, Vincenzo Cecchini (Cattolica 1943, dove vive e lavora) sviluppa una poetica che restando sulla soglia fra pittura e fotografia, è una riflessione sullo spazio del quadro inteso come piano di proiezione e sede dell’imperfezione. Marco Gastini (Torino 1938 – 2018) alla metà degli anni Settanta, infatti, caratterizza la sua ricerca dall’uso del plexiglas quale supporto per il segno pittorico dove il percorso di linee è costruito più per assenza più che presenza. Uno dei più rigorosi e coerenti nella ricerca sui principi della pittura è sicuramente Giorgio Griffa, che arriva a smantellare il quadro come supporto e ridurre la pittura a mero segno. La pittura di Guarneri (Firenze 1933, dove vive e lavora), invece, scaturisce da un’attenta progettazione sullo spazio pittorico del quadro affiancata da un’accurata diluzione del colore, fra geometrie inesatte e riduzione poetica. Pino Pinelli (Catania, 1938), si è concentrato, invece, partire dagli Anni Settanta, sulla disseminazione del colore e il monocromo, sull’interazione fra la pittura, intesa in chiave oggettuale, e la parete. Il colore nell’opera di Pinelli assume delle caratteristiche emananti molto vicine a Klein; infine, la ricerca dell’effetto tattile, dove “la lettura del colore richiede una lunga pausa in cui il tono cromatico cresce emettendo dati percettivi di vibrazione”, secondo le parole dello stesso artista. Paolo Masi (Firenze, 1934, dove vive e lavora) prende ad uso come supporto pittorico il cartone, materiale riciclato che usa come supporto ad uno colore sviluppato usato nelle sue possibilità infinite. Il plexiglas scelto come scatola che custodisce il materiale povera, amplifica la luce. Fra i fondatori del movimento Claudio Olivieri (Roma 1934 – Milano 2019) lavora su una pittura colore che fra luce ed ombra è fatta di disvelamento e occultamento come poli coesistenti, di una pittura che rincorre l’idea del limite, della luce nera. La sovrapposizione di strati, in cui con l’uso della pistola a spruzzo, riesce a creare forme di percezione cromatiche raffinatissime, nelle quali il quadro diventa soglia accessibile solo guardando la profondità dello spazio. La ricerca di Claudio Verna, infine, prendendo a fondamento la ricerca delle avanguardie storiche, sviluppa una ricerca coerente sull’interazione fra colore e superficie del quadro.
20
giugno 2023
La Soglia della Pittura
Dal 20 giugno al 21 settembre 2023
arte contemporanea
Location
GLENDA CINQUEGRANA ART CONSULTING
Milano, via Luigi Settembrini, 17, (Milano)
Milano, via Luigi Settembrini, 17, (Milano)
Orario di apertura
Dal Martedì al Sabato ore 15 - 19
Vernissage
20 Giugno 2023, 18.30 - 21.00
Sito web
Autore
Curatore