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La stanza in cui mi piace stare solo
Il palazzo riapre le stanze con una mostra che mette in dialogo le raccolte civiche con alcune opere d’arte contemporanea, affrontando il tema dell’abitare, eseguite
da artisti e da “artisti con disabilità”
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’Amministrazione Comunale, il Sindaco Fortunato Lucio Pizzi, l’Assessore alla Cultura Daniele Folino e
l’Assessore alla Coesione Sociale Antonella Ferraris, presentano, a cinquecento anni dalla fase costruttiva
che ha conferito all’edificio il suo aspetto rinascimentale, la riapertura di Palazzo Silva che si svela con un
nuovo allestimento curato da Antonio D’Amico, conservatore delle raccolte civiche, con la preziosa
collaborazione di Stefano De Zotti.
Anche quest’anno l’apertura dei Musei Civici di Palazzo Silva è resa possibile grazie alla consolidata
sinergia tra l’Amministrazione comunale e la Fondazione Ruminelli che si serve per l’apertura del museo
della professionalità e dell’esperienza dell’Associazione Musei d’Ossola.
Dopo un’attenta manutenzione delle superfici murarie interne ad opera della ditta Barberi restauri, diretta da
Federico Barberi, ogni sala è stata oggetto di una riorganizzazione, restituendo al palazzo una dimensione più coerente con la sua storia di “casa museo”. Le tante collezioni, acquisite nel corso del tempo dalla
Fondazione Galletti e oggi di proprietà della Città di Domodossola, hanno trovato una degna collocazione
che le rende più affascinanti e le armonizza come in una vera e propria wunderkammer; tante camere delle
meraviglie che si svelano creando un ponte tra la storia e l’arte che “è un’attività che consiste nel produrre
rapporti col mondo attraverso segni, forme, gesti od oggetti” (Nicolas Bourriaud).
Partendo da questa concezione dell’arte, il palazzo riapre le stanze con una mostra che mette in dialogo
le raccolte civiche con alcune opere d’arte contemporanea, affrontando il tema dell’abitare, eseguite
da artisti e da “artisti con disabilità”.
Il nuovo allestimento svela alcune collezioni che arredano il palazzo e gli restituiscono una nuova luce,
partendo dalla sala dell’armeria, passando per la cucina dove si potranno ammirare alcuni capolavori
dell’artista ottocentesco Federico Ashton, per giungere poi al secondo piano dove verremo accolti da alcuni
pregevoli manufatti lignei che giungono dalla Chiesa dei Cappuccini sul Sacro Monte Calvario di
Domodossola, tra cui la bellissima ancona intagliata con San Francesco che riceve le stimmate di Giulio
Gualio e la sala d’onore dove fanno bella vista di sé le due pale d’altare di Lorenzo Peretti e Giuseppe Mattia
Borgnis.
Finalmente dopo anni di oblio sarà possibile vedere l’inedito Ritratto di Gian Giacomo Galletti eseguito da
Carlo Giuseppe Cavalli (Santa Maria Maggiore 1823-1892), che grazie a un munifico contributo di un
privato è stato restaurato e ora viene esposto per la prima volta.
Palazzo Silva riapre poi con La stanza in cui mi piace stare solo, mostra che nasce dalla collaborazione tra
gli assessorati alla Cultura e alla Coesione Sociale del Comune di Domodossola, il CISS – Ossola, la
Cooperativa Universiis e Idea Copernico di Milano, un progetto attivo dal 2016 presso il Centro Diurno
Disabili il Melograno.
Con l’obiettivo di utilizzare le tante possibilità che i variegati linguaggi dell’arte contemporanea possono
offrire, per dare valore a tutte le attitudini, le necessità, le passioni o le manie e a tutte le personalità, La
stanza in cui mi piace stare solo è il risultato di un workshop di arte contemporanea ideato e curato
dall’artista Gianluca Quaglia, realizzato dapprima presso Idea Copernico a Milano e poi insieme al
“Gruppo Appartamento” del CISS – Ossola di Domodossola, in occasione dei primi 10 anni dalla
nascita.
I protagonisti che si sono cimentati in questa attività sono Paolo Battisti, Mercedes Ceccarelli, Flavio Del
Grosso, Luca Giuliano, Vittoria Iskra, Andrea Paraboni, Andrea Pellanda, Carlo Pellanda Annamaria
Pennisi, Marco Piretti, Luciano Ponte e Rosalba Scaduto.
La mostra di Palazzo Silva ha lo scopo di incrementare la collaborazione e l’interazione tra istituzioni che si
occupano dei medesimi servizi sociali, facendo dialogare gli utenti tra loro e sollecitando la creatività. Inoltre
l’intento è quello di mostrare ai visitatori il risultato di un’attività che mette in evidenza la bellezza
dell’incontro, la produttività delle persone con disabilità e l’adeguatezza di far parte di una mostra che
contiene anche opere di artisti contemporanei che si sono interfacciati con la diversità: Daniela Ardiri, Devis
Bergantin, Ilaria Cuccagna, Donatella Izzo e Matteo Suffritti.
I visitatori che verranno a Palazzo Silva a luglio e ad agosto il venerdì tra le 16 e le 18 potranno essere
accompagnati nella visita dagli artisti con disabilità del CISS – Ossola, per scoprire i segreti che risiedono
nelle opere esposte.
La stanza in cui mi piace stare solo è quel luogo fisico o immaginario, in cui, essendo soli appunto, abbiamo
la possibilità di essere noi stessi e in cui i nostri gesti hanno valore perché sono solo nostri. Durante il
workshop i partecipanti si sono confrontati con loro stessi e con il curatore Gianluca Quaglia, lasciando
emergere le abitudini e le fascinazioni, nel tentativo di formalizzarle in un segno che possa essere trasportato
fuori dalla stanza in cui ci piace stare soli per condividerlo con gli altri.
Tutti i lavori, sorprendentemente in dialogo con le collezioni museali, si mostrano al pubblico come oggetti
tra gli oggetti, posati tra le cose, storie personali raccontate che diventano vicende collettive.
Nel corso della serata inaugurale sarà possibile assistere a un concerto organizzato dal festival Oxilia. Teatro
e Musica per la Terra d’Ossola, che si terrà in Piazza Fontana a Domodossola.
l’Assessore alla Coesione Sociale Antonella Ferraris, presentano, a cinquecento anni dalla fase costruttiva
che ha conferito all’edificio il suo aspetto rinascimentale, la riapertura di Palazzo Silva che si svela con un
nuovo allestimento curato da Antonio D’Amico, conservatore delle raccolte civiche, con la preziosa
collaborazione di Stefano De Zotti.
Anche quest’anno l’apertura dei Musei Civici di Palazzo Silva è resa possibile grazie alla consolidata
sinergia tra l’Amministrazione comunale e la Fondazione Ruminelli che si serve per l’apertura del museo
della professionalità e dell’esperienza dell’Associazione Musei d’Ossola.
Dopo un’attenta manutenzione delle superfici murarie interne ad opera della ditta Barberi restauri, diretta da
Federico Barberi, ogni sala è stata oggetto di una riorganizzazione, restituendo al palazzo una dimensione più coerente con la sua storia di “casa museo”. Le tante collezioni, acquisite nel corso del tempo dalla
Fondazione Galletti e oggi di proprietà della Città di Domodossola, hanno trovato una degna collocazione
che le rende più affascinanti e le armonizza come in una vera e propria wunderkammer; tante camere delle
meraviglie che si svelano creando un ponte tra la storia e l’arte che “è un’attività che consiste nel produrre
rapporti col mondo attraverso segni, forme, gesti od oggetti” (Nicolas Bourriaud).
Partendo da questa concezione dell’arte, il palazzo riapre le stanze con una mostra che mette in dialogo
le raccolte civiche con alcune opere d’arte contemporanea, affrontando il tema dell’abitare, eseguite
da artisti e da “artisti con disabilità”.
Il nuovo allestimento svela alcune collezioni che arredano il palazzo e gli restituiscono una nuova luce,
partendo dalla sala dell’armeria, passando per la cucina dove si potranno ammirare alcuni capolavori
dell’artista ottocentesco Federico Ashton, per giungere poi al secondo piano dove verremo accolti da alcuni
pregevoli manufatti lignei che giungono dalla Chiesa dei Cappuccini sul Sacro Monte Calvario di
Domodossola, tra cui la bellissima ancona intagliata con San Francesco che riceve le stimmate di Giulio
Gualio e la sala d’onore dove fanno bella vista di sé le due pale d’altare di Lorenzo Peretti e Giuseppe Mattia
Borgnis.
Finalmente dopo anni di oblio sarà possibile vedere l’inedito Ritratto di Gian Giacomo Galletti eseguito da
Carlo Giuseppe Cavalli (Santa Maria Maggiore 1823-1892), che grazie a un munifico contributo di un
privato è stato restaurato e ora viene esposto per la prima volta.
Palazzo Silva riapre poi con La stanza in cui mi piace stare solo, mostra che nasce dalla collaborazione tra
gli assessorati alla Cultura e alla Coesione Sociale del Comune di Domodossola, il CISS – Ossola, la
Cooperativa Universiis e Idea Copernico di Milano, un progetto attivo dal 2016 presso il Centro Diurno
Disabili il Melograno.
Con l’obiettivo di utilizzare le tante possibilità che i variegati linguaggi dell’arte contemporanea possono
offrire, per dare valore a tutte le attitudini, le necessità, le passioni o le manie e a tutte le personalità, La
stanza in cui mi piace stare solo è il risultato di un workshop di arte contemporanea ideato e curato
dall’artista Gianluca Quaglia, realizzato dapprima presso Idea Copernico a Milano e poi insieme al
“Gruppo Appartamento” del CISS – Ossola di Domodossola, in occasione dei primi 10 anni dalla
nascita.
I protagonisti che si sono cimentati in questa attività sono Paolo Battisti, Mercedes Ceccarelli, Flavio Del
Grosso, Luca Giuliano, Vittoria Iskra, Andrea Paraboni, Andrea Pellanda, Carlo Pellanda Annamaria
Pennisi, Marco Piretti, Luciano Ponte e Rosalba Scaduto.
La mostra di Palazzo Silva ha lo scopo di incrementare la collaborazione e l’interazione tra istituzioni che si
occupano dei medesimi servizi sociali, facendo dialogare gli utenti tra loro e sollecitando la creatività. Inoltre
l’intento è quello di mostrare ai visitatori il risultato di un’attività che mette in evidenza la bellezza
dell’incontro, la produttività delle persone con disabilità e l’adeguatezza di far parte di una mostra che
contiene anche opere di artisti contemporanei che si sono interfacciati con la diversità: Daniela Ardiri, Devis
Bergantin, Ilaria Cuccagna, Donatella Izzo e Matteo Suffritti.
I visitatori che verranno a Palazzo Silva a luglio e ad agosto il venerdì tra le 16 e le 18 potranno essere
accompagnati nella visita dagli artisti con disabilità del CISS – Ossola, per scoprire i segreti che risiedono
nelle opere esposte.
La stanza in cui mi piace stare solo è quel luogo fisico o immaginario, in cui, essendo soli appunto, abbiamo
la possibilità di essere noi stessi e in cui i nostri gesti hanno valore perché sono solo nostri. Durante il
workshop i partecipanti si sono confrontati con loro stessi e con il curatore Gianluca Quaglia, lasciando
emergere le abitudini e le fascinazioni, nel tentativo di formalizzarle in un segno che possa essere trasportato
fuori dalla stanza in cui ci piace stare soli per condividerlo con gli altri.
Tutti i lavori, sorprendentemente in dialogo con le collezioni museali, si mostrano al pubblico come oggetti
tra gli oggetti, posati tra le cose, storie personali raccontate che diventano vicende collettive.
Nel corso della serata inaugurale sarà possibile assistere a un concerto organizzato dal festival Oxilia. Teatro
e Musica per la Terra d’Ossola, che si terrà in Piazza Fontana a Domodossola.
05
luglio 2019
La stanza in cui mi piace stare solo
Dal 05 luglio al 29 settembre 2019
arte contemporanea
Location
PALAZZO SILVA
Domodossola, Via Giambattista Paletta, (Verbano-cusio-ossola)
Domodossola, Via Giambattista Paletta, (Verbano-cusio-ossola)
Biglietti
4,00 adulti
3,00 ragazzi da 12 a 19 anni e universitari con l’esibizione del tesserino
2,00 bambini da 6 a 11 anni, over 60 e persone con disabilità
gratuito guide, accompagnatori e interpreti turistici con tesserino in corso di validità, insegnati con le classi, tesserati AMO e tessera Regionale dei Musei
Orario di apertura
Giovedì – venerdì: 15-19
Sabato – domenica: 10-12 / 15-19
Vernissage
5 Luglio 2019, ore 17 Cappella Mellerio
Curatore