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La Terra e la Luna
Presso la Torretta Valadier a Ponte Milvio saranno presentate in forma di installazione le sculture–gioiello di Giovanni Drovandini e Silvia Garau. Entrambi gli artisti, parallelamente alla produzione scultorea e pittorica, lavorano da tempo con materiali come l’argento
Comunicato stampa
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Entrambi gli artisti, parallelamente alla produzione scultorea e pittorica, lavorano da tempo con materiali come l’argento, trasferendo le loro scelte formali nel metallo prezioso attraverso la tecnica della lavorazione a cera persa.
I gioielli esposti, infatti, si possono considerare vere e proprie sculture miniaturizzate e lo stesso allestimento propone un percorso volto a valorizzare non tanto la funzione ornamentale del gioiello, che spesso appare sovradimensionato, quanto le qualità plastiche dell’insieme. Non si tratta di una mostra da “vetrina”, ma della sperimentazione delle potenzialità espressive della materia, con uno sguardo e un omaggio, nel titolo scelto, alle origini estrattive del metallo e agli antichissimi legami simbolici con la luna.
Testi catalogo
Giovanni Drovandini
Fili, intrecci, grovigli, poi punti, superfici vibranti in cui luce ed ombre si inseguono cedendo il passo l’una all’altra. Non è la superficie dipinta di una tela action painting, ma il lavoro con l’argento di Giovanni Drovandini, scultore e pittore che, con una gestualità emotivamente carica, modella la cera costruendo architetture della memoria, dove ogni pausa ha una sua ragione d’essere. Se in alcuni lavori è evidente l’omaggio all’oreficeria etrusca, nelle scelte formali e nell’uso della microsfera, gli elementi che l’artista usa nelle sue sculture-gioiello sono i medesimi della produzione scultorea e pittorica, primo fra tutti il punto: pausa, occasione di approfondimento di un progetto artistico e, al tempo stesso, nodo energetico, impulso vitale da cui si genera il ritmo del discorso. Poste su supporti scuri dalla tonalità quasi metallica , queste microsculture incastonate tra scaglie di marmo sembrano frammenti provenienti da lontano, emersi dalle viscere della terra, come l’argento, o giunti fino a noi dalla superficie lunare.
Cenni Biografici
Giovanni Drovandini è nato a Pitigliano. Ha frequentato il liceo artistico e la facoltà di Architettura a Roma. Ha collaborato con alcuni grandi studi di arredamento e progettazione di interni e successivamente si è dedicato alle arti visive, in particolare al teatro ed alla pittura. Nuovamente a Pitigliano dal 1999, si dedica principalmente alla scultura ed in particolare alla lavorazione di materiali come il tufo e il travertino, il legno o dei metalli come il bronzo e l’argento creando elementi concepiti per installazioni ambientali. Vive e lavora tra Pitigliano e Roma.
Silvia Garau
Sono forme astratte, solo apparentemente governate da leggi geometriche, le sculture-gioiello di Silvia Garau, circolari, ma non perfettamente e, proprio come accade ai cerchi tracciati a mano libera, evocano nella continuità del segno morbido un fluire in continua trasformazione. Queste forme “intuitive”, arcaiche, che riassumono in sé l’essenza dell’essere umano, hanno sempre un cuore, posto non necessariamente al centro. Il vuoto da cui si percepiscono velature di colore a smalto blu, ma che in alcune contiene anche il rosso, è spazio non immobile, luci e colori entrano in relazione tra loro e si fondono in un interscambio continuo, divenendo luogo della riflessione sull’uomo nella sua complessità. Così l’argento, legato da sempre alla luna ed al femminile, insieme al colore blu definisce nell’installazione progettata dall’artista uno spazio astratto in cui la dislocazione dei pezzi richiama alla mente l’universo e l’infinito
Cenni Biografici
Silvia Garau è nata a Roma. Si è diplomata all’Istituto Statale d’Arte nella Sezione oreficeria e contemporaneamente ha frequentato i corsi di Decorazione e di Scultura all’Accademia delle Belle Arti. Ha studiato alla facoltà delle Belle Arti di Granada. A Pietrarubbia ha frequentato il corso TAM (trattamento artistico dei metalli) presieduto da Arnaldo Pomodoro e diretto da Eliseo Mattiacci. Vive e lavora a Bassano Romano (VT).
I gioielli esposti, infatti, si possono considerare vere e proprie sculture miniaturizzate e lo stesso allestimento propone un percorso volto a valorizzare non tanto la funzione ornamentale del gioiello, che spesso appare sovradimensionato, quanto le qualità plastiche dell’insieme. Non si tratta di una mostra da “vetrina”, ma della sperimentazione delle potenzialità espressive della materia, con uno sguardo e un omaggio, nel titolo scelto, alle origini estrattive del metallo e agli antichissimi legami simbolici con la luna.
Testi catalogo
Giovanni Drovandini
Fili, intrecci, grovigli, poi punti, superfici vibranti in cui luce ed ombre si inseguono cedendo il passo l’una all’altra. Non è la superficie dipinta di una tela action painting, ma il lavoro con l’argento di Giovanni Drovandini, scultore e pittore che, con una gestualità emotivamente carica, modella la cera costruendo architetture della memoria, dove ogni pausa ha una sua ragione d’essere. Se in alcuni lavori è evidente l’omaggio all’oreficeria etrusca, nelle scelte formali e nell’uso della microsfera, gli elementi che l’artista usa nelle sue sculture-gioiello sono i medesimi della produzione scultorea e pittorica, primo fra tutti il punto: pausa, occasione di approfondimento di un progetto artistico e, al tempo stesso, nodo energetico, impulso vitale da cui si genera il ritmo del discorso. Poste su supporti scuri dalla tonalità quasi metallica , queste microsculture incastonate tra scaglie di marmo sembrano frammenti provenienti da lontano, emersi dalle viscere della terra, come l’argento, o giunti fino a noi dalla superficie lunare.
Cenni Biografici
Giovanni Drovandini è nato a Pitigliano. Ha frequentato il liceo artistico e la facoltà di Architettura a Roma. Ha collaborato con alcuni grandi studi di arredamento e progettazione di interni e successivamente si è dedicato alle arti visive, in particolare al teatro ed alla pittura. Nuovamente a Pitigliano dal 1999, si dedica principalmente alla scultura ed in particolare alla lavorazione di materiali come il tufo e il travertino, il legno o dei metalli come il bronzo e l’argento creando elementi concepiti per installazioni ambientali. Vive e lavora tra Pitigliano e Roma.
Silvia Garau
Sono forme astratte, solo apparentemente governate da leggi geometriche, le sculture-gioiello di Silvia Garau, circolari, ma non perfettamente e, proprio come accade ai cerchi tracciati a mano libera, evocano nella continuità del segno morbido un fluire in continua trasformazione. Queste forme “intuitive”, arcaiche, che riassumono in sé l’essenza dell’essere umano, hanno sempre un cuore, posto non necessariamente al centro. Il vuoto da cui si percepiscono velature di colore a smalto blu, ma che in alcune contiene anche il rosso, è spazio non immobile, luci e colori entrano in relazione tra loro e si fondono in un interscambio continuo, divenendo luogo della riflessione sull’uomo nella sua complessità. Così l’argento, legato da sempre alla luna ed al femminile, insieme al colore blu definisce nell’installazione progettata dall’artista uno spazio astratto in cui la dislocazione dei pezzi richiama alla mente l’universo e l’infinito
Cenni Biografici
Silvia Garau è nata a Roma. Si è diplomata all’Istituto Statale d’Arte nella Sezione oreficeria e contemporaneamente ha frequentato i corsi di Decorazione e di Scultura all’Accademia delle Belle Arti. Ha studiato alla facoltà delle Belle Arti di Granada. A Pietrarubbia ha frequentato il corso TAM (trattamento artistico dei metalli) presieduto da Arnaldo Pomodoro e diretto da Eliseo Mattiacci. Vive e lavora a Bassano Romano (VT).
26
novembre 2004
La Terra e la Luna
Dal 26 novembre al 02 dicembre 2004
design
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
TORRETTA VALADIER
Roma, Piazzale Di Ponte Milvio, (Roma)
Roma, Piazzale Di Ponte Milvio, (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni 17.00-20.00. Domenica 10.00-20.00
Vernissage
26 Novembre 2004, ore 19.30
Autore