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La Vergine cortese
Committenze rinascimentali della Fraternita dei Laici
Comunicato stampa
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Dal 30 maggio al 30 settembre, per iniziativa della Fraternita dei Laici e della Soprintendenza ai Beni A.P.P.S.A.D. della provincia di Arezzo e con il patrocinio del Comune e della Provincia di Arezzo, del Comune di Civitella della Chiana e di Castiglion Fibocchi, dell’Archivio di Stato, del CISLAB, dell’Università degli Studi di Siena, della Biblioteca città di Arezzo, del FAI, della Banca Etruria e di Confindustria Arezzo, si propone nella Chiesa dei Santi Lorentino e Pergentino la mostra “La Vergine cortese. Committenze rinascimentali della Fraternita dei Laici”.
La mostra, a cura di Isabella Droandi ed Ersilia Agnolucci, si incentra sul dipinto su tavola di Parri di Spinello (1387 – 1453) raffigurante La Madonna della Misericordia con i Santi Lorentino e Pergentino, di proprietà della Fraternita, che si conserva nel Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo. Con questa mostra l’opera ritorna così, temporaneamente, nella sua sede d’origine con il consenso della Soprintendenza di Arezzo in onore alla pertinenza con il luogo di esposizione e con la storia della Fraternita. Infatti, nel 1435, l’Ente commissionò a Parri il dipinto da porre sull’altare della Chiesa dei Santi Lorentino e Pergentino. Il tema da svolgere riguardava l’immagine simbolo della pia istituzione, che già suo padre Spinello aveva rappresentato – come testimoniato dal Vasari - sulla facciata della stessa chiesa (affresco perduto con la ristrutturazione settecentesca dell’edificio).
Il breve ed extra ordinario viaggio di Parri, dal Museo di nuovo alla chiesa della Fraternita, allude anche al ruolo determinante svolto dall’Ente nelle vicende di formazione degli attuali musei statali della città, ed offre molti spunti di riflessione che la mostra cercherà di esplicitare o di evocare. Intanto sarà l’occasione per sottolineare e divulgare il ruolo svolto da Parri nei confronti della Fraternita e della città, alle quali prestò ripetutamente la sua peculiarità artistica per la rappresentazione del sacro. Gli ultimi studi di Luciana Borri Cristelli ribadiscono le aperture del pittore al clima fiorentino ghibertiano, mettendo a punto la fase formativa e il complesso rapporto sia con l’arte paterna che con un mondo tardogotico tutt’altro che provinciale. Resta, quella di Parri, una biografia tormentata, come faceva intendere anche Giorgio Vasari: uomo dalla salute malferma, forse depresso, perseguitato dalle disgrazie e dalla miseria, concluse la sua esistenza nel 1453, quando già da qualche tempo Piero della Francesca frequentava Arezzo per il cantiere della cappella Bacci. La storia mancata di un loro incontro in città è una delle trame che la mostra vuole tessere in modo sfumato, mentre è in corso di svolgimento la grande esposizione “Piero e le corti italiane”. Parri conobbe Piero della Francesca? Non sappiamo. Ma Piero, autore nella sua terra nativa, della grande pala con la Madonna della Misericordia (oggi nel Museo Civico di Sansepolcro), certamente conobbe le versioni aretine, dipinte o scolpite - come quella di Bernardo Rossellino sulla facciata monumentale del Palazzetto di Fraternita in Piazza Grande - che ostentavano reiteratamente la Vergine protettiva con il manto aperto, come di nuovo l’affresco di Parri nella Sala dell’Udienza, tutte legate alla committenza della Fraternita dei Laici.
Il quadro di Parri con le storie dei S.S. Lorentino e Pergentino racchiude in sé anche la storia della chiesa. Voluta dal benefattore Paolo di Ghisello, orafo, in epoca immediatamente successiva alla peste del 1363, sorse nel luogo dove i protomartiri sarebbero stati decapitati. Dal testamento col quale disponeva la fondazione e il mantenimento del luogo sacro fino alle vicende costruttive del primo edificio trecentesco, e poi ancora la ricostruzione settecentesca, tutto è rintracciabile nei documenti che si trovano nell’Archivio storico della Fraternita dei Laici.
La scelta di accompagnare l’esposizione del dipinto con documenti rilevantissimi che testimoniano l’entità e la densità della committenza artistica della Pia Istituzione nel Rinascimento, risponde a due ragioni fondamentali: evocare concretamente il contesto istituzionale, religioso, devozionale e artistico dell’opera di Parri e del suo committente, e mettere in risalto congiuntamente l’enorme potenziale, conosciuto solo agli specialisti, dell’Archivio della Fraternita.
La selezione ha individuato alcuni nuclei tematici che, a partire dall’opera su tavola di Parri, tema centrale della mostra, e dall’attività svolta dal pittore per la Fraternita, si allarga fino alle committenze legate quasi sempre al medesimo tema della Madonna della Misericordia e al suo culto, offerte dall’Ente ad artisti come Bartolomeo della Gatta, Domenico Pecori, Niccolò Soggi, Bernardo Rossellino, Niccolò dal Borgo, Andrea della Robbia (autografo inedito, per cortese segnalazione di Frank Dabell) e Giorgio Vasari. Si tratta di documenti conosciuti agli studiosi e in gran parte anche già pubblicati (Pasqui, Del Vita, Donati, Mercantini, Pieri, Droandi, Baldini, Dabell ecc.), ma mai esposti.
La mostra, a cura di Isabella Droandi ed Ersilia Agnolucci, si incentra sul dipinto su tavola di Parri di Spinello (1387 – 1453) raffigurante La Madonna della Misericordia con i Santi Lorentino e Pergentino, di proprietà della Fraternita, che si conserva nel Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo. Con questa mostra l’opera ritorna così, temporaneamente, nella sua sede d’origine con il consenso della Soprintendenza di Arezzo in onore alla pertinenza con il luogo di esposizione e con la storia della Fraternita. Infatti, nel 1435, l’Ente commissionò a Parri il dipinto da porre sull’altare della Chiesa dei Santi Lorentino e Pergentino. Il tema da svolgere riguardava l’immagine simbolo della pia istituzione, che già suo padre Spinello aveva rappresentato – come testimoniato dal Vasari - sulla facciata della stessa chiesa (affresco perduto con la ristrutturazione settecentesca dell’edificio).
Il breve ed extra ordinario viaggio di Parri, dal Museo di nuovo alla chiesa della Fraternita, allude anche al ruolo determinante svolto dall’Ente nelle vicende di formazione degli attuali musei statali della città, ed offre molti spunti di riflessione che la mostra cercherà di esplicitare o di evocare. Intanto sarà l’occasione per sottolineare e divulgare il ruolo svolto da Parri nei confronti della Fraternita e della città, alle quali prestò ripetutamente la sua peculiarità artistica per la rappresentazione del sacro. Gli ultimi studi di Luciana Borri Cristelli ribadiscono le aperture del pittore al clima fiorentino ghibertiano, mettendo a punto la fase formativa e il complesso rapporto sia con l’arte paterna che con un mondo tardogotico tutt’altro che provinciale. Resta, quella di Parri, una biografia tormentata, come faceva intendere anche Giorgio Vasari: uomo dalla salute malferma, forse depresso, perseguitato dalle disgrazie e dalla miseria, concluse la sua esistenza nel 1453, quando già da qualche tempo Piero della Francesca frequentava Arezzo per il cantiere della cappella Bacci. La storia mancata di un loro incontro in città è una delle trame che la mostra vuole tessere in modo sfumato, mentre è in corso di svolgimento la grande esposizione “Piero e le corti italiane”. Parri conobbe Piero della Francesca? Non sappiamo. Ma Piero, autore nella sua terra nativa, della grande pala con la Madonna della Misericordia (oggi nel Museo Civico di Sansepolcro), certamente conobbe le versioni aretine, dipinte o scolpite - come quella di Bernardo Rossellino sulla facciata monumentale del Palazzetto di Fraternita in Piazza Grande - che ostentavano reiteratamente la Vergine protettiva con il manto aperto, come di nuovo l’affresco di Parri nella Sala dell’Udienza, tutte legate alla committenza della Fraternita dei Laici.
Il quadro di Parri con le storie dei S.S. Lorentino e Pergentino racchiude in sé anche la storia della chiesa. Voluta dal benefattore Paolo di Ghisello, orafo, in epoca immediatamente successiva alla peste del 1363, sorse nel luogo dove i protomartiri sarebbero stati decapitati. Dal testamento col quale disponeva la fondazione e il mantenimento del luogo sacro fino alle vicende costruttive del primo edificio trecentesco, e poi ancora la ricostruzione settecentesca, tutto è rintracciabile nei documenti che si trovano nell’Archivio storico della Fraternita dei Laici.
La scelta di accompagnare l’esposizione del dipinto con documenti rilevantissimi che testimoniano l’entità e la densità della committenza artistica della Pia Istituzione nel Rinascimento, risponde a due ragioni fondamentali: evocare concretamente il contesto istituzionale, religioso, devozionale e artistico dell’opera di Parri e del suo committente, e mettere in risalto congiuntamente l’enorme potenziale, conosciuto solo agli specialisti, dell’Archivio della Fraternita.
La selezione ha individuato alcuni nuclei tematici che, a partire dall’opera su tavola di Parri, tema centrale della mostra, e dall’attività svolta dal pittore per la Fraternita, si allarga fino alle committenze legate quasi sempre al medesimo tema della Madonna della Misericordia e al suo culto, offerte dall’Ente ad artisti come Bartolomeo della Gatta, Domenico Pecori, Niccolò Soggi, Bernardo Rossellino, Niccolò dal Borgo, Andrea della Robbia (autografo inedito, per cortese segnalazione di Frank Dabell) e Giorgio Vasari. Si tratta di documenti conosciuti agli studiosi e in gran parte anche già pubblicati (Pasqui, Del Vita, Donati, Mercantini, Pieri, Droandi, Baldini, Dabell ecc.), ma mai esposti.
30
maggio 2007
La Vergine cortese
Dal 30 maggio al 30 settembre 2007
arte antica
Location
CHIESA DEI SANTI LORENTINO E PERGENTINO
Arezzo, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 188, (Arezzo)
Arezzo, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 188, (Arezzo)
Biglietti
€ 4
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00 – Lunedì chiuso
Autore
Curatore