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La Via della Seta. Lucca-Hangzhou un lungo viaggio nella storia,
Un lucente filo di seta, lungo 8.000 chilometri, unisce da mille anni le città di Lucca e di Hangzhou (Cina), capitali storiche della produzione e del commercio della seta. E la mostra La Via della Seta, nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno Culturale Cinese in Italia 2011, racconta la grande storia degli itinerari descritti da Marco Polo e dagli altri viaggiatori, missionari e mercanti europei.
Comunicato stampa
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Visto il grande successo di pubblico e di critica, la mostra lucchese La Via della Seta. Lucca-Hangzhou un lungo viaggio nella storia, in corso nelle bellissime sale di Palazzo Guinigi, è stata prorogata fino al 30 aprile 2012. Promossa dal Comune di Lucca in collaborazione con il Centro Studi Martino Martini e il China National Silk Museum di Hangzhou, l’esposizione non proporrà più i pezzi del museo cinese, tornati a casa nella data prevista per essere poi inviati in Gran Bretagna per una nuova esposizione, ma avrà dei nuovi capi d’abbigliamento provenienti dall’Asia Centrale, prestati per l’occasione dalla Fondazione Ratti di Como, mentre i pezzi cinesi già presenti in mostra, appartenenti della collezione Negri Cambiagio di Vicenza, sono stati ricollocati in modo da essere maggiormente visibili e valorizzati.
Un lucente filo di seta, lungo 8.000 chilometri, unisce da mille anni le città di Lucca e di Hangzhou (Cina), capitali storiche della produzione e del commercio della seta. E la mostra La Via della Seta, nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno Culturale Cinese in Italia 2011, racconta la grande storia degli itinerari descritti da Marco Polo e dagli altri viaggiatori, missionari e mercanti europei. Il legame commerciale ma soprattutto culturale tra Oriente e Occidente, nel momento del suo massimo splendore, si esprime in più di 130 capolavori dell’arte serica cinese, centroasiatica e lucchese, con rarissimi pezzi che coprono più di mille anni di storia - dalla dinastia Tang alla dinastia Ming - e un accurato apparato documentale e bibliografico.
La Via della Seta è riconosciuta dagli storici come l’elemento fondamentale per l’evoluzione della civiltà umana in generale, e nel Medioevo Lucca ne è stata la capitale europea. Qui le sete grezze più pregiate, provenienti da ogni parte d’Oriente, venivano lavorate in tessuti di una finezza senza pari, esportati con successo in ogni parte d’Europa. In questo periodo storico, la città riesce a creare una sintesi mirabile tra ricerca, produzione e commercio: è la nascita della moderna industria e del made in Italy, che accoglie le culture, ascolta i bisogni e ad essi dà risposte con la produzione di beni, motori degli scambi e della ricchezza.
Con questa mostra, Lucca onora la via di comunicazione più importante tra Oriente e Occidente - asse lungo il quale la Cina oggi realizza nuove città ed infrastrutture territoriali protagoniste di nuovi mercati - legandosi culturalmente alla città di Hangzhou, co-realizzatrice dell’evento e antica capitale della dinastia Song Meridionale. Principale centro di produzione serica in Cina nel passato come nel presente, Hangzhou è citata da Marco Polo nel Milione e proprio nel 2011 è entrata a far parte della Lista del Patrimonio Storico dell’Umanità-Unesco, così come Lucca è attualmente candidata a diventarlo in quanto uno dei terminali occidentali della Via della Seta.
La mostra si articola in tre sezioni: la prima è dedicata a Lucca e al suo ruolo di nodo internazionale della manifattura serica e propone oggetti provenienti da collezioni pubbliche e private lucchesi; la seconda è dedicata alla produzione e al commercio della seta tra Cina, Asia centrale e Mediterraneo, con oggetti provenienti da numerose istituzioni pubbliche e private italiane; la terza è infine dedicata alle tecniche di fabbricazione tipiche del mondo islamico e bizantino e alla loro diffusione in Europa, con oggetti provenienti da collezioni private italiane.
Tra i pezzi più significativi in esposizione citiamo due sontuosi abiti da cerimonia e due eleganti abiti festivi da alti dignitari della corte di Pechino, ricamati con la tipica immagine del drago, quattro insegne di rango di mandarini con immagini di uccelli, a indicare dei funzionari civili, e un magnifico pannello in raso ricamato prodotto ad Hangzhou, tutti di epoca Qing. Per quanto riguarda l’Asia centrale, spiccano 12 vestiti da cerimonia in tessuto ikat prodotti in Uzbekistan e Turkmenistan nel XIX secolo, caratterizzati da colori e disegni straordinari.
A queste meraviglie si affiancano una decina di preziosi volumi e atlanti provenienti dalla Biblioteca Statale di Lucca, che rappresentano l’evoluzione della cartografia occidentale della Cina e dell’Estremo Oriente prima (Tolomeo) e dopo Marco Polo (Ortelio, Mercatore, Blaeu, Jansson, Martini, d’Anville), considerando il grande viaggiatore veneziano lo spartiacque tra due grandi ere nei rapporti culturali tra Europa e Cina. Prima di lui, infatti, le notizie che giungevano in Occidente erano di seconda mano, filtrate ad arte dai vari popoli stanziati lungo la Via della Seta per impedire che i due estremi del continente eurasiatico entrassero in contatto diretto, minacciando la tradizionale gerarchia degli intermediari.
La parte lucchese della mostra offre alcuni documenti di straordinaria importanza provenienti dall’Archivio di Stato di Lucca, tra i quali il manoscritto di Georg Christoph Martini Viaggio in Toscana del 1745, contenente le descrizioni e i disegni dei principali macchinari utilizzati dai filatori, tintori e tessitori lucchesi per realizzare preziose stoffe di seta, orgoglio e vanto della città, e per questo coperte dal più rigoroso segreto industriale. E poi campionari di stoffe, gli Statuti della Corte dei Mercanti con il famoso torsello (balla) di seta come simbolo della città di Lucca, i registri delle imprese del settore serico con simboli e marche delle aziende principali, la donazione da parte del vescovo di Lucca al convento di San Romano di una serie di paramenti sacri in sete provenienti quasi tutte dall’Asia.
La Via della Seta è un’esposizione piena di colori, suggestioni ed emozioni, dove la magia dei tessuti antichi e dei costumi più preziosi è solidamente sostenuta da un corpus di documenti, strumenti, reperti che ci permettono di comprendere la grandezza di una cultura comune tra Oriente ed Occidente, oggi di assoluta attualità.
Un lucente filo di seta, lungo 8.000 chilometri, unisce da mille anni le città di Lucca e di Hangzhou (Cina), capitali storiche della produzione e del commercio della seta. E la mostra La Via della Seta, nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno Culturale Cinese in Italia 2011, racconta la grande storia degli itinerari descritti da Marco Polo e dagli altri viaggiatori, missionari e mercanti europei. Il legame commerciale ma soprattutto culturale tra Oriente e Occidente, nel momento del suo massimo splendore, si esprime in più di 130 capolavori dell’arte serica cinese, centroasiatica e lucchese, con rarissimi pezzi che coprono più di mille anni di storia - dalla dinastia Tang alla dinastia Ming - e un accurato apparato documentale e bibliografico.
La Via della Seta è riconosciuta dagli storici come l’elemento fondamentale per l’evoluzione della civiltà umana in generale, e nel Medioevo Lucca ne è stata la capitale europea. Qui le sete grezze più pregiate, provenienti da ogni parte d’Oriente, venivano lavorate in tessuti di una finezza senza pari, esportati con successo in ogni parte d’Europa. In questo periodo storico, la città riesce a creare una sintesi mirabile tra ricerca, produzione e commercio: è la nascita della moderna industria e del made in Italy, che accoglie le culture, ascolta i bisogni e ad essi dà risposte con la produzione di beni, motori degli scambi e della ricchezza.
Con questa mostra, Lucca onora la via di comunicazione più importante tra Oriente e Occidente - asse lungo il quale la Cina oggi realizza nuove città ed infrastrutture territoriali protagoniste di nuovi mercati - legandosi culturalmente alla città di Hangzhou, co-realizzatrice dell’evento e antica capitale della dinastia Song Meridionale. Principale centro di produzione serica in Cina nel passato come nel presente, Hangzhou è citata da Marco Polo nel Milione e proprio nel 2011 è entrata a far parte della Lista del Patrimonio Storico dell’Umanità-Unesco, così come Lucca è attualmente candidata a diventarlo in quanto uno dei terminali occidentali della Via della Seta.
La mostra si articola in tre sezioni: la prima è dedicata a Lucca e al suo ruolo di nodo internazionale della manifattura serica e propone oggetti provenienti da collezioni pubbliche e private lucchesi; la seconda è dedicata alla produzione e al commercio della seta tra Cina, Asia centrale e Mediterraneo, con oggetti provenienti da numerose istituzioni pubbliche e private italiane; la terza è infine dedicata alle tecniche di fabbricazione tipiche del mondo islamico e bizantino e alla loro diffusione in Europa, con oggetti provenienti da collezioni private italiane.
Tra i pezzi più significativi in esposizione citiamo due sontuosi abiti da cerimonia e due eleganti abiti festivi da alti dignitari della corte di Pechino, ricamati con la tipica immagine del drago, quattro insegne di rango di mandarini con immagini di uccelli, a indicare dei funzionari civili, e un magnifico pannello in raso ricamato prodotto ad Hangzhou, tutti di epoca Qing. Per quanto riguarda l’Asia centrale, spiccano 12 vestiti da cerimonia in tessuto ikat prodotti in Uzbekistan e Turkmenistan nel XIX secolo, caratterizzati da colori e disegni straordinari.
A queste meraviglie si affiancano una decina di preziosi volumi e atlanti provenienti dalla Biblioteca Statale di Lucca, che rappresentano l’evoluzione della cartografia occidentale della Cina e dell’Estremo Oriente prima (Tolomeo) e dopo Marco Polo (Ortelio, Mercatore, Blaeu, Jansson, Martini, d’Anville), considerando il grande viaggiatore veneziano lo spartiacque tra due grandi ere nei rapporti culturali tra Europa e Cina. Prima di lui, infatti, le notizie che giungevano in Occidente erano di seconda mano, filtrate ad arte dai vari popoli stanziati lungo la Via della Seta per impedire che i due estremi del continente eurasiatico entrassero in contatto diretto, minacciando la tradizionale gerarchia degli intermediari.
La parte lucchese della mostra offre alcuni documenti di straordinaria importanza provenienti dall’Archivio di Stato di Lucca, tra i quali il manoscritto di Georg Christoph Martini Viaggio in Toscana del 1745, contenente le descrizioni e i disegni dei principali macchinari utilizzati dai filatori, tintori e tessitori lucchesi per realizzare preziose stoffe di seta, orgoglio e vanto della città, e per questo coperte dal più rigoroso segreto industriale. E poi campionari di stoffe, gli Statuti della Corte dei Mercanti con il famoso torsello (balla) di seta come simbolo della città di Lucca, i registri delle imprese del settore serico con simboli e marche delle aziende principali, la donazione da parte del vescovo di Lucca al convento di San Romano di una serie di paramenti sacri in sete provenienti quasi tutte dall’Asia.
La Via della Seta è un’esposizione piena di colori, suggestioni ed emozioni, dove la magia dei tessuti antichi e dei costumi più preziosi è solidamente sostenuta da un corpus di documenti, strumenti, reperti che ci permettono di comprendere la grandezza di una cultura comune tra Oriente ed Occidente, oggi di assoluta attualità.
01
gennaio 2012
La Via della Seta. Lucca-Hangzhou un lungo viaggio nella storia,
Dal primo gennaio al 30 aprile 2012
arti decorative e industriali
arte etnica
arte etnica
Location
MUST MUSEO DELLA CITTA’ DI LUCCA – PALAZZO GUINIGI
Lucca, Via Guinigi, 29, (Lucca)
Lucca, Via Guinigi, 29, (Lucca)
Orario di apertura
dalle 10 alle 18, chiusa il lunedì
Ufficio stampa
DAVIS & CO.
Curatore