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La via italiana all’Informale: ultime tendenze
Questa mostra nasce da un libro. Di solito è il contrario: prima nasce l’idea di una mostra, si scelgono gli artisti e le opere, e alla fine arriva il catalogo. Il libro in questione è “La via italiana all’Informale. Da Afro, Vedova e Burri alle ultime tendenze” a cura di Virgilio Patarini,Mondadori
Comunicato stampa
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La mostra presenta una selezione di trenta opere tra i quadri più recenti di una decina di artisti protagonisti di spicco dell’Informale italiano contemporaneo. In mostra opere di Walter Bernardi, Alberto Besson, Andrea Boldrini, Marco Bozzini, Valentina Carrera, Siberiana Di Cocco, Paolo Facchinetti, Michelle Hold, Giancarlo Nucci, Lyudmila Vasilieva, Marta Vezzoli.
Nota di presentazione
Questa mostra nasce da un libro. Di solito è il contrario: prima nasce l'idea di una mostra, si scelgono gli artisti e le opere, e alla fine arriva il catalogo. In questo caso invece in principio era la parola: il libro in questione è "La via italiana all'Informale. Da Afro, Vedova e Burri alle ultime tendenze" curato dal sottoscritto e pubblicato dall’Editoriale Giorgio Mondadori nel gennaio del 2013. La ponderosa pubblicazione (400 pagine) non solo traccia per sommi capi la storia dell'Informale in Italia, ma soprattutto cerca di rompere certi automatismi accademici che considerano esaurita l'esperienza Informale, in Italia come negli altri paesi del mondo, dopo circa quindici anni di storia: dal 1948 al 1963, anno più anno meno. Come se tutto l'Informale che viene dopo fosse solo opera di epigoni. Come se la verve e l'ispirazione dei grandi maestri dopo quella data si esaurisse. Come se l'Informale fosse una delle tante, importantissime ma effimere, avanguardie del secolo.
L'Informale è qualcosa di diverso: qualcosa di più e qualcosa di meno delle altre Avanguardie. Ma soprattutto è una vera e propria rivoluzione epocale: per la prima volta nella storia dell'Arte si concepisce un quadro senza figure, senza alcun riferimento alla realtà né a forme geometriche né a elementi simbolici. Si tratta di una rivoluzione analoga a quella provocata dall'invenzione della Prospettiva. Qualcuno si sognerebbe mai di dire che Caravaggio è un epigono rispetto a Leonardo o Michelangelo perché come costoro usava la Prospettiva? O ancora peggio Leonardo e Michelangelo rispetto a Masaccio... Così risulta impossibile considerare alla stregua di meri epigoni gli artisti informali delle generazioni successive a quelle dei vari Afro, Burri e Vedova.
In questa mostra si presenta il lavoro di una decina di artisti italiani delle ultime generazioni che fanno una pittura di matrice “informale”, artisti selezionati tra gli oltre quaranta approfonditi nella seconda parte del libro dedicata alle “Ultime tendenze” dell’Informale in Italia.
Virgilio Patarini
Nota di presentazione
Questa mostra nasce da un libro. Di solito è il contrario: prima nasce l'idea di una mostra, si scelgono gli artisti e le opere, e alla fine arriva il catalogo. In questo caso invece in principio era la parola: il libro in questione è "La via italiana all'Informale. Da Afro, Vedova e Burri alle ultime tendenze" curato dal sottoscritto e pubblicato dall’Editoriale Giorgio Mondadori nel gennaio del 2013. La ponderosa pubblicazione (400 pagine) non solo traccia per sommi capi la storia dell'Informale in Italia, ma soprattutto cerca di rompere certi automatismi accademici che considerano esaurita l'esperienza Informale, in Italia come negli altri paesi del mondo, dopo circa quindici anni di storia: dal 1948 al 1963, anno più anno meno. Come se tutto l'Informale che viene dopo fosse solo opera di epigoni. Come se la verve e l'ispirazione dei grandi maestri dopo quella data si esaurisse. Come se l'Informale fosse una delle tante, importantissime ma effimere, avanguardie del secolo.
L'Informale è qualcosa di diverso: qualcosa di più e qualcosa di meno delle altre Avanguardie. Ma soprattutto è una vera e propria rivoluzione epocale: per la prima volta nella storia dell'Arte si concepisce un quadro senza figure, senza alcun riferimento alla realtà né a forme geometriche né a elementi simbolici. Si tratta di una rivoluzione analoga a quella provocata dall'invenzione della Prospettiva. Qualcuno si sognerebbe mai di dire che Caravaggio è un epigono rispetto a Leonardo o Michelangelo perché come costoro usava la Prospettiva? O ancora peggio Leonardo e Michelangelo rispetto a Masaccio... Così risulta impossibile considerare alla stregua di meri epigoni gli artisti informali delle generazioni successive a quelle dei vari Afro, Burri e Vedova.
In questa mostra si presenta il lavoro di una decina di artisti italiani delle ultime generazioni che fanno una pittura di matrice “informale”, artisti selezionati tra gli oltre quaranta approfonditi nella seconda parte del libro dedicata alle “Ultime tendenze” dell’Informale in Italia.
Virgilio Patarini
02
febbraio 2014
La via italiana all’Informale: ultime tendenze
Dal 02 al 20 febbraio 2014
arte contemporanea
Location
GALLERIA 20
Torino, Corso Casale, 85, (Torino)
Torino, Corso Casale, 85, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 15 -19
Vernissage
2 Febbraio 2014, ore 17.00
Autore
Curatore