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La vita in una borsa: meravigliosa storia di Alberta D.
Un omaggio alla designer di borse Alberta Dalla, le cui creazioni negli anni ’80 e ’90 fecero il giro del mondo, vendute nei più importanti store internazionali, da Barneys a New York a The Ginza di Tokio a Joyce a Hong Kong: oltre 450 i modelli in esposizione, dalla fine del Settecento ai giorni nostri, provenienti dalla raccolta privata della stilista
Comunicato stampa
Segnala l'evento
C’era una volta una ragazza, che curava le ferite del cuore assemblando
pezzi di pelle colorata, per farne borse che in un solo colpo d’occhio
illuminavano gli outfit sartoriali e a tratti anonimi delle signorine di
buona famiglia in provincia, alla fine degli anni Sessanta: la storia
delle borse di Alberta D., al secolo Alberta Dalla, è quella di una
passione intima e un approccio artigianale che si trasformò, negli anni
Ottanta, in un brand di enorme successo, in Italia e all’estero. La
mostra “La vita in una borsa: meravigliosa storia di Alberta D.” di ABC
Arte Bologna Cultura (via Alessandrini, 11, Bologna) in programma dal 12
settembre al 10 ottobre non è solo un omaggio alla creatività della
designer, ma un vero e proprio viaggio nella storia della borsa, che per
Alberta è l’accessorio femminile per eccellenza, casa e utero, ma pure
fagotto da portare in giro per il mondo per lei, spirito nomade da
sempre. Oltre 450 i modelli che saranno presenti nell’esposizione, tra
creazioni di Alberta e borse di seconda mano accumulate in una ricerca
ossessiva del dettaglio da riprodurre e reinterpretare, scovate nei
mercatini delle pulci parigini, sulle bancarelle delle artigiane di Bali
o barattate con le anziane signore bolognesi in cambio di un modello
nuovo di zecca. Un vero e proprio campionario della storia mondiale della
borsa: la più antica è di fine Settecento, la più recente è del 2008, e
fa parte dell’ultima collezione firmata da Alberta D. Borse da guardare
per un viaggio nell’evoluzione del gusto ma pure dell’evoluzione della
figura femminile nella società, e anche da acquistare: sarà infatti
possibile comprare alcuni dei modelli, mentre una cinquantina di pezzi, i
più pregiati, saranno protagonisti dell’asta di chiusura sabato 14
ottobre.
La storia di Alberta D. comincia sul finire degli anni Sessanta nel
ferrarese, quando comincia a comporre buste di pelle colorata con i
ritagli di pelle regalati da un amico del padre: una forma di “art
therapy”, come racconta la stessa Alberta, che le consente di superare
attraverso la creatività un momento doloroso. Le sue creazioni, buste
patchwork coloratissime, decorate con immagini stilizzate e con un
fortissimo, anche se inconsapevole, richiamo alla pop-art, cominciano ad
essere notate cominciano presto ad essere notate dalle signore e dalle
commesse di Bologna, che le chiedono di riprodurle per poterle rivendere
in negozio. Nel 1970 Alberta si trasferisce nel capoluogo emiliano per
studiare e nel turbine della vita studentesca di quegli anni accantona
quello che continua a considerare un hobby. Dopo due lauree e il
matrimonio, Alberta ricomincia quasi per caso a dedicarsi alle sue
creazioni: l’ispirazione le viene dalle vecchie borse, delle quali ammira
la perfezione dei dettagli, molto meno la scarsa praticità. Così ne
scopre i segreti smontandole minuziosamente e cercando di riprodurne le
fattezze in modelli più grandi e più adatti alle esigenze della donna
contemporanea, lavoratrice che ha bisogno di spazio per poter affrontare
una giornata fuori casa. Il risultato sono borse pratiche, di una pulizia
esteriore estrema, quasi monacale, perfettamente organizzate in scomparti
internamente, che presto cominciano ad essere molto apprezzate,
soprattutto quando esplodono, negli anni 80, i designer giapponesi come
Yohji Yamamoto e Rei Kawakubo di Comme des Garçons, la cui estetica quasi
ascetica e decostruita presto rivoluziona la moda occidentale. Le borse
di Alberta hanno un impatto enorme, tanto che nel 1985 viene invitata
alla prima Neomoda a Milano, unica designer di borse: arriveranno poi
altre fiere internazionali come la Cours Vitrée des beaux arts di Parigi.
I più importanti negozi del mondo cominciano a chiedere le sue borse: un
successo inatteso, che spinge Alberta ad aprire la sua azienda, Alberta
D., riconvertendo la sua casa in centro a Bologna in stabilimento con 10
dipendenti che si occupano di taglio e spedizioni. Gli ordini fioccano
ovunque, e le borse di Alberta D. fanno bella mostra di sé nelle vetrine
italiane ed internazionali: Gianmari a Bologna e Penelope a Brescia, che
per primi credono in lei, Biffi a Milano, Luisa Via Roma a Firenze, Gente
a Roma, e ancora Joseph a Londra e Victoire a Parigi, Barneys a New York
e Mansfield a Boston, Joyce a Hong Kong, The Ginza a Tokio, Al Oustura in
Kuwait, per un giro d’affari che nel 1989 arriva a 2 miliardi. Troppo,
per una persona sola, per di più ancorata ad una visione sognatrice ed
intima del proprio lavoro: Alberta dopo la nascita della figlia si prende
qualche anno lontano dalla moda, prima di diventare direttrice creativa
di Desmo. Oggi Alberta gestisce un bed & breakfast nel centro di Bologna,
la stessa casa che era azienda da dove partivano spedizioni oltre oceano
oggi riceve un viavai di persone da tutto il mondo. Una casa che è uno
scrigno di oggetti da tutto il mondo, e di borse, naturalmente: oggetti
del desiderio non solo da ammirare ma da portare a casa con sé per
custodire, come vorrebbe Alberta, un pezzetto di lei.
“La vita in una borsa: meravigliosa storia di Alberta D.”
dal 12 settembre al 14 ottobre
ABC Arte Bologna Cultura, via Alessandrini, 11, Bologna
Un progetto ABC Arte Bologna Cultura
Progetto espositivo a cura di Fausto Savoretti
Opening
martedì 12 settembre
ore 16:30 – ingresso privilegiato 30 € (utilizzabili per l’acquisto delle
borse in mostra, con diritto di prelazione sull’acquisto)
ore 18:00 - apertura al pubblico
Orari
dal martedì al sabato dalle 17:30 alle 19:30
Asta
sabato 14 ottobre ore 19
Ufficio stampa
Luciana Apicella | m. 335 7534485 | luciana.apicella@gmail.com
pezzi di pelle colorata, per farne borse che in un solo colpo d’occhio
illuminavano gli outfit sartoriali e a tratti anonimi delle signorine di
buona famiglia in provincia, alla fine degli anni Sessanta: la storia
delle borse di Alberta D., al secolo Alberta Dalla, è quella di una
passione intima e un approccio artigianale che si trasformò, negli anni
Ottanta, in un brand di enorme successo, in Italia e all’estero. La
mostra “La vita in una borsa: meravigliosa storia di Alberta D.” di ABC
Arte Bologna Cultura (via Alessandrini, 11, Bologna) in programma dal 12
settembre al 10 ottobre non è solo un omaggio alla creatività della
designer, ma un vero e proprio viaggio nella storia della borsa, che per
Alberta è l’accessorio femminile per eccellenza, casa e utero, ma pure
fagotto da portare in giro per il mondo per lei, spirito nomade da
sempre. Oltre 450 i modelli che saranno presenti nell’esposizione, tra
creazioni di Alberta e borse di seconda mano accumulate in una ricerca
ossessiva del dettaglio da riprodurre e reinterpretare, scovate nei
mercatini delle pulci parigini, sulle bancarelle delle artigiane di Bali
o barattate con le anziane signore bolognesi in cambio di un modello
nuovo di zecca. Un vero e proprio campionario della storia mondiale della
borsa: la più antica è di fine Settecento, la più recente è del 2008, e
fa parte dell’ultima collezione firmata da Alberta D. Borse da guardare
per un viaggio nell’evoluzione del gusto ma pure dell’evoluzione della
figura femminile nella società, e anche da acquistare: sarà infatti
possibile comprare alcuni dei modelli, mentre una cinquantina di pezzi, i
più pregiati, saranno protagonisti dell’asta di chiusura sabato 14
ottobre.
La storia di Alberta D. comincia sul finire degli anni Sessanta nel
ferrarese, quando comincia a comporre buste di pelle colorata con i
ritagli di pelle regalati da un amico del padre: una forma di “art
therapy”, come racconta la stessa Alberta, che le consente di superare
attraverso la creatività un momento doloroso. Le sue creazioni, buste
patchwork coloratissime, decorate con immagini stilizzate e con un
fortissimo, anche se inconsapevole, richiamo alla pop-art, cominciano ad
essere notate cominciano presto ad essere notate dalle signore e dalle
commesse di Bologna, che le chiedono di riprodurle per poterle rivendere
in negozio. Nel 1970 Alberta si trasferisce nel capoluogo emiliano per
studiare e nel turbine della vita studentesca di quegli anni accantona
quello che continua a considerare un hobby. Dopo due lauree e il
matrimonio, Alberta ricomincia quasi per caso a dedicarsi alle sue
creazioni: l’ispirazione le viene dalle vecchie borse, delle quali ammira
la perfezione dei dettagli, molto meno la scarsa praticità. Così ne
scopre i segreti smontandole minuziosamente e cercando di riprodurne le
fattezze in modelli più grandi e più adatti alle esigenze della donna
contemporanea, lavoratrice che ha bisogno di spazio per poter affrontare
una giornata fuori casa. Il risultato sono borse pratiche, di una pulizia
esteriore estrema, quasi monacale, perfettamente organizzate in scomparti
internamente, che presto cominciano ad essere molto apprezzate,
soprattutto quando esplodono, negli anni 80, i designer giapponesi come
Yohji Yamamoto e Rei Kawakubo di Comme des Garçons, la cui estetica quasi
ascetica e decostruita presto rivoluziona la moda occidentale. Le borse
di Alberta hanno un impatto enorme, tanto che nel 1985 viene invitata
alla prima Neomoda a Milano, unica designer di borse: arriveranno poi
altre fiere internazionali come la Cours Vitrée des beaux arts di Parigi.
I più importanti negozi del mondo cominciano a chiedere le sue borse: un
successo inatteso, che spinge Alberta ad aprire la sua azienda, Alberta
D., riconvertendo la sua casa in centro a Bologna in stabilimento con 10
dipendenti che si occupano di taglio e spedizioni. Gli ordini fioccano
ovunque, e le borse di Alberta D. fanno bella mostra di sé nelle vetrine
italiane ed internazionali: Gianmari a Bologna e Penelope a Brescia, che
per primi credono in lei, Biffi a Milano, Luisa Via Roma a Firenze, Gente
a Roma, e ancora Joseph a Londra e Victoire a Parigi, Barneys a New York
e Mansfield a Boston, Joyce a Hong Kong, The Ginza a Tokio, Al Oustura in
Kuwait, per un giro d’affari che nel 1989 arriva a 2 miliardi. Troppo,
per una persona sola, per di più ancorata ad una visione sognatrice ed
intima del proprio lavoro: Alberta dopo la nascita della figlia si prende
qualche anno lontano dalla moda, prima di diventare direttrice creativa
di Desmo. Oggi Alberta gestisce un bed & breakfast nel centro di Bologna,
la stessa casa che era azienda da dove partivano spedizioni oltre oceano
oggi riceve un viavai di persone da tutto il mondo. Una casa che è uno
scrigno di oggetti da tutto il mondo, e di borse, naturalmente: oggetti
del desiderio non solo da ammirare ma da portare a casa con sé per
custodire, come vorrebbe Alberta, un pezzetto di lei.
“La vita in una borsa: meravigliosa storia di Alberta D.”
dal 12 settembre al 14 ottobre
ABC Arte Bologna Cultura, via Alessandrini, 11, Bologna
Un progetto ABC Arte Bologna Cultura
Progetto espositivo a cura di Fausto Savoretti
Opening
martedì 12 settembre
ore 16:30 – ingresso privilegiato 30 € (utilizzabili per l’acquisto delle
borse in mostra, con diritto di prelazione sull’acquisto)
ore 18:00 - apertura al pubblico
Orari
dal martedì al sabato dalle 17:30 alle 19:30
Asta
sabato 14 ottobre ore 19
Ufficio stampa
Luciana Apicella | m. 335 7534485 | luciana.apicella@gmail.com
12
settembre 2017
La vita in una borsa: meravigliosa storia di Alberta D.
Dal 12 settembre al 10 ottobre 2017
design
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
ABC
Bologna, Via Antonio Alessandrini, 11, (Bologna)
Bologna, Via Antonio Alessandrini, 11, (Bologna)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 17:30 alle 19:30
Vernissage
12 Settembre 2017, h 18
Autore