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Laetitia Calcagno / Angela Grazia Galletto – Private. Sconosciute figure
Mostra doppia personale
Comunicato stampa
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C’è qualcosa di immensamente importante dietro un quadro, qualcosa che nessuno, oltre all’artista, può sapere. C’è un mondo che parla di vissuto, ma può anche parlare di pura fantasia, pura immaginazione, senza che la verità si riveli a chicchessia.
Chi rappresentano questi volti? Chi sono quelle figure? Perché sono state impresse su quelle tele?
Domande inutili alle quali è inutile rispondere, come chiedersi se esista un Dio o perché a Venezia ci sia tanta acqua. Ciò che non si può sapere è Bello perché scatena in noi un movimento logico, uno sforzo necessario per non soffermarci davanti ad un dipinto e pensare se sarebbe potuto essere pitturato meglio.
Per questi motivi i dipinti di Laetitia Calcagno e Angela Grazia Galletto si uniscono magnificamente in questa mostra, senza piacere o dispiacere, ma semplicemente nel loro essere Belli. La possibilità di godere di una tela per le sue forme, che Laetitia dona ad ogni pennellata lasciando solo una minima possibilità di analisi, o gustare i colori dei quadri di Angela, che dona luminoso e incondizionato splendore ad ogni piccola tela, privando ogni tanto la nostra gaiezza con colori scuri per ricordarci che non c’è solo la luce. Senza che ci siano per forza dei motivi. Senza ricercare una forzata razionalità, per quanta ce ne possa essere. Senza che ad ogni costo il critico d’arte di turno debba motivare, secondo giudizi perentori di gusto, il perché e il percome sia assolutamente necessario scapicollarsi ad una mostra senza sapere nemmeno di cosa si parli, senza capire perché andarci o rimanendo delusi per le aspettative tradite.
Qui sta la novità di questa mostra: non c’è nulla da capire. E, sia chiaro, non perché queste opere non comunichino nessuna esperienza, nessuna sensazione, non perché i quadri siano monotoni, ripetitivi e già visti, tutto il contrario: la sensazione garantita del Bello platonico, l’estasi inevitabile della sindrome di Stendhal, l’agognata catarsi aristotelica applicata finalmente alla pittura potranno, con qualche piccolo sforzo, essere compresi.
Oppure, per una volta, sarà possibile uscire da una galleria d’arte contemporanea senza chiedersi cosa volesse comunicare quella strana tela a pois.
Andrea Giacometti
Chi rappresentano questi volti? Chi sono quelle figure? Perché sono state impresse su quelle tele?
Domande inutili alle quali è inutile rispondere, come chiedersi se esista un Dio o perché a Venezia ci sia tanta acqua. Ciò che non si può sapere è Bello perché scatena in noi un movimento logico, uno sforzo necessario per non soffermarci davanti ad un dipinto e pensare se sarebbe potuto essere pitturato meglio.
Per questi motivi i dipinti di Laetitia Calcagno e Angela Grazia Galletto si uniscono magnificamente in questa mostra, senza piacere o dispiacere, ma semplicemente nel loro essere Belli. La possibilità di godere di una tela per le sue forme, che Laetitia dona ad ogni pennellata lasciando solo una minima possibilità di analisi, o gustare i colori dei quadri di Angela, che dona luminoso e incondizionato splendore ad ogni piccola tela, privando ogni tanto la nostra gaiezza con colori scuri per ricordarci che non c’è solo la luce. Senza che ci siano per forza dei motivi. Senza ricercare una forzata razionalità, per quanta ce ne possa essere. Senza che ad ogni costo il critico d’arte di turno debba motivare, secondo giudizi perentori di gusto, il perché e il percome sia assolutamente necessario scapicollarsi ad una mostra senza sapere nemmeno di cosa si parli, senza capire perché andarci o rimanendo delusi per le aspettative tradite.
Qui sta la novità di questa mostra: non c’è nulla da capire. E, sia chiaro, non perché queste opere non comunichino nessuna esperienza, nessuna sensazione, non perché i quadri siano monotoni, ripetitivi e già visti, tutto il contrario: la sensazione garantita del Bello platonico, l’estasi inevitabile della sindrome di Stendhal, l’agognata catarsi aristotelica applicata finalmente alla pittura potranno, con qualche piccolo sforzo, essere compresi.
Oppure, per una volta, sarà possibile uscire da una galleria d’arte contemporanea senza chiedersi cosa volesse comunicare quella strana tela a pois.
Andrea Giacometti
25
ottobre 2009
Laetitia Calcagno / Angela Grazia Galletto – Private. Sconosciute figure
Dal 25 ottobre al 07 novembre 2009
arte contemporanea
Location
CALCAGNO ART STUDIO
Venezia, Campo del Ghetto, 2918, (Venezia)
Venezia, Campo del Ghetto, 2918, (Venezia)
Orario di apertura
da lunedi a venerdi ore 14-18
Vernissage
25 Ottobre 2009, ore 11.30
Autore
Curatore