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L’alba della vita: Felicità e Inquietudine
Asta di beneficenza per l’associazione Bambini in Romania
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Milano, 26 Novembre 2010 – A Bambini in Romania, associazione promossa da Don Gino Rigoldi, verranno destinati i compensi raccolti dalla vendita all’asta delle opere gentilmente donate dai fotografi Stefano Bonazzi e Francesco Parrella, in esposizione alla galleria SpaziArti Ungallery fino al 9 dicembre. Battitore d’asta sarà l’apprezzato critico e storico della fotografia e del fotogiornalismo Denis Curti, che ha contribuito a portare in Italia grandi mostre come quelle di Sebastiao Salgado, Cartier-Bresson, Robert Capa e René Burri. Direttore della sede milanese di Contrasto e Vicepresidente della Fondazione Forma, Denis Curti è da anni amico dell’associazione e supporter delle iniziative che servono a portare il sorriso ai piccoli bambini romeni.
L’esposizione, a cura di StatArt, presenta l’esplorazione del mondo dell’infanzia attraverso le immagini eloquenti dei due artisti, caratterizzati ciascuno da un proprio stile ed una propria tecnica.
Le opere di Stefano Bonazzi sono quindici “manipolazioni digitali” che creano cortocircuiti visivi nei quali i volti sono nascosti da maschere. Composizioni metafisiche, stranianti, in cui tutto è dove non dovrebbe essere: caos calmo. Un’ analisi disillusa degli stati d’animo dell’essere, frutto della sua visione cinica della vita, in cui l’artista rielabora le proprie sensazioni e le veicola con un linguaggio artificiale che accentua la sua visione distaccata della realtà.
Francesco Parrella propone quindici fotografie in bianco e nero che ritraggono bambini di tutto il mondo, documentando momenti della loro socialità: gioco, formazione e vita con gli altri. Immagini d’infanzia carpite durante i suoi numerosi viaggi a fianco di associazioni dedite ai diritti del bambino, volti e occhi che catalizzano lo sguardo dell’osservatore.
“E allora la fotografia deve essere racconto, – ha dichiarato Denis Curti - uno specchio della vita, una storia dell'uomo e del sentimento, un motivo per vedere e per definire spazi d'esistenza e di riflessione. Uno sguardo oltre il buio per comprendere, per esercitare una responsabilità, per costringere all'osservazione, quella dell'individuo che non può nascondersi da sé. Al giornalismo documentario riconosciamo il ruolo di iniziatore di significati e alla fotografia quello di icona e indice, di memoria e di sapere. E nel raccontare l'umana condizione non può esistere la 'giusta distanza', il punto di vista neutro e neutrale. Vedere è distinguere, porsi di fronte alle cose e al mondo per capire e comprendere, per sapere e conoscere.”
Inoltre Don Gino Rigoldi ha ricordato: “Un bambino o una bambina: una vita che si sta muovendo verso l'età adolescenziale e che potrà essere triste o felice, con una famiglia o in solitudine, abbandonato per le strade di una città della Romania oppure in una casa, dentro una scuola o al lavoro. Noi ci siamo abituati a non fare più i conti, ci siamo dati un criterio fondamentale: ogni bambino o bambina che riusciamo con un piccolo aiuto a riportare nella sua famiglia, quando la famiglia esiste ed è disponibile, è una vita che cambia, un volto che muta espressione, che incomincia a sorridere.”
La mostra è stata realizzata con il contributo di Fondazione Cariplo nell'ambito del progetto “Cittadinanza attiva: coinvolgimento dei giovani per l'integrazione".
L’alba della vita: Felicità e Inquietudine
STEFANO BONAZZI, FRANCESCO PARRELLA
Inaugurata giovedì 18 novembre ore 18,30, in esposizione fino al 9 dicembre 2010
SpaziArti Ungallery, in collaborazione con l’associazione Bambini in Romania di Don Gino Rigoldi e con il contributo della Fondazione Cariplo, propone – in occasione della Giornata Internazionale per i Diritti dei Bambini – la mostra L’alba della vita: Felicità e Inquietudine, a cura di StatArt (Daniela Pacchiana, Jessica Paolillo, Carmen Tatò).
Due gli artisti in mostra, Stefano Bonazzi e Francesco Parrella, i quali esplorano – pur nella diversità tecnico-stilistica e interpretativa – il mondo dell’infanzia attraverso eloquenti immagini.
Medesimo è il mezzo espressivo, ma operano in modo differente sulla fotografia da cui emergono due mondi a confronto. Si servono di linguaggi opposti: Parella esplicito, Bonazzi implicito. Da fotografie di sguardi di bambini di tutto il mondo, selezionate tra le numerose scattate durante i reportage, a immagini stranianti di un iperrazionale interiorità che ci restituiscono percezioni graffianti. Da luoghi di povertà materiale a luoghi di solitudine interiore, alienanti, desolanti. Bonazzi fa un’interpretazione quasi psicologica e personale che porta alla creazione di un mondo parallelo, illusorio ma mai lontano dal reale. Parrella, invece, è strettamente legato alla realtà e documenta aspetti spesso trascurati, attimi di vita vissuti nella quotidianità realizzando reportage a sfondo sociale.
Francesco Parrella espone quindici fotografie in bianco e nero che ritraggono bambini di tutto il mondo, documentando momenti della loro socialità: gioco, formazione e vita con gli altri. Registra immagini d’infanzia carpite durante i suoi numerosi viaggi a fianco di associazioni dedite al conseguimento dei diritti dei bambini, quali Help Express, PANepal (Prisoner Assistant Nepal) e Bambini in Romania. Si fa testimone di momenti salienti della vita dei fanciulli che vivono situazioni familiari, ambientali e di salute precari. In Nepal fa un reportage sulle scuole aperte grazie all’impegno di Indira Ranamagar che offre loro istruzione e supporto morale dando una speranza a quei bambini lontani dalle madri incarcerate. Bambini sorridenti che vivono con naturalezza la loro condizione. Significativa è la foto in cui è ritratto un ragazzino che gioca sulle rive del fiume e alle spalle il fumo dei corpi che vengono cremati che esalano un odore nauseante, a lui indifferente. Fotografie rubate di volti e occhi di bambini che catalizzano lo sguardo dell’osservatore. La scelta dell’inquadratura e della luce è funzionale alla comprensione. Alcune immagini sono caratterizzate da forti contrasti: zone di netta oscurità da cui emergono spiragli di luce, unici, che ci consentono di osservare un mondo spesso in ombra.
Durante l’inaugurazione è stato proiettato in anteprima il trailer del documentario realizzato da Noname per Help Express e Bambini in Romania relativo al viaggio verso Valcea, presso le Case del Sorriso di Bambini in Romania per consegnare gli aiuti a ragazzi di famiglie disagiate con le relative interviste agli organizzatori che hanno permesso la realizzazione di tale progetto. Don Gino Rigoldi, presidente dell’Associazione Bambini in Romania, sarà presente all’inaugurazione della mostra dando testimonianza diretta della sua collaborazione con Help Express. Gruppo di amici - tra cui Francesco Parrella - che nasce con lo scopo primario di raccogliere beni materiali di prima necessità da portare fisicamente dove la domanda è più impellente, insieme a tutto ciò che possa dare gioia e spensieratezza.
Stefano Bonazzi ventisettenne artista ferrarese, presenta quindici “manipolazioni digitali”. L’artista parte da immagini fotografiche rielaborate con approfondita meditazione. Cortocircuiti visivi nei quali i volti sono nascosti da maschere. Apre il sipario a figure immobili sospese in uno spietato equilibrio incerto. Colpiscono le composizioni metafisiche, stranianti, in cui tutto è dove non dovrebbe essere: caos calmo. Analisi disillusa degli stati d’animo dell’essere, frutto della sua visione cinica che induce a soffermarsi sull’asprezza della società. L’artista rielabora le proprie sensazioni e le veicola con un linguaggio artificiale interprete di visioni distaccate della realtà, pur sviluppandosi da essa. Questa artificiosità è volutamente esasperata. Le sue rielaborazioni digitali sono create con le stesse tecniche con cui si producono le immagini “caricate di falsi colori” – come si evince dalle parole dell’artista stesso – della mercificazione pubblicitaria che anestetizzano i sensi. La diversità è negli intenti. Anche le sue, sono immagini ingannevoli. A primo acchito, potrebbero suggerire mondi di assoluta tristezza, mondi dai quali mai più svegliarsi o far ritorno, mondi senza alternativa, catastrofici: The last day on earth; A bad dream; Dreamland; Neverland e Scaryland. Nelle sue opere le persone sono immobilizzate, ma dal frastuono della società. Si chiudono nel silenzio di se stesse, ma la loro è una condizione transitoria, mai definitiva in quanto a muoversi è il loro pensiero, il loro stato emotivo che da solo, può superare la cecità interiore. Stefano Bonazzi sfruttando il linguaggio della comunicazione pubblicitaria insieme a stranianti associazioni figurative – rese in tonalità ridotte di colore, tendenti ai grigi – riesce a sovvertire e nel contempo a stimolare le percezione emotive. Le sue tormentate figure sono immerse in luoghi mentali, trasognati, incantati che ci lasciano sbigottiti. Creazioni sospese in un equilibrio instabile, afono, che oscilla tra pacatezza e inquietudine, realtà e visioni allucinate, che creano spazi disorientanti. La sua non è, però, un’astrazione dalla concretezza materiale, un rifugio isolato senza meta, lontano dagli eventi circostanti. Bonazzi parte dalla lucida presa di coscienza di ciò che ci circonda per stimolare l’osservatore a raggiungere una destinazione possibile, alternativa al disorientamento. I Cattivi sogni traducono, in immagini, stati d’animo come lo smarrimento e l’incertezza dell’individuo, perso nella ricerca mentale di se stesso e di una posizione nel mondo. Ciò è espresso anche dalla disposizione straniante delle figure che compongono le sue opere. Tutto è decontestualizzato, come se ogni cosa avesse perso il proprio posto abitudinario sulla terra e venisse spostato come pedina inconsapevole nella scacchiera della vita. Con la tecnica adottata, per alcuni aspetti iper-reale, l’artista tenta di svelare ciò che è celato e soffocato dai camuffamenti odierni. Infatti, le sue composizioni stimolano la curiosità, spingono a oltrepassare l’immagine superficiale per vedere con lo sguardo della coscienza una realtà più reale del reale.
StatArt, Carmen Tatò
Asta benefica il 1 dicembre 2010 ore 18.30 presso SpaziArti Ungallery .
La mostra si terrà presso SpaziArti Ungallery dal 18 novembre al 9 dicembre 2010.
SpaziArti Ungallery è aperta tutti i giorni, esclusa la domenica, dalle ore 17.30 alle ore 19.30.
L’esposizione, a cura di StatArt, presenta l’esplorazione del mondo dell’infanzia attraverso le immagini eloquenti dei due artisti, caratterizzati ciascuno da un proprio stile ed una propria tecnica.
Le opere di Stefano Bonazzi sono quindici “manipolazioni digitali” che creano cortocircuiti visivi nei quali i volti sono nascosti da maschere. Composizioni metafisiche, stranianti, in cui tutto è dove non dovrebbe essere: caos calmo. Un’ analisi disillusa degli stati d’animo dell’essere, frutto della sua visione cinica della vita, in cui l’artista rielabora le proprie sensazioni e le veicola con un linguaggio artificiale che accentua la sua visione distaccata della realtà.
Francesco Parrella propone quindici fotografie in bianco e nero che ritraggono bambini di tutto il mondo, documentando momenti della loro socialità: gioco, formazione e vita con gli altri. Immagini d’infanzia carpite durante i suoi numerosi viaggi a fianco di associazioni dedite ai diritti del bambino, volti e occhi che catalizzano lo sguardo dell’osservatore.
“E allora la fotografia deve essere racconto, – ha dichiarato Denis Curti - uno specchio della vita, una storia dell'uomo e del sentimento, un motivo per vedere e per definire spazi d'esistenza e di riflessione. Uno sguardo oltre il buio per comprendere, per esercitare una responsabilità, per costringere all'osservazione, quella dell'individuo che non può nascondersi da sé. Al giornalismo documentario riconosciamo il ruolo di iniziatore di significati e alla fotografia quello di icona e indice, di memoria e di sapere. E nel raccontare l'umana condizione non può esistere la 'giusta distanza', il punto di vista neutro e neutrale. Vedere è distinguere, porsi di fronte alle cose e al mondo per capire e comprendere, per sapere e conoscere.”
Inoltre Don Gino Rigoldi ha ricordato: “Un bambino o una bambina: una vita che si sta muovendo verso l'età adolescenziale e che potrà essere triste o felice, con una famiglia o in solitudine, abbandonato per le strade di una città della Romania oppure in una casa, dentro una scuola o al lavoro. Noi ci siamo abituati a non fare più i conti, ci siamo dati un criterio fondamentale: ogni bambino o bambina che riusciamo con un piccolo aiuto a riportare nella sua famiglia, quando la famiglia esiste ed è disponibile, è una vita che cambia, un volto che muta espressione, che incomincia a sorridere.”
La mostra è stata realizzata con il contributo di Fondazione Cariplo nell'ambito del progetto “Cittadinanza attiva: coinvolgimento dei giovani per l'integrazione".
L’alba della vita: Felicità e Inquietudine
STEFANO BONAZZI, FRANCESCO PARRELLA
Inaugurata giovedì 18 novembre ore 18,30, in esposizione fino al 9 dicembre 2010
SpaziArti Ungallery, in collaborazione con l’associazione Bambini in Romania di Don Gino Rigoldi e con il contributo della Fondazione Cariplo, propone – in occasione della Giornata Internazionale per i Diritti dei Bambini – la mostra L’alba della vita: Felicità e Inquietudine, a cura di StatArt (Daniela Pacchiana, Jessica Paolillo, Carmen Tatò).
Due gli artisti in mostra, Stefano Bonazzi e Francesco Parrella, i quali esplorano – pur nella diversità tecnico-stilistica e interpretativa – il mondo dell’infanzia attraverso eloquenti immagini.
Medesimo è il mezzo espressivo, ma operano in modo differente sulla fotografia da cui emergono due mondi a confronto. Si servono di linguaggi opposti: Parella esplicito, Bonazzi implicito. Da fotografie di sguardi di bambini di tutto il mondo, selezionate tra le numerose scattate durante i reportage, a immagini stranianti di un iperrazionale interiorità che ci restituiscono percezioni graffianti. Da luoghi di povertà materiale a luoghi di solitudine interiore, alienanti, desolanti. Bonazzi fa un’interpretazione quasi psicologica e personale che porta alla creazione di un mondo parallelo, illusorio ma mai lontano dal reale. Parrella, invece, è strettamente legato alla realtà e documenta aspetti spesso trascurati, attimi di vita vissuti nella quotidianità realizzando reportage a sfondo sociale.
Francesco Parrella espone quindici fotografie in bianco e nero che ritraggono bambini di tutto il mondo, documentando momenti della loro socialità: gioco, formazione e vita con gli altri. Registra immagini d’infanzia carpite durante i suoi numerosi viaggi a fianco di associazioni dedite al conseguimento dei diritti dei bambini, quali Help Express, PANepal (Prisoner Assistant Nepal) e Bambini in Romania. Si fa testimone di momenti salienti della vita dei fanciulli che vivono situazioni familiari, ambientali e di salute precari. In Nepal fa un reportage sulle scuole aperte grazie all’impegno di Indira Ranamagar che offre loro istruzione e supporto morale dando una speranza a quei bambini lontani dalle madri incarcerate. Bambini sorridenti che vivono con naturalezza la loro condizione. Significativa è la foto in cui è ritratto un ragazzino che gioca sulle rive del fiume e alle spalle il fumo dei corpi che vengono cremati che esalano un odore nauseante, a lui indifferente. Fotografie rubate di volti e occhi di bambini che catalizzano lo sguardo dell’osservatore. La scelta dell’inquadratura e della luce è funzionale alla comprensione. Alcune immagini sono caratterizzate da forti contrasti: zone di netta oscurità da cui emergono spiragli di luce, unici, che ci consentono di osservare un mondo spesso in ombra.
Durante l’inaugurazione è stato proiettato in anteprima il trailer del documentario realizzato da Noname per Help Express e Bambini in Romania relativo al viaggio verso Valcea, presso le Case del Sorriso di Bambini in Romania per consegnare gli aiuti a ragazzi di famiglie disagiate con le relative interviste agli organizzatori che hanno permesso la realizzazione di tale progetto. Don Gino Rigoldi, presidente dell’Associazione Bambini in Romania, sarà presente all’inaugurazione della mostra dando testimonianza diretta della sua collaborazione con Help Express. Gruppo di amici - tra cui Francesco Parrella - che nasce con lo scopo primario di raccogliere beni materiali di prima necessità da portare fisicamente dove la domanda è più impellente, insieme a tutto ciò che possa dare gioia e spensieratezza.
Stefano Bonazzi ventisettenne artista ferrarese, presenta quindici “manipolazioni digitali”. L’artista parte da immagini fotografiche rielaborate con approfondita meditazione. Cortocircuiti visivi nei quali i volti sono nascosti da maschere. Apre il sipario a figure immobili sospese in uno spietato equilibrio incerto. Colpiscono le composizioni metafisiche, stranianti, in cui tutto è dove non dovrebbe essere: caos calmo. Analisi disillusa degli stati d’animo dell’essere, frutto della sua visione cinica che induce a soffermarsi sull’asprezza della società. L’artista rielabora le proprie sensazioni e le veicola con un linguaggio artificiale interprete di visioni distaccate della realtà, pur sviluppandosi da essa. Questa artificiosità è volutamente esasperata. Le sue rielaborazioni digitali sono create con le stesse tecniche con cui si producono le immagini “caricate di falsi colori” – come si evince dalle parole dell’artista stesso – della mercificazione pubblicitaria che anestetizzano i sensi. La diversità è negli intenti. Anche le sue, sono immagini ingannevoli. A primo acchito, potrebbero suggerire mondi di assoluta tristezza, mondi dai quali mai più svegliarsi o far ritorno, mondi senza alternativa, catastrofici: The last day on earth; A bad dream; Dreamland; Neverland e Scaryland. Nelle sue opere le persone sono immobilizzate, ma dal frastuono della società. Si chiudono nel silenzio di se stesse, ma la loro è una condizione transitoria, mai definitiva in quanto a muoversi è il loro pensiero, il loro stato emotivo che da solo, può superare la cecità interiore. Stefano Bonazzi sfruttando il linguaggio della comunicazione pubblicitaria insieme a stranianti associazioni figurative – rese in tonalità ridotte di colore, tendenti ai grigi – riesce a sovvertire e nel contempo a stimolare le percezione emotive. Le sue tormentate figure sono immerse in luoghi mentali, trasognati, incantati che ci lasciano sbigottiti. Creazioni sospese in un equilibrio instabile, afono, che oscilla tra pacatezza e inquietudine, realtà e visioni allucinate, che creano spazi disorientanti. La sua non è, però, un’astrazione dalla concretezza materiale, un rifugio isolato senza meta, lontano dagli eventi circostanti. Bonazzi parte dalla lucida presa di coscienza di ciò che ci circonda per stimolare l’osservatore a raggiungere una destinazione possibile, alternativa al disorientamento. I Cattivi sogni traducono, in immagini, stati d’animo come lo smarrimento e l’incertezza dell’individuo, perso nella ricerca mentale di se stesso e di una posizione nel mondo. Ciò è espresso anche dalla disposizione straniante delle figure che compongono le sue opere. Tutto è decontestualizzato, come se ogni cosa avesse perso il proprio posto abitudinario sulla terra e venisse spostato come pedina inconsapevole nella scacchiera della vita. Con la tecnica adottata, per alcuni aspetti iper-reale, l’artista tenta di svelare ciò che è celato e soffocato dai camuffamenti odierni. Infatti, le sue composizioni stimolano la curiosità, spingono a oltrepassare l’immagine superficiale per vedere con lo sguardo della coscienza una realtà più reale del reale.
StatArt, Carmen Tatò
Asta benefica il 1 dicembre 2010 ore 18.30 presso SpaziArti Ungallery .
La mostra si terrà presso SpaziArti Ungallery dal 18 novembre al 9 dicembre 2010.
SpaziArti Ungallery è aperta tutti i giorni, esclusa la domenica, dalle ore 17.30 alle ore 19.30.
01
dicembre 2010
L’alba della vita: Felicità e Inquietudine
01 dicembre 2010
asta
Location
SPAZIARTI
Milano, Corso Buenos Aires, 23, (Milano)
Milano, Corso Buenos Aires, 23, (Milano)
Vernissage
1 Dicembre 2010, ore 18.30
Sito web
www.bambiniinromania.it
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