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Lambretto
tre serate dedicate all’arte contemporanea con performance e installazioni di gallerie italiane ed estere
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il 22 settembre 2006, in concomitanza con la tre giorni di Start e con l’avvio della nuova stagione artistica delle gallerie, nell’area “Lambretto” in Via Arrighi 19 (Lambrate, Milano), attigua al nuovo polo di Via Ventura dell’arte e del design, viene inaugurata la prima di tre giornate dedicate all’arte contemporanea internazionale.
Dalle 19.00 alle 23.00 diverse gallerie italiane e straniere presentano installazioni di artisti e performance live con suono e video. “Lambretto” sarà visitabile anche nei due giorni successivi, 23 e 24 settembre, dalle 12.00 alle 20.00.
Partecipano:
* Elaine Levy Project, Bruxelles e Spencer Brownstone Gallery, New York, con un’installazione di goldiechiari
* Studio Matteo Boetti, Roma e Galleria Enrico Fornello, Prato, con una performance di Marco Papa
* Francesca Minini, Milano, con una performance di Riccardo Previdi, Luca Trevisani e i Bahnhof
(22 settembre ore 20)
* Galerie Iris Kadel, Karlsruhe, con un’installazione di Katja Davar
* Galleria Klerkx, Milano, con una performance di Simone Tosca e Port-Royal+Andrea Dojmi
(22 settembre ore 22)
* Galerie Martin van Zomeren/GMVZ, Amsterdam, con un film di Jeroen Kooijmans e fotografie di Alexandra Leykauf
* Galerie Diana Stigter, Amsterdam, con un video di Julika Rudelius
* Galerie Juliètte Jongma, Amsterdam, con un film di Guido van der Werve
* Annet Gelink Gallery, Amsterdam, con un film di Erik Wesselo
* Pianissimo, Milano, con un’installazione di Alessandro Dal Pont
* Alison Jacques Gallery, Londra, con un film di Paul Morrison
* Galerie Isabella Bortolozzi, Berlino, con due installazioni sonore di Susan Philipsz
L’area “Lambretto”, limitrofa a Via Ventura e collocata ai bordi del Lambro, sarà interessata dal processo di contaminazione culturale e architettonica promosso da Mariano Pichler già in atto a Lambrate.
L’evento del 22 settembre segna l’avvio di un importante progetto di trasformazione e rigenerazione per “Lambretto” dove, a partire dall’ottobre 2006, inizieranno i lavori per la costruzione di “Brainport”: il primo spazio in Italia per lavorare in condivisione. Un polo creativo, un’officina di idee, un laboratorio di nuove attività che potrà ospitare fino a 30-40 imprese avviate, tra cui agenzie di pubblicità, studi di architettura e legali, associazioni e gallerie d'arte, etc. Uno spazio che consentirà di combinare autonomia e servizi condivisi (come foresterie per gli ospiti, mensa, palestra e micronido interni) con benefici dal punto di vista sociale e ambientale.
In particolare:
* Elaine Levy Project, Bruxelles e Spencer Brownstone Gallery, New York presentano:
Enjoy, un’installazione di goldiechiari
Il lavoro di Sara Goldschmied ed Eleonora Chiari fa parte di un recente progetto di ricerca sul piacere, Enjoy, che affronta ossessioni e tabù contemporanei con “spirito ludico e giocoso”, componente indissolubile della loro produzione artistica. goldiechiari giocano sulla non-riconoscibilità immediata delle opere, creando un’atmosfera dalla forte attrazione visiva e tattile che presenta allusioni e provocazioni specchio del loro pensiero ma non esplicitazioni concrete. Al “Lambretto” viene presentato Enjoy, un gigantesco sex toy gonfiabile lungo 27 metri e illuminato dall’interno.
* Lo Studio Matteo Boetti, Roma, e la Galleria Enrico Fornello, Prato, presentano:
Dancing on the Verge , una performance di Marco Papa
Marco Papa invita il pubblico e tutte le persone che hanno sostenuto l'elaborazione e la costruzione del progetto Dancing on the Verge a sostenerlo di nuovo, questa volta con un impegno fisico, per realizzare quella che forse apparirà come l'opera principale di tutto il progetto: un'imponente scultura costituita da 11 blocchi di granito nero raffigurante Gene Anthony Ray, meglio conosciuto come Leroy Johnson, il ballerino ribelle del film "Fame".
Presso Art Book Milano in via Ventura 5 viene inoltre presentato il libro “Dancing on the Verge” edito da Charta.
Sarà anche possibile prenotarsi per partecipare all’azione della performance acquisendo una delle edizioni di inviti speciali a tiratura limitata.
* Francesca Minini, Milano, presenta:
Volksbühne, una performance di Riccardo Previdi, Luca Trevisani e i Bahnhof
La performance avrà luogo il 22 settembre alle ore 20
Riccardo Previdi, Luca Trevisani e i Bahnhof collaborano per la prima volta ad un progetto che si svilupperà attraverso la presentazione di una performance sul movimento e il suono, ideata da Trevisani, su un palco modulare luminoso, realizzato da Previdi. Le immagini e i suoni prodotti dalla performance Cumulonembo di Trevisani, che avviene in un luogo diverso da quello in cui si trova il palco di Previdi, vengono filtrati, manomessi e ri-elaborati dai Bahnhof, i quali operano come una sorta di filtro che si trova tra la performance e il palco.
Volksbuehne, la struttura del palco di Riccardo Previdi, si basa sull'interazione del triangolo. Visivamente la trasformazione più importante sta nel fatto che il palco chiuso poggi come una sorta di guscio di lumaca su un furgone: il veicolo funge sia da base per la fruizione del palco che da effettivo mezzo di locomozione.
Sul palco verranno presentate le immagini e il suono modificato della performance di Luca Trevisani che avrà luogo all’interno della fabbrica. Cumulonembo è un corpo collettivo fatto di movimenti singoli, che nel loro insieme sviluppano una coreografia comune. L'azione, sviluppata da diversi performers di contact, è lo svolgimento di un dispositivo che si espande nello spazio, è un meccanismo che risponde a precise regole interne, destinato ad esaurirsi. Cumulonembo è un corpo sfuggente che cresce e si consuma dissipato nello spazio. E' difficile da inquadrare perché è diviso al suo interno, come un elemento chimico con molti isotopi, come un oggetto animato da energie singole.
Le azioni dei performers sono un dispiegamento di un potenziale d’energia; la tensione tra le parti, e la tendenza alla fuga, ne incarnano solamente due aspetti.
* La Galerie Iris Kadel, Karlsruhe, presenta:
Forking Ocean Path, 2006, un’installazione di Katja Davar
Il progetto di Katja Davar, Forking Ocean Path, comprende un’animazione 3D, disegni su grande scala e ricamo su tela di canapa. Questa installazione richiama la natura auto-distruttiva dell'umanità, l'integrazione della terra e del mare, presentando un mondo subacqueo privo di vita umana. Le animazioni 3D rappresentano una creatura, in parte marina e in parte macchina, che galleggia lentamente verso l'alto attraverso i resti di una città industriale sul fondo dell'oceano, metafora della precarietà della nostra civiltà e della forza dei fenomeni naturali.
* La Galleria Klerkx, Milano, presenta:
- una performance live con suono e video di Port-Royal+Andrea Dojmi (22 settembre ore 22)
- una performance di Simone Tosca
Port-Royal (laptop-set, elettronica ambientale) + Andrea Dojmi (video)
Pubblicato dall’etichetta inglese Resonant, Flares, primo album apparso nel 2005, Port-Royal è una piccola meraviglia di post-rock con l’elettronica a suggerire paesaggi panoramici e cinematici che ricordano Sigur Ros, Sylvain Chauveau, e talvolta l’elettro-pop “post-shoegazing” della casa discografica Morr Music. Paesaggi ai quali si uniranno i video del cineasta Andrea Dojmi, che propone una nuova inedita versione del suo film Education and protection of our children #something hidden, lavoro prodotto dal festival Netmage 2006.
Simone Tosca
Nel video con sonoro di Simone Tosca, Pixel Odissey 1, 2006, l'idea è quella di ricreare una specie di allunaggio sull'immagine digitale di un oggetto organico. Quello che ne consegue è una progressiva smaterializzazione iconica e sonora, in cui i dati che compongono l'immagine perdono significato, lasciandoci soli di fronte all'espressività ineluttabile del mezzo.
* Galerie Martin van Zomeren/GMVZ, Amsterdam, presenta:
- I have a horse, 2005, un film di Jeroen Kooijmans.
- Fassaden, 2005, e Schneewand, 2004, fotografie di Alexandra Leykauf
Jeroen Kooijmans
I Have A Horse, 2005, è una breve sequenza che mostra una donna andare alla deriva in acqua con una testa di cavallo. E’ un film diretto, con un forte linguaggio visivo, che unisce realtà, fantasia e poesia. Solitamente i lavori di Jeroen Kooijmans sono caratterizzati dalla combinazione di video e suono, dall’influenza pittorica, umorismo, ottimismo, dal rapporto con l’architettura e l’interazione con il pubblico attraverso temi quali: tempo, circolazione, utopia, religione e favole nella realtà.
Alexandra Leykauf
Nel lavoro di Alexandra Leykauf sono presenti forme materiali di riproduzioni fotografiche, come si vede nei contenuti delle immagini. Posterbook (2000) riprende la forma di un libro per esplorare l’effetto che i libri e il loro aspetto hanno sul modo di percepire le immagini. Questo lavoro è proseguito con “Fold" series (2003), una raccolta di immagini di libri fotografici aperti che si propone di mostrare come la copertina che caratterizza una pubblicazione possa influenzarne l’immaginario, l’essenza interna e le dicotomie spaziali tra la tridimensionalità del libro in quanto oggetto e l’illusoria bidimensionalità dell’immagine.
* Galerie Diana Stigter, Amsterdam, presenta:
Desire, un video di Julika Rudelius
* Galerie Juliètte Jongma, Amsterdam, presenta:
Nummer drie, Take step fall, 2004, un film di Guido van der Werve
Nummer drie è la terza parte di una serie di film da 35 mm dove luoghi familiari, persone e avvenimenti ripresi dalla vita stessa dell’artista ispirano la composizione di dettagliate scenografie di oggetti e figure. Partendo dal suo universo privato e attraverso un particolare utilizzo della musica classica (ha studiato a lungo pianoforte), Guido van der Werve crea nei suoi film paesaggi fiabeschi, fortemente poetici e suggestivi, capaci di attrarre e affascinare in un crescendo che, prima di arrivare all’apice, si spegne in situazioni surreali e ironiche, come un albero che cade in Nummer drie.
* Annet Gelink Gallery, Amsterdam, presenta:
Düffels Möll, 1997, un film di Erik Wesselo
Nei suoi film 16 mm, Erik Wesselo solitamente riprende sé stesso durante performance in cui la violenza fisica incontra con durezza una visione più onirica. I film di Wesselo associano costantemente l’idea di libertà e di alienazione, la necessità e allo stesso tempo l’impossibilità di trovare una via di fuga dalla realtà, evocata in modo simbolico. In Düffels Möll il tempo è rappresentato come ciclico, come un eterno ritorno allo stesso punto di partenza: legato ad un mulino a vento, l’artista ruota intorno a quest’ultimo ma rimane tuttavia immobile.
* Pianissimo, Milano, presenta:
Mickey Mouse Club March, 2005, un’installazione di Alessandro Dal Pont
Le 22 sculture in legno laccato, che compongono l’installazione di Alessandro Dal Pont, ricordano da un lato dei modelli architettonici (chiese, moschee, mausolei o tombe di un cimitero) dall’altro incarnano, pur nella geometrica stilizzazione, le fisionomie dei volti di noti personaggi disneyani. In corrispondenza degli occhi sono collocati dei visori per diapositive, riprodotti anch’essi in legno. Le sculture sono orientate e disposte nella stessa direzione, come un piccolo esercito in marcia, visione d’insieme che evoca la sequenza di “Full Metal Jacket” di Kubrick, la “Mickey Mouse Club Song” cantata dai Marines, durante la simbolica marcia finale.
* Alison Jacques Gallery, Londra, presenta:
OAcrospire, un film di Paul Morrison
L’artista inglese Paul Morrison proietta negli spazi del “Lambretto” il suo nuovo film, OAcrospire. Come i dipinti, anche il film è monocromatico sebbene sia stato manipolato con numerosi contrasti atmosferici che collegano spezzoni modificati di film tra cui “Puppet on a Chain”, “Gay Purr-ee” e “Andrei Rublev”.
* Galerie Isabella Bortolozzi, Berlino, presenta:
The Long Gone e There is Nothing Left Here, installazioni sonore di Susan Philipsz
La Galerie Isabella Bortolozzi presenta due installazioni sonore di Susan Philipsz. There is Nothing Left Here e´il lavoro più recente di Susan Philipsz, in mostra presso la galleria fino al 31 ottobre. L’installazione è una registrazione di Susan Philipsz mentre canta una canzone di Bonnie Prince Billy. Ci sono due elementi in successione: la canzone senza accompagnamento, seguita dallo scampanio di un vibrafono che risuona nello spazio.
La seconda installazione presentata al “Lambretto”, The Long Gone, è attualmente in mostra al National Museum of Contemporary Art di Atene nella collettiva "The Grand Promenade" curata da Anna Kafetsi. L’installazione sonora è caratterizzata da un motivo ricorrente tratto dalla canzone "Long Gone" di Syd Barretts (1969, "The Madcap Laughs").
Dalle 19.00 alle 23.00 diverse gallerie italiane e straniere presentano installazioni di artisti e performance live con suono e video. “Lambretto” sarà visitabile anche nei due giorni successivi, 23 e 24 settembre, dalle 12.00 alle 20.00.
Partecipano:
* Elaine Levy Project, Bruxelles e Spencer Brownstone Gallery, New York, con un’installazione di goldiechiari
* Studio Matteo Boetti, Roma e Galleria Enrico Fornello, Prato, con una performance di Marco Papa
* Francesca Minini, Milano, con una performance di Riccardo Previdi, Luca Trevisani e i Bahnhof
(22 settembre ore 20)
* Galerie Iris Kadel, Karlsruhe, con un’installazione di Katja Davar
* Galleria Klerkx, Milano, con una performance di Simone Tosca e Port-Royal+Andrea Dojmi
(22 settembre ore 22)
* Galerie Martin van Zomeren/GMVZ, Amsterdam, con un film di Jeroen Kooijmans e fotografie di Alexandra Leykauf
* Galerie Diana Stigter, Amsterdam, con un video di Julika Rudelius
* Galerie Juliètte Jongma, Amsterdam, con un film di Guido van der Werve
* Annet Gelink Gallery, Amsterdam, con un film di Erik Wesselo
* Pianissimo, Milano, con un’installazione di Alessandro Dal Pont
* Alison Jacques Gallery, Londra, con un film di Paul Morrison
* Galerie Isabella Bortolozzi, Berlino, con due installazioni sonore di Susan Philipsz
L’area “Lambretto”, limitrofa a Via Ventura e collocata ai bordi del Lambro, sarà interessata dal processo di contaminazione culturale e architettonica promosso da Mariano Pichler già in atto a Lambrate.
L’evento del 22 settembre segna l’avvio di un importante progetto di trasformazione e rigenerazione per “Lambretto” dove, a partire dall’ottobre 2006, inizieranno i lavori per la costruzione di “Brainport”: il primo spazio in Italia per lavorare in condivisione. Un polo creativo, un’officina di idee, un laboratorio di nuove attività che potrà ospitare fino a 30-40 imprese avviate, tra cui agenzie di pubblicità, studi di architettura e legali, associazioni e gallerie d'arte, etc. Uno spazio che consentirà di combinare autonomia e servizi condivisi (come foresterie per gli ospiti, mensa, palestra e micronido interni) con benefici dal punto di vista sociale e ambientale.
In particolare:
* Elaine Levy Project, Bruxelles e Spencer Brownstone Gallery, New York presentano:
Enjoy, un’installazione di goldiechiari
Il lavoro di Sara Goldschmied ed Eleonora Chiari fa parte di un recente progetto di ricerca sul piacere, Enjoy, che affronta ossessioni e tabù contemporanei con “spirito ludico e giocoso”, componente indissolubile della loro produzione artistica. goldiechiari giocano sulla non-riconoscibilità immediata delle opere, creando un’atmosfera dalla forte attrazione visiva e tattile che presenta allusioni e provocazioni specchio del loro pensiero ma non esplicitazioni concrete. Al “Lambretto” viene presentato Enjoy, un gigantesco sex toy gonfiabile lungo 27 metri e illuminato dall’interno.
* Lo Studio Matteo Boetti, Roma, e la Galleria Enrico Fornello, Prato, presentano:
Dancing on the Verge , una performance di Marco Papa
Marco Papa invita il pubblico e tutte le persone che hanno sostenuto l'elaborazione e la costruzione del progetto Dancing on the Verge a sostenerlo di nuovo, questa volta con un impegno fisico, per realizzare quella che forse apparirà come l'opera principale di tutto il progetto: un'imponente scultura costituita da 11 blocchi di granito nero raffigurante Gene Anthony Ray, meglio conosciuto come Leroy Johnson, il ballerino ribelle del film "Fame".
Presso Art Book Milano in via Ventura 5 viene inoltre presentato il libro “Dancing on the Verge” edito da Charta.
Sarà anche possibile prenotarsi per partecipare all’azione della performance acquisendo una delle edizioni di inviti speciali a tiratura limitata.
* Francesca Minini, Milano, presenta:
Volksbühne, una performance di Riccardo Previdi, Luca Trevisani e i Bahnhof
La performance avrà luogo il 22 settembre alle ore 20
Riccardo Previdi, Luca Trevisani e i Bahnhof collaborano per la prima volta ad un progetto che si svilupperà attraverso la presentazione di una performance sul movimento e il suono, ideata da Trevisani, su un palco modulare luminoso, realizzato da Previdi. Le immagini e i suoni prodotti dalla performance Cumulonembo di Trevisani, che avviene in un luogo diverso da quello in cui si trova il palco di Previdi, vengono filtrati, manomessi e ri-elaborati dai Bahnhof, i quali operano come una sorta di filtro che si trova tra la performance e il palco.
Volksbuehne, la struttura del palco di Riccardo Previdi, si basa sull'interazione del triangolo. Visivamente la trasformazione più importante sta nel fatto che il palco chiuso poggi come una sorta di guscio di lumaca su un furgone: il veicolo funge sia da base per la fruizione del palco che da effettivo mezzo di locomozione.
Sul palco verranno presentate le immagini e il suono modificato della performance di Luca Trevisani che avrà luogo all’interno della fabbrica. Cumulonembo è un corpo collettivo fatto di movimenti singoli, che nel loro insieme sviluppano una coreografia comune. L'azione, sviluppata da diversi performers di contact, è lo svolgimento di un dispositivo che si espande nello spazio, è un meccanismo che risponde a precise regole interne, destinato ad esaurirsi. Cumulonembo è un corpo sfuggente che cresce e si consuma dissipato nello spazio. E' difficile da inquadrare perché è diviso al suo interno, come un elemento chimico con molti isotopi, come un oggetto animato da energie singole.
Le azioni dei performers sono un dispiegamento di un potenziale d’energia; la tensione tra le parti, e la tendenza alla fuga, ne incarnano solamente due aspetti.
* La Galerie Iris Kadel, Karlsruhe, presenta:
Forking Ocean Path, 2006, un’installazione di Katja Davar
Il progetto di Katja Davar, Forking Ocean Path, comprende un’animazione 3D, disegni su grande scala e ricamo su tela di canapa. Questa installazione richiama la natura auto-distruttiva dell'umanità, l'integrazione della terra e del mare, presentando un mondo subacqueo privo di vita umana. Le animazioni 3D rappresentano una creatura, in parte marina e in parte macchina, che galleggia lentamente verso l'alto attraverso i resti di una città industriale sul fondo dell'oceano, metafora della precarietà della nostra civiltà e della forza dei fenomeni naturali.
* La Galleria Klerkx, Milano, presenta:
- una performance live con suono e video di Port-Royal+Andrea Dojmi (22 settembre ore 22)
- una performance di Simone Tosca
Port-Royal (laptop-set, elettronica ambientale) + Andrea Dojmi (video)
Pubblicato dall’etichetta inglese Resonant, Flares, primo album apparso nel 2005, Port-Royal è una piccola meraviglia di post-rock con l’elettronica a suggerire paesaggi panoramici e cinematici che ricordano Sigur Ros, Sylvain Chauveau, e talvolta l’elettro-pop “post-shoegazing” della casa discografica Morr Music. Paesaggi ai quali si uniranno i video del cineasta Andrea Dojmi, che propone una nuova inedita versione del suo film Education and protection of our children #something hidden, lavoro prodotto dal festival Netmage 2006.
Simone Tosca
Nel video con sonoro di Simone Tosca, Pixel Odissey 1, 2006, l'idea è quella di ricreare una specie di allunaggio sull'immagine digitale di un oggetto organico. Quello che ne consegue è una progressiva smaterializzazione iconica e sonora, in cui i dati che compongono l'immagine perdono significato, lasciandoci soli di fronte all'espressività ineluttabile del mezzo.
* Galerie Martin van Zomeren/GMVZ, Amsterdam, presenta:
- I have a horse, 2005, un film di Jeroen Kooijmans.
- Fassaden, 2005, e Schneewand, 2004, fotografie di Alexandra Leykauf
Jeroen Kooijmans
I Have A Horse, 2005, è una breve sequenza che mostra una donna andare alla deriva in acqua con una testa di cavallo. E’ un film diretto, con un forte linguaggio visivo, che unisce realtà, fantasia e poesia. Solitamente i lavori di Jeroen Kooijmans sono caratterizzati dalla combinazione di video e suono, dall’influenza pittorica, umorismo, ottimismo, dal rapporto con l’architettura e l’interazione con il pubblico attraverso temi quali: tempo, circolazione, utopia, religione e favole nella realtà.
Alexandra Leykauf
Nel lavoro di Alexandra Leykauf sono presenti forme materiali di riproduzioni fotografiche, come si vede nei contenuti delle immagini. Posterbook (2000) riprende la forma di un libro per esplorare l’effetto che i libri e il loro aspetto hanno sul modo di percepire le immagini. Questo lavoro è proseguito con “Fold" series (2003), una raccolta di immagini di libri fotografici aperti che si propone di mostrare come la copertina che caratterizza una pubblicazione possa influenzarne l’immaginario, l’essenza interna e le dicotomie spaziali tra la tridimensionalità del libro in quanto oggetto e l’illusoria bidimensionalità dell’immagine.
* Galerie Diana Stigter, Amsterdam, presenta:
Desire, un video di Julika Rudelius
* Galerie Juliètte Jongma, Amsterdam, presenta:
Nummer drie, Take step fall, 2004, un film di Guido van der Werve
Nummer drie è la terza parte di una serie di film da 35 mm dove luoghi familiari, persone e avvenimenti ripresi dalla vita stessa dell’artista ispirano la composizione di dettagliate scenografie di oggetti e figure. Partendo dal suo universo privato e attraverso un particolare utilizzo della musica classica (ha studiato a lungo pianoforte), Guido van der Werve crea nei suoi film paesaggi fiabeschi, fortemente poetici e suggestivi, capaci di attrarre e affascinare in un crescendo che, prima di arrivare all’apice, si spegne in situazioni surreali e ironiche, come un albero che cade in Nummer drie.
* Annet Gelink Gallery, Amsterdam, presenta:
Düffels Möll, 1997, un film di Erik Wesselo
Nei suoi film 16 mm, Erik Wesselo solitamente riprende sé stesso durante performance in cui la violenza fisica incontra con durezza una visione più onirica. I film di Wesselo associano costantemente l’idea di libertà e di alienazione, la necessità e allo stesso tempo l’impossibilità di trovare una via di fuga dalla realtà, evocata in modo simbolico. In Düffels Möll il tempo è rappresentato come ciclico, come un eterno ritorno allo stesso punto di partenza: legato ad un mulino a vento, l’artista ruota intorno a quest’ultimo ma rimane tuttavia immobile.
* Pianissimo, Milano, presenta:
Mickey Mouse Club March, 2005, un’installazione di Alessandro Dal Pont
Le 22 sculture in legno laccato, che compongono l’installazione di Alessandro Dal Pont, ricordano da un lato dei modelli architettonici (chiese, moschee, mausolei o tombe di un cimitero) dall’altro incarnano, pur nella geometrica stilizzazione, le fisionomie dei volti di noti personaggi disneyani. In corrispondenza degli occhi sono collocati dei visori per diapositive, riprodotti anch’essi in legno. Le sculture sono orientate e disposte nella stessa direzione, come un piccolo esercito in marcia, visione d’insieme che evoca la sequenza di “Full Metal Jacket” di Kubrick, la “Mickey Mouse Club Song” cantata dai Marines, durante la simbolica marcia finale.
* Alison Jacques Gallery, Londra, presenta:
OAcrospire, un film di Paul Morrison
L’artista inglese Paul Morrison proietta negli spazi del “Lambretto” il suo nuovo film, OAcrospire. Come i dipinti, anche il film è monocromatico sebbene sia stato manipolato con numerosi contrasti atmosferici che collegano spezzoni modificati di film tra cui “Puppet on a Chain”, “Gay Purr-ee” e “Andrei Rublev”.
* Galerie Isabella Bortolozzi, Berlino, presenta:
The Long Gone e There is Nothing Left Here, installazioni sonore di Susan Philipsz
La Galerie Isabella Bortolozzi presenta due installazioni sonore di Susan Philipsz. There is Nothing Left Here e´il lavoro più recente di Susan Philipsz, in mostra presso la galleria fino al 31 ottobre. L’installazione è una registrazione di Susan Philipsz mentre canta una canzone di Bonnie Prince Billy. Ci sono due elementi in successione: la canzone senza accompagnamento, seguita dallo scampanio di un vibrafono che risuona nello spazio.
La seconda installazione presentata al “Lambretto”, The Long Gone, è attualmente in mostra al National Museum of Contemporary Art di Atene nella collettiva "The Grand Promenade" curata da Anna Kafetsi. L’installazione sonora è caratterizzata da un motivo ricorrente tratto dalla canzone "Long Gone" di Syd Barretts (1969, "The Madcap Laughs").
22
settembre 2006
Lambretto
Dal 22 al 24 settembre 2006
arte contemporanea
performance - happening
serata - evento
performance - happening
serata - evento
Location
LAMBRETTO STUDIOS
Milano, Via Cletto Arrighi, 19, (Milano)
Milano, Via Cletto Arrighi, 19, (Milano)
Orario di apertura
12-20
Vernissage
22 Settembre 2006, ore 19-23
Ufficio stampa
ALESSANDRA DE ANTONELLIS
Autore