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Lampi d’Ingegno. Mestieri d’Arte a Firenze
Una mostra-evento con protagonista l’artigianato artistico di Firenze e della sua provincia
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si inaugura il 20 giugno nelle sale del Museo degli Argenti, a Palazzo Pitti, una mostra sull’Artigianato Artistico Fiorentino nell’ambito della manifestazione Diladdarno promossa e sostenuta da Oltrarno Promuove, dal Comune di Firenze, dall’Assessorato alle strategie di Sviluppo del Comune di Firenze, dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino, dalla Camera di Commercio di Firenze e dalla Fondazione di Firenze per l’Artigianato Artistico, insieme a CNA Firenze, Confartigianato Firenze, Confcommercio Firenze e Confesercenti. Non mancano anche quest’anno i suoi storici sostenitori come Banca Toscana ai quali nuovi hanno voluto unirsi per dar vita ad un evento di grande importanza culturale per l’Oltrarno e per Firenze.
La mostra, appunto, si colloca all’interno della manifestazione Diladdarno che quest’anno ha deciso di puntare su un unico evento di grande spessore culturale con la convinzione che si possa tentare di parlare di artigianato utilizzando diversi strumenti di comunicazione.
Lampi d’Ingegno. Mestieri d’Arte a Firenze
Una mostra-evento con protagonista l’artigianato artistico di Firenze e della sua provincia.
Una mostra, Lampi d’Ingegno, come è stata fin dall’inizio negli intenti dei suoi ideatori e curatori, un gruppo di giovani professionisti impegnati nella progettazione e cura di eventi e mostre di arte contemporanea (Studiozed + nuvolaB + acmearchitettura), che intende parlare dell’artigianato in modo diverso.
Una scommessa, un’avventura che inizia con la scelta di un allestimento che fa preciso riferimento al Blu oltremare, quello utilizzato dall’artista Yves Klein, tra gli ideatori del movimento chiamato Nouveau Réalisme. Questo è il colore che invade e attraversa lo spazio e rompe la rigidità architettonica delle sale del museo. Il colore, pigmento puro di blu oltremare, veniva usato da Klein per sostituire alla forma lo spirito stesso dell’oggetto e trasportare lo spettatore in uno stato, benché momentaneo, di libertà mentale e fisica totale. Questo grande supporto continuo diventa il “medium” concettuale per dare luogo ad una scena animata dalla luce, dove la forma dialoga con la sua rappresentazione. Il pubblico percorre stanze dinamiche, dove stanno succedendo delle cose, dove avvengono scambi, richiami, interazioni continue. Ne viene fuori una sensazione di disorientamento che confonde ma anche accenna e prelude, attraverso un attento gioco di luci, agli oggetti che acquistano o riacquistano una dimensione concettuale. Gli oggetti esposti si illuminano secondo corrispondenze con frammenti di affreschi inquadrati per punti e per momenti. La regia è affidata ad un sistema di sessantacinque apparecchi illuminanti temporizzati che variano d’intensità secondo sequenze programmate. Mentre nel Rinascimento venivano sfondati i limiti delle pareti con false prospettive, oggi, attraverso una sa, viene annullato l’effetto statico dei muri stessi, facendoli pulsare per i rapporti mutevoli che intrattengono con gli oggetti presenti.
Gli oggetti esposti, che rappresentano la produzione dei maestri d’arte di Firenze, dialogano infatti con gli oggetti raffigurati nei trompe-l’oeil affrescati sulle pareti attraverso imprevisti effetti luminosi.
Materie, forme, colori divengono protagonisti di un racconto fatto di luci, ma anche di assonanze, similitudini e rimandi. Una poesia della materia, della forma, del colore raccontata attraverso le figure retoriche che per una volta si adattano alle cose facendo dell’artigianato una pagina di letteratura del lavoro e del quotidiano. Nel museo fiorentino dove è conservata una delle più importanti collezioni oltre che di argenti, gioielli, e curiosi e bizzarri oggetti preziosi frutto dell’ingegno di grandi artisti, ma più spesso opera della maestria di molti artigiani, proprio qui oggetti moderni tentano il dialogo con il passato.
La mostra, appunto, si colloca all’interno della manifestazione Diladdarno che quest’anno ha deciso di puntare su un unico evento di grande spessore culturale con la convinzione che si possa tentare di parlare di artigianato utilizzando diversi strumenti di comunicazione.
Lampi d’Ingegno. Mestieri d’Arte a Firenze
Una mostra-evento con protagonista l’artigianato artistico di Firenze e della sua provincia.
Una mostra, Lampi d’Ingegno, come è stata fin dall’inizio negli intenti dei suoi ideatori e curatori, un gruppo di giovani professionisti impegnati nella progettazione e cura di eventi e mostre di arte contemporanea (Studiozed + nuvolaB + acmearchitettura), che intende parlare dell’artigianato in modo diverso.
Una scommessa, un’avventura che inizia con la scelta di un allestimento che fa preciso riferimento al Blu oltremare, quello utilizzato dall’artista Yves Klein, tra gli ideatori del movimento chiamato Nouveau Réalisme. Questo è il colore che invade e attraversa lo spazio e rompe la rigidità architettonica delle sale del museo. Il colore, pigmento puro di blu oltremare, veniva usato da Klein per sostituire alla forma lo spirito stesso dell’oggetto e trasportare lo spettatore in uno stato, benché momentaneo, di libertà mentale e fisica totale. Questo grande supporto continuo diventa il “medium” concettuale per dare luogo ad una scena animata dalla luce, dove la forma dialoga con la sua rappresentazione. Il pubblico percorre stanze dinamiche, dove stanno succedendo delle cose, dove avvengono scambi, richiami, interazioni continue. Ne viene fuori una sensazione di disorientamento che confonde ma anche accenna e prelude, attraverso un attento gioco di luci, agli oggetti che acquistano o riacquistano una dimensione concettuale. Gli oggetti esposti si illuminano secondo corrispondenze con frammenti di affreschi inquadrati per punti e per momenti. La regia è affidata ad un sistema di sessantacinque apparecchi illuminanti temporizzati che variano d’intensità secondo sequenze programmate. Mentre nel Rinascimento venivano sfondati i limiti delle pareti con false prospettive, oggi, attraverso una sa, viene annullato l’effetto statico dei muri stessi, facendoli pulsare per i rapporti mutevoli che intrattengono con gli oggetti presenti.
Gli oggetti esposti, che rappresentano la produzione dei maestri d’arte di Firenze, dialogano infatti con gli oggetti raffigurati nei trompe-l’oeil affrescati sulle pareti attraverso imprevisti effetti luminosi.
Materie, forme, colori divengono protagonisti di un racconto fatto di luci, ma anche di assonanze, similitudini e rimandi. Una poesia della materia, della forma, del colore raccontata attraverso le figure retoriche che per una volta si adattano alle cose facendo dell’artigianato una pagina di letteratura del lavoro e del quotidiano. Nel museo fiorentino dove è conservata una delle più importanti collezioni oltre che di argenti, gioielli, e curiosi e bizzarri oggetti preziosi frutto dell’ingegno di grandi artisti, ma più spesso opera della maestria di molti artigiani, proprio qui oggetti moderni tentano il dialogo con il passato.
20
giugno 2006
Lampi d’Ingegno. Mestieri d’Arte a Firenze
Dal 20 giugno al 23 luglio 2006
arte contemporanea
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
PALAZZO PITTI – MUSEO DEGLI ARGENTI
Firenze, Piazza Dei Pitti, 1, (Firenze)
Firenze, Piazza Dei Pitti, 1, (Firenze)
Orario di apertura
8,15 – 19,30
Chiuso il primo e l’ultimo lunedì del mese
Vernissage
20 Giugno 2006, ore 19,30
Curatore