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Landed
La mostra è un’accurata selezione delle opere di cinque fotografi di calibro internazionale
Comunicato stampa
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Sarà un'anteprima mondiale l'esposizione fotografica Landed, nata dallo scambio culturale tra la Fondazione Studio Marangoni e l'Università del Galles e realizzata grazie al contributo del British Council, dal 17 marzo al 26 maggio 2007 alla fsmgallery di Firenze in via San Zanobi 19/r dal lunedì al sabato dalle 15 alle 19 a ingresso libero.
La mostra è un'accurata selezione delle opere di cinque fotografi di calibro internazionale - Paul Seawright, Pete Davis, Helen Sear, Ken Grant, Clive Landen impegnati da anni nello studio del territorio inglese e legati al Galles per molteplici ragioni - riuniti per mettere a confronto alcune delle rappresentazioni consolidate che hanno storicamente guidato la comprensione della Gran Bretagna e del suo popolo; un "territorio difficile" come lo definì il poeta scozzese Edwin Muir, complesso e stratificato. Una critica continua e attiva, che guarda a queste aree come luogo di potere, ha permesso lo sviluppo di nuove attenzioni e strategie all'interno del Centro di Ricerca Fotografica di Newport, il cui risultato è una riflessione sul paesaggio da varie angolazioni che genera sensazioni e stati d'animo personali e diverse tra un osservatore e un altro.
La serie Between di Paul Seawright ha come soggetto le città del sud del Galles fotografate nell'oscurità. Nati nell'ottocento durante il boom industriale, questi piccoli centri ora appaiono governati e sopraffatti dalle ombre notturne delle valli gallesi. L'autore in questi scatti usa il contrasto tra la luce della città ed il nero della notte per alludere all'inferno dell'attività industriale del passato ed il successivo isolamento economico.
Anche in Wildwood di Pete Davis il territorio non appare né dominato né controllato. Situata nel cuore della foresta medievale nella parte ovest del Galles, la zona da lui ritratta risulta incontaminata ed impermeabile al cambiamento. Con dettagli e colori precisi, Davis ci racconta un luogo selvaggio, denso e strano, emblema della duratura resistenza di questa regione.
L'idillio della natura intatta ed armonica si spezza in The Abyss, la serie di fotografie di Clive Landen dedicata alla disastrosa epidemia di BSE del 2002 che mise in ginocchio le campagne britanniche. Grazie ad uno stile quasi pittorico, la nostra iniziale seduzione verso le immagini si trasforma in visione apocalittica di un paesaggio sfregiato dalle conseguenze della malattia e della morte che riflette - per l'autore - l'interdipendenza tra il mondo economico, rurale e naturale.
Sono lavori molto particolari quelli prodotti selezionando esemplari dalla collezione di uccelli inglesi impagliati di Helen Sear. Prendendo i suoi soggetti dalla villa elisabettiana di Wollaton Hall a Nottingham, che ospita una delle più antiche collezioni di storia naturale dell'Inghilterra l'artista nel suo lavoro intitolato Spot, eleva il loro status al pari di quello dei soggetti dei "ritratti di società" il cui protagonista campeggia nello spazio della tela. La particolarità dell'alterazione dell'occhio degli animali viene usata per riposizionare la relazione di potere che intercorre tra l'osservatore e l'osservato, esplorandone tutte le implicazioni del possesso. Con queste opere in contrasto col panorama ottocentesco, la nostra posizione di dominanza sul mondo naturale è fortemente messa in dubbio.
Lontano dalla natura incontaminata ma concentrato sulle persone, Ken Grant ha fotografato a Liverpool per più di vent'anni, soffermandosi sull'autonomia e l'irriverenza delle persone che conosce più da vicino. I ritratti della serie No Pain Whatsoever sono profondamente radicati nell'autobiografia ed offrono ai soggetti ripresi la possibilità di raccontare l'ambiente circostante, i luoghi di lavoro, le case e gli spazi vuoti che formano il linguaggio proprio di una città così particolare e indipendente.
La mostra è un'accurata selezione delle opere di cinque fotografi di calibro internazionale - Paul Seawright, Pete Davis, Helen Sear, Ken Grant, Clive Landen impegnati da anni nello studio del territorio inglese e legati al Galles per molteplici ragioni - riuniti per mettere a confronto alcune delle rappresentazioni consolidate che hanno storicamente guidato la comprensione della Gran Bretagna e del suo popolo; un "territorio difficile" come lo definì il poeta scozzese Edwin Muir, complesso e stratificato. Una critica continua e attiva, che guarda a queste aree come luogo di potere, ha permesso lo sviluppo di nuove attenzioni e strategie all'interno del Centro di Ricerca Fotografica di Newport, il cui risultato è una riflessione sul paesaggio da varie angolazioni che genera sensazioni e stati d'animo personali e diverse tra un osservatore e un altro.
La serie Between di Paul Seawright ha come soggetto le città del sud del Galles fotografate nell'oscurità. Nati nell'ottocento durante il boom industriale, questi piccoli centri ora appaiono governati e sopraffatti dalle ombre notturne delle valli gallesi. L'autore in questi scatti usa il contrasto tra la luce della città ed il nero della notte per alludere all'inferno dell'attività industriale del passato ed il successivo isolamento economico.
Anche in Wildwood di Pete Davis il territorio non appare né dominato né controllato. Situata nel cuore della foresta medievale nella parte ovest del Galles, la zona da lui ritratta risulta incontaminata ed impermeabile al cambiamento. Con dettagli e colori precisi, Davis ci racconta un luogo selvaggio, denso e strano, emblema della duratura resistenza di questa regione.
L'idillio della natura intatta ed armonica si spezza in The Abyss, la serie di fotografie di Clive Landen dedicata alla disastrosa epidemia di BSE del 2002 che mise in ginocchio le campagne britanniche. Grazie ad uno stile quasi pittorico, la nostra iniziale seduzione verso le immagini si trasforma in visione apocalittica di un paesaggio sfregiato dalle conseguenze della malattia e della morte che riflette - per l'autore - l'interdipendenza tra il mondo economico, rurale e naturale.
Sono lavori molto particolari quelli prodotti selezionando esemplari dalla collezione di uccelli inglesi impagliati di Helen Sear. Prendendo i suoi soggetti dalla villa elisabettiana di Wollaton Hall a Nottingham, che ospita una delle più antiche collezioni di storia naturale dell'Inghilterra l'artista nel suo lavoro intitolato Spot, eleva il loro status al pari di quello dei soggetti dei "ritratti di società" il cui protagonista campeggia nello spazio della tela. La particolarità dell'alterazione dell'occhio degli animali viene usata per riposizionare la relazione di potere che intercorre tra l'osservatore e l'osservato, esplorandone tutte le implicazioni del possesso. Con queste opere in contrasto col panorama ottocentesco, la nostra posizione di dominanza sul mondo naturale è fortemente messa in dubbio.
Lontano dalla natura incontaminata ma concentrato sulle persone, Ken Grant ha fotografato a Liverpool per più di vent'anni, soffermandosi sull'autonomia e l'irriverenza delle persone che conosce più da vicino. I ritratti della serie No Pain Whatsoever sono profondamente radicati nell'autobiografia ed offrono ai soggetti ripresi la possibilità di raccontare l'ambiente circostante, i luoghi di lavoro, le case e gli spazi vuoti che formano il linguaggio proprio di una città così particolare e indipendente.
17
marzo 2007
Landed
Dal 17 marzo al 26 maggio 2007
fotografia
Location
FONDAZIONE STUDIO MARANGONI
Firenze, Via San Zanobi, 32r, (Firenze)
Firenze, Via San Zanobi, 32r, (Firenze)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle 15 alle 19
Vernissage
17 Marzo 2007, ore 19
Ufficio stampa
TABLOID
Autore