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L’anima del Gotico mediterraneo. La Corona d’Aragona
L’anima del Gotico mediterraneo. La Corona d’Aragona, è il nome dell’ultima fase del progetto di ricerca che ha studiato i rapporti architettonici tra l’Aragona, il sud della penisola italica (Puglia, Basilicata, Calabria e Campania) e la Sicilia; il compimento di un progetto di ricerca sull’architettura gotica mediterranea avviato nel 2013 da Luis Agustín, Aurelio Vallespín e Ricardo Santonja
Comunicato stampa
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L’anima del Gotico mediterraneo. La Corona d’Aragona.
Real Academia de España en Roma
Inaugurazione 3 aprile 2019, ore 17.00
La mostra rimarrà aperta fino al 5 maggio 2019
L’anima del Gotico mediterraneo. La Corona d’Aragona, è il nome dell’ultima fase del progetto di ricerca che ha
studiato i rapporti architettonici tra l’Aragona, il sud della penisola italica (Puglia, Basilicata, Calabria e Cam-
pania) e la Sicilia; il compimento di un progetto di ricerca sull’architettura gotica mediterranea avviato nel 2013
da Luis Agustín, Aurelio Vallespín e Ricardo Santonja.
Nella prima parte sono stati analizzati i rapporti architettonici tra l’isola di Sicilia e l’attuale comunità autono-
ma di Aragona. Dal punto di vista temporale, ci si è attenuti agli anni del vincolo aragonese dell’isola, vale a
dire, dal 1282 al 1516, sebbene questo rigore cronologico sia stato puntualmente omesso per lasciare spazio
ad alcuni esempi rilevanti, come è il caso della Cappella Palatina di Palermo, costruita nel 1143 e la cui co-
pertura in legno influì in maniera decisiva sulla decorazione del soffitto della Sala Capitular del Monasterio di
Santa María de Sigena, realizzato all’inizio del XIII secolo su ordine di Costanza di Sicilia, figlia di Alfonso II
d’Aragona e di Donna Blanca di Castiglia, e sposata con Federico II di Sicilia. Nella seconda fase lo studio si è
esteso ad altri territori della corona aragonese bagnati dal Mediterraneo, come la Catalogna, Valencia, Maiorca,
Rossiglione, la Sardegna e Napoli.
Questo legame con l’architettura si presenta in forma grafica attraverso una selezione di fotografie e viene
completato da uno studio comparativo in cui si analizzano nel dettaglio le caratteristiche comuni da un punto
di vista sia costruttivo che funzionale e stilistico, e che permettono di affermare l’esistenza di un’anima, una
sensazione, un che di ineffabile che le unisce.
Attraverso questo progetto e queste fotografie che riflettono la pluralità del Gotico mediterraneo, si vuole mo-
strare ed enfatizzare un passato di armonia e cooperazione tra gli antichi territori della Corona d’Aragona.
Le alleanze matrimoniali tra i regni del Mediterraneo crearono una fitta rete di relazioni, a dispetto delle di-
stanze geografiche che li separavano. Tra gli innumerevoli esempi, possiamo ricordare la richiesta di aiuto dei
nobili siciliani al Re d’Aragona, poiché volevano consegnargli la corona di Sicilia in quanto legittimo erede,
dato che Pietro III d’Aragona era unito in matrimonio a Costanza di Sicilia, nipote dell’imperatore Federico II
di Svevia e figlia di Manfredo I di Sicilia, deposto da Carlo d’Angiò.
Ma non era l’unica rete, i maestri che lavoravano per la Corona intesserono un’altra rete di relazioni, e la loro
mobilità si può intendere come un ambizioso processo di globalizzazione all’interno della Corona. Il maestro
Pere Joan, nato a Tarragona, lavorò all’ornamentazione scultorea del palazzo della Generalitat de Cataluña,
scolpendo il famoso medaglione con San Giorgio e il drago che ne decora la facciata. Successivamente, sotto
il patrocinio del vescovo Dalmau de Mur, lavorò ai retablos delle cattedrali di Tarragona e Saragozza, e sotto
la direzione di Guillem Sagrera realizzò, fino alla fine dei suoi giorni, le opere del Castel Nuovo di Napoli.
Quest’ultimo, che cominciò come apprendista a Maiorca, lavorò anche a Perpignano, e morì a Napoli.
Dopo la Real Academia de España en Roma, la mostra si sposterà a Milano a settembre e ottobre del 2019 e
successivamente a Madrid, concludendo il suo periplo presso la Camera di Commercio di Saragozza.
A lungo termine, questa ricerca vuole porre le basi per la conoscenza di un periodo architettonico poco noto,
legato al territorio e sviluppato finora soltanto a partire dalle peculiarità regionali rispetto a uno studio sopra-
nazionale europeo.
In questo progetto hanno partecipato tre paesi del bacino mediterraneo, Spagna, Italia e Francia, coinvolgen-
do sia enti pubblici che privati: organizzata dal Governo di Aragona, l’Ambasciata di Spagna in Italia, la Real
Academia de España en Roma e l’Assemblea Regionale di Sicilia, ha usufruito della collaborazione della Fon-
dazione Federico II, la Universidad de Zaragoza, l’Università degli Studi di Palermo, l’Università degli Studi di
Catania, la Sapienza Università di Roma, la Università degli Studi di Salermo, l’Instituto Cervantes di Palermo
e quello di Napoli, le Cortes de Aragón, il Museu de Mallorca e il Museo de Zaragoza.
I cataloghi delle mostre sono disponibili sui seguenti siti web:
http://arquitectura.unizar.es/documentos/un_alma_comun_web.pdf
http://arquitectura.unizar.es/documentos/alma_gotico_med_web.pdf
Autori:
Luis Agustín Hernández
Aurelio Vallespín Muniesa
Ricardo Santonja Jiménez
Team di ricerca:
Angélica Fernández-Morales
Ignacio Cabodevilla-Artieda
Miguel Sancho Mir
Noelia Cervero Sánchez
Real Academia de España en Roma
Inaugurazione 3 aprile 2019, ore 17.00
La mostra rimarrà aperta fino al 5 maggio 2019
L’anima del Gotico mediterraneo. La Corona d’Aragona, è il nome dell’ultima fase del progetto di ricerca che ha
studiato i rapporti architettonici tra l’Aragona, il sud della penisola italica (Puglia, Basilicata, Calabria e Cam-
pania) e la Sicilia; il compimento di un progetto di ricerca sull’architettura gotica mediterranea avviato nel 2013
da Luis Agustín, Aurelio Vallespín e Ricardo Santonja.
Nella prima parte sono stati analizzati i rapporti architettonici tra l’isola di Sicilia e l’attuale comunità autono-
ma di Aragona. Dal punto di vista temporale, ci si è attenuti agli anni del vincolo aragonese dell’isola, vale a
dire, dal 1282 al 1516, sebbene questo rigore cronologico sia stato puntualmente omesso per lasciare spazio
ad alcuni esempi rilevanti, come è il caso della Cappella Palatina di Palermo, costruita nel 1143 e la cui co-
pertura in legno influì in maniera decisiva sulla decorazione del soffitto della Sala Capitular del Monasterio di
Santa María de Sigena, realizzato all’inizio del XIII secolo su ordine di Costanza di Sicilia, figlia di Alfonso II
d’Aragona e di Donna Blanca di Castiglia, e sposata con Federico II di Sicilia. Nella seconda fase lo studio si è
esteso ad altri territori della corona aragonese bagnati dal Mediterraneo, come la Catalogna, Valencia, Maiorca,
Rossiglione, la Sardegna e Napoli.
Questo legame con l’architettura si presenta in forma grafica attraverso una selezione di fotografie e viene
completato da uno studio comparativo in cui si analizzano nel dettaglio le caratteristiche comuni da un punto
di vista sia costruttivo che funzionale e stilistico, e che permettono di affermare l’esistenza di un’anima, una
sensazione, un che di ineffabile che le unisce.
Attraverso questo progetto e queste fotografie che riflettono la pluralità del Gotico mediterraneo, si vuole mo-
strare ed enfatizzare un passato di armonia e cooperazione tra gli antichi territori della Corona d’Aragona.
Le alleanze matrimoniali tra i regni del Mediterraneo crearono una fitta rete di relazioni, a dispetto delle di-
stanze geografiche che li separavano. Tra gli innumerevoli esempi, possiamo ricordare la richiesta di aiuto dei
nobili siciliani al Re d’Aragona, poiché volevano consegnargli la corona di Sicilia in quanto legittimo erede,
dato che Pietro III d’Aragona era unito in matrimonio a Costanza di Sicilia, nipote dell’imperatore Federico II
di Svevia e figlia di Manfredo I di Sicilia, deposto da Carlo d’Angiò.
Ma non era l’unica rete, i maestri che lavoravano per la Corona intesserono un’altra rete di relazioni, e la loro
mobilità si può intendere come un ambizioso processo di globalizzazione all’interno della Corona. Il maestro
Pere Joan, nato a Tarragona, lavorò all’ornamentazione scultorea del palazzo della Generalitat de Cataluña,
scolpendo il famoso medaglione con San Giorgio e il drago che ne decora la facciata. Successivamente, sotto
il patrocinio del vescovo Dalmau de Mur, lavorò ai retablos delle cattedrali di Tarragona e Saragozza, e sotto
la direzione di Guillem Sagrera realizzò, fino alla fine dei suoi giorni, le opere del Castel Nuovo di Napoli.
Quest’ultimo, che cominciò come apprendista a Maiorca, lavorò anche a Perpignano, e morì a Napoli.
Dopo la Real Academia de España en Roma, la mostra si sposterà a Milano a settembre e ottobre del 2019 e
successivamente a Madrid, concludendo il suo periplo presso la Camera di Commercio di Saragozza.
A lungo termine, questa ricerca vuole porre le basi per la conoscenza di un periodo architettonico poco noto,
legato al territorio e sviluppato finora soltanto a partire dalle peculiarità regionali rispetto a uno studio sopra-
nazionale europeo.
In questo progetto hanno partecipato tre paesi del bacino mediterraneo, Spagna, Italia e Francia, coinvolgen-
do sia enti pubblici che privati: organizzata dal Governo di Aragona, l’Ambasciata di Spagna in Italia, la Real
Academia de España en Roma e l’Assemblea Regionale di Sicilia, ha usufruito della collaborazione della Fon-
dazione Federico II, la Universidad de Zaragoza, l’Università degli Studi di Palermo, l’Università degli Studi di
Catania, la Sapienza Università di Roma, la Università degli Studi di Salermo, l’Instituto Cervantes di Palermo
e quello di Napoli, le Cortes de Aragón, il Museu de Mallorca e il Museo de Zaragoza.
I cataloghi delle mostre sono disponibili sui seguenti siti web:
http://arquitectura.unizar.es/documentos/un_alma_comun_web.pdf
http://arquitectura.unizar.es/documentos/alma_gotico_med_web.pdf
Autori:
Luis Agustín Hernández
Aurelio Vallespín Muniesa
Ricardo Santonja Jiménez
Team di ricerca:
Angélica Fernández-Morales
Ignacio Cabodevilla-Artieda
Miguel Sancho Mir
Noelia Cervero Sánchez
03
aprile 2019
L’anima del Gotico mediterraneo. La Corona d’Aragona
Dal 03 aprile al 05 maggio 2019
architettura
fotografia
fotografia
Location
REAL ACADEMIA DE ESPANA – ACCADEMIA REALE DI SPAGNA
Roma, Via Di San Pietro In Montorio, 3, (Roma)
Roma, Via Di San Pietro In Montorio, 3, (Roma)
Vernissage
3 Aprile 2019, h 17