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Lara Favaretto – Painlessly Consumed
Painlessly Consumed è il nuovo progetto di Lara Favaretto in occasione della sua terza personale alla Galleria Franco Noero, che si ispira allʼampio archivio di immagini raccolte nel tempo dallʼartista, e in particolare ad appunti di viaggio e fotografie scattate in India alle impalcature in legno usate per la costruzione degli edifici.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Painlessly Consumed è il nuovo progetto di Lara Favaretto in occasione della sua terza personale alla
Galleria Franco Noero, che si ispira allʼampio archivio di immagini raccolte nel tempo dallʼartista, e in
particolare ad appunti di viaggio e fotografie scattate in India alle impalcature in legno usate per la
costruzione degli edifici.
Lʼaspetto precario e vulnerabile di queste strutture e lʼapparente casualità nella loro costruzione,
contrapposte alla loro precisa funzione di sostegno, sono le caratteristiche che attraggono lʼartista e che le
permettono di indagare la molteplicità di visioni nellʼesperienza estetica, di introdurre un dubbio o un
momentaneo inganno tra ciò che sembra e ciò che è. Nei cinque piani della galleria è installata una nuova
serie di opere realizzate con tubi Innocenti di recupero: vere e proprie impalcature assumono una funzione
diversa da quella originaria e suggeriscono una dilatazione tridimensionale allʼinterno dellʼedificio, apparendo
come ipotetici puntelli di una sua immaginaria precarietà.
Come segni essenziali le impalcature definiscono nuove volumetrie, inquadrando letteralmente porzioni dello
spazio. Alcuni elementi delle strutture in ferro vengono in parte coperti, sostituiti, riempiti da fili di lana. Il loro
colore puro corrisponde allʼessenzialità del sistema di tubi e giunti, come una scomposizione spaziale di una
policromia pittorica.
Lʼimpalcatura che taglia lo spazio al pian terreno, è aperta nel mezzo per permettere al visitatore di
attraversarla e di intravedere i fili di lana che ne riempiono interamente le sezioni troncate. Ai piani superiori,
alla solidità di una porzione di un elemento in ferro si sostituisce una massa di fili di lana colorati, mentre
sulla parete adiacente un quadro è ʻnegatoʼ alla vista dai fili che lo ricoprono interamente. Filamenti colorati
spuntano dalle estremità di una lunga struttura e da un foro che rivela il contenuto interno dei tubi, mentre
una lama di colore riempie il sottile taglio praticato in una parete. Al fondo di una stanza unʼimpalcatura
costruita con elementi fittamente ricoperti di lana blu e nera inquadra visivamente la parete bianca, con una
dichiarata valenza pittorica. Allʼultimo piano la struttura che è sospesa del tutto da terra, crea in modo ancora
più evidente un senso di precarietà attraverso la completa negazione della sua funzione originaria.
Nel Project Space di Piazza Santa Giulia 0/F, mimando i metodi costruttivi osservati in India, una ʻforestaʼ di
tubi Innocenti invade completamente lo spazio, un ambiente intricato e denso che crea uno spiazzamento
visivo in cui la funzionalità si confonde con la natura effimera dellʼintervento.
Lara Favaretto (Treviso, 1973) vive e lavora a Torino. Tra le sue mostre personali e collettive in Istituzioni pubbliche
italiane ed internazionali: 'Exhibition, Exhibition', Castello di Rivoli Museo dʼArte Contemporanea, Rivoli, ʻRestless
empathyʼ, Aspen Art Museum, Aspen (2010); ʻBarockʼ, Museo MADRE, Napoli, 'Absolutely No Donations', Tramway,
Glasgow, 'Momentary Monument', Fondazione Galleria Civica di Trento, 'Momentary Monument', GAMEC, Bergamo,
ʻMaking Worlds / Fare Mondiʼ, 53a Biennale di Venezia, ʻProvisions for the futureʼ, 9th Sharjah Biennial, Sharjah, UAE
(2009); T2 “50 Lune di Saturno”, Triennale di Torino, ʻRevolution-Forms That Turnʼ, 16th Sydney Biennial, Sidney (2008);
Frieze Art Projects, Frieze Art Fair, Londra, ʻOú? - Scènes du Sudʼ, Le Carré dʼArt, Nîmes (2007); ʻThe poor are madʼ,
Castello di Rivoli Museo dʼArte Contemporanea, Rivoli, ʻUne seconde une annéeʼ, Palais de Tokyo, Parigi (2006),
ʻEcstasy: Recent Experiments in Altered Perceptionʼ, MOCA, Los Angeles, Padiglione Venezia / Four works for the
MAXXI, 51a Biennale di Venezia (2005).
Galleria Franco Noero, che si ispira allʼampio archivio di immagini raccolte nel tempo dallʼartista, e in
particolare ad appunti di viaggio e fotografie scattate in India alle impalcature in legno usate per la
costruzione degli edifici.
Lʼaspetto precario e vulnerabile di queste strutture e lʼapparente casualità nella loro costruzione,
contrapposte alla loro precisa funzione di sostegno, sono le caratteristiche che attraggono lʼartista e che le
permettono di indagare la molteplicità di visioni nellʼesperienza estetica, di introdurre un dubbio o un
momentaneo inganno tra ciò che sembra e ciò che è. Nei cinque piani della galleria è installata una nuova
serie di opere realizzate con tubi Innocenti di recupero: vere e proprie impalcature assumono una funzione
diversa da quella originaria e suggeriscono una dilatazione tridimensionale allʼinterno dellʼedificio, apparendo
come ipotetici puntelli di una sua immaginaria precarietà.
Come segni essenziali le impalcature definiscono nuove volumetrie, inquadrando letteralmente porzioni dello
spazio. Alcuni elementi delle strutture in ferro vengono in parte coperti, sostituiti, riempiti da fili di lana. Il loro
colore puro corrisponde allʼessenzialità del sistema di tubi e giunti, come una scomposizione spaziale di una
policromia pittorica.
Lʼimpalcatura che taglia lo spazio al pian terreno, è aperta nel mezzo per permettere al visitatore di
attraversarla e di intravedere i fili di lana che ne riempiono interamente le sezioni troncate. Ai piani superiori,
alla solidità di una porzione di un elemento in ferro si sostituisce una massa di fili di lana colorati, mentre
sulla parete adiacente un quadro è ʻnegatoʼ alla vista dai fili che lo ricoprono interamente. Filamenti colorati
spuntano dalle estremità di una lunga struttura e da un foro che rivela il contenuto interno dei tubi, mentre
una lama di colore riempie il sottile taglio praticato in una parete. Al fondo di una stanza unʼimpalcatura
costruita con elementi fittamente ricoperti di lana blu e nera inquadra visivamente la parete bianca, con una
dichiarata valenza pittorica. Allʼultimo piano la struttura che è sospesa del tutto da terra, crea in modo ancora
più evidente un senso di precarietà attraverso la completa negazione della sua funzione originaria.
Nel Project Space di Piazza Santa Giulia 0/F, mimando i metodi costruttivi osservati in India, una ʻforestaʼ di
tubi Innocenti invade completamente lo spazio, un ambiente intricato e denso che crea uno spiazzamento
visivo in cui la funzionalità si confonde con la natura effimera dellʼintervento.
Lara Favaretto (Treviso, 1973) vive e lavora a Torino. Tra le sue mostre personali e collettive in Istituzioni pubbliche
italiane ed internazionali: 'Exhibition, Exhibition', Castello di Rivoli Museo dʼArte Contemporanea, Rivoli, ʻRestless
empathyʼ, Aspen Art Museum, Aspen (2010); ʻBarockʼ, Museo MADRE, Napoli, 'Absolutely No Donations', Tramway,
Glasgow, 'Momentary Monument', Fondazione Galleria Civica di Trento, 'Momentary Monument', GAMEC, Bergamo,
ʻMaking Worlds / Fare Mondiʼ, 53a Biennale di Venezia, ʻProvisions for the futureʼ, 9th Sharjah Biennial, Sharjah, UAE
(2009); T2 “50 Lune di Saturno”, Triennale di Torino, ʻRevolution-Forms That Turnʼ, 16th Sydney Biennial, Sidney (2008);
Frieze Art Projects, Frieze Art Fair, Londra, ʻOú? - Scènes du Sudʼ, Le Carré dʼArt, Nîmes (2007); ʻThe poor are madʼ,
Castello di Rivoli Museo dʼArte Contemporanea, Rivoli, ʻUne seconde une annéeʼ, Palais de Tokyo, Parigi (2006),
ʻEcstasy: Recent Experiments in Altered Perceptionʼ, MOCA, Los Angeles, Padiglione Venezia / Four works for the
MAXXI, 51a Biennale di Venezia (2005).
23
settembre 2010
Lara Favaretto – Painlessly Consumed
Dal 23 settembre al 30 ottobre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA FRANCO NOERO
Torino, Via Giulia Di Barolo, 16/D, (Torino)
Torino, Via Giulia Di Barolo, 16/D, (Torino)
Orario di apertura
da giovedì a sabato 15 – 18, solo su prenotazione. Per facilitare l’accesso ai piani dell’edificio, l’ingresso è consentito a gruppi limitati di visitatori di non oltre 8 persone
Vernissage
23 Settembre 2010, solo su appuntamento
Autore