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L’armonia del vero. Vita e paesaggi tra terre e acque (1842-1932)
Un duplice motivo per non perdere una grande mostra, L’armonia del vero. Vita e paesaggi tra terre e acque (1842-1932), a cura di Luisa Turchi: la qualità dell’esposizione innanzitutto, una delle più importanti e nuove sino ad oggi allestite sulla pittura veneta di genere e di paesaggio tra Otto e Novecento, e poi il contenitore, la sontuosa Villa Contarini, una vera e propria reggia, più che una “normale” villa veneta, a Piazzola sul Brenta, nei dintorni di Padova.
Comunicato stampa
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Un duplice motivo per non perdere una grande mostra, Larmonia del vero. Vita e paesaggi tra terre e acque (1842-1932), a cura di Luisa Turchi: la qualità dellesposizione innanzitutto, una delle più importanti e nuove sino ad oggi allestite sulla pittura veneta di genere e di paesaggio tra Otto e Novecento, e poi il contenitore, la sontuosa Villa Contarini, una vera e propria reggia, più che una normale villa veneta, a Piazzola sul Brenta, nei dintorni di Padova.
Lesposizione, promossa dalla Regione del Veneto nellambito delle iniziative per Expo, prenderà il via il 10 settembre e si potrà visitare sino al 30 novembre.
"Veneto, mondo novo" è lo slogan che la Regione ha scelto per Expo 2015. Ed è questo mondo nuovo, raccontato nella sua quotidianità di vita e di ambiente, moderno ma con radici antiche, che la mostra di Villa Contarini ci fa conoscere, attraverso le opere di eccellenti maestri della pittura del vero nel Triveneto, noti in Italia e allestero tramite Esposizioni darte nazionali e internazionali dellepoca e ancora oggi presenti in musei, gallerie e fondazioni.
Luisa Turchi ha selezionato tele che descrivono, infatti, la vita popolare, il paesaggio lagunare e agricolo dellentroterra veneto, quello che ebbe nelle campagne e nelle grandi ville, con i loro lussureggianti giardini, il suo fulcro.
Un percorso scandito da sessantacinque magnifici dipinti, noti e meno noti, della metà dellOttocento fino ai primi decenni del Novecento, provenienti da importanti collezioni: opere documentate, alcune delle quali molto famose e tuttora patrimonio privato e quindi difficilmente godibili al pubblico.
Due i filoni principali del racconto espositivo. Il primo ci introduce nellambito delle scene di genere a carattere aneddotico che obbediscono ai criteri del Vero e della contemporaneità, ritraendo il popolo nelle sue abituali occupazioni giornaliere, nella quiete domestica delle case in Silvio Giulio Rotta, Giuseppe Barison e Vittorio Emanuele Bressanin, nellaffaccio alle finestre o al balcone di eleganti gentildonne, da Eugenio De Blaas e Stefano Novo a Virgilio Costantini, nelle piazze animate di città o nellatto di esercitare i mestieri, in Cecil Van Haanen, Angelo DallOca Bianca e Cesare Laurenti, in giro per gli assolati e vivaci canali con le imbarcazioni tipiche in Antonio Paoletti, Leo Franz Ruben ed Egisto Lancerotto o in serene passeggiate sul lago di Garda, in Napoleone Nani.
Di gusto differente, ma egualmente scene di genere, sono quelle incentrate sul revival settecentesco, che hanno il sapore delle commedie goldoniane, con dame e gentiluomini in costume e in posa, in amabili conversazioni nei salotti borghesi e in piazza San Marco o impegnati in passatempi come la caccia di farfalle, in Giacomo Favretto, Alessandro Milesi, Oreste Da Molin e Silvio Giulio Rotta, oppure a passeggio nel verde dei parchi, così ben eternati da una pittrice di fama europea dalla vocazione paesaggistica quale Emma Ciardi.
La campagna e lentroterra montano sono indagati nelle scene bucoliche di pittori quali Noè Bordignon, Pietro Pajetta e Luigi Cima.
Grande protagonista della mostra è poi il passaggio dal vedutismo al Vero come trapasso dal paesaggio tradizionale concepito ancora secondo una visione prospettica canalettiana a quello en plein air rivisto in unottica elegiaco-sentimentale, non esente da influssi nordici e declinazioni macchiaiole e impressionistiche.
La Venezia dellepoca rivive così nella monumentalità altisonante del Canal Grande e di Piazza San Marco con Palazzo Ducale e Riva degli Schiavoni attraverso le vedute cristalline di Carlo Grubacs, Federico Moja, Antonietta Brandeis e Rubens Santoro, o in quelle che uniscono alla ricerca di aspetti luministici una sensibilità dispirazione romantica, di Luigi Querena, Friedrich Nehrlich (Nerly) e Ippolito Caffi.
La laguna e lentroterra veneto, con i canali baluginanti solcati dai bragozzi dei pescatori al lavoro, i casoni da caccia e da pesca, vengono successivamente esplorati dai pittori in diverse stagioni e in condizioni differenti di luce, secondo le ore della giornata: fondamentale in tal senso lapporto del grande maestro Guglielmo Ciardi e Luigi Nono. Il realismo si accompagna ad un gusto più intimistico, dando luogo ad un tipo di paesaggio lirico in cui la presenza umana si attenua e la natura, interiorizzata, assurge a rappresentazione di uno stato danimo universale, come in Pietro Fragiacomo. Visioni atemporali silenziose e rarefatte, di luce riflessa e crepuscolare, come in Giuseppe Miti Zanetti, si accompagnano a impressioni pittoriche dalle luci brillanti e a colorazioni più ardite, quale quelle di Beppe Ciardi, fino a giungere a Pieretto Bianco, in cui la pittura del vero connessa al figurativo si inserisce ormai nel filone del sintetismo decorativo ed espressionista, aprendo la strada a nuove armonie e dissonanze che nasceranno con la nuova pittura contemporanea.
Lesposizione, promossa dalla Regione del Veneto nellambito delle iniziative per Expo, prenderà il via il 10 settembre e si potrà visitare sino al 30 novembre.
"Veneto, mondo novo" è lo slogan che la Regione ha scelto per Expo 2015. Ed è questo mondo nuovo, raccontato nella sua quotidianità di vita e di ambiente, moderno ma con radici antiche, che la mostra di Villa Contarini ci fa conoscere, attraverso le opere di eccellenti maestri della pittura del vero nel Triveneto, noti in Italia e allestero tramite Esposizioni darte nazionali e internazionali dellepoca e ancora oggi presenti in musei, gallerie e fondazioni.
Luisa Turchi ha selezionato tele che descrivono, infatti, la vita popolare, il paesaggio lagunare e agricolo dellentroterra veneto, quello che ebbe nelle campagne e nelle grandi ville, con i loro lussureggianti giardini, il suo fulcro.
Un percorso scandito da sessantacinque magnifici dipinti, noti e meno noti, della metà dellOttocento fino ai primi decenni del Novecento, provenienti da importanti collezioni: opere documentate, alcune delle quali molto famose e tuttora patrimonio privato e quindi difficilmente godibili al pubblico.
Due i filoni principali del racconto espositivo. Il primo ci introduce nellambito delle scene di genere a carattere aneddotico che obbediscono ai criteri del Vero e della contemporaneità, ritraendo il popolo nelle sue abituali occupazioni giornaliere, nella quiete domestica delle case in Silvio Giulio Rotta, Giuseppe Barison e Vittorio Emanuele Bressanin, nellaffaccio alle finestre o al balcone di eleganti gentildonne, da Eugenio De Blaas e Stefano Novo a Virgilio Costantini, nelle piazze animate di città o nellatto di esercitare i mestieri, in Cecil Van Haanen, Angelo DallOca Bianca e Cesare Laurenti, in giro per gli assolati e vivaci canali con le imbarcazioni tipiche in Antonio Paoletti, Leo Franz Ruben ed Egisto Lancerotto o in serene passeggiate sul lago di Garda, in Napoleone Nani.
Di gusto differente, ma egualmente scene di genere, sono quelle incentrate sul revival settecentesco, che hanno il sapore delle commedie goldoniane, con dame e gentiluomini in costume e in posa, in amabili conversazioni nei salotti borghesi e in piazza San Marco o impegnati in passatempi come la caccia di farfalle, in Giacomo Favretto, Alessandro Milesi, Oreste Da Molin e Silvio Giulio Rotta, oppure a passeggio nel verde dei parchi, così ben eternati da una pittrice di fama europea dalla vocazione paesaggistica quale Emma Ciardi.
La campagna e lentroterra montano sono indagati nelle scene bucoliche di pittori quali Noè Bordignon, Pietro Pajetta e Luigi Cima.
Grande protagonista della mostra è poi il passaggio dal vedutismo al Vero come trapasso dal paesaggio tradizionale concepito ancora secondo una visione prospettica canalettiana a quello en plein air rivisto in unottica elegiaco-sentimentale, non esente da influssi nordici e declinazioni macchiaiole e impressionistiche.
La Venezia dellepoca rivive così nella monumentalità altisonante del Canal Grande e di Piazza San Marco con Palazzo Ducale e Riva degli Schiavoni attraverso le vedute cristalline di Carlo Grubacs, Federico Moja, Antonietta Brandeis e Rubens Santoro, o in quelle che uniscono alla ricerca di aspetti luministici una sensibilità dispirazione romantica, di Luigi Querena, Friedrich Nehrlich (Nerly) e Ippolito Caffi.
La laguna e lentroterra veneto, con i canali baluginanti solcati dai bragozzi dei pescatori al lavoro, i casoni da caccia e da pesca, vengono successivamente esplorati dai pittori in diverse stagioni e in condizioni differenti di luce, secondo le ore della giornata: fondamentale in tal senso lapporto del grande maestro Guglielmo Ciardi e Luigi Nono. Il realismo si accompagna ad un gusto più intimistico, dando luogo ad un tipo di paesaggio lirico in cui la presenza umana si attenua e la natura, interiorizzata, assurge a rappresentazione di uno stato danimo universale, come in Pietro Fragiacomo. Visioni atemporali silenziose e rarefatte, di luce riflessa e crepuscolare, come in Giuseppe Miti Zanetti, si accompagnano a impressioni pittoriche dalle luci brillanti e a colorazioni più ardite, quale quelle di Beppe Ciardi, fino a giungere a Pieretto Bianco, in cui la pittura del vero connessa al figurativo si inserisce ormai nel filone del sintetismo decorativo ed espressionista, aprendo la strada a nuove armonie e dissonanze che nasceranno con la nuova pittura contemporanea.
09
settembre 2015
L’armonia del vero. Vita e paesaggi tra terre e acque (1842-1932)
Dal 09 settembre al 30 novembre 2015
arte moderna
Location
VILLA CONTARINI
Piazzola Sul Brenta, Via Luigi Camerini, 1, (Padova)
Piazzola Sul Brenta, Via Luigi Camerini, 1, (Padova)
Vernissage
9 Settembre 2015, su invito
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Curatore