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L’armonia della terra. Immagini della Valle del Serchio nella pittura toscana del Novecento
Oltre cento opere di artisti del primo Novecento celebrano la civiltà contadina della Valle del Serchio
Comunicato stampa
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Oltre cento opere di artisti del primo Novecento celebrano la civiltà contadina della Valle del Serchio nella mostra L’armonia della terra. Immagini della Valle del Serchio nella pittura toscana del Novecento che resterà aperta dal 3 luglio al 5 settembre nelle sale espositive della Fondazione Ricci a Barga.
La mostra, curata da Cristiana Ricci, Presidente della Fondazione Ricci, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, racconta attraverso i lavori di Moses Levy, Alberto Magri, Plinio Nomellini, Lorenzo Viani e molti altri ancora il rapporto radioso ma anche difficile di uomini e donne con un territorio fantastico ma tutto da addomesticare.
Accompagna la mostra il catalogo edito da Pacini Fazzi, che contiene testi di Carlo Cresti, Azzurra Conti, Cristiana Ricci, Antonella Serafini e Umberto Sereni.
La Valle del Serchio, che si estende a nord di Lucca verso la Garfagnana, è da un lato un luogo magico: racchiusa da monti ricoperti da boschi secolari, ospita nella sua conca una fitta ramificazione di torrenti, strade e borghi, ed è la memoria viva di tutta una comunità rurale che possiede un ricco patrimonio storico e ambientale. Rocche, centri incastellati, secolari borghi, torri, chiese, antichi ponti e strade formano un unicum eccezionale di armonia e bellezza con i boschi e castagneti e tutti gli elementi naturali. Ma dall’altro il luogo, stretto tra le catene inaccessibili delle Alpi Apuane a occidente e del Crinale Appenninico a oriente, è anche paesaggio difficile e aspro. E’ qui che si qualifica il lavoro agricolo di donne e uomini che nel tempo hanno sfidato ogni tipo di difficoltà, per rendere amabile quella terra che rappresentava l’unico sostegno della loro vita.
Testimonianze pittoriche e grafiche, foto d’epoca, brani letterari e documenti originali, creano un percorso unico attraverso le opere dei maggiori artisti toscani che ritraggono con inedita ricchezza di particolari scene di vita contadina e agreste nei primi anni del Novecento. Fu infatti in quel periodo che, nella Valle fra gli Appennini e le Apuane - così come evidenziato da Carlo Cresti, Umberto Sereni e gli altri autorevoli studiosi - s’instaurò un fecondo clima culturale favorito da alcuni personaggi-guida come Giacomo Puccini, Giovanni Pascoli e Gabriele D’annunzio, che favorì, non solo stimoli, ma anche incontri tra artisti, molti dei quali sono presenti in questa esposizione.
Le opere esposte sono di: Giuseppe Ardinghi, Adolfo Balduini, Benvenuto Benvenuti, Alceste Campriani, Arturo Checchi, Bruno Cordati, Giuseppina Cristiani, Francesco Fanelli, Giovanni Fattori, Cafiero Filippelli, Raffaello Gambogi, Roberto Pio Gatteschi, Giorgio Kienerk, Raffaello Isola, Moses Levy, Giovanni Lomi, Alberto Magri, Alfredo Meschi, Pietro Nerici, Plinio Nomellini, Ferruccio Pagni, Oreste Paltrinieri, Giovan Battista Santini, Federico Sartori, Filadelfo Simi, Alfonso Testi, Adolfo Tommasi, Lorenzo Viani, Umberto Vittorini.
La mostra presenta dodici sezioni nelle quali si articolano i temi ricorrenti della vita contadina, i lavori agricoli, dalla vangatura all’aratura dei campi, dalla semina al raccolto del grano e dei cereali, la raccolta delle castagne, dette “il pane delle montagna”, la coltivazione della vite e dell’olivo, il taglio del bosco e la raccolta della legna, il pascolo del bestiame, la filatura della canapa.
I veri protagonisti de L’armonia della terra sono i contadini e le contadine: la loro dignità umana, la loro volontà e la loro forza, i loro luoghi, i campi, la famiglia, la casa, l’aia. Nella successione di quadri, disegni, fotografie d’epoca e nell’alternarsi di strumenti di lavoro, vecchi utensili e oggetti di uso casalingo esposti nelle teche di ogni sala, questa esposizione intende fornire al visitatore gli elementi per valutare un patrimonio immenso di arti e valori, una ricchezza da salvaguardare, e che può riconvertirsi in risorsa per un nuovo turismo della conoscenza.
La mostra si avvale della consulenza artistica di Filippo Bacci di Capaci, della Galleria d’Arte Bacci di Capaci di Lucca. Per la Fondazione Ricci questo progetto è una naturale prosecuzione di un aspetto della sua attività. Infatti, in tutti questi anni, sono state realizzate molte mostre monografiche - Alberto Magri, Giovan Battista Santini, Adolfo Balduini, Alfredo Meschi e altri – con l’obiettivo di approfondire la conoscenza artistica del Novecento nella Valle del Serchio.
La mostra, curata da Cristiana Ricci, Presidente della Fondazione Ricci, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, racconta attraverso i lavori di Moses Levy, Alberto Magri, Plinio Nomellini, Lorenzo Viani e molti altri ancora il rapporto radioso ma anche difficile di uomini e donne con un territorio fantastico ma tutto da addomesticare.
Accompagna la mostra il catalogo edito da Pacini Fazzi, che contiene testi di Carlo Cresti, Azzurra Conti, Cristiana Ricci, Antonella Serafini e Umberto Sereni.
La Valle del Serchio, che si estende a nord di Lucca verso la Garfagnana, è da un lato un luogo magico: racchiusa da monti ricoperti da boschi secolari, ospita nella sua conca una fitta ramificazione di torrenti, strade e borghi, ed è la memoria viva di tutta una comunità rurale che possiede un ricco patrimonio storico e ambientale. Rocche, centri incastellati, secolari borghi, torri, chiese, antichi ponti e strade formano un unicum eccezionale di armonia e bellezza con i boschi e castagneti e tutti gli elementi naturali. Ma dall’altro il luogo, stretto tra le catene inaccessibili delle Alpi Apuane a occidente e del Crinale Appenninico a oriente, è anche paesaggio difficile e aspro. E’ qui che si qualifica il lavoro agricolo di donne e uomini che nel tempo hanno sfidato ogni tipo di difficoltà, per rendere amabile quella terra che rappresentava l’unico sostegno della loro vita.
Testimonianze pittoriche e grafiche, foto d’epoca, brani letterari e documenti originali, creano un percorso unico attraverso le opere dei maggiori artisti toscani che ritraggono con inedita ricchezza di particolari scene di vita contadina e agreste nei primi anni del Novecento. Fu infatti in quel periodo che, nella Valle fra gli Appennini e le Apuane - così come evidenziato da Carlo Cresti, Umberto Sereni e gli altri autorevoli studiosi - s’instaurò un fecondo clima culturale favorito da alcuni personaggi-guida come Giacomo Puccini, Giovanni Pascoli e Gabriele D’annunzio, che favorì, non solo stimoli, ma anche incontri tra artisti, molti dei quali sono presenti in questa esposizione.
Le opere esposte sono di: Giuseppe Ardinghi, Adolfo Balduini, Benvenuto Benvenuti, Alceste Campriani, Arturo Checchi, Bruno Cordati, Giuseppina Cristiani, Francesco Fanelli, Giovanni Fattori, Cafiero Filippelli, Raffaello Gambogi, Roberto Pio Gatteschi, Giorgio Kienerk, Raffaello Isola, Moses Levy, Giovanni Lomi, Alberto Magri, Alfredo Meschi, Pietro Nerici, Plinio Nomellini, Ferruccio Pagni, Oreste Paltrinieri, Giovan Battista Santini, Federico Sartori, Filadelfo Simi, Alfonso Testi, Adolfo Tommasi, Lorenzo Viani, Umberto Vittorini.
La mostra presenta dodici sezioni nelle quali si articolano i temi ricorrenti della vita contadina, i lavori agricoli, dalla vangatura all’aratura dei campi, dalla semina al raccolto del grano e dei cereali, la raccolta delle castagne, dette “il pane delle montagna”, la coltivazione della vite e dell’olivo, il taglio del bosco e la raccolta della legna, il pascolo del bestiame, la filatura della canapa.
I veri protagonisti de L’armonia della terra sono i contadini e le contadine: la loro dignità umana, la loro volontà e la loro forza, i loro luoghi, i campi, la famiglia, la casa, l’aia. Nella successione di quadri, disegni, fotografie d’epoca e nell’alternarsi di strumenti di lavoro, vecchi utensili e oggetti di uso casalingo esposti nelle teche di ogni sala, questa esposizione intende fornire al visitatore gli elementi per valutare un patrimonio immenso di arti e valori, una ricchezza da salvaguardare, e che può riconvertirsi in risorsa per un nuovo turismo della conoscenza.
La mostra si avvale della consulenza artistica di Filippo Bacci di Capaci, della Galleria d’Arte Bacci di Capaci di Lucca. Per la Fondazione Ricci questo progetto è una naturale prosecuzione di un aspetto della sua attività. Infatti, in tutti questi anni, sono state realizzate molte mostre monografiche - Alberto Magri, Giovan Battista Santini, Adolfo Balduini, Alfredo Meschi e altri – con l’obiettivo di approfondire la conoscenza artistica del Novecento nella Valle del Serchio.
03
luglio 2010
L’armonia della terra. Immagini della Valle del Serchio nella pittura toscana del Novecento
Dal 03 luglio al 05 settembre 2010
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE RICCI ONLUS
Barga, Via Roma, 10, (Lucca)
Barga, Via Roma, 10, (Lucca)
Biglietti
ingresso gratuito, offerto dalla Fondazione Ricci Onlus per la conoscenza dell’arte e della cultura della Valle del Serchio
Orario di apertura
venerdì, sabato e domenica ore 17,00 – 20,00
Vernissage
3 Luglio 2010, ore 18
Editore
PACINI
Ufficio stampa
DAVIS & CO.
Autore
Curatore