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L’Arte dei Lobi
mostra di sculture antropomorfe dal Burkina Faso
Comunicato stampa
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I Lamba sono un piccolo gruppo tribale del nord-est del Togo, al confine col Benin. Sono animisti come i Moba e i Tchamba, con cui confinano rispettivamente ad Ovest e a Sud.
Nell’animismo il Principio un Dio lontano e, per lo più, neanche destinatario di culti. Questa lontananza lo rende indeterminato. Anche i tanti Dei minori, suoi parenti, con cui si hanno, invece, rapporti frequenti, sono indeterminati, proteiformi. Si incontrano in ogni evento naturale e possono anche essere intrappolati in oggetti artificiali, feticci, maschere, figure, ecc., e controllati col rito. Giustificazione metafisica (espressa nella forma del mito) ed empiria sono unite e generano un sapere pratico-teorico e criteri di valutazione in cui le caratteristiche fisiche degli eventi non sono separate dall’efficacia magica dell’arte africana tradizionale. E, soprattutto, reca il vantaggio di sollecitare un approccio estetico.
Il giudizio estetico , propriamente, una forma di conoscenza che non celebra la notorietà. (In generale, ciò che ci è noto, appunto perchè noto, non conosciuto).
Non consiste nel riconoscimento delle etichette, ossia nell’attribuzione di un oggetto ad un tipo materiale, formale, culturale già noto. Che è, invece, il primo compito della storia dell’arte o della cultura in genere.
Il giudizio estetico è un esercizio di libertà che scopre nelle cose stesse un qualcosa di altrettanto libero, ossia di irriducibile alla funzione e ai tratti formali e materiali, qualcosa di indeterminato. E’ proprio questo qualcosa ci˜ che suscita approvazioni o disapprovazioni immediate, perentorie, viscerali, le cui espressioni verbali si contraggono, spesso, in semplici interiezioni. E che, se approvato, si indica col termine “bello” o altri della stessa famiglia, tra cui “magico” come astratto, in specie “fallico”.
Lo scultore interviene sul legno, delineando dei volumi che corrispondono alla testa, al tronco e agli arti inferiori. Le braccia sono solo accennate e non distaccate dal tronco. Gli organi dei sensi sono indicati da fori o da leggeri rilievi. Delicate incisioni disegnano le dita delle mani e un reticolo di scarificazioni sia sul volto che sul tronco.
L’arte dei Lamba è ancora poco nota. Vi accenna K. F. Schaedler, Lexicon Africanische Kunstÿ und Kultur, Muenchen, 1994, dove, a pag. 245, riporta il disegno di una figura che, ora, si trova al Voelkerkunde di Berlino, da cui fu acquisita nel 1900, e che è molto somigliante ad una di questa mostra.
La scarsa notorietà reca con se’ lo svantaggio di poche informazioni specifiche circa le varietà stilistiche e i contenuti culturali di quest’arte, ma anche il vantaggio dell’assenza di copie e falsi che, di solito, disturbano il mercato degli oggetti che appartengono ai tipi più noti dell’Arte dei Lamba.
Le sculture di questa mostra provengono da vecchie collezioni, ossia da antichi culti e da più recenti amori.
Nell’animismo il Principio un Dio lontano e, per lo più, neanche destinatario di culti. Questa lontananza lo rende indeterminato. Anche i tanti Dei minori, suoi parenti, con cui si hanno, invece, rapporti frequenti, sono indeterminati, proteiformi. Si incontrano in ogni evento naturale e possono anche essere intrappolati in oggetti artificiali, feticci, maschere, figure, ecc., e controllati col rito. Giustificazione metafisica (espressa nella forma del mito) ed empiria sono unite e generano un sapere pratico-teorico e criteri di valutazione in cui le caratteristiche fisiche degli eventi non sono separate dall’efficacia magica dell’arte africana tradizionale. E, soprattutto, reca il vantaggio di sollecitare un approccio estetico.
Il giudizio estetico , propriamente, una forma di conoscenza che non celebra la notorietà. (In generale, ciò che ci è noto, appunto perchè noto, non conosciuto).
Non consiste nel riconoscimento delle etichette, ossia nell’attribuzione di un oggetto ad un tipo materiale, formale, culturale già noto. Che è, invece, il primo compito della storia dell’arte o della cultura in genere.
Il giudizio estetico è un esercizio di libertà che scopre nelle cose stesse un qualcosa di altrettanto libero, ossia di irriducibile alla funzione e ai tratti formali e materiali, qualcosa di indeterminato. E’ proprio questo qualcosa ci˜ che suscita approvazioni o disapprovazioni immediate, perentorie, viscerali, le cui espressioni verbali si contraggono, spesso, in semplici interiezioni. E che, se approvato, si indica col termine “bello” o altri della stessa famiglia, tra cui “magico” come astratto, in specie “fallico”.
Lo scultore interviene sul legno, delineando dei volumi che corrispondono alla testa, al tronco e agli arti inferiori. Le braccia sono solo accennate e non distaccate dal tronco. Gli organi dei sensi sono indicati da fori o da leggeri rilievi. Delicate incisioni disegnano le dita delle mani e un reticolo di scarificazioni sia sul volto che sul tronco.
L’arte dei Lamba è ancora poco nota. Vi accenna K. F. Schaedler, Lexicon Africanische Kunstÿ und Kultur, Muenchen, 1994, dove, a pag. 245, riporta il disegno di una figura che, ora, si trova al Voelkerkunde di Berlino, da cui fu acquisita nel 1900, e che è molto somigliante ad una di questa mostra.
La scarsa notorietà reca con se’ lo svantaggio di poche informazioni specifiche circa le varietà stilistiche e i contenuti culturali di quest’arte, ma anche il vantaggio dell’assenza di copie e falsi che, di solito, disturbano il mercato degli oggetti che appartengono ai tipi più noti dell’Arte dei Lamba.
Le sculture di questa mostra provengono da vecchie collezioni, ossia da antichi culti e da più recenti amori.
08
marzo 2006
L’Arte dei Lobi
Dall'otto marzo al 15 aprile 2006
arte etnica
Location
GALLERIA AKKA
Roma, Via Del Pie' Di Marmo, 13, (Roma)
Roma, Via Del Pie' Di Marmo, 13, (Roma)
Orario di apertura
10-13 e 17-19.30 tutti i giorni, tranne il lunedì mattina
Vernissage
8 Marzo 2006, ore 18