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L’Arte della Fotografia
Con questa mostra, riprende l’attività espositiva nella storica villa Pomini, che prevede per il 2011 un ricco programma espositivo e d’incontri, progettato per offrire una visione ampia e articolata sulla fotografia d’autore italiana ed europea. La scelta dei lavori di questa prima rassegna, si è basata sulla principalmente sulla progettazione, la sperimentazione e la manualità che gli autori sanno esprimere, con un excursus artistico e tecnico articolato.
Comunicato stampa
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L’A.F.I., Archivio Fotografico Italiano, che ha come finalità quella di promuove la fotografia in tutti i suoi aspetti, diffondere la cultura della conservazione e valorizzazione di immagini storiche, moderne e contemporanee e di favorire giovani talenti italiani e stranieri, con il patrocinio del Comune di Castellanza (Va)-Assessorato alla Cultura, dell’Amministrazione Provinciale di Varese – Assessorato al Marketing Territoriale, organizza la Rassegna: l’Arte della Fotografia.
Con questa mostra, riprende l’attività espositiva nella storica villa Pomini, che prevede per il 2011 un ricco programma espositivo e d’incontri, progettato per offrire una visione ampia e articolata sulla fotografia d’autore italiana ed europea. La scelta dei lavori di questa prima rassegna, si è basata sulla principalmente sulla progettazione, la sperimentazione e la manualità che gli autori sanno esprimere, con un excursus artistico e tecnico articolato.
GLI AUTORI E LE MOSTRE:
DAVIDE NIGLIA: Silenzi
Fotografie essenziali, lente, di ampio respiro, “non la riproduzione della bellezza naturale del paesaggio, bensì la sua visione, quella sorta di stupore che nasce da uno sguardo contemplativo, che nulla ha a che fare con l’ansia di documentazione (…)”.( 1 )
Le vedute minimaliste rappresentano la tranquillità delle risaie, la solitudine e la calma malinconica che si respirano sulle rive dei laghi, lungo i fiumi nelle fredde giornate invernali. Gli scenari sono rarefatti dalle nebbie, indistinti nei contorni e appaiono irreali.
Sono racconti sospesi nel “silenzio”, in un tempo indefinito, che ispirano l'animo dei poeti.
Le immagini che hanno il pregio della semplicità, sono realizzate con una fotocamera stenopeica.
La luce, filtrando attraverso il piccolo foro della scatola, impressiona direttamente il materiale fotosensibile, senza la mediazione di complessi obiettivi.
I lunghi tempi d’esposizione creano le condizioni per un ascolto prolungato del mondo circostante, “il guardare si trasforma in vedere e l’atto dell’osservare diventa riflessione (…). La via della lentezza ci guida verso l’interno, ci rivela una visione più introspettiva, mistica, ascetica, più imponderabile, meno prevedibile, tecnologicamente inconscia, di cosciente incertezza e di attesa.” ( 2 )
( 1 ) Achille Abramo Saporiti, “Stupore e silenzio nelle immagini di Davide Niglia”, in EDAV Gennaio 2003
( 2 ) Vincenzo Marzocchi, “La fotografia stenopeica in Italia. Storia tecnica estetica delle riprese stenopeiche, Ed. CLUEB, 2006
Nato nel 1980 a Varese, Davide Niglia ha conseguito nel 1999 la maturità presso il Liceo Artistico della stessa città.Da sempre appassionato di arte, pittura e scultura in primo luogo, si avvicina adolescente alla fotografia imparando da subito le basi per lo sviluppo in camera oscura, che utilizza a tutt’oggi. Predilige fotografia di paesaggio, architettura e viaggio, preferendo alla mera rappresentazione la più suggestiva trasmissione delle emozioni. Da alcuni anni si dedica alla realizzazione di Audiovisivi Fotografici. Suoi lavori sono stati presentati alle più importanti rassegne fotografiche nazionali ed internazionali ottenendo premi ed apprezzamenti. Nell’anno 2008/2009 è stato docente di Elaborazione dell’Immagine e Laboratorio Fotografico presso l’I.P.C. Giovanni Falcone di Gallarate. Attualmente è laureando in architettura.
GIOVANNI ZUIN: Nudi e Ritratti Pittorialisti
Emblema della vita, della bellezza e del suo mistero, il nudo del corpo umano è stato in ogni tempo forma privilegiata e punto di riferimento nell’iconografia di molte culture e, in particolare, di quella occidentale. Archetipo cui attingere la geografia dell’ordine cosmico e universale, anello di congiunzione fra la terra e il cielo, il nudo è da sempre fonte d’ispirazione per artisti e poeti, oggetto di ammirazione e di desiderio. Declinato in una grande varietà di stili, e realizzato soprattutto in b/n, il nudo è stato visto di volta in volta in fotografia come armonia di linee, come volumetria definita dal gioco del chiaro-scuro, come elemento astratto o parte di un ambiente, di un paesaggio; ancora, in chiave simbolista, nella deformazione surrealista, o, in modo più violento e aggressivo, nel filone iperrealista (per accennarne alcuni). In controtendenza rispetto all’orientamento più diffuso nel settore, che privilegia la precisione formale, la nitidezza, la massima definizione, l’approccio del padovano Giovanni Zuin al nudo è differente, originale, seducente e discreto. Gioca sui toni bassi della luce per accentuarne il fascino, il mistero che sceglie di fotografare.
Egli si avvale, per questa collezione, di una tecnica desueta, come la stampa alla gomma bicromata (°), che ricorda la prima stagione fotografica, la maniera detta ‘pittorialista’, con cui l’artista tentava di emulare la pittura sia nella scelta della texture di base che del soggetto da raffigurare. Per Zuin è innanzitutto il piacere di manipolare con grande sensibilità e inventiva l’immagine in fase di sviluppo, seguirne le successive trasformazioni, controllando la saturazione cromatica, la definizione del segno, le zone d’ombra e di luce, fino a raggiungere l’atmosfera desiderata. Si nota nelle sue elaborazioni l’eco dei maestri del passato, e una capacità sottile di intuire quale ambiente sia più consono a valorizzare la figura, la posa, il momento che sceglie di fotografare. (tratto da un testo di Maria Luisa Biancotto).
Giovanni Zuin è nato in provincia di Padova (Italy) nel 1948. Dopo le scuole dell’obbligo inizia a lavorare in un piccolo laboratorio dove apprende le prime nozioni di fotografia. Da un vecchio manuale impara i procedimenti di stampa diffusi nell’800 e primi 900. Col tempo sperimenta la stampa in b/n, i viraggi, la coloritura a mano, le cianografie e soprattutto la gomma bicromata. Da parecchi anni stampa le sue foto con questa tecnica. I suoi soggetti preferiti sono i ritratti e il nudo artistico. Dal 1987 ha esposto in mostre personali e partecipato a collettive in Italia ed estero.Sue opere sono presenti in collezioni private di Londra,Francoforte, Washington.
Alcuni suoi lavori sono stati pubblicati su:
1990 - FOTO pratica, 1992 - The Journal of Erotica volume one Midsummer Book, 1992 - PHOTO Tecnhnik International Munchen, 1993 - Erotica II Eddison Sadd Editions London, 1996 - Erotica III Eddison Sadd Editions London.
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MARCO CASTOLDI: L’equilibrio del silenzio
Silenzio metafisico delicatamente scolpito da una luce pallida e diffusa. Realismo analitico, essenza intrinseca alla rappresentazione fotografica, immerso in una dimensione esistenziale ulteriore, senza tempo. Esattezza costruttiva, equilibrio prospettico, elegante formalismo sbocciano in una naturale leggerezza compositiva. Le figure, i soggetti, lo spazio sono desunti da una quotidianità dimessa ed anonima che evoca un’atmosfera di magia.
L’anatomico ascolto degli istanti si risolve in una rilettura emotiva superiore, dissolvendo comuni paesaggi di campagna in autentici autoritratti in cui l’autore incontra se stesso.
Gli appostamenti ripetuti, pazienti e prolungati, avvengono in una solitudine confortata dai propri pensieri e dalle fantasie che, disordinatamente, si affacciano alla mente. Umili scorci diventano epifanie, scoperte, miracoli, sacrali riverenze; creando spaesamento e stupore, malinconia e conforto.
Ogni rappresentazione si rivela ammantata d’infinita dolcezza e porta con sé la consapevolezza del passato, in essa sedimentato, e l’interrogativo di una direzione futura incerta. Sembra di assistere ad un’attesa perpetua: nulla accade, ma tutto potrebbe accadere o essere accaduto. Si tratta di opere aperte che, pure nella fedele descrizione d’ambienti, non pretendono un’interpretazione univoca, bensì, fanno leva sulle esperienze soggettive per offrire un ventaglio di cento diverse suggestioni. Forse sono le inquietudini ed i turbamenti ad impartire una lezione sul come coniugare favola e memoria ed organizzare la sintassi figurale che lega l’universo dei segni a quello delle idee.
Marco Castoldi nasce nel 1982 e si appassiona alla fotografia in modo improvviso e violento, nell’inverno del 2006. Studia incessantemente da autodidatta le tecniche di ripresa, sviluppo e stampa al fine di curare le proprie opere in ogni minimo dettaglio, lungo tutto il processo. Si esprime unicamente in bianco e nero, dedicandosi specialmente al paesaggio dei suoi luoghi, in solitaria, per necessità. Partecipa nel 2008 ad un concorso internazionale per fotografi professionisti, classificandosi al secondo posto nella sezione bianconero. Riceve interviste e pubblicazioni su riviste specializzate sia in campo nazionale che internazionale. Nel 2009 sviluppa un pacchetto di lezioni didattiche sperimentali orientate a ricollocare la grammatica fotografica al servizio dell’espressione creativa di sè.
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AUTORI DA COLLEZIONE - Stampe fine Art Digigraphie EPSON
Questa esposizione vuole rendere omaggio alla ricerca, alla sperimentazione e alla qualità della stampa inkjet ideata da Epson, denominata Digigraphie fine art.
Ma è anche l’occasione per vedere e apprezzare il lavoro di un nutrito gruppo di fotografi, alcuni noti altri emergenti, che si confrontano con un linguaggio aperto, non ripiegato su se stesso o rivolto unicamente agli addetti ai lavori. Una scelta ampia e variegata, che cerca anche un dialogo tra le diverse generazioni, mostrando evidenze e tendenze. La Digigraphie rappresenta, infine, una grande opportunità per valorizzare il proprio lavoro, anche grazie alla certificazione, all’attestazione della tiratura sul documento che accompagna ogni stampa e alla garanzia di lunga durata. Caratteristiche molto apprezzate dal mondo del collezionismo. Una interessante opportunità per appurare l’esclusività delle stampe fine art, unitamente alla qualità delle opere esposte, scelte dagli autori, che mettono in parete le immagini alle quali sono più affezionati.
Con questa mostra, riprende l’attività espositiva nella storica villa Pomini, che prevede per il 2011 un ricco programma espositivo e d’incontri, progettato per offrire una visione ampia e articolata sulla fotografia d’autore italiana ed europea. La scelta dei lavori di questa prima rassegna, si è basata sulla principalmente sulla progettazione, la sperimentazione e la manualità che gli autori sanno esprimere, con un excursus artistico e tecnico articolato.
GLI AUTORI E LE MOSTRE:
DAVIDE NIGLIA: Silenzi
Fotografie essenziali, lente, di ampio respiro, “non la riproduzione della bellezza naturale del paesaggio, bensì la sua visione, quella sorta di stupore che nasce da uno sguardo contemplativo, che nulla ha a che fare con l’ansia di documentazione (…)”.( 1 )
Le vedute minimaliste rappresentano la tranquillità delle risaie, la solitudine e la calma malinconica che si respirano sulle rive dei laghi, lungo i fiumi nelle fredde giornate invernali. Gli scenari sono rarefatti dalle nebbie, indistinti nei contorni e appaiono irreali.
Sono racconti sospesi nel “silenzio”, in un tempo indefinito, che ispirano l'animo dei poeti.
Le immagini che hanno il pregio della semplicità, sono realizzate con una fotocamera stenopeica.
La luce, filtrando attraverso il piccolo foro della scatola, impressiona direttamente il materiale fotosensibile, senza la mediazione di complessi obiettivi.
I lunghi tempi d’esposizione creano le condizioni per un ascolto prolungato del mondo circostante, “il guardare si trasforma in vedere e l’atto dell’osservare diventa riflessione (…). La via della lentezza ci guida verso l’interno, ci rivela una visione più introspettiva, mistica, ascetica, più imponderabile, meno prevedibile, tecnologicamente inconscia, di cosciente incertezza e di attesa.” ( 2 )
( 1 ) Achille Abramo Saporiti, “Stupore e silenzio nelle immagini di Davide Niglia”, in EDAV Gennaio 2003
( 2 ) Vincenzo Marzocchi, “La fotografia stenopeica in Italia. Storia tecnica estetica delle riprese stenopeiche, Ed. CLUEB, 2006
Nato nel 1980 a Varese, Davide Niglia ha conseguito nel 1999 la maturità presso il Liceo Artistico della stessa città.Da sempre appassionato di arte, pittura e scultura in primo luogo, si avvicina adolescente alla fotografia imparando da subito le basi per lo sviluppo in camera oscura, che utilizza a tutt’oggi. Predilige fotografia di paesaggio, architettura e viaggio, preferendo alla mera rappresentazione la più suggestiva trasmissione delle emozioni. Da alcuni anni si dedica alla realizzazione di Audiovisivi Fotografici. Suoi lavori sono stati presentati alle più importanti rassegne fotografiche nazionali ed internazionali ottenendo premi ed apprezzamenti. Nell’anno 2008/2009 è stato docente di Elaborazione dell’Immagine e Laboratorio Fotografico presso l’I.P.C. Giovanni Falcone di Gallarate. Attualmente è laureando in architettura.
GIOVANNI ZUIN: Nudi e Ritratti Pittorialisti
Emblema della vita, della bellezza e del suo mistero, il nudo del corpo umano è stato in ogni tempo forma privilegiata e punto di riferimento nell’iconografia di molte culture e, in particolare, di quella occidentale. Archetipo cui attingere la geografia dell’ordine cosmico e universale, anello di congiunzione fra la terra e il cielo, il nudo è da sempre fonte d’ispirazione per artisti e poeti, oggetto di ammirazione e di desiderio. Declinato in una grande varietà di stili, e realizzato soprattutto in b/n, il nudo è stato visto di volta in volta in fotografia come armonia di linee, come volumetria definita dal gioco del chiaro-scuro, come elemento astratto o parte di un ambiente, di un paesaggio; ancora, in chiave simbolista, nella deformazione surrealista, o, in modo più violento e aggressivo, nel filone iperrealista (per accennarne alcuni). In controtendenza rispetto all’orientamento più diffuso nel settore, che privilegia la precisione formale, la nitidezza, la massima definizione, l’approccio del padovano Giovanni Zuin al nudo è differente, originale, seducente e discreto. Gioca sui toni bassi della luce per accentuarne il fascino, il mistero che sceglie di fotografare.
Egli si avvale, per questa collezione, di una tecnica desueta, come la stampa alla gomma bicromata (°), che ricorda la prima stagione fotografica, la maniera detta ‘pittorialista’, con cui l’artista tentava di emulare la pittura sia nella scelta della texture di base che del soggetto da raffigurare. Per Zuin è innanzitutto il piacere di manipolare con grande sensibilità e inventiva l’immagine in fase di sviluppo, seguirne le successive trasformazioni, controllando la saturazione cromatica, la definizione del segno, le zone d’ombra e di luce, fino a raggiungere l’atmosfera desiderata. Si nota nelle sue elaborazioni l’eco dei maestri del passato, e una capacità sottile di intuire quale ambiente sia più consono a valorizzare la figura, la posa, il momento che sceglie di fotografare. (tratto da un testo di Maria Luisa Biancotto).
Giovanni Zuin è nato in provincia di Padova (Italy) nel 1948. Dopo le scuole dell’obbligo inizia a lavorare in un piccolo laboratorio dove apprende le prime nozioni di fotografia. Da un vecchio manuale impara i procedimenti di stampa diffusi nell’800 e primi 900. Col tempo sperimenta la stampa in b/n, i viraggi, la coloritura a mano, le cianografie e soprattutto la gomma bicromata. Da parecchi anni stampa le sue foto con questa tecnica. I suoi soggetti preferiti sono i ritratti e il nudo artistico. Dal 1987 ha esposto in mostre personali e partecipato a collettive in Italia ed estero.Sue opere sono presenti in collezioni private di Londra,Francoforte, Washington.
Alcuni suoi lavori sono stati pubblicati su:
1990 - FOTO pratica, 1992 - The Journal of Erotica volume one Midsummer Book, 1992 - PHOTO Tecnhnik International Munchen, 1993 - Erotica II Eddison Sadd Editions London, 1996 - Erotica III Eddison Sadd Editions London.
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MARCO CASTOLDI: L’equilibrio del silenzio
Silenzio metafisico delicatamente scolpito da una luce pallida e diffusa. Realismo analitico, essenza intrinseca alla rappresentazione fotografica, immerso in una dimensione esistenziale ulteriore, senza tempo. Esattezza costruttiva, equilibrio prospettico, elegante formalismo sbocciano in una naturale leggerezza compositiva. Le figure, i soggetti, lo spazio sono desunti da una quotidianità dimessa ed anonima che evoca un’atmosfera di magia.
L’anatomico ascolto degli istanti si risolve in una rilettura emotiva superiore, dissolvendo comuni paesaggi di campagna in autentici autoritratti in cui l’autore incontra se stesso.
Gli appostamenti ripetuti, pazienti e prolungati, avvengono in una solitudine confortata dai propri pensieri e dalle fantasie che, disordinatamente, si affacciano alla mente. Umili scorci diventano epifanie, scoperte, miracoli, sacrali riverenze; creando spaesamento e stupore, malinconia e conforto.
Ogni rappresentazione si rivela ammantata d’infinita dolcezza e porta con sé la consapevolezza del passato, in essa sedimentato, e l’interrogativo di una direzione futura incerta. Sembra di assistere ad un’attesa perpetua: nulla accade, ma tutto potrebbe accadere o essere accaduto. Si tratta di opere aperte che, pure nella fedele descrizione d’ambienti, non pretendono un’interpretazione univoca, bensì, fanno leva sulle esperienze soggettive per offrire un ventaglio di cento diverse suggestioni. Forse sono le inquietudini ed i turbamenti ad impartire una lezione sul come coniugare favola e memoria ed organizzare la sintassi figurale che lega l’universo dei segni a quello delle idee.
Marco Castoldi nasce nel 1982 e si appassiona alla fotografia in modo improvviso e violento, nell’inverno del 2006. Studia incessantemente da autodidatta le tecniche di ripresa, sviluppo e stampa al fine di curare le proprie opere in ogni minimo dettaglio, lungo tutto il processo. Si esprime unicamente in bianco e nero, dedicandosi specialmente al paesaggio dei suoi luoghi, in solitaria, per necessità. Partecipa nel 2008 ad un concorso internazionale per fotografi professionisti, classificandosi al secondo posto nella sezione bianconero. Riceve interviste e pubblicazioni su riviste specializzate sia in campo nazionale che internazionale. Nel 2009 sviluppa un pacchetto di lezioni didattiche sperimentali orientate a ricollocare la grammatica fotografica al servizio dell’espressione creativa di sè.
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AUTORI DA COLLEZIONE - Stampe fine Art Digigraphie EPSON
Questa esposizione vuole rendere omaggio alla ricerca, alla sperimentazione e alla qualità della stampa inkjet ideata da Epson, denominata Digigraphie fine art.
Ma è anche l’occasione per vedere e apprezzare il lavoro di un nutrito gruppo di fotografi, alcuni noti altri emergenti, che si confrontano con un linguaggio aperto, non ripiegato su se stesso o rivolto unicamente agli addetti ai lavori. Una scelta ampia e variegata, che cerca anche un dialogo tra le diverse generazioni, mostrando evidenze e tendenze. La Digigraphie rappresenta, infine, una grande opportunità per valorizzare il proprio lavoro, anche grazie alla certificazione, all’attestazione della tiratura sul documento che accompagna ogni stampa e alla garanzia di lunga durata. Caratteristiche molto apprezzate dal mondo del collezionismo. Una interessante opportunità per appurare l’esclusività delle stampe fine art, unitamente alla qualità delle opere esposte, scelte dagli autori, che mettono in parete le immagini alle quali sono più affezionati.
16
gennaio 2011
L’Arte della Fotografia
Dal 16 gennaio al 06 febbraio 2011
fotografia
Location
VILLA POMINI
Castellanza, Via Don Luigi Testori, 14, (Varese)
Castellanza, Via Don Luigi Testori, 14, (Varese)
Vernissage
16 Gennaio 2011, ore 17
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