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L’arte di Moravia
Opere dalla collezione dello scrittore nel centenario della nascita
Comunicato stampa
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L’arte di Moravia, nel senso dell’arte che possedeva, dell’arte che amava, che guardava tutti i giorni, con la quale viveva. L’arte di artisti con cui aveva un rapporto d’amicizia, spesso un vissuto comune, viaggi e racconti. E raccontare il personale, privato e pubblico rapporto che Moravia aveva con l’arte dà senso a questa mostra, che non vuole definire, ma iniziare a considerare Moravia anche in rapporto all’arte del suo tempo.
Le opere della collezione che vengono esposte, in una selezione significativa sia per la qualità artistica che in relazione al legame esistente tra gli artisti e Moravia, vogliono altresì essere il contesto naturale in cui poter collocare Moravia anche come “scrittore d’arte”. Un aspetto infatti forse ancora poco conosciuto della produzione letteraria di Moravia è costituito dalle pagine di presentazione per le mostre di vari artisti, che offrono un’ampia e articolata visione della critica d’arte moraviana. Uno sguardo sereno e appassionato, un approccio all’esercizio della critica che esprime il proprio parere attraverso domande che propongono al contempo una risposta. Talvolta discutibile, non sempre “scientifica”, l’analisi di Alberto Moravia è però diretta e libera nelle associazioni di idee e nella consapevole parzialità di giudizio. E la scrittura restituisce il respiro del narratore.
Ecco allora le litografie di Fabrizio Clerici per il Milione di Marco Polo, un’illustrazione dell’inconscio collettivo del Medioevo rispetto all’Estremo Oriente, un segno che rappresenta con estrema precisione tutto ciò che la precisione di Marco Polo esclude ma lascia immaginare nelle pagine del Milione.
Ecco l’universo furtivo e clandestino di Leonardo Cremonini, dove i bambini, attraverso specchiere ovali e rettangolari, schiacciando il naso contro i vetri delle finestre, osservano avidamente il padre e la madre che si strappano in fretta e furia gli abiti di dosso, chissà perché.
Ecco le allegorie private di Giorgio Poppi, che rappresenta un suo mondo neofigurativo assolutamente chiaro quanto alla rappresentazione e assolutamente oscuro quanto ai significati, evocando con ostinazione e fedeltà improbabili e tuttavia credibili epifanie. Si pensa alle vignette dei rebus: un albero con la lettera “L” tra le foglie, un cane che fugge, un uomo che passeggia con la lettera “R” sul soprabito, una casa con una donna affacciata alla finestra, che cosa vorrà dire?
E anche Mario Schifano, talmente diffidente della mediazione e comunicazione razionali, da ridurre il discorso al solo consenso completo e incondizionato; come dire, ad un “sì” continuamente ripetuto in ogni occasione della vita quotidiana che venga da lui considerata positiva, in quanto espressiva.
Questi solo alcuni dei brani tratti dai numerosi scritti d’arte che ci auguriamo vengano, anche a partire da questa mostra, raccolti e studiati perché possa acquisire dimensione pubblica un altro importante e fino ad oggi poco noto capitolo dell’opera di Moravia. Chimera Poppi
Le opere della collezione che vengono esposte, in una selezione significativa sia per la qualità artistica che in relazione al legame esistente tra gli artisti e Moravia, vogliono altresì essere il contesto naturale in cui poter collocare Moravia anche come “scrittore d’arte”. Un aspetto infatti forse ancora poco conosciuto della produzione letteraria di Moravia è costituito dalle pagine di presentazione per le mostre di vari artisti, che offrono un’ampia e articolata visione della critica d’arte moraviana. Uno sguardo sereno e appassionato, un approccio all’esercizio della critica che esprime il proprio parere attraverso domande che propongono al contempo una risposta. Talvolta discutibile, non sempre “scientifica”, l’analisi di Alberto Moravia è però diretta e libera nelle associazioni di idee e nella consapevole parzialità di giudizio. E la scrittura restituisce il respiro del narratore.
Ecco allora le litografie di Fabrizio Clerici per il Milione di Marco Polo, un’illustrazione dell’inconscio collettivo del Medioevo rispetto all’Estremo Oriente, un segno che rappresenta con estrema precisione tutto ciò che la precisione di Marco Polo esclude ma lascia immaginare nelle pagine del Milione.
Ecco l’universo furtivo e clandestino di Leonardo Cremonini, dove i bambini, attraverso specchiere ovali e rettangolari, schiacciando il naso contro i vetri delle finestre, osservano avidamente il padre e la madre che si strappano in fretta e furia gli abiti di dosso, chissà perché.
Ecco le allegorie private di Giorgio Poppi, che rappresenta un suo mondo neofigurativo assolutamente chiaro quanto alla rappresentazione e assolutamente oscuro quanto ai significati, evocando con ostinazione e fedeltà improbabili e tuttavia credibili epifanie. Si pensa alle vignette dei rebus: un albero con la lettera “L” tra le foglie, un cane che fugge, un uomo che passeggia con la lettera “R” sul soprabito, una casa con una donna affacciata alla finestra, che cosa vorrà dire?
E anche Mario Schifano, talmente diffidente della mediazione e comunicazione razionali, da ridurre il discorso al solo consenso completo e incondizionato; come dire, ad un “sì” continuamente ripetuto in ogni occasione della vita quotidiana che venga da lui considerata positiva, in quanto espressiva.
Questi solo alcuni dei brani tratti dai numerosi scritti d’arte che ci auguriamo vengano, anche a partire da questa mostra, raccolti e studiati perché possa acquisire dimensione pubblica un altro importante e fino ad oggi poco noto capitolo dell’opera di Moravia. Chimera Poppi
07
dicembre 2007
L’arte di Moravia
Dal 07 al 20 dicembre 2007
arte contemporanea
Location
ASSOCIAZIONE CULTURALE FLORIDO ESERCIZIO
Bologna, Strada Maggiore, 81, (Bologna)
Bologna, Strada Maggiore, 81, (Bologna)
Orario di apertura
ore 17-20
Vernissage
7 Dicembre 2007, ore 18
Curatore