Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
L’arte è cosa nostra
Un repertorio di artisti calabresi (per nascita o che comunque hanno operato per lungo tempo in Calabria) uniti dal denominatore comune di essere presenti nelle collezioni di AM International e Fondazione per l’arte FEF.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“L’Arte è cosa nostra”: un repertorio di artisti calabresi (per nascita o che comunque hanno operato per lungo tempo in Calabria) uniti dal denominatore comune di essere presenti nelle collezioni di AM International e Fondazione per l’arte FEF. Un padiglione a tutti gli effetti che integra quello inaugurato domenica scorsa a Villa Zerbi, in Reggio Calabria, quale estensione regionale del Padiglione Italia della 54esima Esposizione Internazionale d’Arte de La Biennale di Venezia curato da Vittorio Sgarbi.
Un’esposizione, questa di Bivongi allestita presso il locale Museo d’Arte Contemporanea sito in via XXIV Maggio, che si presenta quale doveroso omaggio di gratitudine ai tanti artisti che generosamente hanno nel tempo arricchito le collezioni permanenti del sodalizio di AM International. Risale infatti al 1984 l’idea di avviare una mostra in progress dal significativo titolo “Utopie” finalizzata alla costituzione di una pubblica collezione d’arte contemporanea in un contesto territoriale (quello dell’alto Jonio reggino) così ricco di tracce storiche greco-bizantine come la Vallata dello Stilaro appunto ma privo di riferimenti riconducibili alla ricerca e creatività contemporanea che solo le arti visive riescono a sprigionare. Collezioni che oggi possono affiancarsi al rango dei musei più prestigiosi tanto che nella mostra in atto propongono all’attenzione del pubblico opere di pittura, scultura, incisione, serigrafia, fotografia di affermati autori quali: Carmelo Aiello, Luigi Aragona, Caterina Arcuri, Luciano Blank, Antonio Bosco, Italietta Carbone, Andrea Cefaly (junior), Domenico Cefaly, Carmine Cianci, Antonio Cilurzo, Miguel Clemente-Valenti, Giuseppe Correale, Angelo Di Lieto, Omar Fedhan, Toni Ferro, Giuseppe Franconieri, Cesare Fullone, Elio Furina, Pino Lavecchia, Domenico Lo Russo, Vincenzo Lombardi, Franco Magro, Alfredo Maiorino, Filippo Malice, Luigi Malice, Michele Marzo, Fernando Miglietta, Eugenia Musolino, Franco Paletta, Paolo Pancari Doria, Rocco Pangaro, Attilio Papandrea, Mario Parentela, Pino Pingitore, Tarcisio Pingitore, Tommaso Pirillo, Pino Pizzonia, Vittorio Politano, Maria Preganò, Antonio Pujia, Mimmo Rotella, Alessandro Russo, Rosa Maria Daria Russo, Dario Scorza, Vincenzo Trapasso, Giuseppe Valentino, Marusca Zangaro; collezione costantemente arricchita e aggiornata dalla fresca vitalità creativa di giovani emergenti come: Danilo Bellina, Edearte.com (Elena Idone, Davide Fontana, Enrico Strati), Alessandro Malivindi, Paola Militano, Gabriele Nicolò, Domenico Nucera, D. Teresa Ribuffo, Katia Susanna; tutti accomunati dal diritto di cittadinanza calabrese. Nomi comunque che lungi dall’alimentare le polemiche che hanno accompagnato la composizione del padiglione regionale potevano a buon diritto integrare l’elenco de “Lo stato dell’arte – Calabria” definito dal co-curatore Fernando Miglietta nell’esposizione reggina.
Per ragioni di chiarezza va infatti riportato che il primo elenco ufficiale del Padiglione Regionale della Calabria si componeva di 28 presenze e precisamente da: Arcuri Caterina, Baccellieri Stellario, Berlingeri Cesare, Cariati Maurizio, Cilurzo Antonio, Corapi Marialuisa, Correggia Francesco, David Domenico, De Mitri Giulio, Foti Erminia, Gallo Giuseppe, Guerrieri Francesco, Maiorano Serafino, Pangaro Rocco, Paonessa Vincenzo, Pirella Francesco, Pirri Alfredo, Pujia Veneziano Antonio, Pullano Cristina, Rotiroti Nicola, Russo Graziano, Servolino Emilio, Sgrò Tina, Spina Ernesto, Trimani Antonio, Violetta Antonio, Vitali Massimo, Zizola Francesco. In quella occasione, così come riportato nel comunicato stampa del vernissage della mostra “L’arte è cosa nostra” del 23 luglio, avevamo infatti riportato l’impressione che l’elenco non fosse poi così rappresentativo della creatività espressa nella regione negli ultimi dieci anni, mancando appunto autori come Malice o Spatari, privo di espressioni contigue all’Accademia di Belle Arti di Reggio ed ancora degli artisti che gravitano nell’area di Cosenza che si erano sempre distinti in manifestazioni di alto profilo sia nazionale che internazionale. Elenco che poi, in seguito all’affiancamento a curatore di Fernando Miglietta si è dilatato con l’inclusione di: Angelo Aligia, Barbara Bonfilio, Adele Ceraudo, Natino Chirico, Giuseppe Conestabile, Damiano Cuzzola, Gaspare Da Brescia, Ugo D’Ambrosi, Delia Dattilo, Massimo De Leo, Nicola De Luca, Nicolò De Napoli, Pino Deodato, Salvatore Dominelli, Alessandro Fonte, Orazio Garofalo, Fiorentina Giannotta, Francesco Lupinacci, Alfredo Maiorino, Filippo Malice, Pietro Mancini, Pepi Merisio, Diego Minuti, Vincenzo Molinari, Rocco Musolino, Mario Parentela, Shawnette Poe, Antonio Pugliese, Alessandro Russo, Francesco Scialò, Nik Spatari, Savina Tarsitano, Giulio Telarico, Vincenzo Trapasso, Silvio Vigliaturo, Fiorenzo Zaffina; fino a comprendere 57 artisti. Fatto salvo che l’operazione finale lasciasse intravedere in modo vistoso le defezioni eccellenti del tenore di Cesare Berlingeri, Giuseppe Gallo, Francesco Guerrieri, Alfredo Pirri, Graziano Russo, Antonio Violetta, Massimo Vitali e Francesco Zizola; assenze che qualche interrogativo lo pongono. Come del resto permangono gli interrogativi sulla democraticità delle segnalazioni dei nominativi e conseguente selezione finale.
La gloriosa storia de La Biennale di Venezia, istituzione di prestigio mondiale, ci aveva abituati a considerare gli inviti di partecipazione alle esposizioni internazionali come il sommo riconoscimento dell’attività artistica; l’artista invitato, in definitiva, si sentiva insignito a ragione del Leone d’oro alla carriera: una meta agognata e riconosciuta tale a livello planetario. L’edizione corrente, anche in concomitanza con le celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia, nonché per l’impostazione voluta da Vittorio Sgarbi (curatore del padiglione Italia “l’arte non è cosa nostra”) ha registrato il decentramento e la localizzazione di varie esposizioni nei capoluoghi di Regioni ed in città di grande pregio. L’idea del curatore è stata quella di comporre un “catalogo del contemporaneo” che documenti lo spirito creativo degli ultimi dieci anni. Il metodo di composizione del padiglione è stato quello di affidare le segnalazioni degli artisti a personaggi di rilievo della cultura, sottraendo così la prerogativa ai critici con l’obiettivo di presentare una mostra libera dal pregiudizio di predilezioni e protezionismi. Un’impostazione che ha fatto tanto discutere, stracolma di polemiche d’ogni sorta, animata da contraddizioni, ripensamenti e aggiustamenti in ogni dove.
E dal momento che non c’era un tetto di presenze da rispettare, ripartendo dalla considerazione di Sgarbi che con questa operazione intendeva avere infine una “fotografia di cos’è l’arte italiana oggi, quella vera, non quella dei critici e amici degli amici” ci domandiamo perché mai non si è proceduto alla composizione di un catalogo il più ampio possibile visto che l’obiettivo dichiarato era quello di realizzare l’indice dei pittori e artisti del nuovo millennio”? Perché dunque la Calabria non può avere il suo secondo o terzo padiglione regionale? così come è successo in Piemonte (vedi il caso di Torino) o meglio in Toscana, dove i padiglioni si sono addirittura quadruplicati?
Intendiamoci, noi siamo comunque soddisfatti da questi esiti che ci portano ad annoverare ben 10 artisti che prendono parte al padiglione di Villa Zerbi “lo stato dell’arte – Calabria” che compongono le Collezioni di AM International & Fondazione per l’arte FEF, oltre ai tanti altri invitati nei rispettivi padiglioni regionali di appartenenza ed a quelli che hanno già partecipato a passate edizioni della Biennale di Venezia.
Vogliamo comunque lanciare il nostro invito a Vittorio Sgarbi, a Fernando Miglietta ed all’assessore Mario Caligiuri di venire ad inaugurare anche il padiglione di Bivongi se vogliono rendere giustizia alla Calabria. Magari potrebbero anche qui incontrare, come del resto hanno incontrato, altri artisti sconosciuti ma straordinari che hanno bisogno d’essere risarciti di un sistema che non consente loro di emergere o quanto meno di farsi conoscere e apprezzare per la qualità e la quantità di energia che hanno in corpo. Ufficializzando con la loro presenza la mostra “l’arte è cosa nostra” o altri padiglioni sul territorio regionale al livello di esposizioni collaterali al padiglione Italia della 54esima esposizione internazionale d’arte. Verrebbe fuori una sorta di Biennale per tutti o se si vuole una Biennale di nessuno; in ogni caso si segnerebbe un anno zero che sarà ricordato come il censimento ufficiale degli artisti e dal quale ripartire per affidare alla storia il destino di quanti all’arte affidano con passione la propria esistenza nella spasmodica ricerca spirituale e crescita culturale.
Un’esposizione, questa di Bivongi allestita presso il locale Museo d’Arte Contemporanea sito in via XXIV Maggio, che si presenta quale doveroso omaggio di gratitudine ai tanti artisti che generosamente hanno nel tempo arricchito le collezioni permanenti del sodalizio di AM International. Risale infatti al 1984 l’idea di avviare una mostra in progress dal significativo titolo “Utopie” finalizzata alla costituzione di una pubblica collezione d’arte contemporanea in un contesto territoriale (quello dell’alto Jonio reggino) così ricco di tracce storiche greco-bizantine come la Vallata dello Stilaro appunto ma privo di riferimenti riconducibili alla ricerca e creatività contemporanea che solo le arti visive riescono a sprigionare. Collezioni che oggi possono affiancarsi al rango dei musei più prestigiosi tanto che nella mostra in atto propongono all’attenzione del pubblico opere di pittura, scultura, incisione, serigrafia, fotografia di affermati autori quali: Carmelo Aiello, Luigi Aragona, Caterina Arcuri, Luciano Blank, Antonio Bosco, Italietta Carbone, Andrea Cefaly (junior), Domenico Cefaly, Carmine Cianci, Antonio Cilurzo, Miguel Clemente-Valenti, Giuseppe Correale, Angelo Di Lieto, Omar Fedhan, Toni Ferro, Giuseppe Franconieri, Cesare Fullone, Elio Furina, Pino Lavecchia, Domenico Lo Russo, Vincenzo Lombardi, Franco Magro, Alfredo Maiorino, Filippo Malice, Luigi Malice, Michele Marzo, Fernando Miglietta, Eugenia Musolino, Franco Paletta, Paolo Pancari Doria, Rocco Pangaro, Attilio Papandrea, Mario Parentela, Pino Pingitore, Tarcisio Pingitore, Tommaso Pirillo, Pino Pizzonia, Vittorio Politano, Maria Preganò, Antonio Pujia, Mimmo Rotella, Alessandro Russo, Rosa Maria Daria Russo, Dario Scorza, Vincenzo Trapasso, Giuseppe Valentino, Marusca Zangaro; collezione costantemente arricchita e aggiornata dalla fresca vitalità creativa di giovani emergenti come: Danilo Bellina, Edearte.com (Elena Idone, Davide Fontana, Enrico Strati), Alessandro Malivindi, Paola Militano, Gabriele Nicolò, Domenico Nucera, D. Teresa Ribuffo, Katia Susanna; tutti accomunati dal diritto di cittadinanza calabrese. Nomi comunque che lungi dall’alimentare le polemiche che hanno accompagnato la composizione del padiglione regionale potevano a buon diritto integrare l’elenco de “Lo stato dell’arte – Calabria” definito dal co-curatore Fernando Miglietta nell’esposizione reggina.
Per ragioni di chiarezza va infatti riportato che il primo elenco ufficiale del Padiglione Regionale della Calabria si componeva di 28 presenze e precisamente da: Arcuri Caterina, Baccellieri Stellario, Berlingeri Cesare, Cariati Maurizio, Cilurzo Antonio, Corapi Marialuisa, Correggia Francesco, David Domenico, De Mitri Giulio, Foti Erminia, Gallo Giuseppe, Guerrieri Francesco, Maiorano Serafino, Pangaro Rocco, Paonessa Vincenzo, Pirella Francesco, Pirri Alfredo, Pujia Veneziano Antonio, Pullano Cristina, Rotiroti Nicola, Russo Graziano, Servolino Emilio, Sgrò Tina, Spina Ernesto, Trimani Antonio, Violetta Antonio, Vitali Massimo, Zizola Francesco. In quella occasione, così come riportato nel comunicato stampa del vernissage della mostra “L’arte è cosa nostra” del 23 luglio, avevamo infatti riportato l’impressione che l’elenco non fosse poi così rappresentativo della creatività espressa nella regione negli ultimi dieci anni, mancando appunto autori come Malice o Spatari, privo di espressioni contigue all’Accademia di Belle Arti di Reggio ed ancora degli artisti che gravitano nell’area di Cosenza che si erano sempre distinti in manifestazioni di alto profilo sia nazionale che internazionale. Elenco che poi, in seguito all’affiancamento a curatore di Fernando Miglietta si è dilatato con l’inclusione di: Angelo Aligia, Barbara Bonfilio, Adele Ceraudo, Natino Chirico, Giuseppe Conestabile, Damiano Cuzzola, Gaspare Da Brescia, Ugo D’Ambrosi, Delia Dattilo, Massimo De Leo, Nicola De Luca, Nicolò De Napoli, Pino Deodato, Salvatore Dominelli, Alessandro Fonte, Orazio Garofalo, Fiorentina Giannotta, Francesco Lupinacci, Alfredo Maiorino, Filippo Malice, Pietro Mancini, Pepi Merisio, Diego Minuti, Vincenzo Molinari, Rocco Musolino, Mario Parentela, Shawnette Poe, Antonio Pugliese, Alessandro Russo, Francesco Scialò, Nik Spatari, Savina Tarsitano, Giulio Telarico, Vincenzo Trapasso, Silvio Vigliaturo, Fiorenzo Zaffina; fino a comprendere 57 artisti. Fatto salvo che l’operazione finale lasciasse intravedere in modo vistoso le defezioni eccellenti del tenore di Cesare Berlingeri, Giuseppe Gallo, Francesco Guerrieri, Alfredo Pirri, Graziano Russo, Antonio Violetta, Massimo Vitali e Francesco Zizola; assenze che qualche interrogativo lo pongono. Come del resto permangono gli interrogativi sulla democraticità delle segnalazioni dei nominativi e conseguente selezione finale.
La gloriosa storia de La Biennale di Venezia, istituzione di prestigio mondiale, ci aveva abituati a considerare gli inviti di partecipazione alle esposizioni internazionali come il sommo riconoscimento dell’attività artistica; l’artista invitato, in definitiva, si sentiva insignito a ragione del Leone d’oro alla carriera: una meta agognata e riconosciuta tale a livello planetario. L’edizione corrente, anche in concomitanza con le celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia, nonché per l’impostazione voluta da Vittorio Sgarbi (curatore del padiglione Italia “l’arte non è cosa nostra”) ha registrato il decentramento e la localizzazione di varie esposizioni nei capoluoghi di Regioni ed in città di grande pregio. L’idea del curatore è stata quella di comporre un “catalogo del contemporaneo” che documenti lo spirito creativo degli ultimi dieci anni. Il metodo di composizione del padiglione è stato quello di affidare le segnalazioni degli artisti a personaggi di rilievo della cultura, sottraendo così la prerogativa ai critici con l’obiettivo di presentare una mostra libera dal pregiudizio di predilezioni e protezionismi. Un’impostazione che ha fatto tanto discutere, stracolma di polemiche d’ogni sorta, animata da contraddizioni, ripensamenti e aggiustamenti in ogni dove.
E dal momento che non c’era un tetto di presenze da rispettare, ripartendo dalla considerazione di Sgarbi che con questa operazione intendeva avere infine una “fotografia di cos’è l’arte italiana oggi, quella vera, non quella dei critici e amici degli amici” ci domandiamo perché mai non si è proceduto alla composizione di un catalogo il più ampio possibile visto che l’obiettivo dichiarato era quello di realizzare l’indice dei pittori e artisti del nuovo millennio”? Perché dunque la Calabria non può avere il suo secondo o terzo padiglione regionale? così come è successo in Piemonte (vedi il caso di Torino) o meglio in Toscana, dove i padiglioni si sono addirittura quadruplicati?
Intendiamoci, noi siamo comunque soddisfatti da questi esiti che ci portano ad annoverare ben 10 artisti che prendono parte al padiglione di Villa Zerbi “lo stato dell’arte – Calabria” che compongono le Collezioni di AM International & Fondazione per l’arte FEF, oltre ai tanti altri invitati nei rispettivi padiglioni regionali di appartenenza ed a quelli che hanno già partecipato a passate edizioni della Biennale di Venezia.
Vogliamo comunque lanciare il nostro invito a Vittorio Sgarbi, a Fernando Miglietta ed all’assessore Mario Caligiuri di venire ad inaugurare anche il padiglione di Bivongi se vogliono rendere giustizia alla Calabria. Magari potrebbero anche qui incontrare, come del resto hanno incontrato, altri artisti sconosciuti ma straordinari che hanno bisogno d’essere risarciti di un sistema che non consente loro di emergere o quanto meno di farsi conoscere e apprezzare per la qualità e la quantità di energia che hanno in corpo. Ufficializzando con la loro presenza la mostra “l’arte è cosa nostra” o altri padiglioni sul territorio regionale al livello di esposizioni collaterali al padiglione Italia della 54esima esposizione internazionale d’arte. Verrebbe fuori una sorta di Biennale per tutti o se si vuole una Biennale di nessuno; in ogni caso si segnerebbe un anno zero che sarà ricordato come il censimento ufficiale degli artisti e dal quale ripartire per affidare alla storia il destino di quanti all’arte affidano con passione la propria esistenza nella spasmodica ricerca spirituale e crescita culturale.
23
luglio 2011
L’arte è cosa nostra
Dal 23 luglio al 30 novembre 2011
arte contemporanea
Location
MUSEO FONDAZIONE PER L’ARTE ELIO FURINA
Bivongi, Via XXIV Maggio, 35/37, (Reggio Di Calabria)
Bivongi, Via XXIV Maggio, 35/37, (Reggio Di Calabria)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10,00-18,30
Vernissage
23 Luglio 2011, ore 17,30
Sito web
www.aminternational.it
Autore