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L’arte incisa. Tra tradizione e sperimentazione
Nelle diverse traiettorie che le opere prefigurano, nelle corrispondenze che si intrecciano, vi è la possibilità di annodare o di sciogliere tutto il problema della verità del linguaggio incisorio, di sentire il suo senso vero e fondamentale
Comunicato stampa
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Tra tradizione e sperimentazione
Scegliere con rigore e passione opere incise, ordinarle in un percorso espositivo, è impegno gravoso e responsabile, che esige sensibilità e dedizione, perché ogni qual volta l’incisione fa la sua comparsa, è essenziale adempiere ad una necessità, che altre forma d’espressione non reclamano o trascurano.
Si tratta di restituire ad essa ciò che più le appartiene, la possibilità del proprio procedimento e cammino.
Rimanere quanto più fedeli a questo richiamo silenzioso, che sin da lontani e misteriosi esordi ci parla come pura espressione dell’anima, è compito difficile, reso ancora più problematico dalla consapevolezza che qualcosa ha luogo quando delle incisioni vengono accostate, un dialogo segreto si attiva, un linguaggio si pensa, si esprime, si dona.
È questa segreta sostanzialità che il progetto espositivo mette in luce, dischiudendo la porta di un universo, ove altre luci, altre ombre, altri segni e altre forme si rivelano, parlandoci dell’illimitato germinare di un linguaggio, del suo eterno segreto, che da sempre prelude ad un cammino senza fine.
Una parte significativa di questo cammino ci viene restituita da questa preziosa iniziativa, nata da un’assoluta dedizione, generata dal desiderio e dal sogno.
Vale per la nostra educazione e per la nostra conoscenza che certi sogni vadano salvati, perché una volta restituiti si rendono visibili, entrano con i loro incantamenti e con le loro rivelazioni nel nostro spazio e nel nostro tempo.
Sono rari questi momenti in cui l’incisione si mostra in tutta la sua purezza, rivelando la sua peculiarità più autentica, animata di sapienza e abnegazione, di pochissime cose e molto spirito, di silenziose intimità e segreti svolgimenti, di severità di accenti e tese essenzialità.
Pensate entro questa dimensione, tradizione e sperimentazione non si pongono più come contrapposte alternative, ma divengono tappe essenziali e necessarie di un impegno artistico consapevole e liberante; come dire che l’autentica sperimentazione è attingibile solo là dove s’innesta su una grande tradizione di elaborazione grafica dei valori.
Nelle diverse traiettorie che le opere prefigurano, nelle corrispondenze che si intrecciano, vi è la possibilità di annodare o di sciogliere tutto il problema della verità del linguaggio incisorio, di sentire il suo senso vero e fondamentale.
Allora, col tremore con cui giunge l’inaspettato, sentiamo che una verità parla, si intreccia nelle opere, è calata in esse, comincia ad essere percepita nel silenzio che si crea nei momenti privilegiati, e si offre alle coscienze, anima di immagine autentica che dice l’essenziale.
Bruno Ceci
Scegliere con rigore e passione opere incise, ordinarle in un percorso espositivo, è impegno gravoso e responsabile, che esige sensibilità e dedizione, perché ogni qual volta l’incisione fa la sua comparsa, è essenziale adempiere ad una necessità, che altre forma d’espressione non reclamano o trascurano.
Si tratta di restituire ad essa ciò che più le appartiene, la possibilità del proprio procedimento e cammino.
Rimanere quanto più fedeli a questo richiamo silenzioso, che sin da lontani e misteriosi esordi ci parla come pura espressione dell’anima, è compito difficile, reso ancora più problematico dalla consapevolezza che qualcosa ha luogo quando delle incisioni vengono accostate, un dialogo segreto si attiva, un linguaggio si pensa, si esprime, si dona.
È questa segreta sostanzialità che il progetto espositivo mette in luce, dischiudendo la porta di un universo, ove altre luci, altre ombre, altri segni e altre forme si rivelano, parlandoci dell’illimitato germinare di un linguaggio, del suo eterno segreto, che da sempre prelude ad un cammino senza fine.
Una parte significativa di questo cammino ci viene restituita da questa preziosa iniziativa, nata da un’assoluta dedizione, generata dal desiderio e dal sogno.
Vale per la nostra educazione e per la nostra conoscenza che certi sogni vadano salvati, perché una volta restituiti si rendono visibili, entrano con i loro incantamenti e con le loro rivelazioni nel nostro spazio e nel nostro tempo.
Sono rari questi momenti in cui l’incisione si mostra in tutta la sua purezza, rivelando la sua peculiarità più autentica, animata di sapienza e abnegazione, di pochissime cose e molto spirito, di silenziose intimità e segreti svolgimenti, di severità di accenti e tese essenzialità.
Pensate entro questa dimensione, tradizione e sperimentazione non si pongono più come contrapposte alternative, ma divengono tappe essenziali e necessarie di un impegno artistico consapevole e liberante; come dire che l’autentica sperimentazione è attingibile solo là dove s’innesta su una grande tradizione di elaborazione grafica dei valori.
Nelle diverse traiettorie che le opere prefigurano, nelle corrispondenze che si intrecciano, vi è la possibilità di annodare o di sciogliere tutto il problema della verità del linguaggio incisorio, di sentire il suo senso vero e fondamentale.
Allora, col tremore con cui giunge l’inaspettato, sentiamo che una verità parla, si intreccia nelle opere, è calata in esse, comincia ad essere percepita nel silenzio che si crea nei momenti privilegiati, e si offre alle coscienze, anima di immagine autentica che dice l’essenziale.
Bruno Ceci
13
giugno 2008
L’arte incisa. Tra tradizione e sperimentazione
Dal 13 giugno al 13 luglio 2008
disegno e grafica
Location
VILLA PICENA
Colli Del Tronto, Via Salaria, 66, (Ascoli Piceno)
Colli Del Tronto, Via Salaria, 66, (Ascoli Piceno)
Orario di apertura
Tutti i giorni su prenotazione
Vernissage
13 Giugno 2008, ore 20
Autore
Curatore