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L’arte ricercata
La mostra vede la presenza di venti artiste provenienti da varie regioni d’Italia
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sarà inaugurata Sabato 8 ottobre alle ore 18,00, nella sala “Borsellino” del Palazzo di Città, alla presenza dell’on. Alessandro Pagano, la rassegna d’Arte Contemporanea “L’Arte Ricercata”. L’esposizione d’arte, tutta al femminile è organizzata dall’Associazione Culturale “Amici dell’Aquilone” presieduta dal Dr. Antonio D’Agliano. L’evento culturale rientra tra le iniziative direttamente promosse dall’Assessorato Regionale ai Beni Culturale Ambientali e Pubblica Istruzione. La rassegna, curata da Calogero Barba e Giuseppina Riggi, con testi critici di Teodolinda Coltellaro e Diego Gulizia sarà ospitata nel cuore dell’entroterra siciliano nella ridente cittadina di San Cataldo in provincia di Caltanissetta. La mostra vede la presenza di venti artiste provenienti da varie regioni d’Italia: Luciana Anelli, Rosetta Berardi, Tonia Copertino, Giulia Cosentino, Filli Cusenza, Rosetta D’Alessandro, Grazia D’Arpa, Lia Drei, Mariapia Fanna Roncoroni, Fernanda Fedi, Antonella Gandini, Hilde Margani, Nèlida Mendoza, Gina Nicolosi, Letizia Porcaro, Giuseppina Riggi, Rosemarie Sansonetti, Alba Savoi, Valeria Troja, Elisa Vicari. Le donne artiste invitate sono diverse per estrazione culturale ed età generazionale, scelte tra quelle con provata esperienza, nel campo della pittura, della fotografia e della scultura/installazione che hanno mostrato nel corso degli anni una particolare attenzione alle problematiche di ricerca nell’arte d’oggi. Inoltre è ben motivato l’inserimento di alcune giovani presenze che già sorreggono la linea della recente ricerca estetica, tracciata da molti anni dalle altre artiste.
Questa mostra-incontro è volutamente pensata con la sola presenza artistica femminile che da diversi anni ormai ha evidenziato una grossa valenza nell’arte contemporanea. L’evento ha come obiettivo prevalente quello di far conoscere e valorizzare la specificità femminile nell’arte visiva. Quindi portare a conoscenza dei fruitori il contributo culturale e artistico reso dalla donna nel dibattito dell’arte contemporanea.
In passato, alcune donne hanno lasciato un segno tangibile nella storia dell’arte, dal rinascimento, al manierismo, al barocco, fino ai nostri giorni.
Agli inizi degli anni sessanta in Italia, con l’incalzare della Pop Art e delle neoavanguardie sono parecchie le donne che ormai hanno acquisito consapevolezza del proprio lavoro, quindi disposte a mettersi in gioco, nel variegato sistema dell’arte. Tra le italiane emergono Carla Accardi, Titina Maselli, Giosetta Fioroni, Lia Drei, Marina Apollonio, Nanda Vigo, Marisa Merz, Elisa Montessori e moltissime altre. Particolare ruolo assumono nel contesto storico internazionale degli anni Sessanta e Settanta gli artisti Marina Abramovic, Gina Pane, Rebecca Horn, Orlan e Ketty La Rocca, principali artefici dell’arte estrema, come la Body Art o Narrative Art.
L’evento proposto in questa occasione raccoglie diversificate sperimentazioni dell’arte, partendo da esperienze artistiche maturate in Italia nell’arte visiva degli anni Sessanta, in un percorso che attraversa gli anni Settanta fino agli anni Novanta, per approdare all’inizio del terzo millennio. Questo percorso cronologico è indispensabile per prendere coscienza della produzione del “nuovo” nell’arte italiana, di cui la donna è tra le maggiori protagoniste.
In molti si chiedono se esiste una “differenza” propria della donna nell’arte. La differenza esiste forse nella “sensibilità”, che fa la “diversità”, come valore aggiunto da riconoscere e apprezzare, per il ruolo che merita. Lo studio sull’arte prodotta dalle donne è stato poco indagato dagli storici e dai critici d’arte – in passato l’arte è stata dominio assoluto dell’uomo -, nella recente storiografia d’arte al femminile troviamo alcune attente studiose dell’arte come Lea Vergine, antesignana della ricerca artistica sulla donna, che nel 1980 per conto del comune di Milano organizzò a Palazzo Reale “L’arte ritrovata”, testimoniando l’attività delle donne d’avanguardia dal 1910 al 1940. Questo lavoro condotto da Lea Vergine può considerarsi di grande importanza per la rivalutazione dell’apporto dell’arte al femminile. La presente ricognizione al femminile, promuove la crescita e l’arricchimento culturale di un territorio periferico e marginale, come quello nisseno, rispetto ai grossi centri propulsori del nord - come le grandi città metropolitane - che in genere ospitano tali rassegne, quindi più informati del dibattito e dei fenomeni dell’arte in generale.
Nel territorio nisseno da diversi anni si è avviato un dibattito sull’arte di oggi, non più legata a stereotipi di denuncia sociale o di orgoglio della memoria, ma orientato verso la ricerca dell’arte visiva, verso la propositività creativa e la progettualità, dove la donna d’oggi ricopre un ruolo di primaria importanza. Esposizioni come queste permettono di attivare diversi canali di comunicazione tra artisti dei vari luoghi, confronti e relazioni atti a superare le frammentazioni territoriali regionali, e ad aprire un dialogo utile alla crescita collettiva della comunità artistica. Questa breve ricognizione nell’arte visiva della donna vuole sottolineare il carattere “forte” di una pratica estetica, di grande incidenza culturale, la cui portata all’inizio del terzo millennio è tutta da esplorare.
Questa mostra-incontro è volutamente pensata con la sola presenza artistica femminile che da diversi anni ormai ha evidenziato una grossa valenza nell’arte contemporanea. L’evento ha come obiettivo prevalente quello di far conoscere e valorizzare la specificità femminile nell’arte visiva. Quindi portare a conoscenza dei fruitori il contributo culturale e artistico reso dalla donna nel dibattito dell’arte contemporanea.
In passato, alcune donne hanno lasciato un segno tangibile nella storia dell’arte, dal rinascimento, al manierismo, al barocco, fino ai nostri giorni.
Agli inizi degli anni sessanta in Italia, con l’incalzare della Pop Art e delle neoavanguardie sono parecchie le donne che ormai hanno acquisito consapevolezza del proprio lavoro, quindi disposte a mettersi in gioco, nel variegato sistema dell’arte. Tra le italiane emergono Carla Accardi, Titina Maselli, Giosetta Fioroni, Lia Drei, Marina Apollonio, Nanda Vigo, Marisa Merz, Elisa Montessori e moltissime altre. Particolare ruolo assumono nel contesto storico internazionale degli anni Sessanta e Settanta gli artisti Marina Abramovic, Gina Pane, Rebecca Horn, Orlan e Ketty La Rocca, principali artefici dell’arte estrema, come la Body Art o Narrative Art.
L’evento proposto in questa occasione raccoglie diversificate sperimentazioni dell’arte, partendo da esperienze artistiche maturate in Italia nell’arte visiva degli anni Sessanta, in un percorso che attraversa gli anni Settanta fino agli anni Novanta, per approdare all’inizio del terzo millennio. Questo percorso cronologico è indispensabile per prendere coscienza della produzione del “nuovo” nell’arte italiana, di cui la donna è tra le maggiori protagoniste.
In molti si chiedono se esiste una “differenza” propria della donna nell’arte. La differenza esiste forse nella “sensibilità”, che fa la “diversità”, come valore aggiunto da riconoscere e apprezzare, per il ruolo che merita. Lo studio sull’arte prodotta dalle donne è stato poco indagato dagli storici e dai critici d’arte – in passato l’arte è stata dominio assoluto dell’uomo -, nella recente storiografia d’arte al femminile troviamo alcune attente studiose dell’arte come Lea Vergine, antesignana della ricerca artistica sulla donna, che nel 1980 per conto del comune di Milano organizzò a Palazzo Reale “L’arte ritrovata”, testimoniando l’attività delle donne d’avanguardia dal 1910 al 1940. Questo lavoro condotto da Lea Vergine può considerarsi di grande importanza per la rivalutazione dell’apporto dell’arte al femminile. La presente ricognizione al femminile, promuove la crescita e l’arricchimento culturale di un territorio periferico e marginale, come quello nisseno, rispetto ai grossi centri propulsori del nord - come le grandi città metropolitane - che in genere ospitano tali rassegne, quindi più informati del dibattito e dei fenomeni dell’arte in generale.
Nel territorio nisseno da diversi anni si è avviato un dibattito sull’arte di oggi, non più legata a stereotipi di denuncia sociale o di orgoglio della memoria, ma orientato verso la ricerca dell’arte visiva, verso la propositività creativa e la progettualità, dove la donna d’oggi ricopre un ruolo di primaria importanza. Esposizioni come queste permettono di attivare diversi canali di comunicazione tra artisti dei vari luoghi, confronti e relazioni atti a superare le frammentazioni territoriali regionali, e ad aprire un dialogo utile alla crescita collettiva della comunità artistica. Questa breve ricognizione nell’arte visiva della donna vuole sottolineare il carattere “forte” di una pratica estetica, di grande incidenza culturale, la cui portata all’inizio del terzo millennio è tutta da esplorare.
08
ottobre 2005
L’arte ricercata
Dall'otto al 25 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
PALAZZO DI CITTA’
San Cataldo, Piazza Papa Giovanni Xxiii, (Caltanissetta)
San Cataldo, Piazza Papa Giovanni Xxiii, (Caltanissetta)
Orario di apertura
17,30-20
Vernissage
8 Ottobre 2005, ore 18
Autore
Curatore