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L’Artista allo specchio del Reale
Una mini Biennale Internazionale d’Arte con artisti italiani e di diverse altre nazioni europee, che dialogano, si confrontano, soprattutto si incontrano tra di loro.
Comunicato stampa
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Concorde difformità d’artisti d’Europa
A Budrio, dal 5 aprile al 4 maggio 2009, inizierà il percorso di una mini Biennale Internazionale d’Arte con artisti italiani e di diverse altre nazioni europee, che dialogano, si confrontano, soprattutto si incontrano tra di loro. Si incontrano tra di loro perché viene ampliato un progetto già iniziato da tempo di scambi tra artisti bolognesi e soprattutto di paesi di lingua tedesca, che in questo caso diviene più ricco ed esteso a nuove presenze, meno tradizionali o locali; perché sono gli artisti stessi che vengono costruendo una mostra per offrire al pubblico le opere più recenti da loro prodotte, con una esposizione esemplare; perché il critico ha la funzione più del direttore d’orchestra che di colui che sceglie ed organizza. Infine perché il dialogo con il pubblico non può essere che diretto, non mediato se non dalla presenza degli artisti stessi.
L’arte per sua natura, al di là di tendenze, correnti, scuole o tradizioni, tende all’universalità, che ricerca proponendosi il colloquio con gli uomini di tutti i tempi e di tutte le culture, aderendo allo spirito del tempo, che già di per sé avvicina artisti di nazioni e lingue diverse, molto più e molto più profondamente di quanto non facciano gli altri linguaggi creativi, salvo forse la musica. Del resto universale è la tendenza alla innovazione artistica, come primaria manifestazione della creatività, dagli impressionisti e dalle avanguardie storiche in poi, in un succedersi di opere, maestri, idee, progetti che pur contraddittoriamente hanno creato una comune koinè, per cui il pubblico di Budrio, Pianoro e Pieve di Cento vedrà più facilmente ciò che unisce gli artisti di questa mini Biennale Internazionale d’Arte che non ciò che li caratterizza per identità geografiche e radici culturali. L’arte dunque anticipa – ma lo ha sempre fatto, in Occidente, dai Greci in poi – la globalizzazione di interpretazioni del reale, che sono prima di tutto una sua reinvenzione, tra il sogno, il progetto e la riflessione. Questo carattere di escludere la violenza della realtà, di aprire spiragli su mondi inesplorati, forse inventati, è tipica dell’arte europea, che solo per moda ha aderito e brevemente con pochi esponenti, alle forme di iperrealismo di matrice americana. Queste opere di pittura scultura e fotografia d’invenzione – che vediamo in questa galleria itinerante, che però è in piccolo quasi un riassunto delle tendenze più attuali esistenti – sono tutte costruite con quella che potremmo chiamare “prospettiva concettuale”, che mentre rifiuta la visione geometrica-matematica dell’Umanesimo, lascia aperto uno spiraglio sul tema dello spazio, anche se quello interiore si mescola e si maschera facilmente con quello esteriore. Così le emozioni e la razionalità si inseguono e si intrecciano, cercando di sedurre e di coinvolgere l’osservatore, il quale non può essere neutrale, ma deve partecipare, quasi diventare complice di un evento che ha la levità dell’apparizione, dell’improvvisazione, della casualità, ma contemporaneamente pretende una persistenza oltre l’oggi, proiettandosi con arroganze e presunzioni nel futuro: fatto per durare oltre le età e i tempi. È questa forza, che in tutte le opere presenti avvertiamo, per la quale l’artista nella sua biografia, nella sua fisica esistenza, viene emarginato allontanato, quasi cancellato.
La mostra ha come titolo “l’artista allo specchio del reale” e ovviamente come sottotitolo “la pittura e la scultura europea riflette sul proprio tempo”. È questa dimensione di immersione nell’oggi quella che accomuna i diversi linguaggi degli artisti presenti, tutti tesi, qualsiasi sia la materia che usano, a penetrare le contraddizioni del nostro vivere, per cui il reale non può essere che una dimensione non facilmente definibile, che sfugge a ogni sintesi, che si presenta proteiforme e irriducibile. Ogni opera così diventa un frammento di un processo più ampio e incontrollabile, ma anche un coerente momento di riflessione davvero internazionale. Infatti al di là delle singolarità e delle indubbie qualità di ciascun artista presente, si avverte una atmosfera che è l’aria stessa della nostra contemporaneità. Gli occhi che sapranno prestare attenzione a queste presenze non potranno che riconoscersi in una comunanza di sentire che ci fa essere realmente europei.
Marzio Dall’Acqua
Presidente dell’Accademia Nazionale di Belle Arti di Parma
A Budrio, dal 5 aprile al 4 maggio 2009, inizierà il percorso di una mini Biennale Internazionale d’Arte con artisti italiani e di diverse altre nazioni europee, che dialogano, si confrontano, soprattutto si incontrano tra di loro. Si incontrano tra di loro perché viene ampliato un progetto già iniziato da tempo di scambi tra artisti bolognesi e soprattutto di paesi di lingua tedesca, che in questo caso diviene più ricco ed esteso a nuove presenze, meno tradizionali o locali; perché sono gli artisti stessi che vengono costruendo una mostra per offrire al pubblico le opere più recenti da loro prodotte, con una esposizione esemplare; perché il critico ha la funzione più del direttore d’orchestra che di colui che sceglie ed organizza. Infine perché il dialogo con il pubblico non può essere che diretto, non mediato se non dalla presenza degli artisti stessi.
L’arte per sua natura, al di là di tendenze, correnti, scuole o tradizioni, tende all’universalità, che ricerca proponendosi il colloquio con gli uomini di tutti i tempi e di tutte le culture, aderendo allo spirito del tempo, che già di per sé avvicina artisti di nazioni e lingue diverse, molto più e molto più profondamente di quanto non facciano gli altri linguaggi creativi, salvo forse la musica. Del resto universale è la tendenza alla innovazione artistica, come primaria manifestazione della creatività, dagli impressionisti e dalle avanguardie storiche in poi, in un succedersi di opere, maestri, idee, progetti che pur contraddittoriamente hanno creato una comune koinè, per cui il pubblico di Budrio, Pianoro e Pieve di Cento vedrà più facilmente ciò che unisce gli artisti di questa mini Biennale Internazionale d’Arte che non ciò che li caratterizza per identità geografiche e radici culturali. L’arte dunque anticipa – ma lo ha sempre fatto, in Occidente, dai Greci in poi – la globalizzazione di interpretazioni del reale, che sono prima di tutto una sua reinvenzione, tra il sogno, il progetto e la riflessione. Questo carattere di escludere la violenza della realtà, di aprire spiragli su mondi inesplorati, forse inventati, è tipica dell’arte europea, che solo per moda ha aderito e brevemente con pochi esponenti, alle forme di iperrealismo di matrice americana. Queste opere di pittura scultura e fotografia d’invenzione – che vediamo in questa galleria itinerante, che però è in piccolo quasi un riassunto delle tendenze più attuali esistenti – sono tutte costruite con quella che potremmo chiamare “prospettiva concettuale”, che mentre rifiuta la visione geometrica-matematica dell’Umanesimo, lascia aperto uno spiraglio sul tema dello spazio, anche se quello interiore si mescola e si maschera facilmente con quello esteriore. Così le emozioni e la razionalità si inseguono e si intrecciano, cercando di sedurre e di coinvolgere l’osservatore, il quale non può essere neutrale, ma deve partecipare, quasi diventare complice di un evento che ha la levità dell’apparizione, dell’improvvisazione, della casualità, ma contemporaneamente pretende una persistenza oltre l’oggi, proiettandosi con arroganze e presunzioni nel futuro: fatto per durare oltre le età e i tempi. È questa forza, che in tutte le opere presenti avvertiamo, per la quale l’artista nella sua biografia, nella sua fisica esistenza, viene emarginato allontanato, quasi cancellato.
La mostra ha come titolo “l’artista allo specchio del reale” e ovviamente come sottotitolo “la pittura e la scultura europea riflette sul proprio tempo”. È questa dimensione di immersione nell’oggi quella che accomuna i diversi linguaggi degli artisti presenti, tutti tesi, qualsiasi sia la materia che usano, a penetrare le contraddizioni del nostro vivere, per cui il reale non può essere che una dimensione non facilmente definibile, che sfugge a ogni sintesi, che si presenta proteiforme e irriducibile. Ogni opera così diventa un frammento di un processo più ampio e incontrollabile, ma anche un coerente momento di riflessione davvero internazionale. Infatti al di là delle singolarità e delle indubbie qualità di ciascun artista presente, si avverte una atmosfera che è l’aria stessa della nostra contemporaneità. Gli occhi che sapranno prestare attenzione a queste presenze non potranno che riconoscersi in una comunanza di sentire che ci fa essere realmente europei.
Marzio Dall’Acqua
Presidente dell’Accademia Nazionale di Belle Arti di Parma
05
aprile 2009
L’Artista allo specchio del Reale
Dal 05 aprile al 03 maggio 2009
arte contemporanea
Location
SALA ROSA
Budrio, Via Guglielmo Marconi, 3/b, (Bologna)
Budrio, Via Guglielmo Marconi, 3/b, (Bologna)
Orario di apertura
festivi e prefestivi dalle ore 10 alle 12 e dalle 16 alle 19,30
Vernissage
5 Aprile 2009, ore 11
Autore