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L’arto fantasma
Cinque giovani artisti tutti diplomati all’Accademia di Belle Arti di Firenze presso la scuola di pittura del Prof. Adriano Bimbi sperimentano il loro percorso artistico con un tema terribilmente attuale e tutt’ora quotidiano: Le mine antiuomo, quella che viene anche chiamata la guerra dopo la guerra
Comunicato stampa
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Da oltre dieci anni la Fondazione Sergio Vacchi si occupa di manifestazioni culturali nel territorio Toscano, ricevendo anno dopo anno consensi sia dalla critica specialistica che dal pubblico senese ed internazionale sempre più attento ed appassionato all’impegno creativo della stessa attraverso una partecipazione numerosa e continua.
La Fondazione Vacchi che iniziò la sua attività nel 1999 con la presentazione di tutta l’opera grafica di Francisco Goya dal titolo “Segno e Visione”, propone, tra le sue attività estive, una mostra d’arte nel periodo 23 agosto 2008 – 31 ottobre 2008 di forte respiro sociale dal titolo L’ARTO FANTASMA.
Cinque giovani artisti tutti diplomati all’Accademia di Belle Arti di Firenze presso la scuola di pittura del Prof. Adriano Bimbi, Elisa Zadi, Sandro Palmieri, Lorenzo Barbieri, Roberto Caruso, Luca Maceri, sperimentano il loro percorso artistico con un tema terribilmente attuale e tutt’ora quotidiano: Le mine antiuomo, quella che viene anche chiamata la guerra dopo la guerra.
Le mine inesplose sono un ricordo della lotta armata ben conosciuto in molti Paesi. Abbandonati alla fine del conflitto, questi ordigni non hanno dispositivi di autodistruzione, per cui possono restare nascosti nel terreno anche per decenni. Molte bombe hanno un aspetto ingannevole e sono fatte in modo da scoppiare non appena manomesse.
In più di trenta paesi, anche in tempo di pace, le mine antiuomo uccidono e mutilano, a migliaia e senza distinzioni, civili e militari, donne e bambini. La proliferazione sconsiderata di queste armi proibite impedisce il ritorno alla vita normale, ritarda il reinserimento dei profughi.
Nel Terzo mondo, i suoi martiri sono soprattutto pastori nomadi e famiglie contadine, che vivono del prodotto delle loro terre. Quest’arma ha fatto drammatiche stragi in Afghanistan, Cambogia, Angola, Somalia, Etiopia, Sudan, Uganda, Ruanda, Mozambico, Nicaragua, Laos, Salvador, Vietnam, Irak, Iran, Sri Lanka, Birmania, Bosnia-Erzegovina eccetera.
Le vittime hanno in comune la povertà, la condizione di non combattenti, la dipendenza dalla terra e l’incapacità non solo di sfuggire a un sanguinoso destino, ma anche di farlo conoscere al resto del mondo. Eppure non si tratta di casi isolati, ma di intere comunità che sono state così decimate:
• in Cambogia, nel 1994, ogni mese, le mine hanno fatto in media più di 300 vittime, tra feriti e uccisi.
Quello che la Fondazione Vacchi si prefigge con questa manifestazione è di continuare a ricordare e cercare di aiutare queste popolazioni bisognose, avvicinare il nostro paese, già molto attento e solidale con i territori meno fortunati, ad una realtà sempre troppo attuale.
Le tele di questi giovani artisti hanno lo scopo di far entrare il visitatore in un mondo fatto di realtà atroci, di dolore e sangue, hanno l’obbiettivo di collaborare a non dimenticare, a far sì che queste nazioni possano andare avanti, sperare nella fine di questi orribili e barbari ordigni bellici.
I dipinti che saranno in mostra alla Fondazione ci presenteranno una variegata galleria di esistenze, di caratteri, di destini. La luce dei colori, plasmando gli arti fantasma delle vittime, li renderà vivi e palpitanti come realmente sono, a dispetto delle guerre e delle mine i corpi rappresentati chiusi e contratti, presenteranno il senso della vita, la linfa che continua a vivere, il desiderio di esistere malgrado tutto, la parte “oscura” del loro male con la quale tutti devono confrontarsi.
La Fondazione Vacchi ospiterà inoltre durante l’inaugurazione l’ambasciatore in Italia della Cambogia, il quale ha accettato con grande entusiasmo all’iniziativa.
I testi del catalogo sono del Prof. Enrico Crispolti.
La Fondazione Vacchi che iniziò la sua attività nel 1999 con la presentazione di tutta l’opera grafica di Francisco Goya dal titolo “Segno e Visione”, propone, tra le sue attività estive, una mostra d’arte nel periodo 23 agosto 2008 – 31 ottobre 2008 di forte respiro sociale dal titolo L’ARTO FANTASMA.
Cinque giovani artisti tutti diplomati all’Accademia di Belle Arti di Firenze presso la scuola di pittura del Prof. Adriano Bimbi, Elisa Zadi, Sandro Palmieri, Lorenzo Barbieri, Roberto Caruso, Luca Maceri, sperimentano il loro percorso artistico con un tema terribilmente attuale e tutt’ora quotidiano: Le mine antiuomo, quella che viene anche chiamata la guerra dopo la guerra.
Le mine inesplose sono un ricordo della lotta armata ben conosciuto in molti Paesi. Abbandonati alla fine del conflitto, questi ordigni non hanno dispositivi di autodistruzione, per cui possono restare nascosti nel terreno anche per decenni. Molte bombe hanno un aspetto ingannevole e sono fatte in modo da scoppiare non appena manomesse.
In più di trenta paesi, anche in tempo di pace, le mine antiuomo uccidono e mutilano, a migliaia e senza distinzioni, civili e militari, donne e bambini. La proliferazione sconsiderata di queste armi proibite impedisce il ritorno alla vita normale, ritarda il reinserimento dei profughi.
Nel Terzo mondo, i suoi martiri sono soprattutto pastori nomadi e famiglie contadine, che vivono del prodotto delle loro terre. Quest’arma ha fatto drammatiche stragi in Afghanistan, Cambogia, Angola, Somalia, Etiopia, Sudan, Uganda, Ruanda, Mozambico, Nicaragua, Laos, Salvador, Vietnam, Irak, Iran, Sri Lanka, Birmania, Bosnia-Erzegovina eccetera.
Le vittime hanno in comune la povertà, la condizione di non combattenti, la dipendenza dalla terra e l’incapacità non solo di sfuggire a un sanguinoso destino, ma anche di farlo conoscere al resto del mondo. Eppure non si tratta di casi isolati, ma di intere comunità che sono state così decimate:
• in Cambogia, nel 1994, ogni mese, le mine hanno fatto in media più di 300 vittime, tra feriti e uccisi.
Quello che la Fondazione Vacchi si prefigge con questa manifestazione è di continuare a ricordare e cercare di aiutare queste popolazioni bisognose, avvicinare il nostro paese, già molto attento e solidale con i territori meno fortunati, ad una realtà sempre troppo attuale.
Le tele di questi giovani artisti hanno lo scopo di far entrare il visitatore in un mondo fatto di realtà atroci, di dolore e sangue, hanno l’obbiettivo di collaborare a non dimenticare, a far sì che queste nazioni possano andare avanti, sperare nella fine di questi orribili e barbari ordigni bellici.
I dipinti che saranno in mostra alla Fondazione ci presenteranno una variegata galleria di esistenze, di caratteri, di destini. La luce dei colori, plasmando gli arti fantasma delle vittime, li renderà vivi e palpitanti come realmente sono, a dispetto delle guerre e delle mine i corpi rappresentati chiusi e contratti, presenteranno il senso della vita, la linfa che continua a vivere, il desiderio di esistere malgrado tutto, la parte “oscura” del loro male con la quale tutti devono confrontarsi.
La Fondazione Vacchi ospiterà inoltre durante l’inaugurazione l’ambasciatore in Italia della Cambogia, il quale ha accettato con grande entusiasmo all’iniziativa.
I testi del catalogo sono del Prof. Enrico Crispolti.
23
agosto 2008
L’arto fantasma
Dal 23 agosto al 31 ottobre 2008
giovane arte
Location
FONDAZIONE VACCHI – CASTELLO DI GROTTI
Monteroni D'arbia, Strada Del Castello, 333, (Siena)
Monteroni D'arbia, Strada Del Castello, 333, (Siena)
Orario di apertura
9.30-12.30; 17.00-19.30, lun chiuso
Vernissage
23 Agosto 2008, ore 18
Autore