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L’Atelier naturale, luci e silenzi dipinti XIX – XX secolo
L’Atelier naturale, luci e silenzi
dipinti XIX – XX secolo
inaugurazione sabato 10 dicembre ore 18.00
presentazione di Franco Campana
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Gli ambienti naturali hanno da sempre rappresentato una delle principali fonti d’ispirazione per gli artisti. Il tema del loro rapporto con la natura, intesa come paesaggio, comincia ad emergere già nel Seicento, quando gli artisti tendono sempre più a sfuggire alle regole imposte e fondano la loro arte sul diretto contatto con la natura e sull’esperienza visiva, iniziando la sperimentazione degli effetti di luce al variare delle ore.
La relazione con la natura, attraverso la pittura, si accentua in Francia nel XIX secolo con gli artisti della Scuola di Barbizon che intendono riscoprire la purezza della natura immergendosi in essa, ponendo il loro cavalletto in luoghi incontaminati, lontani dalle città dove, nel silenzio, riescono ad osservare e dipingere con passione il paesaggio, ponendosi in giusta relazione con gli ecosistemi di cui il paesaggio ne è la manifestazione più sensibile. In questo “atelier naturale” studiano, con umiltà d’intenti, le luci e i colori del paesaggio che li circonda.
Louis Anquetin (1861-1932) La Senna a Vétheuil ,1892 ca. olio su tela cm 65x54
L’attrazione verso l’ambiente come fonte d’ispirazione non è da attribuirsi solo agli artisti francesi infatti, seguendo le loro orme, anche in Italia si diffonde il desiderio di relazionarsi con alla maestosità della natura, con le sue luci e i suoi silenzi, instaurando una relazione diretta con essa, considerando l’effetto della luce come uno degli elementi espressivi principali e il silenzio come presupposto necessario per un’autentica contemplazione del paesaggio. Questo diverso approccio con l’ambiente ha portato alla creazione di opere suggestive, in cui la luce nei suoi vari aspetti naturalistico, simbolico, emotivo, diviene un mezzo espressivo di grande efficacia; può comunicare sensazioni d’inquietudine, tranquillità o allegria, può evidenziare il volume di un oggetto o accentuare l’effetto di profondità spaziale di un luogo.
Tra i dipinti esposti in mostra l’opera “Effetto di giorno a Chaville” del 1864 del pittore Paul Huet (1803-1869), testimonia egregiamente gli studi di luce che caratterizzano gli artisti della Scuola di Barbizon. Nei paesaggi di Gustave Courbet (1819-1877) e André Guindon (1831-1919) si può notare la loro particolare attenzione nel riprodurre la natura attenendosi fedelmente alla realtà. Opere post-impressioniste di Henri Harpignies (1819-1914), Emile Bernard (1868-1841) e Louis Anquetin (1861-1932) si confrontano con il dipinto “Paesaggio toscano” del macchiaiolo Francesco Gioli (1846-1922); il pointillisme di Gabriel Biessy (1854-1935) con il dipinto “Tetti rossi su Parigi” si contrappone al divisionismo di Pellizza da Volpedo (1868-1907) presente in mostra con l’opera “Riflessi di luce” del 1890 e di Guido Cinotti (1870-1932) con uno splendido dipinto raffigurante “Laghetto alpino”. Emile-Othon Friesz (1879-1949) con l’affascinante opera “Scogli di Saint-Malo” e Pierre Bertrand (1884-1975) con il dipinto “Le rocce di Penmarch” del 1913 emergono con un’esplosione di forza e colore tipici della pittura fauve; con la stessa intensità risaltano i dipinti di Carlo Levi (1902-1975), André Favory (1888-1937) e Emile-Henri Tilmans (1888-1960). Con perfetta tecnica realistica, in uno scenario immobile, incantato, quasi “magico”, il dipinto “Paesaggio veneto” del 1928 di Virgilio Guidi (1891-1984) rappresenta la pittura del Novecento Italiano insieme a Bruno Cassinari (1912-1992) il quale, con un “Paesaggio” del 1946 (1862-1958) si propone con un’opera dai toni tenui che conferiscono al dipinto una vena poetica e meditativa e a Mario Sironi (1885-1961) che è presente in mostra con un’opera ad olio del 1950.
L’esposizione si completa con le opere di Vittorio Bellini (1936-2009) e Velasco (1960) che si relazionano con l’ambiente e la natura in tempi più recenti, tempi in cui nel silenzio è avvertito ancora di più il senso del tempo e dello spazio contrapposto al momento del rumore assordante delle città.
In una sezione separata della mostra verranno esposte opere raffiguranti vedute e scorci di città
Artisti in mostra: R. Agazzi; L. Anquetin; V. Bellini; E. Bernard; R. Bertrand; G. Biessy; G. Casciaro; B. Cassinari; A. Cattaneo; V. Charreton; G. Cinotti; G. Courbet; K. P.Daubigny; E. De la Villeon; A. Favory; E. O. Friesz; C. L. Gallo; F. Gioli; V. Guidi; A. Guindon; C. H noteau;
H. Harpignies; P. Huet; C. Kvapil; H. Le Fauçonnier; C. Levi; L. Mantovani; P. Paquereau; G. Pellizza da Volpedo; H. M. Poinsot; E. Pozzato;
F. Scattola; E. Scorzelli; M.Sironi; H.Tilmans; Velasco.
La relazione con la natura, attraverso la pittura, si accentua in Francia nel XIX secolo con gli artisti della Scuola di Barbizon che intendono riscoprire la purezza della natura immergendosi in essa, ponendo il loro cavalletto in luoghi incontaminati, lontani dalle città dove, nel silenzio, riescono ad osservare e dipingere con passione il paesaggio, ponendosi in giusta relazione con gli ecosistemi di cui il paesaggio ne è la manifestazione più sensibile. In questo “atelier naturale” studiano, con umiltà d’intenti, le luci e i colori del paesaggio che li circonda.
Louis Anquetin (1861-1932) La Senna a Vétheuil ,1892 ca. olio su tela cm 65x54
L’attrazione verso l’ambiente come fonte d’ispirazione non è da attribuirsi solo agli artisti francesi infatti, seguendo le loro orme, anche in Italia si diffonde il desiderio di relazionarsi con alla maestosità della natura, con le sue luci e i suoi silenzi, instaurando una relazione diretta con essa, considerando l’effetto della luce come uno degli elementi espressivi principali e il silenzio come presupposto necessario per un’autentica contemplazione del paesaggio. Questo diverso approccio con l’ambiente ha portato alla creazione di opere suggestive, in cui la luce nei suoi vari aspetti naturalistico, simbolico, emotivo, diviene un mezzo espressivo di grande efficacia; può comunicare sensazioni d’inquietudine, tranquillità o allegria, può evidenziare il volume di un oggetto o accentuare l’effetto di profondità spaziale di un luogo.
Tra i dipinti esposti in mostra l’opera “Effetto di giorno a Chaville” del 1864 del pittore Paul Huet (1803-1869), testimonia egregiamente gli studi di luce che caratterizzano gli artisti della Scuola di Barbizon. Nei paesaggi di Gustave Courbet (1819-1877) e André Guindon (1831-1919) si può notare la loro particolare attenzione nel riprodurre la natura attenendosi fedelmente alla realtà. Opere post-impressioniste di Henri Harpignies (1819-1914), Emile Bernard (1868-1841) e Louis Anquetin (1861-1932) si confrontano con il dipinto “Paesaggio toscano” del macchiaiolo Francesco Gioli (1846-1922); il pointillisme di Gabriel Biessy (1854-1935) con il dipinto “Tetti rossi su Parigi” si contrappone al divisionismo di Pellizza da Volpedo (1868-1907) presente in mostra con l’opera “Riflessi di luce” del 1890 e di Guido Cinotti (1870-1932) con uno splendido dipinto raffigurante “Laghetto alpino”. Emile-Othon Friesz (1879-1949) con l’affascinante opera “Scogli di Saint-Malo” e Pierre Bertrand (1884-1975) con il dipinto “Le rocce di Penmarch” del 1913 emergono con un’esplosione di forza e colore tipici della pittura fauve; con la stessa intensità risaltano i dipinti di Carlo Levi (1902-1975), André Favory (1888-1937) e Emile-Henri Tilmans (1888-1960). Con perfetta tecnica realistica, in uno scenario immobile, incantato, quasi “magico”, il dipinto “Paesaggio veneto” del 1928 di Virgilio Guidi (1891-1984) rappresenta la pittura del Novecento Italiano insieme a Bruno Cassinari (1912-1992) il quale, con un “Paesaggio” del 1946 (1862-1958) si propone con un’opera dai toni tenui che conferiscono al dipinto una vena poetica e meditativa e a Mario Sironi (1885-1961) che è presente in mostra con un’opera ad olio del 1950.
L’esposizione si completa con le opere di Vittorio Bellini (1936-2009) e Velasco (1960) che si relazionano con l’ambiente e la natura in tempi più recenti, tempi in cui nel silenzio è avvertito ancora di più il senso del tempo e dello spazio contrapposto al momento del rumore assordante delle città.
In una sezione separata della mostra verranno esposte opere raffiguranti vedute e scorci di città
Artisti in mostra: R. Agazzi; L. Anquetin; V. Bellini; E. Bernard; R. Bertrand; G. Biessy; G. Casciaro; B. Cassinari; A. Cattaneo; V. Charreton; G. Cinotti; G. Courbet; K. P.Daubigny; E. De la Villeon; A. Favory; E. O. Friesz; C. L. Gallo; F. Gioli; V. Guidi; A. Guindon; C. H noteau;
H. Harpignies; P. Huet; C. Kvapil; H. Le Fauçonnier; C. Levi; L. Mantovani; P. Paquereau; G. Pellizza da Volpedo; H. M. Poinsot; E. Pozzato;
F. Scattola; E. Scorzelli; M.Sironi; H.Tilmans; Velasco.
10
dicembre 2011
L’Atelier naturale, luci e silenzi dipinti XIX – XX secolo
Dal 10 dicembre 2011 al 28 gennaio 2012
arte moderna
Location
GALLERIA MICHELANGELO
Bergamo, Via Broseta, 15, (Bergamo)
Bergamo, Via Broseta, 15, (Bergamo)
Orario di apertura
da martedì a sabato: 9.30-12.30/15.30-19.30
Vernissage
10 Dicembre 2011, ore 18,00
Curatore