Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Latifa Echakhch / Lili Reynaud-Dewar – The Pursuit of Pleasure
Il progetto espositivo, dedicato alla città e al quartiere multietnico di Barriera,
è realizzato in dialogo dall’artista marocchina Latifa Echakhch (El Khnans,1974, vive a Parigi e a Martigny), che presenta una installazione di sculture, e la francese Lili Reynaud- Dewar (La Rochelle, 1975, vive a Parigi), che propone il video di una performance ambientato nello spazio insieme a due nuove sculture.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In occasione della terza edizione dell’appuntamento “Colazione in Barriera” e in concomitanza di Artissima, Fiera internazionale d’arte contemporanea di Torino, Barriera e l’Istituto Svizzero di Roma presentano “The Pursuit of Pleasure. Latifa Echakhch e Lili Reynaud Dewar”.
L’interazione fra generi, architettura, oggetti, classi sociali, culture diverse, è un insieme di questioni aperte che accomunano le ricerche delle due artiste. Eppure le soluzioni formali delle loro opere conducono in territori diversi.
Lili Reynaud Dewar ha realizzato due nuove sculture e un nuovo video dalla serie “The Power Structures, Rituals and Sexuality of the European Shorthand Typists” (2009)”, ispirata a un breve fotogramma del film Petit à Petit (1971) del regista e antropologo francese Jean Rouch. I personaggi stereotipati di due donne, una segretaria giovane e bionda e una dattilografa più matura, si trovano all’interno di due gabbie in legno naturale. Una gabbia contiene un tavolino con una vecchia macchina da scrivere, l’altra uno specchio a tre ante. Le sculture di Reynaud Dewar sono costruzioni precarie, realizzate con tecniche artigianali semplici; al limite tra scenografia e scultura, nascono già come possibili scene di una performance. Il video, un documentario che descrive le azioni delle due attrici/segretarie, rappresenta un’analisi dell’estetica del lavoro, una ricerca sul rapporto fra il corpo femminile (quando subisce un mutamento dovuto alle strutture sociali), gli oggetti e l’architettura. Ciascun oggetto inserito nelle opere di Reynaud Dewar rimanda a una pratica che ne prevede l’utilizzo, come destinato a possibili performance.
Al contrario, Latifa Echakhch svuota gli oggetti del loro contenuto e li priva di utilità, creando strumenti per una performance impossibile. È il caso di Micro vide (2006), tre aste che sostengono tre microfoni senza collegamento sonoro, e di Fantasia (Empty Flag), 2007, una serie di pennoni privati delle loro bandiere, che sporgono dal muro intrecciandosi. In occasione di questa mostra la scultura, in un angolo, disegna un volume quadrato che dialoga con le gabbie di legno e si estende su un piccolo deserto di sabbia. Désert (2005-2009), realizzato con semola di grano duro, ricopre in parte il pavimento dello spazio espositivo, ne spezza la simmetria ma allo stesso tempo evidenzia l’equilibrio formale della mostra. Chiude la mostra un oggetto di uso comune, un sacchetto di plastica nero riempito di stucco (Untitled. In the Street), 2008, omaggio a Helen Levitt. Contrappunto narrativo, che spinge lo spettatore fuori dallo spazio, dentro le strade della città.
Latifa Echakhch unisce elementi tradizionali a istanze di carattere sociale. Le installazioni dell’artista di origine marocchina giocano sul concetto di spazio e sugli stereotipi legati al tema dell’immigrazione. Echakhch ha partecipato quest’anno alla 10ma Biennale di Lione. Sono in programma sue mostre personali al MACBA di Barcellona e alla GAMeC di Bergamo, al FRI ART di Friburgo e al FRAC Champagne Ardenne di Reims, presso lo Swiss Institute di New York e al Kunstverein di Bielefelder. Latifa Echakhch è nata a El Khnansa (MR) nel 1974. Vive e lavora a Parigi e a Martigny (CH).
Le sculture e le installazioni di Lili Reynaud Dewar sono spesso caratterizzate da forme geometriche elementari a cui l’artista applica elementi tratti dal design e dalla grafica. L’artista si appropria di elementi della cultura underground, della cultura africana, di stereotipi della cultura occidentale, attraverso performance che si ispirano a situazioni rituali. Per il 2010 sono previste una sua mostra personale presso il FRAC Champagne Ardenne di Reims e una nuova performance presso il Witte de With di Rotterdam. Nel 2009, si sono svolte mostre personali di Reynaud Dewar presso il CAPC di Bordeaux e il Centre d’Art contemporain Parc Saint Léger. Nel 2008 ha partecipato alla 5. berlin biennale e il Centre Pompidou ha recentemente acquistato un gruppo di sue sculture. Lili Reynaud Dewar è nata a La Rochelle (FR) nel 1975. Vive e lavora a Parigi.
On the occasion of the third edition of “Breakfast at Barriera” and during Artissima, The International Fair of Contemporary Art in Turin, Barriera and the Istituto Svizzero di Roma present “The Pursuit of Pleasure. Latifa Echakhch and Lili Reynaud Dewar”.
The interaction between genders, architecture, objects, social classes, different cultures, represents an open issue accompanying the two artists’ research. Yet the visual solution of their works lead you to different territories.
Lili Reynaud Dewar presents two new sculpture works and a new video from the series “The Power Structures, Rituals and Sexuality of the European Shorthand Typists” (2009), inspired by a short frame from the movie Petit à Petit (1971) by French director and anthropologist Jean Rouch. The stereotyped characters of two women, one a young and blonde secretary and a typist, who is older, are inside two cages, made of natural wood. The first contains a small table with a typewriter on it, the latter a three-sided mirror. Reynaud Dewar’s sculpture are precarious buildings, realized with simple hand-craft techniques; on the verge between scenography and sculpture, they were created as possible performance scenarios. The video, a documentary describing the two actresses/secretaries’ gestures, represents an analysis of the work aesthetics, a research on the relationship between the female body (after it has suffered a change, due to social structures), objects and architecture. Every single object which is part of Reynaud Dewar’s works sends us back to a practice that foresees its use, as if assigned to possible performances.
On the contrary, Latifa Echakhch empties objects of their meaning, depriving them of their main use, creating tools for an impossibile performance. As it happens in Micro vide (2006), 3 tripods holding microphones without their mechanism, and in Fantasia (Empty Flag), 2007, a series of poles without their flags, interweaving and jutting out from the wall. On this occasion, the sculpture, in an angle, depicts a squared volume in a dialogue between the wooden cages and it expands through a small sand desert. Désert (2005-2009), made of durum wheat semolina, covers part of the floor in the exhibition space, breaking its simmetry and at the same time underlining the visual balance of the show. As a homage to Helen Levitt, a common use object, such as a black plastic bag with plaster in it (Untitled. In the Street), 2008, closes the exhibition. A narrative counterpoint, that pushes the viewer out of the space, inside the streets of the city.
Latifa Echakhch combines traditional elements with social issues. The Marocco-born artist’s installations play with the idea of space and with stereotypes linked to immigration. In 2009, Echakhch participated in Lyon Biennal 10. Her upcoming solo shows include MACBA, Barcelona; GAMeC Bergamo, Italy; FRI ART, Friburg; FRAC Champagne Ardenne, Reims; Swiss Institute, New York; Kunstverein Bielefelder. Latifa Echakhch was born in El Khnansa (MR) in 1974. She lives and works in Paris and Martigny (CH).
Lili Reynaud Dewar’s sculptures and installations are often defined by geometrical elementary forms in which the artist inserts elements originating from graphics or design. She elaborates elements from the underground and African culture, from Western culture stereotypes, carrying out performances inspired by ritual acts. In 2010 a solo show by the artist will take place at FRAC Champagne Ardenne, Reims and a new performance will be hosted by Witte de With, Rotterdam. In 2009, CAPC in Bordeaux and the Centre d’Art contemporain Parc Saint Léger hosted two solo shows by Reynaud Dewar. She participated in the 5. Berlin biennal in 2008 and Centre Pompidou in Paris recently purchased a group of her sculptures. Lili Reynaud Dewar was born in La Rochelle (FR) in 1975. She lives and works in Paris.
L’interazione fra generi, architettura, oggetti, classi sociali, culture diverse, è un insieme di questioni aperte che accomunano le ricerche delle due artiste. Eppure le soluzioni formali delle loro opere conducono in territori diversi.
Lili Reynaud Dewar ha realizzato due nuove sculture e un nuovo video dalla serie “The Power Structures, Rituals and Sexuality of the European Shorthand Typists” (2009)”, ispirata a un breve fotogramma del film Petit à Petit (1971) del regista e antropologo francese Jean Rouch. I personaggi stereotipati di due donne, una segretaria giovane e bionda e una dattilografa più matura, si trovano all’interno di due gabbie in legno naturale. Una gabbia contiene un tavolino con una vecchia macchina da scrivere, l’altra uno specchio a tre ante. Le sculture di Reynaud Dewar sono costruzioni precarie, realizzate con tecniche artigianali semplici; al limite tra scenografia e scultura, nascono già come possibili scene di una performance. Il video, un documentario che descrive le azioni delle due attrici/segretarie, rappresenta un’analisi dell’estetica del lavoro, una ricerca sul rapporto fra il corpo femminile (quando subisce un mutamento dovuto alle strutture sociali), gli oggetti e l’architettura. Ciascun oggetto inserito nelle opere di Reynaud Dewar rimanda a una pratica che ne prevede l’utilizzo, come destinato a possibili performance.
Al contrario, Latifa Echakhch svuota gli oggetti del loro contenuto e li priva di utilità, creando strumenti per una performance impossibile. È il caso di Micro vide (2006), tre aste che sostengono tre microfoni senza collegamento sonoro, e di Fantasia (Empty Flag), 2007, una serie di pennoni privati delle loro bandiere, che sporgono dal muro intrecciandosi. In occasione di questa mostra la scultura, in un angolo, disegna un volume quadrato che dialoga con le gabbie di legno e si estende su un piccolo deserto di sabbia. Désert (2005-2009), realizzato con semola di grano duro, ricopre in parte il pavimento dello spazio espositivo, ne spezza la simmetria ma allo stesso tempo evidenzia l’equilibrio formale della mostra. Chiude la mostra un oggetto di uso comune, un sacchetto di plastica nero riempito di stucco (Untitled. In the Street), 2008, omaggio a Helen Levitt. Contrappunto narrativo, che spinge lo spettatore fuori dallo spazio, dentro le strade della città.
Latifa Echakhch unisce elementi tradizionali a istanze di carattere sociale. Le installazioni dell’artista di origine marocchina giocano sul concetto di spazio e sugli stereotipi legati al tema dell’immigrazione. Echakhch ha partecipato quest’anno alla 10ma Biennale di Lione. Sono in programma sue mostre personali al MACBA di Barcellona e alla GAMeC di Bergamo, al FRI ART di Friburgo e al FRAC Champagne Ardenne di Reims, presso lo Swiss Institute di New York e al Kunstverein di Bielefelder. Latifa Echakhch è nata a El Khnansa (MR) nel 1974. Vive e lavora a Parigi e a Martigny (CH).
Le sculture e le installazioni di Lili Reynaud Dewar sono spesso caratterizzate da forme geometriche elementari a cui l’artista applica elementi tratti dal design e dalla grafica. L’artista si appropria di elementi della cultura underground, della cultura africana, di stereotipi della cultura occidentale, attraverso performance che si ispirano a situazioni rituali. Per il 2010 sono previste una sua mostra personale presso il FRAC Champagne Ardenne di Reims e una nuova performance presso il Witte de With di Rotterdam. Nel 2009, si sono svolte mostre personali di Reynaud Dewar presso il CAPC di Bordeaux e il Centre d’Art contemporain Parc Saint Léger. Nel 2008 ha partecipato alla 5. berlin biennale e il Centre Pompidou ha recentemente acquistato un gruppo di sue sculture. Lili Reynaud Dewar è nata a La Rochelle (FR) nel 1975. Vive e lavora a Parigi.
On the occasion of the third edition of “Breakfast at Barriera” and during Artissima, The International Fair of Contemporary Art in Turin, Barriera and the Istituto Svizzero di Roma present “The Pursuit of Pleasure. Latifa Echakhch and Lili Reynaud Dewar”.
The interaction between genders, architecture, objects, social classes, different cultures, represents an open issue accompanying the two artists’ research. Yet the visual solution of their works lead you to different territories.
Lili Reynaud Dewar presents two new sculpture works and a new video from the series “The Power Structures, Rituals and Sexuality of the European Shorthand Typists” (2009), inspired by a short frame from the movie Petit à Petit (1971) by French director and anthropologist Jean Rouch. The stereotyped characters of two women, one a young and blonde secretary and a typist, who is older, are inside two cages, made of natural wood. The first contains a small table with a typewriter on it, the latter a three-sided mirror. Reynaud Dewar’s sculpture are precarious buildings, realized with simple hand-craft techniques; on the verge between scenography and sculpture, they were created as possible performance scenarios. The video, a documentary describing the two actresses/secretaries’ gestures, represents an analysis of the work aesthetics, a research on the relationship between the female body (after it has suffered a change, due to social structures), objects and architecture. Every single object which is part of Reynaud Dewar’s works sends us back to a practice that foresees its use, as if assigned to possible performances.
On the contrary, Latifa Echakhch empties objects of their meaning, depriving them of their main use, creating tools for an impossibile performance. As it happens in Micro vide (2006), 3 tripods holding microphones without their mechanism, and in Fantasia (Empty Flag), 2007, a series of poles without their flags, interweaving and jutting out from the wall. On this occasion, the sculpture, in an angle, depicts a squared volume in a dialogue between the wooden cages and it expands through a small sand desert. Désert (2005-2009), made of durum wheat semolina, covers part of the floor in the exhibition space, breaking its simmetry and at the same time underlining the visual balance of the show. As a homage to Helen Levitt, a common use object, such as a black plastic bag with plaster in it (Untitled. In the Street), 2008, closes the exhibition. A narrative counterpoint, that pushes the viewer out of the space, inside the streets of the city.
Latifa Echakhch combines traditional elements with social issues. The Marocco-born artist’s installations play with the idea of space and with stereotypes linked to immigration. In 2009, Echakhch participated in Lyon Biennal 10. Her upcoming solo shows include MACBA, Barcelona; GAMeC Bergamo, Italy; FRI ART, Friburg; FRAC Champagne Ardenne, Reims; Swiss Institute, New York; Kunstverein Bielefelder. Latifa Echakhch was born in El Khnansa (MR) in 1974. She lives and works in Paris and Martigny (CH).
Lili Reynaud Dewar’s sculptures and installations are often defined by geometrical elementary forms in which the artist inserts elements originating from graphics or design. She elaborates elements from the underground and African culture, from Western culture stereotypes, carrying out performances inspired by ritual acts. In 2010 a solo show by the artist will take place at FRAC Champagne Ardenne, Reims and a new performance will be hosted by Witte de With, Rotterdam. In 2009, CAPC in Bordeaux and the Centre d’Art contemporain Parc Saint Léger hosted two solo shows by Reynaud Dewar. She participated in the 5. Berlin biennal in 2008 and Centre Pompidou in Paris recently purchased a group of her sculptures. Lili Reynaud Dewar was born in La Rochelle (FR) in 1975. She lives and works in Paris.
08
novembre 2009
Latifa Echakhch / Lili Reynaud-Dewar – The Pursuit of Pleasure
Dall'otto novembre 2009 al 16 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
BARRIERA
Torino, Via Crescentino, 25, (Torino)
Torino, Via Crescentino, 25, (Torino)
Orario di apertura
lunedì - venerdì ore 15-18 / sabato 10-13; chiuso domenica e festivi
Vernissage
8 Novembre 2009, ore 10
Autore
Curatore