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Laura Fernandez – Luoghi dell’ombra
Comunicato stampa
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Stato di calma apparente
Gli antichi greci ritraevano i loro soggetti esclusivamente prima e dopo l’azione, nella vibrante tensione che precede lo sforzo o nella catartica e deresponsabilizzata stasi che segue ogni impresa o accadimento. Nelle opere di Laura Fernandez la scelta del prima e del dopo non è esplicita e le coordinate spazio temporali ci sfuggono continuamente con variazioni minime ed impercettibili ma costanti. Così l’attesa sale e gli occhi cercano indizi e tracce di un passaggio, di una storia. Poi il quesito si scioglie e la calma pervade le pareti dell’anima. Ma è solo uno stato di calma apparente, non può durare. Le ombre tracciano i contorni della memoria e questa condizione di costante immanenza ci fa presagire l’inaccaduto, l’inespresso. La pittura di Laura Fernandez è una metafora della condizione esistenziale dell’uomo sempre in balia degli eventi, apparentemente attraversata da elementi di stabilità ma sostanzialmente precaria e incostante. L’ombra è oscurità e luce, nascondiglio e rivelazione, dubbio e certezza. Nel suo angusto perimetro si racchiude una speranza, quella di ritrovare l’oggetto amato, desiderato. Plinio nella sua Naturalis Historia parla del mito che originò il ritratto raccontando di una fanciulla che disegnò sul muro l’ombra dell’amante addormentato, per mantenerne un ricordo dell’immagine dato che stava per partire per un lungo viaggio. L’ombra quindi diventa ancora attesa: qualcosa è accaduto, qualcosa deve ancora accadere. Sotto questo stato di calma apparente si agitano forti tensioni emotive, si animano grandi aspettative, ma da fuori non traspare nulla. Nelle opere di Laura Fernandez il quesito si apre a 360 gradi. L’artista interroga la tela con stesure di colore piatto che geometricamente s’intersecano in un caleidoscopio di forme, senza mai eccedere in clamori o ridondanze ma perseguendo sempre con lucida consapevolezza un proprio equilibrio. Le forme sono ombre e le ombre prendono i colori della luce continuando quella esperienza che dal divisionismo in poi ha visto numerosi pittori coinvolti in un’indagine che dava nuova vitalità e protagonismo a un elemento grafico fino ad allora visto più come virtuosismo tecnico che come fonte d’ispirazione creativa: l’ombra. L’artista elabora le sue ombre partendo da un colore neutro aggiungendo o togliendo strati fino a lasciare spazi di tela grezza. Allarga inoltre la gamma di possibilità arrivando ad usare superfici riflettenti che spersonalizzano l’oggetto ombra facendo rientrare nell’opera anche l’ambiente circostante. Così i “luoghi dell’ombra” sono quelli tracciati dall’artista ma anche quelli vissuti dal visitatore, che viene coinvolto sempre di più in un dialogo stretto e serrato, quasi confidenziale, con l’opera. Nelle esperienze più recenti Laura Fernandez utilizza diversi piani e livelli di lettura, creando nuovi dinamismi nelle sue composizioni. Le stesure si stratificano e diventano sempre più grafiche ed essenziali, con effetti ottici che “sfondano” la bidimensionalità della pittura in pavimentazioni orizzontali ed elevazioni verticali che con una lieve vertigine cercano nuove coordinate. L’esplorazioni compiute però sono sempre caratterizzate da un tratto morbido e vellutato che cerca di stemperare, nel quieto lirismo delle fronde d’albero e nella calda familiarità degli interni domestici, la drammaticità degli eventi. In fondo quella dell’artista è una percezione sicuramente enigmatica della realtà ma allo stesso tempo anche portatrice di un messaggio vitale e positivo. Le angolature scevre da ogni elemento narrativo sono un rifugio sicuro, anonimo, non invadente, un luogo dove riporre le paure e dimenticarle, dove è possibile trovare nuova forza ed energia. I “luoghi dell’ombra” custodiscono, nel sicuro scrigno di un quadro, l’ultimo bagliore di luce, l’ultima gioia, l’ultima speranza della sera, per conservarli fino al mattino successivo, quando i fantasmi della notte svaniscono.
Gli antichi greci ritraevano i loro soggetti esclusivamente prima e dopo l’azione, nella vibrante tensione che precede lo sforzo o nella catartica e deresponsabilizzata stasi che segue ogni impresa o accadimento. Nelle opere di Laura Fernandez la scelta del prima e del dopo non è esplicita e le coordinate spazio temporali ci sfuggono continuamente con variazioni minime ed impercettibili ma costanti. Così l’attesa sale e gli occhi cercano indizi e tracce di un passaggio, di una storia. Poi il quesito si scioglie e la calma pervade le pareti dell’anima. Ma è solo uno stato di calma apparente, non può durare. Le ombre tracciano i contorni della memoria e questa condizione di costante immanenza ci fa presagire l’inaccaduto, l’inespresso. La pittura di Laura Fernandez è una metafora della condizione esistenziale dell’uomo sempre in balia degli eventi, apparentemente attraversata da elementi di stabilità ma sostanzialmente precaria e incostante. L’ombra è oscurità e luce, nascondiglio e rivelazione, dubbio e certezza. Nel suo angusto perimetro si racchiude una speranza, quella di ritrovare l’oggetto amato, desiderato. Plinio nella sua Naturalis Historia parla del mito che originò il ritratto raccontando di una fanciulla che disegnò sul muro l’ombra dell’amante addormentato, per mantenerne un ricordo dell’immagine dato che stava per partire per un lungo viaggio. L’ombra quindi diventa ancora attesa: qualcosa è accaduto, qualcosa deve ancora accadere. Sotto questo stato di calma apparente si agitano forti tensioni emotive, si animano grandi aspettative, ma da fuori non traspare nulla. Nelle opere di Laura Fernandez il quesito si apre a 360 gradi. L’artista interroga la tela con stesure di colore piatto che geometricamente s’intersecano in un caleidoscopio di forme, senza mai eccedere in clamori o ridondanze ma perseguendo sempre con lucida consapevolezza un proprio equilibrio. Le forme sono ombre e le ombre prendono i colori della luce continuando quella esperienza che dal divisionismo in poi ha visto numerosi pittori coinvolti in un’indagine che dava nuova vitalità e protagonismo a un elemento grafico fino ad allora visto più come virtuosismo tecnico che come fonte d’ispirazione creativa: l’ombra. L’artista elabora le sue ombre partendo da un colore neutro aggiungendo o togliendo strati fino a lasciare spazi di tela grezza. Allarga inoltre la gamma di possibilità arrivando ad usare superfici riflettenti che spersonalizzano l’oggetto ombra facendo rientrare nell’opera anche l’ambiente circostante. Così i “luoghi dell’ombra” sono quelli tracciati dall’artista ma anche quelli vissuti dal visitatore, che viene coinvolto sempre di più in un dialogo stretto e serrato, quasi confidenziale, con l’opera. Nelle esperienze più recenti Laura Fernandez utilizza diversi piani e livelli di lettura, creando nuovi dinamismi nelle sue composizioni. Le stesure si stratificano e diventano sempre più grafiche ed essenziali, con effetti ottici che “sfondano” la bidimensionalità della pittura in pavimentazioni orizzontali ed elevazioni verticali che con una lieve vertigine cercano nuove coordinate. L’esplorazioni compiute però sono sempre caratterizzate da un tratto morbido e vellutato che cerca di stemperare, nel quieto lirismo delle fronde d’albero e nella calda familiarità degli interni domestici, la drammaticità degli eventi. In fondo quella dell’artista è una percezione sicuramente enigmatica della realtà ma allo stesso tempo anche portatrice di un messaggio vitale e positivo. Le angolature scevre da ogni elemento narrativo sono un rifugio sicuro, anonimo, non invadente, un luogo dove riporre le paure e dimenticarle, dove è possibile trovare nuova forza ed energia. I “luoghi dell’ombra” custodiscono, nel sicuro scrigno di un quadro, l’ultimo bagliore di luce, l’ultima gioia, l’ultima speranza della sera, per conservarli fino al mattino successivo, quando i fantasmi della notte svaniscono.
01
maggio 2008
Laura Fernandez – Luoghi dell’ombra
Dal primo al 15 maggio 2008
arte contemporanea
Location
CASA NATALE DI RAFFAELLO
Urbino, Via Raffaello, 57, (Pesaro E Urbino)
Urbino, Via Raffaello, 57, (Pesaro E Urbino)
Orario di apertura
10-13 e 16-19. Domenica pom chiuso
Vernissage
1 Maggio 2008, ore 16
Autore
Curatore