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Laura Grusovin – Stagioni diverse
La pittrice goriziana Laura Grusovin, abbandonata da qualche tempo la via che pareva a lei congeniale dell’espressione surreale, propone in questa mostra un suo microcosmo per lo più naturalistico, in più compassate forme figurative.
Comunicato stampa
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A chi di Laura Grusovin conosca l’avventura pittorica, il suo sgomitolarsi nel tempo, risulteranno in larga misura conformi alla sua più recente stagione creativa le opere esposte in questa sua personale triestina: abbandonata da qualche tempo la via che tanto pareva (ed era) a lei congeniale dell’espressione surreale, propone oggi in più compassate forme figurative un suo microcosmo, per lo più naturalistico, nel quale più infrequente e sicuramente meno esplicita appare la riflessione sul proprio universo interiore, meno consapevole l’aggirarsi nei labirinti della visione onirica, più mimetizzato l’ordito narrativo che contraddistingueva molte sue immagini di qualche anno addietro.
Anche in questa sua nuova stagione, tuttavia, l’artista (com’è del resto inevitabile) mette a frutto le esperienze e le perizie acquisite nella precedente attività creativa, restituendo anche ora la trasfigurata visione del reale attraverso la compostezza formale di un realismo meticoloso ed attento, palpitante soprattutto nella scelta esercitata sulla tavolozza, in gamme tonali di limitata ampiezza, anche se, in dipinti diversi, inclini tanto alle solarità di gialli e rossi quanto alla sommessa melodie dei verdi e dei bruni. Sono opere dove la ricerca di punti di osservazione spesso sospesi a mezz’aria, la ricercatezza di soluzioni luministiche radenti, fissate sulla tela in un loro attimo aurorale o crepuscolare, lo stesso ritmo compositivo originale sono tutti fattori che allontanano, nonostante il nitore del segno grafico e lo studio attento dell’adesione al reale, da una definizione di pittura iperrealista, proprio per quanto, anche a prima vista, si percepisce della sofferta partecipazione emotiva dell’artista al compiersi dell’opera. La pittura della Grusovin ci aveva abituato a una composizione policentrica, a eventi narrativi che collocavano, come per i primitivi della più alta nostra tradizione pittorica, su una medesima superficie scenica eventi cronologicamente separati, come pure alla presenza di più o meno espliciti elementi simbolici, a sottintendere significati diversi da quelli a prima vista rappresentati. Ora tutto questo, tutto ciò che componeva, in altre parole, la sua ricerca nell’ambito delle modalità espressive di impostazione surrealista, ha lasciato spazio a questa diversa poetica, basata su una più composta contemplazione della realtà, con cedimenti solo marginali e quasi inavvertibili a stilemi e richiami del periodo che l’ha preceduta. Eppure, a non volersi fermare a una prima superficiale impressione, è rinvenibile anche nella compostezza attuale una traccia vivida dell’artista di ieri: si pensi soltanto alla metafora del dipinto Dopo, al valore simbolico di un nido vuoto a ricordare i genitori, oppure alle stravaganti figurine in altalena in primo tempo avvertite come frutti sulla chioma di un albero. Un divenire pittorico che narra dell’intensità con la quale viene affrontato il lavoro creativo, che, per quanto sorvegliato e rigoroso, non riesce a contenere tutta l’esuberante necessità di narrarsi dell’artista, sia quando ciò avvenga in una spumeggiante leggera ironia, sia quando riveli un più profondo e coinvolgente travaglio emotivo.
WALTER CHIEREGHIN
Anche in questa sua nuova stagione, tuttavia, l’artista (com’è del resto inevitabile) mette a frutto le esperienze e le perizie acquisite nella precedente attività creativa, restituendo anche ora la trasfigurata visione del reale attraverso la compostezza formale di un realismo meticoloso ed attento, palpitante soprattutto nella scelta esercitata sulla tavolozza, in gamme tonali di limitata ampiezza, anche se, in dipinti diversi, inclini tanto alle solarità di gialli e rossi quanto alla sommessa melodie dei verdi e dei bruni. Sono opere dove la ricerca di punti di osservazione spesso sospesi a mezz’aria, la ricercatezza di soluzioni luministiche radenti, fissate sulla tela in un loro attimo aurorale o crepuscolare, lo stesso ritmo compositivo originale sono tutti fattori che allontanano, nonostante il nitore del segno grafico e lo studio attento dell’adesione al reale, da una definizione di pittura iperrealista, proprio per quanto, anche a prima vista, si percepisce della sofferta partecipazione emotiva dell’artista al compiersi dell’opera. La pittura della Grusovin ci aveva abituato a una composizione policentrica, a eventi narrativi che collocavano, come per i primitivi della più alta nostra tradizione pittorica, su una medesima superficie scenica eventi cronologicamente separati, come pure alla presenza di più o meno espliciti elementi simbolici, a sottintendere significati diversi da quelli a prima vista rappresentati. Ora tutto questo, tutto ciò che componeva, in altre parole, la sua ricerca nell’ambito delle modalità espressive di impostazione surrealista, ha lasciato spazio a questa diversa poetica, basata su una più composta contemplazione della realtà, con cedimenti solo marginali e quasi inavvertibili a stilemi e richiami del periodo che l’ha preceduta. Eppure, a non volersi fermare a una prima superficiale impressione, è rinvenibile anche nella compostezza attuale una traccia vivida dell’artista di ieri: si pensi soltanto alla metafora del dipinto Dopo, al valore simbolico di un nido vuoto a ricordare i genitori, oppure alle stravaganti figurine in altalena in primo tempo avvertite come frutti sulla chioma di un albero. Un divenire pittorico che narra dell’intensità con la quale viene affrontato il lavoro creativo, che, per quanto sorvegliato e rigoroso, non riesce a contenere tutta l’esuberante necessità di narrarsi dell’artista, sia quando ciò avvenga in una spumeggiante leggera ironia, sia quando riveli un più profondo e coinvolgente travaglio emotivo.
WALTER CHIEREGHIN
19
novembre 2011
Laura Grusovin – Stagioni diverse
Dal 19 novembre al 02 dicembre 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA RETTORI TRIBBIO 2
Trieste, Piazza Vecchia, 6, (Trieste)
Trieste, Piazza Vecchia, 6, (Trieste)
Orario di apertura
Feriali 10 - 12.30 / 17 - 19.30
Festivi 11 - 12.30
Lunedì chiuso
Domenica 20 novembre 2011
10.00 - 13.00 / 16.00 - 18.00
Vernissage
19 Novembre 2011, Ore 18
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