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Laura Matei
Nella sua mostra personale, Laura Matei dialoga con l’ambiente e lo spazio circostante e punta l’attenzione sui problemi cruciali della vita quotidiana: il difficile rapporto con il traffico, l’inquinamento e l’abbassamento del livello della qualità della vita.
Comunicato stampa
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Non a caso, la mostra è appositamente pensata per gli spazi interni della galleria, in relazione al punto strategico di massima vulnerabilità urbana del centro di Milano.
L’artista romena, milanese d’adozione, usa materiali delicati come la pellicola trasparente per esprimere il senso di fragilità, ma anche di leggerezza e di forza.
Due piccole figure, un uomo e una donna che attraversano una strada sulle strisce pedonali e si vengono incontro “in una zona neutra, di tregua” - dice l’artista - “nel momento di massima vulnerabilità, dove, a ritmi alterni, si consente alla gente o alle macchine di proseguire il cammino”, metafora del rischio e della necessità di fiducia reciproca.
Cinque silos di macchine coperte da teli neri, costrette al riposo “in un sonno forzato di cui l’uomo si compiace”- commenta l’artista - “come si fa con gli uccelli nelle gabbie, quando vogliamo ingannarli e far credere loro che è già notte, per farli dormire”, così le automobili in riposo sono totalmente dominate, in un’affermazione di “massima sopraffazione”.
Sagome di persone trasparenti, protette da emisfere in plexiglass e, intorno ad ognuna, cerchi concentrici: “è l’aria stessa, che ci circonda”- sostiene Laura Matei – “che si condensa a forma di cupola, per darci più ossigeno possibile” a garanzia di una perpetua e “massima protezione”, quasi un’utopia.
Dopo la recente mostra nella Project Room della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, Laura Matei, con la semplicità e la coerenza che contraddistinguono la sua ricerca, mette in allerta chi osserva, utilizzando elementi sottratti al quotidiano e alla memoria di ognuno, per approfondire il tema del rapporto amore-odio dell’uomo con le macchine: “L’amore nasce – dice Laura Matei – perchè la macchina è la vittoria dell’uomo contro il tempo, l’odio è dato dalla dipendenza che nel tempo si è creata”. La mostra è un susseguirsi di suggestioni che insistono su questa tematica e che, partendo dal reale, sublimano l’esigenza di “massima protezione” nel sentimento di “vendetta e massima sopraffazione”dell’uomo sulla macchina.
L’artista romena, milanese d’adozione, usa materiali delicati come la pellicola trasparente per esprimere il senso di fragilità, ma anche di leggerezza e di forza.
Due piccole figure, un uomo e una donna che attraversano una strada sulle strisce pedonali e si vengono incontro “in una zona neutra, di tregua” - dice l’artista - “nel momento di massima vulnerabilità, dove, a ritmi alterni, si consente alla gente o alle macchine di proseguire il cammino”, metafora del rischio e della necessità di fiducia reciproca.
Cinque silos di macchine coperte da teli neri, costrette al riposo “in un sonno forzato di cui l’uomo si compiace”- commenta l’artista - “come si fa con gli uccelli nelle gabbie, quando vogliamo ingannarli e far credere loro che è già notte, per farli dormire”, così le automobili in riposo sono totalmente dominate, in un’affermazione di “massima sopraffazione”.
Sagome di persone trasparenti, protette da emisfere in plexiglass e, intorno ad ognuna, cerchi concentrici: “è l’aria stessa, che ci circonda”- sostiene Laura Matei – “che si condensa a forma di cupola, per darci più ossigeno possibile” a garanzia di una perpetua e “massima protezione”, quasi un’utopia.
Dopo la recente mostra nella Project Room della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, Laura Matei, con la semplicità e la coerenza che contraddistinguono la sua ricerca, mette in allerta chi osserva, utilizzando elementi sottratti al quotidiano e alla memoria di ognuno, per approfondire il tema del rapporto amore-odio dell’uomo con le macchine: “L’amore nasce – dice Laura Matei – perchè la macchina è la vittoria dell’uomo contro il tempo, l’odio è dato dalla dipendenza che nel tempo si è creata”. La mostra è un susseguirsi di suggestioni che insistono su questa tematica e che, partendo dal reale, sublimano l’esigenza di “massima protezione” nel sentimento di “vendetta e massima sopraffazione”dell’uomo sulla macchina.
14
ottobre 2004
Laura Matei
Dal 14 ottobre 2004 al 27 gennaio 2005
arte contemporanea
Location
STUDIO GIANGALEAZZO VISCONTI
Milano, Corso Monforte, 23, (Milano)
Milano, Corso Monforte, 23, (Milano)
Orario di apertura
lunedì - venerdì 11.30 - 19.30
Vernissage
14 Ottobre 2004, ore 18.30, alla presenza dell’artista
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