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Lauretta Barcaroli – Gea #cantiepreghiere
Le sagome polimateriche dell’artista Lauretta Barcaroli rievocano metope del contemporaneo, quel senso della narrazione visiva che nella pura astrazione rielabora il valore della ri/costruzione materica della forma
Comunicato stampa
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Figurazioni astratte
Le sagome polimateriche dell'artista Lauretta Barcaroli rievocano metope del contemporaneo, quel senso della narrazione visiva che nella pura astrazione rielabora il valore della ri/costruzione materica della forma.
Sono chiari i richiami agli artisti polimaterici del '900, ma la Barcaroli reinterpreta nel suo Work in progress il principio laboratoriale dell'artista e della tecnica, che traduce la materia in narrazione altra e alta. Nei suoi pannelli di tela e cromia, l'artista supera la pura emozione della materia e invita l'osservatore a rileggere il fare artistico come un lavoro in itinere che richiama ataviche narrazioni del nostro patrimonio iconografico.
L'apparente astrazione nella sua produzione artistica induce a rivedere la fase dell'Arte Materica come un inizio fondante, con la predominanza di “materiali naturali o tele incollate o attaccate al supporto”, ma le sue iniziali Derive, nella loro ancestrale circolarità, ci conducono a delle sinestesie indirette, matericità che si dissolvono nella diafana visione di velari che trasmutano la fisicità dell'essere nella intima essenzialità dell'introspezione umana.
I pannelli o fregi narrativi della Barcaroli si narrano come frammenti di un passato recente, cortei astratti di metamorfosi antropomorfe, quasi mesopotamiche ed elleniche. L’artista trasforma la materia, da aulico lapislazzulo a tecniche miste, dal marmo pentelico a colle astratte, forse è il vero principio pluridisciplinare della sua contemporaneità.
Osservare con attenta riflessione il suo fare, frantumare e poi ricostruire è il principio narrativo di ogni artista che di picassiana memoria traduce l'idea in ogni diversa forma e materia, quasi senza tempo e spazio,che rinasce come un'araba fenice e un senso etico della vita e del suo narrare per sensi, tattilità e visioni immaginifiche.
I lavori su carta della Barcaroli sono segni, tracce e orditi di una materia che rivela trame di vita, di vissuti apparenti, un senso del contemporaneo che attraverso la materia e la téchne, dal greco τέχνη, arte nel senso di perizia, saper fare e saper operare, si risveglia nella poliedrica e prolifera azione della nostra artista, una linea di narrazione epica dove il senso del creare, manipolare e agire è il segno tangibile e visivo, ma soprattutto il fil rouge di una visione micro e macro dell'universo umano.
Michele Romano
Accademia di Belle Arti di Catania
Le sagome polimateriche dell'artista Lauretta Barcaroli rievocano metope del contemporaneo, quel senso della narrazione visiva che nella pura astrazione rielabora il valore della ri/costruzione materica della forma.
Sono chiari i richiami agli artisti polimaterici del '900, ma la Barcaroli reinterpreta nel suo Work in progress il principio laboratoriale dell'artista e della tecnica, che traduce la materia in narrazione altra e alta. Nei suoi pannelli di tela e cromia, l'artista supera la pura emozione della materia e invita l'osservatore a rileggere il fare artistico come un lavoro in itinere che richiama ataviche narrazioni del nostro patrimonio iconografico.
L'apparente astrazione nella sua produzione artistica induce a rivedere la fase dell'Arte Materica come un inizio fondante, con la predominanza di “materiali naturali o tele incollate o attaccate al supporto”, ma le sue iniziali Derive, nella loro ancestrale circolarità, ci conducono a delle sinestesie indirette, matericità che si dissolvono nella diafana visione di velari che trasmutano la fisicità dell'essere nella intima essenzialità dell'introspezione umana.
I pannelli o fregi narrativi della Barcaroli si narrano come frammenti di un passato recente, cortei astratti di metamorfosi antropomorfe, quasi mesopotamiche ed elleniche. L’artista trasforma la materia, da aulico lapislazzulo a tecniche miste, dal marmo pentelico a colle astratte, forse è il vero principio pluridisciplinare della sua contemporaneità.
Osservare con attenta riflessione il suo fare, frantumare e poi ricostruire è il principio narrativo di ogni artista che di picassiana memoria traduce l'idea in ogni diversa forma e materia, quasi senza tempo e spazio,che rinasce come un'araba fenice e un senso etico della vita e del suo narrare per sensi, tattilità e visioni immaginifiche.
I lavori su carta della Barcaroli sono segni, tracce e orditi di una materia che rivela trame di vita, di vissuti apparenti, un senso del contemporaneo che attraverso la materia e la téchne, dal greco τέχνη, arte nel senso di perizia, saper fare e saper operare, si risveglia nella poliedrica e prolifera azione della nostra artista, una linea di narrazione epica dove il senso del creare, manipolare e agire è il segno tangibile e visivo, ma soprattutto il fil rouge di una visione micro e macro dell'universo umano.
Michele Romano
Accademia di Belle Arti di Catania
15
settembre 2017
Lauretta Barcaroli – Gea #cantiepreghiere
Dal 15 settembre al primo ottobre 2017
arte contemporanea
Location
BASSI DI PALAZZO DUCEZIO
Noto, Via Silvio Spaventa, (Siracusa)
Noto, Via Silvio Spaventa, (Siracusa)
Orario di apertura
h 10/13 e 16/20
Vernissage
15 Settembre 2017, ore 19
Autore