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Lawrence Carroll
Esiste un modo introspettivo di guardare il reale che porta con sé anche un tempo introspettivo, elementi che in Carroll sono però tutt’altro che diaristici, tutt’altro che intimisti. Un grande risultato del suo lavoro, infatti, è proprio la capacità di comunicare questo modo e questo tempo, in maniera tanto intuitiva che l’adesione di chi guarda è immediata e collettiva, universale, condivisa. Due rotoli di tela giacciono sul pavimento, di fronte a una superficie dipinta, divenuta oggetto e non solo idea, mentre a terra, poco distante, una lampadina accesa annulla lo spazio concettuale che esiste tradizionalmente tra arte e realtà. I rotoli sono la quotidianità, la benevola presenza di una materia conosciuta e resa docile a furia di dipingere strato su strato; così, la lampadina sembra rimasta accesa per dimenticanza di chi se ne è appena andato, mentre l’imponente parallelepipedo di legno e tela dialoga con quei materiali di cui è costituito e che gli stanno davanti, nella forma non ancora costruita
Lawrence Carroll
Verona, Lungadige Galtarossa, 21, (Verona)