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Le allusioni della materia
“Le allusioni della materia”, Opere di Simone Azzurrini, Giorgio Carluccio, Fiorella Manzini, Giovanni Mattìo, Giancarlo Nucci, Marco Pedroni.
Comunicato stampa
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Il canto della materia
Dopo l’irruzione sulla scena artistica di ‘pittori’ come Alberto Burri, Antoni Tapies, Jean Fautrier e tanti altri protagonisti del cosiddetto ‘Informale’a partire dalla metà del secolo scorso il concetto di quadro, di ‘opera pittorica’ è profondamente cambiato. La materia ha fatto irruzione con tutta la sua carica sensuale e immanente, la sua presenza ineludibile. L’illusione è venuta meno e si è aperto un varco all’allusione. I quadri non rappresentavano, non raffiguravano più la realtà: nessuna illusione ottica di nessun tipo, nessuna “finestra” immaginaria. I quadri “erano” la realtà: una realtà materiale, tangibile. Il quadro non rimandava ad altro da sé, il quadro non alludeva ad un messaggio: il quadro “era” il messaggio. L’arte di colpo era ciò che si presentava all’occhio (e al tatto) dello spettatore: hic et nunc. Sic et simpliciter. E di colpo ci si è resi conto della straordinaria carica allusiva insita nella “materia” stessa della pittura. Non era necessario forzare il fluire della materia pittorica sulla tela per caricarlo di significati: bastava lasciarlo scorrere, bastava lasciare che la mano agevolasse, assecondasse le necessità interne della materia e dei materiali utilizzati perché una straordinaria stratificazione di senso (e di sensi) affiorasse. Il senso arriva dai sensi: non solo dal senso della vista, ma anche e soprattutto dagli altri sensi tutti insieme, il tatto sopra tutti. E questo sanno perfettamente i sei artisti qui radunati. E anche coloro che utilizzano l’olio su tela (Mattìo e in parte Manzini) lo fanno con tecniche e soluzioni stilistiche tali da trasformare a loro volta il colore in materia inconsueta, spiazzante. Specie se considerati accanto agli altri autori più ‘materici’ (Nucci e Pedroni). E gli scultori Carluccio e Azzurrini cavano dalla “materia” rispettivamente tutta la potenzialità simbolica (Carluccio) e tutta la più sottile e impalpabile forza evocativa (Azzurrini). Ed ecco che la giustapposizione dei diversi gruppi di opere e artisti ci rivela un’altra piccola ‘verità’, una piccolissima verità che abbiamo sempre avuto davanti agli occhi e che forse anche per questo non abbiamo mai visto: anche i ‘colori ad olio’ sono ‘materia’.Oltre a ciò possiamo osservare come in tutti gli artisti qui presentati prevalga una certa essenzialità, non solo nella scelta dei materiali, e nel rigore del loro utilizzo, ma anche nella composizione e nell’utilizzo del colore. Il che contribuisce non poco a fare di questi quadri o sculture delle opere “originarie” oltre che “originali e costituisce poi la struttura ritmica di base sulla quale e grazie alla quale la materia di cui è fatta l’opera può, per così dire, “suonare”.Ecco, sì. È questo che fanno questi artisti qui radunati: come antichi sciamani, con opere che sono al tempo stesso totem e piccoli templi e arcani incantesimi, fanno “cantare” la materia.
Virgilio Patarini
Dopo l’irruzione sulla scena artistica di ‘pittori’ come Alberto Burri, Antoni Tapies, Jean Fautrier e tanti altri protagonisti del cosiddetto ‘Informale’a partire dalla metà del secolo scorso il concetto di quadro, di ‘opera pittorica’ è profondamente cambiato. La materia ha fatto irruzione con tutta la sua carica sensuale e immanente, la sua presenza ineludibile. L’illusione è venuta meno e si è aperto un varco all’allusione. I quadri non rappresentavano, non raffiguravano più la realtà: nessuna illusione ottica di nessun tipo, nessuna “finestra” immaginaria. I quadri “erano” la realtà: una realtà materiale, tangibile. Il quadro non rimandava ad altro da sé, il quadro non alludeva ad un messaggio: il quadro “era” il messaggio. L’arte di colpo era ciò che si presentava all’occhio (e al tatto) dello spettatore: hic et nunc. Sic et simpliciter. E di colpo ci si è resi conto della straordinaria carica allusiva insita nella “materia” stessa della pittura. Non era necessario forzare il fluire della materia pittorica sulla tela per caricarlo di significati: bastava lasciarlo scorrere, bastava lasciare che la mano agevolasse, assecondasse le necessità interne della materia e dei materiali utilizzati perché una straordinaria stratificazione di senso (e di sensi) affiorasse. Il senso arriva dai sensi: non solo dal senso della vista, ma anche e soprattutto dagli altri sensi tutti insieme, il tatto sopra tutti. E questo sanno perfettamente i sei artisti qui radunati. E anche coloro che utilizzano l’olio su tela (Mattìo e in parte Manzini) lo fanno con tecniche e soluzioni stilistiche tali da trasformare a loro volta il colore in materia inconsueta, spiazzante. Specie se considerati accanto agli altri autori più ‘materici’ (Nucci e Pedroni). E gli scultori Carluccio e Azzurrini cavano dalla “materia” rispettivamente tutta la potenzialità simbolica (Carluccio) e tutta la più sottile e impalpabile forza evocativa (Azzurrini). Ed ecco che la giustapposizione dei diversi gruppi di opere e artisti ci rivela un’altra piccola ‘verità’, una piccolissima verità che abbiamo sempre avuto davanti agli occhi e che forse anche per questo non abbiamo mai visto: anche i ‘colori ad olio’ sono ‘materia’.Oltre a ciò possiamo osservare come in tutti gli artisti qui presentati prevalga una certa essenzialità, non solo nella scelta dei materiali, e nel rigore del loro utilizzo, ma anche nella composizione e nell’utilizzo del colore. Il che contribuisce non poco a fare di questi quadri o sculture delle opere “originarie” oltre che “originali e costituisce poi la struttura ritmica di base sulla quale e grazie alla quale la materia di cui è fatta l’opera può, per così dire, “suonare”.Ecco, sì. È questo che fanno questi artisti qui radunati: come antichi sciamani, con opere che sono al tempo stesso totem e piccoli templi e arcani incantesimi, fanno “cantare” la materia.
Virgilio Patarini
25
maggio 2013
Le allusioni della materia
Dal 25 maggio al 06 giugno 2013
arte contemporanea
Location
ATELIER CHAGALL
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4, (Milano)
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4, (Milano)
Orario di apertura
da mercoledì al sabato, ore 15-19. Domenica ore 11-19. Lunedì e martedì chiuso
Vernissage
25 Maggio 2013, h 16.30
Autore
Curatore