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Le Avanguardie Ungheresi
La Galleria Allegra Ravizza presenta il suo nuovo progetto di ricerca: la mostra, intitolata Le Avanguardie Ungheresi, sarà incentrata su quattro maestri dell’Avanguardia Ungherese a partire dagli anni Sessanta: Imre Bak, Károly Hopp-Halász, Ferenc Lantos, Árpád fenyvesi Tóth.
Comunicato stampa
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La mostra "Le Avanguardie Ungheresi" vuole mettere in luce i contesti politici e sociali difficili e travagliati in cui la neoavanguardia si è sviluppata, in particolare come l’avvento delle dittature abbia avuto forti ripercussioni a livello artistico.
A partire dal dopoguerra cambiarono le norme estetiche ufficialmente riconosciute e la sola forma di espressione accettata divenne esclusivamente il realismo socialista. L’arte contemporanea locale non era quindi libera di rinnovarsi ed evolversi liberamente e le idee artistiche più sperimentali non potevano slegarsi dalla rigida suddivisione in cui l’arte era formalmente classificata.
Tutti gli artisti attivi durante il periodo tra le guerre, o prima della Prima Guerra Mondiale, gli avanguardisti e i modernisti si ritrovarono così isolati ed esclusi per la loro pratica artistica.
La mostra Le Avanguardie Ungheresi vuole dunque essere una documentazione di come questi artisti riuscirono a dare vita ad una Neo-avanguardia nata dal proibizionismo e dall’isolamento.
A partire dagli anni Sessanta, durante la “dittatura morbida”, sempre più artisti iniziarono a distaccarsi dai canoni dell’estetica ufficiale e dal contesto istituzionale: alcuni di essi mostrarono tendenze surrealiste e astratte come il gruppo di artisti ungheresi dal nome “La Scuola Europea”, altri invece cominciarono a sperimentare l’Informale, altri ancora crearono lavori con caratteristiche della PopArt o Fluxus. Altri, senza aver frequentato alcuna università, sperimentarono un’arte differente da quella dettata dalle Istituzioni, come accadde ai membri del Pécs Workshop, un gruppo di cinque artisti che frequentò le lezioni tenute dal maestro e artista Ferenc Lantos, il quale intendeva continuare la tradizione dell’arte astratta e del Bauhaus presenti nella città prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Gli artisti della Neo-avanguardia ungherese furono coloro che praticarono un’arte non conforme all’ideologia socialista ma in perfetta sintonia con gli sviluppi culturali dell’Europa di quel tempo e questa mostra ne vuole essere un doveroso riconoscimento.
FERENC LANTOS (1929-2014)
Nacque a Pécs nel 1929 dove lavorò sia come artista che come professore e insegnante. Durante la sua carriera si cimentò in varie tecniche artistiche come la porcellana, lo smalto e l’acquarello. Lantos sviluppò un nuovo approccio geometrico che prevedeva la scomposizione dei fenomeni naturali fino ad ottenere delle forme geometriche elementari.
KÁROLY HOPP-HALÁSZ (1946-2016)
Nacque a Paks nel 1946 e fu uno dei membri del Pécs Workshop. Dai primi anni Settanta si interessò alla fotografia e lavorò a delle opere visive-geometriche: rifacendosi ai minimalisti americani, interpretò la griglia come struttura aperta. Questa idea di struttura aperta venne riproposta in ogni creazione di Hopp-Halász, dai dipinti alle installazioni.
IMRE BAK (1939)
Imre Bak fu uno degli artisti coinvolti nella creazione e sviluppo di due movimenti della Neoavanguardia ungherese: Iparterv e Budapesti Mühely. Inizialmente l’artista operò una riduzione del proprio gesto artistico e mostrò particolare attenzione per la composizione visiva attraverso la contrapposizione dei colori. In seguito i suoi lavori divennero più concettuali.
ÁRPÁD FENYVESI TÓTH (1950-2014)
Fenyvesi Tóth si interessò fin da giovane alla fotografia e alle arti. Nella sua carriera artistica si cimentò in lavori grafici di analisi spaziale, disegni ad inchiostro e nella poesia visiva. I lavori geometrico-astratti dell’artista furono caratterizzati da uno sguardo strutturalista e si rifecero spesso al concetto di ordine e disordine, tema molto caro all’artista.
A partire dal dopoguerra cambiarono le norme estetiche ufficialmente riconosciute e la sola forma di espressione accettata divenne esclusivamente il realismo socialista. L’arte contemporanea locale non era quindi libera di rinnovarsi ed evolversi liberamente e le idee artistiche più sperimentali non potevano slegarsi dalla rigida suddivisione in cui l’arte era formalmente classificata.
Tutti gli artisti attivi durante il periodo tra le guerre, o prima della Prima Guerra Mondiale, gli avanguardisti e i modernisti si ritrovarono così isolati ed esclusi per la loro pratica artistica.
La mostra Le Avanguardie Ungheresi vuole dunque essere una documentazione di come questi artisti riuscirono a dare vita ad una Neo-avanguardia nata dal proibizionismo e dall’isolamento.
A partire dagli anni Sessanta, durante la “dittatura morbida”, sempre più artisti iniziarono a distaccarsi dai canoni dell’estetica ufficiale e dal contesto istituzionale: alcuni di essi mostrarono tendenze surrealiste e astratte come il gruppo di artisti ungheresi dal nome “La Scuola Europea”, altri invece cominciarono a sperimentare l’Informale, altri ancora crearono lavori con caratteristiche della PopArt o Fluxus. Altri, senza aver frequentato alcuna università, sperimentarono un’arte differente da quella dettata dalle Istituzioni, come accadde ai membri del Pécs Workshop, un gruppo di cinque artisti che frequentò le lezioni tenute dal maestro e artista Ferenc Lantos, il quale intendeva continuare la tradizione dell’arte astratta e del Bauhaus presenti nella città prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Gli artisti della Neo-avanguardia ungherese furono coloro che praticarono un’arte non conforme all’ideologia socialista ma in perfetta sintonia con gli sviluppi culturali dell’Europa di quel tempo e questa mostra ne vuole essere un doveroso riconoscimento.
FERENC LANTOS (1929-2014)
Nacque a Pécs nel 1929 dove lavorò sia come artista che come professore e insegnante. Durante la sua carriera si cimentò in varie tecniche artistiche come la porcellana, lo smalto e l’acquarello. Lantos sviluppò un nuovo approccio geometrico che prevedeva la scomposizione dei fenomeni naturali fino ad ottenere delle forme geometriche elementari.
KÁROLY HOPP-HALÁSZ (1946-2016)
Nacque a Paks nel 1946 e fu uno dei membri del Pécs Workshop. Dai primi anni Settanta si interessò alla fotografia e lavorò a delle opere visive-geometriche: rifacendosi ai minimalisti americani, interpretò la griglia come struttura aperta. Questa idea di struttura aperta venne riproposta in ogni creazione di Hopp-Halász, dai dipinti alle installazioni.
IMRE BAK (1939)
Imre Bak fu uno degli artisti coinvolti nella creazione e sviluppo di due movimenti della Neoavanguardia ungherese: Iparterv e Budapesti Mühely. Inizialmente l’artista operò una riduzione del proprio gesto artistico e mostrò particolare attenzione per la composizione visiva attraverso la contrapposizione dei colori. In seguito i suoi lavori divennero più concettuali.
ÁRPÁD FENYVESI TÓTH (1950-2014)
Fenyvesi Tóth si interessò fin da giovane alla fotografia e alle arti. Nella sua carriera artistica si cimentò in lavori grafici di analisi spaziale, disegni ad inchiostro e nella poesia visiva. I lavori geometrico-astratti dell’artista furono caratterizzati da uno sguardo strutturalista e si rifecero spesso al concetto di ordine e disordine, tema molto caro all’artista.
29
novembre 2018
Le Avanguardie Ungheresi
Dal 29 novembre 2018 al 15 febbraio 2019
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA ALLEGRA RAVIZZA
Lugano, piazza Cioccaro, 7, (Lugano)
Lugano, piazza Cioccaro, 7, (Lugano)
Orario di apertura
Dal lunedì al venerdì 11.00-18.00
Vernissage
29 Novembre 2018, ore 18.00
Autore