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Le camere oscure: fotografie, figure e ambienti dell’immaginario neogotico
La collettiva, fotografica e multimediale è dedicata alla fotografia “neogotica” contemporanea. Curata d Enzo Biffi Gentili, Direttore del MIAAO di Torino, è la manifestazione principale programmata per il 2014 nell’ambito del progetto Il cuNeo gotico
Comunicato stampa
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Si inaugura il 14 giugno nella chiesa tardogotica di San Francesco la mostra Le camere oscure: fotografie, figure e ambienti dell’immaginario neogotico dedicata alla fotografia “neogotica” contemporanea. La collettiva, fotografica e multimediale, curata da Enzo Biffi Gentili, Direttore del Seminario Superiore di Arti Applicate / MIAAO di Torino, è la manifestazione principale programmata per il 2014 nell’ambito del progetto Il cuNeo gotico, voluto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.
L’esposizione sarà articolata in un percorso a labirinto suddiviso in sezioni che rielaborano temi centrali del “genere” neogotico - dalle bizzarre architetture locali che già affascinarono Ugo Mulas alle “nuove rovine” industriali ai panorami naturali inquietanti, dalle figure stregate alle fotografie ‘spiritiche’ - tutte con gli apporti espressivi, oltre che di grandi fotografi professionisti, anche di esponenti di “sottoculture” o “controculture”, da quella Goth all’Urban Exploration. Le sette cappelle della ex-chiesa accoglieranno poi la sezione terminale della mostra - denominata Le cappelle ardenti, ispirandosi alle camere ardenti religiose - con altrettante installazioni tridimensionali scenografiche, che sviluppano il tema della morte, a cura di eccentrici artieri come Cristiano Bianchin o Paolo Schmidlin, Nicola Bolla o gli Eredi Brancusi, e manifatture di bare vere…
La mostra, aperta al pubblico per visite gratuite fino al 14 settembre, sarà accessibile anche ai disabili visivi, per i quali è stato studiato un percorso di fruizione attraverso la realizzazione di versioni a rilievo di alcune opere più significative, pannelli informativi in braille e visite accompagnate da personale appositamente formato. Un fitto calendario di appuntamenti collaterali, in un approccio più soft e fantasy e dedicato al sostegno di giovani artieri locali, completa il programma di questa esposizione.
LE SEZIONI DELL'ESPOSIZIONE
il cuNeo gotico
La prima sezione della mostra raccoglie rappresentazioni dello straordinario patrimonio culturale neogotico cuneese, non ancora davvero valorizzato, nonostante a suo tempo -ma quarant’anni fa- sia stato fotografato e studiato anche da grandi artisti come Ugo Mulas o illustri architetti come Roberto Gabetti. Sarà quindi possibile ri-conoscere alcune straordinarie figure di progettisti come quelle dell’architetto reale Pelagio Palagi o dell’eccentrico geometra locale Giovanni Battista Schellino, e alcuni tra quegli altri luoghi neogotici cuneesi come Le Margarie e le Serre di Racconigi, il Borgo di Pollenzo, il Cimitero di Dogliani, i Castelli del Roccolo, di Envie, di Novello… Sin da questa prima sezione si evidenzierà uno degli intenti dichiarati della curatela: ricercare, accanto a quelli di grandi professionisti, anche apporti espressivi di esponenti di “sottoculture” e “controculture”, da quella Goth, naturalmente, a quella dell’Urban Exploration o Urbex. Così a esempio il cimitero di Dogliani e le “ceramoplastiche” dello Schellino saranno letti da “saggi visivi” di “accademici” come Daniele Regis e Lorenzo Mamino, mentre la degradata villa-castello dei conti Grosso di Marene verrà perlustrata da c.reger, nickname di un esploratore urbano torinese. Questo incipit sarà anche l’occasione per far scoprire al pubblico un anziano artigiano fotografo locale, Michele Pellegrino, ma di assoluto valore nazionale, e suoi giovani eredi subalpini come Barbara Guazzone Barolo e Andrea Mucelli.
gli eretici occitani
Strettamente conseguente alla prima è la seconda sezione dedicata all’Occitania, alla quale il cuneese in parte appartiene. Un territorio fondamentale per gli studi sul neogotico architettonico: basti pensare a Viollet-le-Duc e a Carcassonne. Ma anche caratterizzato da luoghi-teatri di ambigue “eresie”, storiche o fantastiche: dalle città e fortezze dei Catari alla Rennes-le-Château dell’abate Saunière ( con le relative leggende riguardanti Maria Maddalena e il Graal…). E tra i cugini occitani fotografi invitati molti sono interessati alla “evocazione” di questo Genius loci, a partire da Alain Etchepare di Agen, Stéphane Bocquet, Thierry Pouzergues, Bruno Mercier (ma gli stessi fantasmi per altro hanno suggestionato anche anglosassoni come Richard Reader). Sempre occitano infine, è Christophe Dessaigne di Perpignan, una star a livello mondiale della scena Urbex.
le recenti rovine
La rovina, il locus horridus, è un topos tipico del neogotico. Ma se i neogotici ottocenteschi avevano a disposizione per alimentare la loro immaginazione solo le rovine di castelli e abbazie, quelli del XXI secolo devono frequentare anche le rovine industriali, oppure quelle di ospedali abbandonati o di edifici degradati. Quindi, dopo l’omaggio dovuto al massimo esponente europeo della “fotografia di rovine” tradizionali, il britannico Sir Simon Marsden, da poco mancato, ritornerà Dessaigne con la rappresentazione, tra l’altro, di una morgue, accanto a esponenti italiani dell’esplorazione urbana come Fabio Sebastiano o cuneesi come Cristina Giaccardo, e molti altri ancora. Tra i quali -omaggio dovuto a una patria del neogotico, la Romania di Dracula- Gabriel Laurentiu, originale cantore di demoniache periferie, e così si giunge al suburban gothic…
le foreste ansiose
Altri luoghi, o topoi tipici del neogotico storico furono le foreste, e le Alpi. Che a differenza delle rovine di castelli e abbazie, hanno resistito di più. Anche nel cuneese: la riserva naturale dei Ciciu del Villar, le Rocche dei Sette Fratelli a Treiso, la Valle delle Meraviglie, il Monte Bego, la Cima del Diavolo, la Valmasca…tutti siti se non “infestati”, connessi a tradizioni e presenze inquietanti. In questa sezione saranno quindi documentati luoghi “animati” attraverso le fotografie elaborate di un noto artista come Plinio Martelli, accanto a quelle, tra le altre, di Ebru Sidar, o ai ritratti silvestri di Cesare Longhi che hanno come protagonista una nuova icona neogotica come la modella tatuata Riae Suicide e ai giardini incantati di Stefania Fersini nei quali appaiono bambole animate.
le figure stregate
Questa sezione è principalmente dedicata alla figura femminile, da sempre tipica dell’immaginario neogotico, si tratti di fanciulla perseguitata o di dark lady. Di nuovo tuttavia modernamente trattata, a partire dalle artiste torinesi Giulia Caira e Monica Carocci, affiancate da sorelle minori come Clorophilla Clorophillas, Andrea La Roux, Clopine Malaussène e così via, in una sorta di prequel dell’ultimo show de Il cuNeo gotico programmato per l’autunno 2014 ad Alba, intitolato Fashion Witch. Ma è stato scritto che quando si invoca il Genius loci bisogna precisare sive mas sive foemina perché non se ne conosce il genere. Quindi saranno raffigurati, con le Masche, anche Masconi, senza infine dimenticare l’ibrido, un’altra figura del terrore.
le riprese spiritose
È esistita, iniziata nell'Ottocento, una molto discussa pratica di fotografia "spiritica". Questa sezione dimostra che non si è ancora esaurita. Resiste nell’esoterica Torino in lavori delle giovanissime Art_Missy e Isabella Indiesigh, ma anche altrove, come nella già citata Occitania con Miguel Ramos, in prove tecnicamente sofisticate, nell’uso di antichi procedimenti analogici e artigianali, condotti davvero in camera oscura: è il caso del virtuoso Dennis Ziliotto, con la sua affermazione di una “resurrezione” dei sali d’argento…
i gotici comici
Un grande studioso, fondamentale per la storia della letteratura dell’orrore, David Punter, ha sostenuto che in molti casi è labile il confine tra la paura e la risata. Una tesi verificata in mostra dagli ospiti d’onore di questa sezione, i componenti di Foto Marvellini, e da diversi esponenti di una nuova generazione di eccellenti artieri, più noti in rete che in luoghi espositivi tradizionali, diversi dei quali invitati ne Le camere oscure, tra i quali Cunene, Christian Melfa ed Ettone.
le cappelle ardenti
La sezione “terminale” della mostra sarà ordinata in sette cappelle della Chiesa di San Francesco, con la “dedicazione” di ogni cappella a un artista o a un gruppo, invitati a sviluppare il tema della Morte, il climax del genere gotico. Tra i protagonisti Cristiano Bianchin, celeberrimo artiere del vetro, che esporrà alcune “spoglie” tessili allusive a crisalidi umane; Nicola Bolla, con sue nuove Vanitas luccicanti di cristalli Swarovski (ideate ben prima di quella in diamanti di Hirst, il cui maggior valore è quindi solo materiale); gli Eredi Brancusi, proprietari di un grande cimitero privato dedicato a personaggi di invenzione, che sonorizzeranno pure due confessionali; Paolo Schmidlin con una versione estetizzante e conturbante della camera ardente di Marilyn Monroe; Santo Tomaino con una sua inedita rilettura pittorica de L’orripilante storia del teschio di Goya. E ancora, campioni al vero di eccentriche bare dell’impresa di pompe funebri inglesi Crazy Coffins, per la prima volta esposte in Italia. Queste installazioni tridimensionali avranno sovente supporti multimediali: a esempio Carlotta Petracci presenterà una videoinstallazione che fornirà un’ulteriore interpretazione di un tema fatale.
Nel contesto de Le cappelle ardenti si realizzerà anche un evento curato da Silvia Ceriani e Serena Fumero, le due creatrici del Salone del Lutto, ovvero il progetto culturale di una manifestazione che potrebbe davvero realizzarsi: una “Fiera Funeraria” non solo per addetti, ma per ogni “utilizzatore finale”. Si tratterà di un Banchetto funebre per cose futili, ispirato al libro À rebours di Joris Karl Huysmans, Per tutto il periodo di mostra di questo banchetto resteranno il tavolo -da 13 persone- intorno al quale si è consumato e i resti ricomposti, accanto a un videodocumentario.
L’esposizione sarà articolata in un percorso a labirinto suddiviso in sezioni che rielaborano temi centrali del “genere” neogotico - dalle bizzarre architetture locali che già affascinarono Ugo Mulas alle “nuove rovine” industriali ai panorami naturali inquietanti, dalle figure stregate alle fotografie ‘spiritiche’ - tutte con gli apporti espressivi, oltre che di grandi fotografi professionisti, anche di esponenti di “sottoculture” o “controculture”, da quella Goth all’Urban Exploration. Le sette cappelle della ex-chiesa accoglieranno poi la sezione terminale della mostra - denominata Le cappelle ardenti, ispirandosi alle camere ardenti religiose - con altrettante installazioni tridimensionali scenografiche, che sviluppano il tema della morte, a cura di eccentrici artieri come Cristiano Bianchin o Paolo Schmidlin, Nicola Bolla o gli Eredi Brancusi, e manifatture di bare vere…
La mostra, aperta al pubblico per visite gratuite fino al 14 settembre, sarà accessibile anche ai disabili visivi, per i quali è stato studiato un percorso di fruizione attraverso la realizzazione di versioni a rilievo di alcune opere più significative, pannelli informativi in braille e visite accompagnate da personale appositamente formato. Un fitto calendario di appuntamenti collaterali, in un approccio più soft e fantasy e dedicato al sostegno di giovani artieri locali, completa il programma di questa esposizione.
LE SEZIONI DELL'ESPOSIZIONE
il cuNeo gotico
La prima sezione della mostra raccoglie rappresentazioni dello straordinario patrimonio culturale neogotico cuneese, non ancora davvero valorizzato, nonostante a suo tempo -ma quarant’anni fa- sia stato fotografato e studiato anche da grandi artisti come Ugo Mulas o illustri architetti come Roberto Gabetti. Sarà quindi possibile ri-conoscere alcune straordinarie figure di progettisti come quelle dell’architetto reale Pelagio Palagi o dell’eccentrico geometra locale Giovanni Battista Schellino, e alcuni tra quegli altri luoghi neogotici cuneesi come Le Margarie e le Serre di Racconigi, il Borgo di Pollenzo, il Cimitero di Dogliani, i Castelli del Roccolo, di Envie, di Novello… Sin da questa prima sezione si evidenzierà uno degli intenti dichiarati della curatela: ricercare, accanto a quelli di grandi professionisti, anche apporti espressivi di esponenti di “sottoculture” e “controculture”, da quella Goth, naturalmente, a quella dell’Urban Exploration o Urbex. Così a esempio il cimitero di Dogliani e le “ceramoplastiche” dello Schellino saranno letti da “saggi visivi” di “accademici” come Daniele Regis e Lorenzo Mamino, mentre la degradata villa-castello dei conti Grosso di Marene verrà perlustrata da c.reger, nickname di un esploratore urbano torinese. Questo incipit sarà anche l’occasione per far scoprire al pubblico un anziano artigiano fotografo locale, Michele Pellegrino, ma di assoluto valore nazionale, e suoi giovani eredi subalpini come Barbara Guazzone Barolo e Andrea Mucelli.
gli eretici occitani
Strettamente conseguente alla prima è la seconda sezione dedicata all’Occitania, alla quale il cuneese in parte appartiene. Un territorio fondamentale per gli studi sul neogotico architettonico: basti pensare a Viollet-le-Duc e a Carcassonne. Ma anche caratterizzato da luoghi-teatri di ambigue “eresie”, storiche o fantastiche: dalle città e fortezze dei Catari alla Rennes-le-Château dell’abate Saunière ( con le relative leggende riguardanti Maria Maddalena e il Graal…). E tra i cugini occitani fotografi invitati molti sono interessati alla “evocazione” di questo Genius loci, a partire da Alain Etchepare di Agen, Stéphane Bocquet, Thierry Pouzergues, Bruno Mercier (ma gli stessi fantasmi per altro hanno suggestionato anche anglosassoni come Richard Reader). Sempre occitano infine, è Christophe Dessaigne di Perpignan, una star a livello mondiale della scena Urbex.
le recenti rovine
La rovina, il locus horridus, è un topos tipico del neogotico. Ma se i neogotici ottocenteschi avevano a disposizione per alimentare la loro immaginazione solo le rovine di castelli e abbazie, quelli del XXI secolo devono frequentare anche le rovine industriali, oppure quelle di ospedali abbandonati o di edifici degradati. Quindi, dopo l’omaggio dovuto al massimo esponente europeo della “fotografia di rovine” tradizionali, il britannico Sir Simon Marsden, da poco mancato, ritornerà Dessaigne con la rappresentazione, tra l’altro, di una morgue, accanto a esponenti italiani dell’esplorazione urbana come Fabio Sebastiano o cuneesi come Cristina Giaccardo, e molti altri ancora. Tra i quali -omaggio dovuto a una patria del neogotico, la Romania di Dracula- Gabriel Laurentiu, originale cantore di demoniache periferie, e così si giunge al suburban gothic…
le foreste ansiose
Altri luoghi, o topoi tipici del neogotico storico furono le foreste, e le Alpi. Che a differenza delle rovine di castelli e abbazie, hanno resistito di più. Anche nel cuneese: la riserva naturale dei Ciciu del Villar, le Rocche dei Sette Fratelli a Treiso, la Valle delle Meraviglie, il Monte Bego, la Cima del Diavolo, la Valmasca…tutti siti se non “infestati”, connessi a tradizioni e presenze inquietanti. In questa sezione saranno quindi documentati luoghi “animati” attraverso le fotografie elaborate di un noto artista come Plinio Martelli, accanto a quelle, tra le altre, di Ebru Sidar, o ai ritratti silvestri di Cesare Longhi che hanno come protagonista una nuova icona neogotica come la modella tatuata Riae Suicide e ai giardini incantati di Stefania Fersini nei quali appaiono bambole animate.
le figure stregate
Questa sezione è principalmente dedicata alla figura femminile, da sempre tipica dell’immaginario neogotico, si tratti di fanciulla perseguitata o di dark lady. Di nuovo tuttavia modernamente trattata, a partire dalle artiste torinesi Giulia Caira e Monica Carocci, affiancate da sorelle minori come Clorophilla Clorophillas, Andrea La Roux, Clopine Malaussène e così via, in una sorta di prequel dell’ultimo show de Il cuNeo gotico programmato per l’autunno 2014 ad Alba, intitolato Fashion Witch. Ma è stato scritto che quando si invoca il Genius loci bisogna precisare sive mas sive foemina perché non se ne conosce il genere. Quindi saranno raffigurati, con le Masche, anche Masconi, senza infine dimenticare l’ibrido, un’altra figura del terrore.
le riprese spiritose
È esistita, iniziata nell'Ottocento, una molto discussa pratica di fotografia "spiritica". Questa sezione dimostra che non si è ancora esaurita. Resiste nell’esoterica Torino in lavori delle giovanissime Art_Missy e Isabella Indiesigh, ma anche altrove, come nella già citata Occitania con Miguel Ramos, in prove tecnicamente sofisticate, nell’uso di antichi procedimenti analogici e artigianali, condotti davvero in camera oscura: è il caso del virtuoso Dennis Ziliotto, con la sua affermazione di una “resurrezione” dei sali d’argento…
i gotici comici
Un grande studioso, fondamentale per la storia della letteratura dell’orrore, David Punter, ha sostenuto che in molti casi è labile il confine tra la paura e la risata. Una tesi verificata in mostra dagli ospiti d’onore di questa sezione, i componenti di Foto Marvellini, e da diversi esponenti di una nuova generazione di eccellenti artieri, più noti in rete che in luoghi espositivi tradizionali, diversi dei quali invitati ne Le camere oscure, tra i quali Cunene, Christian Melfa ed Ettone.
le cappelle ardenti
La sezione “terminale” della mostra sarà ordinata in sette cappelle della Chiesa di San Francesco, con la “dedicazione” di ogni cappella a un artista o a un gruppo, invitati a sviluppare il tema della Morte, il climax del genere gotico. Tra i protagonisti Cristiano Bianchin, celeberrimo artiere del vetro, che esporrà alcune “spoglie” tessili allusive a crisalidi umane; Nicola Bolla, con sue nuove Vanitas luccicanti di cristalli Swarovski (ideate ben prima di quella in diamanti di Hirst, il cui maggior valore è quindi solo materiale); gli Eredi Brancusi, proprietari di un grande cimitero privato dedicato a personaggi di invenzione, che sonorizzeranno pure due confessionali; Paolo Schmidlin con una versione estetizzante e conturbante della camera ardente di Marilyn Monroe; Santo Tomaino con una sua inedita rilettura pittorica de L’orripilante storia del teschio di Goya. E ancora, campioni al vero di eccentriche bare dell’impresa di pompe funebri inglesi Crazy Coffins, per la prima volta esposte in Italia. Queste installazioni tridimensionali avranno sovente supporti multimediali: a esempio Carlotta Petracci presenterà una videoinstallazione che fornirà un’ulteriore interpretazione di un tema fatale.
Nel contesto de Le cappelle ardenti si realizzerà anche un evento curato da Silvia Ceriani e Serena Fumero, le due creatrici del Salone del Lutto, ovvero il progetto culturale di una manifestazione che potrebbe davvero realizzarsi: una “Fiera Funeraria” non solo per addetti, ma per ogni “utilizzatore finale”. Si tratterà di un Banchetto funebre per cose futili, ispirato al libro À rebours di Joris Karl Huysmans, Per tutto il periodo di mostra di questo banchetto resteranno il tavolo -da 13 persone- intorno al quale si è consumato e i resti ricomposti, accanto a un videodocumentario.
13
giugno 2014
Le camere oscure: fotografie, figure e ambienti dell’immaginario neogotico
Dal 13 giugno al 14 settembre 2014
fotografia
Location
MUSEO CIVICO – COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN FRANCESCO
Cuneo, Via Santa Maria, 10 , (Cuneo)
Cuneo, Via Santa Maria, 10 , (Cuneo)
Orario di apertura
Martedì, giovedì e venerdì 16-19, sabato: 10.30-13 e 16-19
; domenica e festivi: 16-19. Chiusa lunedì e mercoledì.
Vernissage
13 Giugno 2014, Ore 17.30 - su invito
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