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Le ceramiche di Picasso. Acqua, fuoco e terra
Sessantaquattro le opere esposte, belle e preziose, che restituiscono gli stilemi artistici dell’autore andaluso ritenuto, a ragione, il massimo artista del XX.mo secolo
Comunicato stampa
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La Banca di Teramo e di Ascoli, nella ricorrenza del decennale della Fondazione, promuove una importante e significativa rassegna sulle ceramiche di Pablo Picasso dal titolo: “Le ceramiche di Picasso. Acqua, fuoco e terra”. Sessantaquattro le opere esposte, belle e preziose, che restituiscono gli stilemi artistici dell’autore andaluso ritenuto, a ragione, il massimo artista del XX.mo secolo.
La rassegna si inaugurerà mercoledì 7 giugno alle ore 18,00 nelle sale espositive del Museo Crocetti di Roma dove, dell’artista abruzzese cui il museo è dedicato, si conservano oltre cento opere che testimoniano il valore, indiscutibile, di questo scultore che ha dedicato alla bellezza e all’armonia l’intera sua vita donando all’arte opere sublimi che ben rappresentano la poetica e l’estetica del XX.mo secolo.
La rassegna sulle ceramiche di Picasso, nel museo dedicato allo scultore Crocetti è, inoltre, ulteriore motivo di riflessione: Picasso scopre solo nella maturità il piacere di plasmare e lo fa con un materiale altamente duttile, altamente manipolabile, quasi un esercizio elementare, giocoso, che il grande artista affronta con l’entusiasmo di un bambino, scoprendo il piacere di realizzare un’opera che ha più dimensioni e che può essere toccata, usata. Crocetti, invece, dedica alla scultura tutta una vita e lo fa utilizzando i materiali più duri, meno malleabili, il bronzo e il marmo. Certo, non è possibile comparare i due artisti sotto l’aspetto della produzione ma si potrà ammirare, con la visita alla mostra delle ceramiche di Picasso e, contestualmente, alle sale dove sono conservate le sculture di Crocetti, il valore dell’arte plastica vista da due vite artistiche diverse: dall’esercizio, in maturità, del più grande artista del secolo scorso e dall’universo dell’artista italiano – ma apprezzato in tutto il mondo – che ha fatto rivivere nelle sue opere quella peculiarità tipica dell’arte italiana che è la bellezza.
È nei laboratori del Vallauris (Valle dell’ Oro) in Costa Azzurra dove Picasso, in età matura, si dedica alla creazione, copiosa e intensa, di ceramiche. I soggetti sono quelli che maggiormente ricorrono nella sua opera, centauri, colombe, capre, donne e uomini, scene di tauromachia, maschere, cavalli, figure di animali. E’ questo variegato mondo, scomposto e ricomposto in forma sintetizzata con piani e superfici ribaltate, che appare su vasi antropomorfi, piatti, vassoi, piastrelle di ineguagliabile bellezza.
Picasso realizza i suoi primi lavori in ceramica nella bottega del suo amico, lo scultore e ceramista, Paco Durrio. A casa Durrio, Picasso aveva potuto ammirare alcune ceramiche realizzate dall’amico Gauguin e di questo, che considerava le sue ceramiche come sculture, dunque “un’arte integrale nel quale la forma, la materia e la decorazione sono un’unità”, sposò l’idea di elevare le ceramiche da semplice oggetto d’artigianato ad opera d’arte. E non v’è dubbio alcuno che le ceramiche del grande spagnolo siano, oltre a rappresentare in pieno la sua maturità, opere d’arte di grande valore.
Nel 1946 Picasso si dedica alla realizzazione delle sue ceramiche con la passione di un bambino e la coscienza del grande e maturo artista quale egli era.
La terracotta e la sua plasmabilità costituiscono per Picasso la scoperta di un nuovo linguaggio. La ceramica appare come una nuova risorsa nella sua volontà, secondo alcuni esperti, di rompere con il concetto di opera unica e inaccessibile al pubblico.
Su questa base prende forma la ceramica picassiana nella quale, l’autore, scopre un mondo fino ad allora inesplorato di forme e decorazioni nuove fra vasi, piatti o piastrelle. Per analogia, gli stessi mondi di forme e piani esplorati in precedenza tramite la pittura e l’incisione. Insomma, Picasso, non dà nulla per scontato neppure nella ceramica e alla fine della sua carriera, se mai, riassume in essa i lunghi anni della sua opera e la sua maturità di uomo e di artista.
Una certa ideologia è riscontrabile anche nel Picasso ceramista, l’immortale autore di Guernica, che vuole avvicinare la sua arte al pubblico e per fare questo, realizza in ceramica oggetti d’uso quotidiano. Quasi certamente, l’applicazione di Pablo Picasso nel mondo inesplorato della ceramica – fino ad allora ritenuto meramente artigianale – produce una rinascita della stessa dalla metà degli anni ‘40.
Vasi, piatti e brocche
La ceramica diventa un supporto per il mondo pittorico dell’andaluso per eccellenza, per cui dalla tela, i suoi personaggi e le forme si spostano sulla fragile e preziosa terracotta.
I primi lavori sono realizzati su superfici piatte, quasi a cercare una nuova tela ma senza dimenticare che il grande artista è alle prese con la nuova e sconosciuta materia.
Nell’insieme di tutta l’opera picassiana in ceramica è possibile ricondurre il Picasso pittore nella decorazione di piatti e mattonelle, mentre è chiaramente riscontrabile il Picasso scultore nella fattura e decorazione di brocche, vasi e piccole figure.
La tauromachia, come risulta nel resto della sua opera, è uno dei soggetti maggiormente ricorrenti nelle sue ceramiche. Picasso, da spagnolo, considera il toreare come lo sport più nobile: “perche è l’unico nel quale gli avversari non possono mettersi d’accordo”. In molte creazioni, piatti, vassoi, forme arrotondate e sinuose di brocche e vasi, l’artista ricrea la plaza della corrida.
L’alto livello di sperimentazione e ricerca, che sempre ha accompagnato il grande Maestro del Novecento nel suo percorso artistico, in ceramica produce una decorazione indistinta fra recto e verso nelle superfici piatte.
In mostra, opere provenienti dal Museo Baluard di Maiorca e da importanti collezioni pubbliche e private. Fra le ceramiche di maggior pregio si citano, fra i piatti: Quattro pesci policromi, Scene di tauromachia, Colomba, Quattro profili allacciati, Volto con capelli ricci, Interpreti di musica; nel nutrito gruppo di brocche: Donna gufo, Picador, Viso di profilo, Toro, Viso con occhi sorridenti; fra gli oggetti d’uso, alcuni portaceneri raffiguranti un Uccello con cresta e un Picador.
MUSEO CROCETTI
Il Museo “Venanzo Crocetti” raccoglie una collezione di novanta opere in bronzo e marmo dell’importante scultore abruzzese e di questo, ne rappresenta gli oltre settant’anni di produzione. Crocetti, raffinatissimo e apprezzato autore figurativo ha realizzato una Porta di San Pietro in Vaticano a soli 18 anni, appena trasferitosi a Roma dall’Abruzzo, sua terra d’origine, vince il Primo premio all’Accademia di San Luca e, ancora giovanissimo, a 25 anni, il Primo premio della scultura alla Biennale di Venezia. Fra le opere presenti nel museo spiccano capolavori come: Gazzella ferita e Fanciulla al fiume, entrambe del ’34, Ragazza seduta del ’46, La Maddalena del 1973-76, Modella che riordina i capelli dell’ 85 e Maternità del ’98. Il Museo, articolato su due piani, è composto da cinque sale per l’esposizione permanente, da un grande spazio per le mostre temporanee e, nell’interrato, da una cappella votiva allestita dal Maestro stesso e corredata di gruppi statuari e bassorilievi marmorei.
La rassegna si inaugurerà mercoledì 7 giugno alle ore 18,00 nelle sale espositive del Museo Crocetti di Roma dove, dell’artista abruzzese cui il museo è dedicato, si conservano oltre cento opere che testimoniano il valore, indiscutibile, di questo scultore che ha dedicato alla bellezza e all’armonia l’intera sua vita donando all’arte opere sublimi che ben rappresentano la poetica e l’estetica del XX.mo secolo.
La rassegna sulle ceramiche di Picasso, nel museo dedicato allo scultore Crocetti è, inoltre, ulteriore motivo di riflessione: Picasso scopre solo nella maturità il piacere di plasmare e lo fa con un materiale altamente duttile, altamente manipolabile, quasi un esercizio elementare, giocoso, che il grande artista affronta con l’entusiasmo di un bambino, scoprendo il piacere di realizzare un’opera che ha più dimensioni e che può essere toccata, usata. Crocetti, invece, dedica alla scultura tutta una vita e lo fa utilizzando i materiali più duri, meno malleabili, il bronzo e il marmo. Certo, non è possibile comparare i due artisti sotto l’aspetto della produzione ma si potrà ammirare, con la visita alla mostra delle ceramiche di Picasso e, contestualmente, alle sale dove sono conservate le sculture di Crocetti, il valore dell’arte plastica vista da due vite artistiche diverse: dall’esercizio, in maturità, del più grande artista del secolo scorso e dall’universo dell’artista italiano – ma apprezzato in tutto il mondo – che ha fatto rivivere nelle sue opere quella peculiarità tipica dell’arte italiana che è la bellezza.
È nei laboratori del Vallauris (Valle dell’ Oro) in Costa Azzurra dove Picasso, in età matura, si dedica alla creazione, copiosa e intensa, di ceramiche. I soggetti sono quelli che maggiormente ricorrono nella sua opera, centauri, colombe, capre, donne e uomini, scene di tauromachia, maschere, cavalli, figure di animali. E’ questo variegato mondo, scomposto e ricomposto in forma sintetizzata con piani e superfici ribaltate, che appare su vasi antropomorfi, piatti, vassoi, piastrelle di ineguagliabile bellezza.
Picasso realizza i suoi primi lavori in ceramica nella bottega del suo amico, lo scultore e ceramista, Paco Durrio. A casa Durrio, Picasso aveva potuto ammirare alcune ceramiche realizzate dall’amico Gauguin e di questo, che considerava le sue ceramiche come sculture, dunque “un’arte integrale nel quale la forma, la materia e la decorazione sono un’unità”, sposò l’idea di elevare le ceramiche da semplice oggetto d’artigianato ad opera d’arte. E non v’è dubbio alcuno che le ceramiche del grande spagnolo siano, oltre a rappresentare in pieno la sua maturità, opere d’arte di grande valore.
Nel 1946 Picasso si dedica alla realizzazione delle sue ceramiche con la passione di un bambino e la coscienza del grande e maturo artista quale egli era.
La terracotta e la sua plasmabilità costituiscono per Picasso la scoperta di un nuovo linguaggio. La ceramica appare come una nuova risorsa nella sua volontà, secondo alcuni esperti, di rompere con il concetto di opera unica e inaccessibile al pubblico.
Su questa base prende forma la ceramica picassiana nella quale, l’autore, scopre un mondo fino ad allora inesplorato di forme e decorazioni nuove fra vasi, piatti o piastrelle. Per analogia, gli stessi mondi di forme e piani esplorati in precedenza tramite la pittura e l’incisione. Insomma, Picasso, non dà nulla per scontato neppure nella ceramica e alla fine della sua carriera, se mai, riassume in essa i lunghi anni della sua opera e la sua maturità di uomo e di artista.
Una certa ideologia è riscontrabile anche nel Picasso ceramista, l’immortale autore di Guernica, che vuole avvicinare la sua arte al pubblico e per fare questo, realizza in ceramica oggetti d’uso quotidiano. Quasi certamente, l’applicazione di Pablo Picasso nel mondo inesplorato della ceramica – fino ad allora ritenuto meramente artigianale – produce una rinascita della stessa dalla metà degli anni ‘40.
Vasi, piatti e brocche
La ceramica diventa un supporto per il mondo pittorico dell’andaluso per eccellenza, per cui dalla tela, i suoi personaggi e le forme si spostano sulla fragile e preziosa terracotta.
I primi lavori sono realizzati su superfici piatte, quasi a cercare una nuova tela ma senza dimenticare che il grande artista è alle prese con la nuova e sconosciuta materia.
Nell’insieme di tutta l’opera picassiana in ceramica è possibile ricondurre il Picasso pittore nella decorazione di piatti e mattonelle, mentre è chiaramente riscontrabile il Picasso scultore nella fattura e decorazione di brocche, vasi e piccole figure.
La tauromachia, come risulta nel resto della sua opera, è uno dei soggetti maggiormente ricorrenti nelle sue ceramiche. Picasso, da spagnolo, considera il toreare come lo sport più nobile: “perche è l’unico nel quale gli avversari non possono mettersi d’accordo”. In molte creazioni, piatti, vassoi, forme arrotondate e sinuose di brocche e vasi, l’artista ricrea la plaza della corrida.
L’alto livello di sperimentazione e ricerca, che sempre ha accompagnato il grande Maestro del Novecento nel suo percorso artistico, in ceramica produce una decorazione indistinta fra recto e verso nelle superfici piatte.
In mostra, opere provenienti dal Museo Baluard di Maiorca e da importanti collezioni pubbliche e private. Fra le ceramiche di maggior pregio si citano, fra i piatti: Quattro pesci policromi, Scene di tauromachia, Colomba, Quattro profili allacciati, Volto con capelli ricci, Interpreti di musica; nel nutrito gruppo di brocche: Donna gufo, Picador, Viso di profilo, Toro, Viso con occhi sorridenti; fra gli oggetti d’uso, alcuni portaceneri raffiguranti un Uccello con cresta e un Picador.
MUSEO CROCETTI
Il Museo “Venanzo Crocetti” raccoglie una collezione di novanta opere in bronzo e marmo dell’importante scultore abruzzese e di questo, ne rappresenta gli oltre settant’anni di produzione. Crocetti, raffinatissimo e apprezzato autore figurativo ha realizzato una Porta di San Pietro in Vaticano a soli 18 anni, appena trasferitosi a Roma dall’Abruzzo, sua terra d’origine, vince il Primo premio all’Accademia di San Luca e, ancora giovanissimo, a 25 anni, il Primo premio della scultura alla Biennale di Venezia. Fra le opere presenti nel museo spiccano capolavori come: Gazzella ferita e Fanciulla al fiume, entrambe del ’34, Ragazza seduta del ’46, La Maddalena del 1973-76, Modella che riordina i capelli dell’ 85 e Maternità del ’98. Il Museo, articolato su due piani, è composto da cinque sale per l’esposizione permanente, da un grande spazio per le mostre temporanee e, nell’interrato, da una cappella votiva allestita dal Maestro stesso e corredata di gruppi statuari e bassorilievi marmorei.
07
giugno 2006
Le ceramiche di Picasso. Acqua, fuoco e terra
Dal 07 giugno al 14 luglio 2006
arte contemporanea
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
MUSEO FONDAZIONE VENANZO CROCETTI
Roma, Via Cassia, 492, (Roma)
Roma, Via Cassia, 492, (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 18.00 – martedì chiuso
Vernissage
7 Giugno 2006, ore 18
Ufficio stampa
ROSI FONTANA
Autore
Curatore