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Le Cinque Anime della Scultura
In questa terza edizione, a dare voce alle cinque anime della scultura saranno cinque scultori internazionali selezionati da Tablinum per l’eccellenza dell’esecuzione e per la peculiarità delle tecniche e dei materiali utilizzati ma anche per il diverso dialogo che le loro opere sanno innescare con lo spettatore
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Tablinum Cultural Management torna a indagare le declinazioni dell’arte attraverso “Le Cinque Anime
della Scultura”.
Dal 8 ottobre 2016 al 21 ottobre 2016 presso lo spazio comasco di officinacento5, in Como, si terrà la terza
edizione delle Cinque Anime della Scultura.
L'Inaugurazione della mostra si terrà sabato 8 ottobre 2016 dalle ore 19.30 presso lo spazio comasco di
officinacento5 (Viale Lecco 105 Como)
Nei giorni successivi sarà osservato il seguente orario di visita:
Mar - Ven 14.00 - 18.00
Sab - Dom : 10.30 - 12.00 - 14.00 - 18.00
L’ingresso è libero a tutti gli eventi in programma.
Il concetto curatoriale da cui scaturisce tale rassegna è legato alla simbologia artistico - estetica del numero
cinque: simbolo di una mente polimorfa, in costante mutamento, che ci spinge ad utilizzare ogni nostra
competenza esteriore e interiore per raggiungere un' aliquid.
Una simbologia intensa che permea tutto il percorso espositivo: armonia e contrasto, ricerca e
sublimazione si fondono in questo percorso espositivo ed emozionale che si concretizza in cinque diverse
anime d'artista.
La scultura riunisce in sé il concreto tentativo di plasmare il mondo che ci circonda e allo stesso tempo di
infondere a esso le suggestioni che s’imprimono con maggiore forza nell’animo umano. Un’interpretazione
di cui l’artista si trasforma in un medium privilegiato.
Per questo ci siamo riproposti di riunire cinque scultori e cinque modi diversi di tradurre nel linguaggio
estetico il mondo che ci circonda attraverso un'acuta analisi dei propri sensi e una declinazione fatta di
suggestioni che si concretizzino nelle opere realizzate da cinque diverse anime d’artista.
In questa terza edizione, a dare voce alle cinque anime della scultura saranno cinque scultori internazionali
selezionati da Tablinum per l’eccellenza dell’esecuzione e per la peculiarità delle tecniche e dei materiali
utilizzati ma anche per il diverso dialogo che le loro opere sanno innescare con lo spettatore.
Alexandra Slava Sevostianova, è anagraficamente la più giovane tra gli artisti selezionati per questa terza
edizione. La sua è una carriera di promettenti successi: a soli vent'anni, Alexandra Slava Sevostianova ha già
riscosso importanti riconoscimenti tra cui quello di The Art Renewal Center e le sue opere sono già parte di
importanti collezioni private in Ucraina, Malta, Francia e in Italia.
Roberto Piaia ha da sempre rappresentato l'animo femminile fondendo nelle sue opere, pittoriche e scultoree,
l'insegnamento degli antichi maestri a tecniche fortemente innovative, frutto di studio e sperimentazione costanti che
lo rendono un vero e proprio pioniere. Piaia presenterà alle Cinque Anime della Scultura le sue opere “Mudra” e
“Oltre in Bronzo” realizzate una in bronzo, l’altra con una particolare lega in bronzo e acciaio frutto di studi e
sperimentazioni personali, entrambe espressione della corrente artistica dell’Assurfivo di cui è fondatore.
Teresa Condito è stata membro del Collettivo la Grand Bouffe presso la 56° Biennale di Venezia, dove ha
ricevuto il premio ufficiale dallo stato del Guatemala e dal Commissario del Padiglione Nazionale, torna
a esporre con Tablinum a seguito di Ars Naturans, svoltasi in agosto presso il Museo Giardino Botanico di
Villa Carlotta. Le opere esposte in occasione de Le Cinque Anime della Scultura esprimono
eloquentemente una fase di forte ispirazione artistica in cui le emozioni fanno scaturire nuove soluzioni
creative. Nascono così opere come “Black and White”, “Thrill” e “Metamorphosis”.
Cecilia Martin Birsa In occasione de Le Cinque Anime della Scultura, riproporrà tre opere accolte con
grande successo alla sua ultima personale a Venezia presso la Galleria Rosenberg in concomitanza del
cinquecentenario del Ghetto ebraico di Venezia: “Arcuata”, “Donna allo Specchio” e “Nodo Nero”; sculture
in cui l'artista libera dalla pietra forme dalla sensualità atavica propria dell'universo femminile.
Pablo Atchugarry si divide fra l’Uruguay, sua patria d’origine, e l’Italia, dove vive dal 1978. Sin dagli albori della propria
carriera ha dedicato la propria ricerca artistica alla scultura esprimendo attraverso vari materiali la propria poetica,
Nel 2015 ha esposto 40 delle sue opere in una personale a Roma presso il Museo dei Fori Imperiali “Pablo Atchugarry.
Città Eterna, eterni marmi” e ha realizzato per il padiglione Uruguaiano della Expo 2015, una scultura intagliata nel
legno di un ulivo vecchio più di 800 anni intitotala “La vida después de la vida”. L’artista presenterà in occasione de Le
Cinque Anime della Scultura la sua ultima creazione, “Senza Titolo”, da poco terminata, in marmo statuario di Carrara.
LE CINQUE ANIME DELLA SCULTURA. TERZA EDIZIONE
CONCEPT CURATORIALE
«La scultura, come tutte le arti, è una via regia per
conoscere il mondo e svelarne i segreti.”
Olivier Delahaye, Le Ventre lisse, 2005
Quante declinazioni può conoscere l’arte? Tra le infinite sfumature con cui l’artista plasma la propria visione del mondo
abbiamo cercato d’indagare le vie per cui si snodano le suggestioni di cinque scultori.
Cinque. Un numero non certo casuale. Un numero simbolicamente evocativo che fin dai tempi antichi è associato
all’atto di sperimentare, alla conoscenza concreta dei fatti, del cambiamento, del “mutamento di stato” di una
situazione.
Gli antichi greci lo riconducevano a Hermes, messaggero degli dei, tramite tra cielo e terra. Cinque sono anche i sensi
che fanno da bussola per l’essere umano nella sua esistenza: da un punto di vista emotivo, mentale e fisico, ad una
condizione sempre nuova.
Il numero cinque è simbolo di una mente polimorfa, costantemente votata all’intelligenza e alla curiosità, porta con
sé la tendenza ad avvicinarsi, a volte anche in modo pericoloso, a linee di confine, di trasgressione.
Il Numero Cinque è legato alla quinta lettera dell’alfabeto ebraico : Hey ( ה ,( che significa intuizione, illuminazione. I
cabalisti, individuano tre stadi per la lettera Hey, i quali si pongono su tre livelli diversi, successivi, in merito allo
sviluppo della consapevolezza dell’essere umano nell’arco di tutta la propria esistenza.
Il mistero della nascita, la totale inconsapevolezza con cui l’essere umano è “gettato” in questo mondo, viene qui
superata dall’entusiasmo nello scoprire quanto di bello e fertile è presente nel mondo che lo circonda. Arriviamo, qui, a
intuire quella misteriosa potenza all’interno della nostra esistenza che ci sospinge al di là della contingenza.
Ma non dimentichiamo che questo numero conserva in sé la forza dell’auto - espressione. E Infatti, le componenti
fisiche corrispondenti alla capacità di parlare, sono esattamente cinque: lingua, denti, palato, labbra e gola.
Proprio per la complessa interazione tra intelletto e parola, il cinque suggerisce di utilizzare ogni tipo di disciplina
interiore ed esteriore, al fine di “traghettare” la nostra personalità, da uno stato di disagio, di ricerca di un aliquid, allo
stato desiderato. Solo governando bene la comunicazione, l’espressione di idee, sentimenti e fatti, è possibile giungere
a uno scambio equilibrato e quindi crescere.
Una simbologia tanto intensa che trova le sue diverse impressioni nelle opere di questi cinque scultori. Armonia e
contrasto, ricerca e sublimazione si fondono nelle loro opere.
La scultura riunisce in se il concreto tentativo di plasmare il mondo che ci circonda e allo stesso tempo di infondere ad
esso le suggestioni che s’imprimono con maggiore forza nell’animo umano. Un’interpretazione di cui l’artista si
trasforma in un medium privilegiato.
La scultura nella mostra tenutasi presso officinacento5 si rivela un tentativo di plasmare il mondo che ci circonda con
un’ acuta analisi dei propri sensi e una declinazione fatta di suggestioni che si concretizza in cinque diverse anime
d’artista.
LE CINQUE ANIME DELLA SCULTURA. TERZA EDIZIONE
GLI ARTISTI
Alexandra Slava Sevostianova, artista di origini ucraine, è anagraficamente la più
giovane tra gli artisti selezionati per questa terza edizione. La sua è una carriera di
promettenti successi: a soli vent'anni, Alexandra Slava Sevostianova ha già riscosso
importanti riconoscimenti tra cui quello di The Art Renewal Center e le sue opere
sono già parte di importanti collezioni private in Ucraina, Malta, Francia e in Italia.
In occasione delle Cinque Anime della Scultura, esporrà quattro opere, plasmate in
argilla, in cui al rigore anatomico, riecheggiante una classica perfezione, si fonde la
forte sensibilità di un'artista che sa guardare oltre la contingenza librandosi sulle ali
delle proprie emozioni.
Le sue sculture si fanno manifesto della lotta che lo scultore ingaggia in favore di
bellezza e verità contro la trivialità della vita di tutti giorni. Proprio la volontà di
librarsi al di sopra delle brutture della quotidianità in nome di un più alto ideale è
l'ispirazione primaria di "Call for Angels" una scultura che si fa manifesto
programmatico delle emozioni che spingono l'artista all'atto creativo.
"My Ukraine" è un tributo alla propria patria d'origine stretta nelle spire di serpenti che non sono riusciti a piegarne la
forza e pronta a risorgere più bella che mai. «The Unbearable Lightness» esprime tutta l'insostenibile leggerezza di
un rapporto amoroso come tanti, vissuto fra gli alti e i bassi della quotidianità, ma che non abbandona la propria
aspirazione a sublimarsi in un sentimento eterno e incorruttibile. «Take My Pain Away» è un autoritratto in cui
l'artista non esita ad esporsi all'occhio dello spettatore in tutta la propria fragilità interiore.
Cecilia Martin Birsa dichiara di non poter vivere che d'Arte "senza
potrei solo sopravvivere".
Ed è proprio questa urgenza irrinunciabile, quanto il respirare, che
emerge nelle sue sculture. Esse sono realizzate con un medium
inusuale che ci stupisce per la sua semplicità e per le forme che la
scultrice riesce, non senza fatica, a liberare da esso: la pietra di fiume
con tutta la sua atavica imprevedibilità che "parla di magma, abissi,
ghiaccio e terra".
Medium come la mucronite, il granito o il serpentino richiedono un
vero e proprio atto di maieutica per liberare quelle forme che attendono in un dormiveglia, durato secoli, forse anche
millenni, di essere risvegliate.
In occasione de Le Cinque Anime della Scultura, Cecilia Martin Birsa riproporrà tre opere accolte con grande successo
in occasione della sua ultima personale a Venezia presso la Galleria Rosenberg in concomitanza del cinquecentenario
del Ghetto ebraico di Venezia: “Arcuata”, “Donna allo Specchio” e “Nodo Nero”.
In queste sculture, l'artista libera dalla pietra forme dalla sensualità atavica propria dell'universo femminile che si
rivela saldamente legato a quel mistero arcano e inesauribile che è la vita e che giunge attraverso tutto ciò che ruota
attorno a esso.
Teresa Condito è stata membro del Collettivo la Grand Bouffe presso la 56° Biennale di Venezia, dove ha ricevuto il
premio ufficiale dallo stato del Guatemala e dal Commissario del Padiglione Nazionale, torna ad esporre con Tablinum
a seguito di Ars Naturans, svoltasi in agosto presso il Museo
Giardino Botanico di Villa Carlotta.
Il suo sviluppo artistico vede nella creazione di volumi scultorei la
sua forma comunicativa più efficace ed espressiva. I materiali
prescelti spaziano dal marmo al corten passando per l’alluminio,
l’acciaio, il plexiglass e le pietre preziose.
Le opere esposte in occasione de Le Cinque Anime della Scultura
esprimono eloquentemente una fase di forte ispirazione artistica
in cui le emozioni fanno scaturire nuove soluzioni creative.
Nascono così opere come “Black and White”, “Thrill” e
“Metamorphosis”.
Si tratta di sculture in plexiglass di piccolo formato in cui alla trasparenza di questo materiale si legano forme
volutamente astratte e colori contrastanti fra loro, così come le due facce da cui è possibile ammirare la scultura in un
corto circuito emozionale che restituisce la forte emotività dell'artista e lo stato di continua metamorfosi in cui
esercita la propria particolare sensibilità mediante il processo creativo.
Roberto Piaia ha da sempre rappresentato l'animo femminile fondendo
nelle sue opere, pittoriche e scultoree, l'insegnamento degli antichi
maestri a tecniche fortemente innovative, frutto di studio e
sperimentazione costanti che lo rendono un vero e proprio pioniere.
Ideatore della tecnica pittorica dell'Assurfivo, Piaia nel 2009 entra
ufficialmente nel Gotha dei migliori pittori d’Italia, avendo ricevuto dal
Comitato Critico del Catalogo d’Arte Moderna, edito da Mondadori, la
classificazione di AIC, cioè Alto Interesse Critico. Nel 2011 espone alla 54
Biennale di Venezia padiglione Italia e presenta ufficialmente la sua
prima statua di marmo di Carrara “Iris” e un dipinto a olio dal titolo
“Darya in Cladico”.
In ambito scultoreo la sua ricerca lo ha portato a rielaborare un' ideologia artistica in cui il classico si congiunge alla
dinamicità. Per questo le sue sculture si fanno fusione di valori al contempo pittorici e scultorei.
Le sue creazioni scultoree sono realizzate utilizzando il marmo statuario o la fusione di bronzo. In esse pur
mantenendo come soggetto d’ispirazione la figura femminile, i volumi del corpo sono costituiti da una doppia elica
che si avvita su se stessa creando una spirale.
Piaia presenterà durante Le Cinque Anime della Scultura “Mudra” e “Oltre in Bronzo” realizzate una in bronzo, l’altra
con una particolare lega in bronzo e acciaio frutto di studi e sperimentazioni personali. In Mudra, Piaia traspone sul
piano scultoreo i concetti propri dell’Assurfivo che fondono inscindibilmente rappresentazioni che scopriamo solo in
apparenza inconciliabili: il realismo figurativo di volto e mani astrae la propria compostezza dal sapore accademico
nel volume spiraleggiante del corpo, dove le forme richiamano concetti tipicamente surrealisti dominati dall’arcano e
dalla fantasia.
In “Oltre in Bronzo” il concetto di leggerezza e scomposizione materica è richiamato dalla scomposizione del corpo
femminile in una doppia elica in cui l’esecuzione rasenta l’utopia in “uno studio machiavellico di pieni e vuoti”.
Pablo Atchugarry si divide fra l’Uruguay, sua patria d’origine, e
l’Italia, dove vive dal 1978.
Sin dagli albori della propria carriera ha dedicato la propria ricerca
artistica alla scultura esprimendo attraverso vari materiali la propria
poetica, componendo con cemento, legno e metalli fino ad
approdare al marmo statuario di carrara con il quale ha realizzato le
sue celebri sculture monumentali.
Giunto in Italia, a Lecco, nel 1978, ha intrapreso la sperimentazione
e la creazione di sculture monumentali in marmo di carrara. Il suo
primo tributo non può che essere a Michelangelo Buonarroti con
due opere “ La lumiere” e “ la Pietate”.
Diventato ormai un’ icona artistica dell’ Uruguay, ha realizzato in
occasione della 50a Biennale di Venezia il gruppo scultoreo "Soñando la Paz”.
Nel 2015 ha esposto 40 delle sue opere in una personale a Roma presso il Museo dei Fori Imperiali “Pablo Atchugarry.
Città Eterna, eterni marmi” e ha realizzato per il padiglione Uruguaiano della Expo 2015 una scultura intagliata nel
legno di un ulivo vecchio più di 800 anni, intitolata “La vida después de la vida”
L’artista presenterà in occasione de Le Cinque Anime della Scultura la sua ultima creazione, “Senza Titolo”, da poco
terminata, in marmo statuario di Carrara.
Il marmo sembra schiudersi al tocco dello scalpello di Pablo Atchugarry in candide pieghe che mutano e al contempo
si cristallizzano scadendo il tempo dell’Arte che scorre con l’apparente lentezza delle creazioni immortali. Essenzialità
e purezza delle forme sono il linguaggio di quest’opera che ci si presenta senza un titolo stabilito dall’artista e lascia
libera l’interpretazione dello spettatore di spaziare fra significante e significato.
della Scultura”.
Dal 8 ottobre 2016 al 21 ottobre 2016 presso lo spazio comasco di officinacento5, in Como, si terrà la terza
edizione delle Cinque Anime della Scultura.
L'Inaugurazione della mostra si terrà sabato 8 ottobre 2016 dalle ore 19.30 presso lo spazio comasco di
officinacento5 (Viale Lecco 105 Como)
Nei giorni successivi sarà osservato il seguente orario di visita:
Mar - Ven 14.00 - 18.00
Sab - Dom : 10.30 - 12.00 - 14.00 - 18.00
L’ingresso è libero a tutti gli eventi in programma.
Il concetto curatoriale da cui scaturisce tale rassegna è legato alla simbologia artistico - estetica del numero
cinque: simbolo di una mente polimorfa, in costante mutamento, che ci spinge ad utilizzare ogni nostra
competenza esteriore e interiore per raggiungere un' aliquid.
Una simbologia intensa che permea tutto il percorso espositivo: armonia e contrasto, ricerca e
sublimazione si fondono in questo percorso espositivo ed emozionale che si concretizza in cinque diverse
anime d'artista.
La scultura riunisce in sé il concreto tentativo di plasmare il mondo che ci circonda e allo stesso tempo di
infondere a esso le suggestioni che s’imprimono con maggiore forza nell’animo umano. Un’interpretazione
di cui l’artista si trasforma in un medium privilegiato.
Per questo ci siamo riproposti di riunire cinque scultori e cinque modi diversi di tradurre nel linguaggio
estetico il mondo che ci circonda attraverso un'acuta analisi dei propri sensi e una declinazione fatta di
suggestioni che si concretizzino nelle opere realizzate da cinque diverse anime d’artista.
In questa terza edizione, a dare voce alle cinque anime della scultura saranno cinque scultori internazionali
selezionati da Tablinum per l’eccellenza dell’esecuzione e per la peculiarità delle tecniche e dei materiali
utilizzati ma anche per il diverso dialogo che le loro opere sanno innescare con lo spettatore.
Alexandra Slava Sevostianova, è anagraficamente la più giovane tra gli artisti selezionati per questa terza
edizione. La sua è una carriera di promettenti successi: a soli vent'anni, Alexandra Slava Sevostianova ha già
riscosso importanti riconoscimenti tra cui quello di The Art Renewal Center e le sue opere sono già parte di
importanti collezioni private in Ucraina, Malta, Francia e in Italia.
Roberto Piaia ha da sempre rappresentato l'animo femminile fondendo nelle sue opere, pittoriche e scultoree,
l'insegnamento degli antichi maestri a tecniche fortemente innovative, frutto di studio e sperimentazione costanti che
lo rendono un vero e proprio pioniere. Piaia presenterà alle Cinque Anime della Scultura le sue opere “Mudra” e
“Oltre in Bronzo” realizzate una in bronzo, l’altra con una particolare lega in bronzo e acciaio frutto di studi e
sperimentazioni personali, entrambe espressione della corrente artistica dell’Assurfivo di cui è fondatore.
Teresa Condito è stata membro del Collettivo la Grand Bouffe presso la 56° Biennale di Venezia, dove ha
ricevuto il premio ufficiale dallo stato del Guatemala e dal Commissario del Padiglione Nazionale, torna
a esporre con Tablinum a seguito di Ars Naturans, svoltasi in agosto presso il Museo Giardino Botanico di
Villa Carlotta. Le opere esposte in occasione de Le Cinque Anime della Scultura esprimono
eloquentemente una fase di forte ispirazione artistica in cui le emozioni fanno scaturire nuove soluzioni
creative. Nascono così opere come “Black and White”, “Thrill” e “Metamorphosis”.
Cecilia Martin Birsa In occasione de Le Cinque Anime della Scultura, riproporrà tre opere accolte con
grande successo alla sua ultima personale a Venezia presso la Galleria Rosenberg in concomitanza del
cinquecentenario del Ghetto ebraico di Venezia: “Arcuata”, “Donna allo Specchio” e “Nodo Nero”; sculture
in cui l'artista libera dalla pietra forme dalla sensualità atavica propria dell'universo femminile.
Pablo Atchugarry si divide fra l’Uruguay, sua patria d’origine, e l’Italia, dove vive dal 1978. Sin dagli albori della propria
carriera ha dedicato la propria ricerca artistica alla scultura esprimendo attraverso vari materiali la propria poetica,
Nel 2015 ha esposto 40 delle sue opere in una personale a Roma presso il Museo dei Fori Imperiali “Pablo Atchugarry.
Città Eterna, eterni marmi” e ha realizzato per il padiglione Uruguaiano della Expo 2015, una scultura intagliata nel
legno di un ulivo vecchio più di 800 anni intitotala “La vida después de la vida”. L’artista presenterà in occasione de Le
Cinque Anime della Scultura la sua ultima creazione, “Senza Titolo”, da poco terminata, in marmo statuario di Carrara.
LE CINQUE ANIME DELLA SCULTURA. TERZA EDIZIONE
CONCEPT CURATORIALE
«La scultura, come tutte le arti, è una via regia per
conoscere il mondo e svelarne i segreti.”
Olivier Delahaye, Le Ventre lisse, 2005
Quante declinazioni può conoscere l’arte? Tra le infinite sfumature con cui l’artista plasma la propria visione del mondo
abbiamo cercato d’indagare le vie per cui si snodano le suggestioni di cinque scultori.
Cinque. Un numero non certo casuale. Un numero simbolicamente evocativo che fin dai tempi antichi è associato
all’atto di sperimentare, alla conoscenza concreta dei fatti, del cambiamento, del “mutamento di stato” di una
situazione.
Gli antichi greci lo riconducevano a Hermes, messaggero degli dei, tramite tra cielo e terra. Cinque sono anche i sensi
che fanno da bussola per l’essere umano nella sua esistenza: da un punto di vista emotivo, mentale e fisico, ad una
condizione sempre nuova.
Il numero cinque è simbolo di una mente polimorfa, costantemente votata all’intelligenza e alla curiosità, porta con
sé la tendenza ad avvicinarsi, a volte anche in modo pericoloso, a linee di confine, di trasgressione.
Il Numero Cinque è legato alla quinta lettera dell’alfabeto ebraico : Hey ( ה ,( che significa intuizione, illuminazione. I
cabalisti, individuano tre stadi per la lettera Hey, i quali si pongono su tre livelli diversi, successivi, in merito allo
sviluppo della consapevolezza dell’essere umano nell’arco di tutta la propria esistenza.
Il mistero della nascita, la totale inconsapevolezza con cui l’essere umano è “gettato” in questo mondo, viene qui
superata dall’entusiasmo nello scoprire quanto di bello e fertile è presente nel mondo che lo circonda. Arriviamo, qui, a
intuire quella misteriosa potenza all’interno della nostra esistenza che ci sospinge al di là della contingenza.
Ma non dimentichiamo che questo numero conserva in sé la forza dell’auto - espressione. E Infatti, le componenti
fisiche corrispondenti alla capacità di parlare, sono esattamente cinque: lingua, denti, palato, labbra e gola.
Proprio per la complessa interazione tra intelletto e parola, il cinque suggerisce di utilizzare ogni tipo di disciplina
interiore ed esteriore, al fine di “traghettare” la nostra personalità, da uno stato di disagio, di ricerca di un aliquid, allo
stato desiderato. Solo governando bene la comunicazione, l’espressione di idee, sentimenti e fatti, è possibile giungere
a uno scambio equilibrato e quindi crescere.
Una simbologia tanto intensa che trova le sue diverse impressioni nelle opere di questi cinque scultori. Armonia e
contrasto, ricerca e sublimazione si fondono nelle loro opere.
La scultura riunisce in se il concreto tentativo di plasmare il mondo che ci circonda e allo stesso tempo di infondere ad
esso le suggestioni che s’imprimono con maggiore forza nell’animo umano. Un’interpretazione di cui l’artista si
trasforma in un medium privilegiato.
La scultura nella mostra tenutasi presso officinacento5 si rivela un tentativo di plasmare il mondo che ci circonda con
un’ acuta analisi dei propri sensi e una declinazione fatta di suggestioni che si concretizza in cinque diverse anime
d’artista.
LE CINQUE ANIME DELLA SCULTURA. TERZA EDIZIONE
GLI ARTISTI
Alexandra Slava Sevostianova, artista di origini ucraine, è anagraficamente la più
giovane tra gli artisti selezionati per questa terza edizione. La sua è una carriera di
promettenti successi: a soli vent'anni, Alexandra Slava Sevostianova ha già riscosso
importanti riconoscimenti tra cui quello di The Art Renewal Center e le sue opere
sono già parte di importanti collezioni private in Ucraina, Malta, Francia e in Italia.
In occasione delle Cinque Anime della Scultura, esporrà quattro opere, plasmate in
argilla, in cui al rigore anatomico, riecheggiante una classica perfezione, si fonde la
forte sensibilità di un'artista che sa guardare oltre la contingenza librandosi sulle ali
delle proprie emozioni.
Le sue sculture si fanno manifesto della lotta che lo scultore ingaggia in favore di
bellezza e verità contro la trivialità della vita di tutti giorni. Proprio la volontà di
librarsi al di sopra delle brutture della quotidianità in nome di un più alto ideale è
l'ispirazione primaria di "Call for Angels" una scultura che si fa manifesto
programmatico delle emozioni che spingono l'artista all'atto creativo.
"My Ukraine" è un tributo alla propria patria d'origine stretta nelle spire di serpenti che non sono riusciti a piegarne la
forza e pronta a risorgere più bella che mai. «The Unbearable Lightness» esprime tutta l'insostenibile leggerezza di
un rapporto amoroso come tanti, vissuto fra gli alti e i bassi della quotidianità, ma che non abbandona la propria
aspirazione a sublimarsi in un sentimento eterno e incorruttibile. «Take My Pain Away» è un autoritratto in cui
l'artista non esita ad esporsi all'occhio dello spettatore in tutta la propria fragilità interiore.
Cecilia Martin Birsa dichiara di non poter vivere che d'Arte "senza
potrei solo sopravvivere".
Ed è proprio questa urgenza irrinunciabile, quanto il respirare, che
emerge nelle sue sculture. Esse sono realizzate con un medium
inusuale che ci stupisce per la sua semplicità e per le forme che la
scultrice riesce, non senza fatica, a liberare da esso: la pietra di fiume
con tutta la sua atavica imprevedibilità che "parla di magma, abissi,
ghiaccio e terra".
Medium come la mucronite, il granito o il serpentino richiedono un
vero e proprio atto di maieutica per liberare quelle forme che attendono in un dormiveglia, durato secoli, forse anche
millenni, di essere risvegliate.
In occasione de Le Cinque Anime della Scultura, Cecilia Martin Birsa riproporrà tre opere accolte con grande successo
in occasione della sua ultima personale a Venezia presso la Galleria Rosenberg in concomitanza del cinquecentenario
del Ghetto ebraico di Venezia: “Arcuata”, “Donna allo Specchio” e “Nodo Nero”.
In queste sculture, l'artista libera dalla pietra forme dalla sensualità atavica propria dell'universo femminile che si
rivela saldamente legato a quel mistero arcano e inesauribile che è la vita e che giunge attraverso tutto ciò che ruota
attorno a esso.
Teresa Condito è stata membro del Collettivo la Grand Bouffe presso la 56° Biennale di Venezia, dove ha ricevuto il
premio ufficiale dallo stato del Guatemala e dal Commissario del Padiglione Nazionale, torna ad esporre con Tablinum
a seguito di Ars Naturans, svoltasi in agosto presso il Museo
Giardino Botanico di Villa Carlotta.
Il suo sviluppo artistico vede nella creazione di volumi scultorei la
sua forma comunicativa più efficace ed espressiva. I materiali
prescelti spaziano dal marmo al corten passando per l’alluminio,
l’acciaio, il plexiglass e le pietre preziose.
Le opere esposte in occasione de Le Cinque Anime della Scultura
esprimono eloquentemente una fase di forte ispirazione artistica
in cui le emozioni fanno scaturire nuove soluzioni creative.
Nascono così opere come “Black and White”, “Thrill” e
“Metamorphosis”.
Si tratta di sculture in plexiglass di piccolo formato in cui alla trasparenza di questo materiale si legano forme
volutamente astratte e colori contrastanti fra loro, così come le due facce da cui è possibile ammirare la scultura in un
corto circuito emozionale che restituisce la forte emotività dell'artista e lo stato di continua metamorfosi in cui
esercita la propria particolare sensibilità mediante il processo creativo.
Roberto Piaia ha da sempre rappresentato l'animo femminile fondendo
nelle sue opere, pittoriche e scultoree, l'insegnamento degli antichi
maestri a tecniche fortemente innovative, frutto di studio e
sperimentazione costanti che lo rendono un vero e proprio pioniere.
Ideatore della tecnica pittorica dell'Assurfivo, Piaia nel 2009 entra
ufficialmente nel Gotha dei migliori pittori d’Italia, avendo ricevuto dal
Comitato Critico del Catalogo d’Arte Moderna, edito da Mondadori, la
classificazione di AIC, cioè Alto Interesse Critico. Nel 2011 espone alla 54
Biennale di Venezia padiglione Italia e presenta ufficialmente la sua
prima statua di marmo di Carrara “Iris” e un dipinto a olio dal titolo
“Darya in Cladico”.
In ambito scultoreo la sua ricerca lo ha portato a rielaborare un' ideologia artistica in cui il classico si congiunge alla
dinamicità. Per questo le sue sculture si fanno fusione di valori al contempo pittorici e scultorei.
Le sue creazioni scultoree sono realizzate utilizzando il marmo statuario o la fusione di bronzo. In esse pur
mantenendo come soggetto d’ispirazione la figura femminile, i volumi del corpo sono costituiti da una doppia elica
che si avvita su se stessa creando una spirale.
Piaia presenterà durante Le Cinque Anime della Scultura “Mudra” e “Oltre in Bronzo” realizzate una in bronzo, l’altra
con una particolare lega in bronzo e acciaio frutto di studi e sperimentazioni personali. In Mudra, Piaia traspone sul
piano scultoreo i concetti propri dell’Assurfivo che fondono inscindibilmente rappresentazioni che scopriamo solo in
apparenza inconciliabili: il realismo figurativo di volto e mani astrae la propria compostezza dal sapore accademico
nel volume spiraleggiante del corpo, dove le forme richiamano concetti tipicamente surrealisti dominati dall’arcano e
dalla fantasia.
In “Oltre in Bronzo” il concetto di leggerezza e scomposizione materica è richiamato dalla scomposizione del corpo
femminile in una doppia elica in cui l’esecuzione rasenta l’utopia in “uno studio machiavellico di pieni e vuoti”.
Pablo Atchugarry si divide fra l’Uruguay, sua patria d’origine, e
l’Italia, dove vive dal 1978.
Sin dagli albori della propria carriera ha dedicato la propria ricerca
artistica alla scultura esprimendo attraverso vari materiali la propria
poetica, componendo con cemento, legno e metalli fino ad
approdare al marmo statuario di carrara con il quale ha realizzato le
sue celebri sculture monumentali.
Giunto in Italia, a Lecco, nel 1978, ha intrapreso la sperimentazione
e la creazione di sculture monumentali in marmo di carrara. Il suo
primo tributo non può che essere a Michelangelo Buonarroti con
due opere “ La lumiere” e “ la Pietate”.
Diventato ormai un’ icona artistica dell’ Uruguay, ha realizzato in
occasione della 50a Biennale di Venezia il gruppo scultoreo "Soñando la Paz”.
Nel 2015 ha esposto 40 delle sue opere in una personale a Roma presso il Museo dei Fori Imperiali “Pablo Atchugarry.
Città Eterna, eterni marmi” e ha realizzato per il padiglione Uruguaiano della Expo 2015 una scultura intagliata nel
legno di un ulivo vecchio più di 800 anni, intitolata “La vida después de la vida”
L’artista presenterà in occasione de Le Cinque Anime della Scultura la sua ultima creazione, “Senza Titolo”, da poco
terminata, in marmo statuario di Carrara.
Il marmo sembra schiudersi al tocco dello scalpello di Pablo Atchugarry in candide pieghe che mutano e al contempo
si cristallizzano scadendo il tempo dell’Arte che scorre con l’apparente lentezza delle creazioni immortali. Essenzialità
e purezza delle forme sono il linguaggio di quest’opera che ci si presenta senza un titolo stabilito dall’artista e lascia
libera l’interpretazione dello spettatore di spaziare fra significante e significato.
08
ottobre 2016
Le Cinque Anime della Scultura
Dall'otto al 21 ottobre 2016
arte contemporanea
Location
OFFICINA 105
Como, Viale Lecco, 105, (Como)
Como, Viale Lecco, 105, (Como)
Orario di apertura
Mar - Ven 14.00 - 18.00
Sab - Dom : 10.30 - 12.00 - 14.00 - 18.00
Vernissage
8 Ottobre 2016, h 19.30
Autore
Curatore