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Le conseguenze dell’errore
Sei artisti nativi digitali, definiti Millennials, insieme a un grande sperimentatore della scultura come Tony Cragg, indagano la dimensione e le potenzialità creative dell’errore.
Attraverso le tecnologie del proprio tempo, realizzano opere di grande manualità che ricordano l’estetica glitch.
Comunicato stampa
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Sei artisti nativi digitali, definiti Millennials, insieme a un grande sperimentatore della scultura come Tony Cragg, indagano la dimensione e le potenzialità creative dello sbaglio nella mostra “Le conseguenze dell’errore”.
L’esposizione nasce dalla volontà di riflettere sulla condizione odierna del glitch, dimostrando come un territorio simile abbia ancora molto da offrire. Glitch (dal tedesco glitschen, “scivolare”) è un termine che, usato originariamente in campo elettrotecnico, sta a indicare la presenza di un errore imprevedibile, un difetto repentino nella sequenza dei codici che compongono un contenuto audio o video.
Gli artisti in mostra guardano a questa particolarità del mondo digitale realizzando opere che uniscono padronanza tecnica e lungimiranza. Se la pratica canonica ha sempre tradotto l’analogico in digitale, in questo caso ci troviamo ad assistere a una trasmutazione inversa: l’artista, attraverso le tecnologie del proprio tempo, torna a sporcarsi le mani realizzando opere di grande manualità, facendosi portatore di saperi e, allo stesso tempo, trasformatore della materia. Le forme rappresentate
diventano estremamente dinamiche, ambigue e liquide proprio come il tempo che stiamo vivendo.
Uniti da una caratteristica anagrafica, tutti gli artisti nascono in un periodo storico cruciale, quello degli anni Ottanta, così fertile da un punto di vista tecnologico, da far nascere tendenze artistiche particolarmente attente alla multimedialità: dalla New Media Art al più recente fenomeno etichettato come Post Internet. Nascere in
una simile epoca significa non solo custodire nel proprio DNA un’attenzione particolare verso specifici canoni estetici, ma anche essere totalmente aperti verso una tecnologia in continua espansione.
Dal più maturo Maurizio Bongiovanni (classe 1979) al più giovane Giuseppe Abate (1987), ogni artista sviluppa la propria ricerca con particolare consapevolezza verso le tecnologie del tempo in cui vive.
La mostra sarà visibile fino al 13 luglio 2019; per l’occasione è stato realizzato un catalogo edito da TRA Treviso Ricerca Arte, progetto grafico Multiplo, stampato presso Ufficio e Stampa (TV) con tecnica di stampa risograph e digitale.
Gli artisti:
2501 - all’anagrafe Jacopo Ceccarelli, è considerato uno dei maggiori esponenti del Neo Muralismo. Indaga principalmente lo spazio urbano che lo circonda confrontandosi non solo con le pareti di imponenti
edifici, ma anche esprimendosi attraverso la grafica e la stampa 3D.
Giuseppe Abate - interessato alle deformità e all’imprevisto, abbraccia l’elemento della casualità all’interno del suo atto creativo. Realizza opere tanto ironiche quanto drammatiche, dove utilizza i media più disparati: dalla pittura al ricamo, passando per la creazione di minuziosi
pop-up e installazioni site-specific.
Faig Ahmed - esplora le tecniche di produzione tradizionale dei tappeti dell’Azerbaigian, appropriandosi di un sapere antico per aggiungervi delle varianti a dir poco contemporanee. La collisione tra “vecchio” e “nuovo” incarna pienamente quella sorta di errore imprevisto che
destabilizza chi si ritrova ad assistere a uno spettacolo simile.
Maurizio Bongiovanni – fonde dimensione digitale e pratica pittorica. L’atto creativo viene infatti concepito proprio tramite software di grafica che consentono all’artista di modificare soggetti estrapolati da internet e di strutturare la composizione dell’opera ipotizzando accostamenti cromatici e fluidità delle pennellate.
Andrea Cazzagon – centrale nella sua ricerca è lo studio dell’anatomia umana tramite un confronto manuale. Crea maschere in finta pelle e opere in pietra per riflettere sull’elemento della deformazione come “occasione” per scoprire forme e dimensioni impreviste.
Tony Cragg - figura essenziale per la storia della scultura
contemporanea incarna idealmente la genesi dell’approccio fisico che attraversa tutte le opere presenti in mostra. Ha sempre dimostrato di portare avanti una costante ricerca formale, rappresentando un forte punto di contatto tra le forme appartenenti alla natura circostante e quelle anatomiche: per Cragg infatti ogni cosa è materia mobile, dai muscoli facciali alle escrescenze della pietra.
Kensuke Koike - attraverso l’appropriazione di fotografie e cartoline vintage, recuperate in svariati mercatini delle pulci, costruisce dei mondi paradossali, creando vere e proprie macchine per la provocazione di glitch analogici.
L’esposizione nasce dalla volontà di riflettere sulla condizione odierna del glitch, dimostrando come un territorio simile abbia ancora molto da offrire. Glitch (dal tedesco glitschen, “scivolare”) è un termine che, usato originariamente in campo elettrotecnico, sta a indicare la presenza di un errore imprevedibile, un difetto repentino nella sequenza dei codici che compongono un contenuto audio o video.
Gli artisti in mostra guardano a questa particolarità del mondo digitale realizzando opere che uniscono padronanza tecnica e lungimiranza. Se la pratica canonica ha sempre tradotto l’analogico in digitale, in questo caso ci troviamo ad assistere a una trasmutazione inversa: l’artista, attraverso le tecnologie del proprio tempo, torna a sporcarsi le mani realizzando opere di grande manualità, facendosi portatore di saperi e, allo stesso tempo, trasformatore della materia. Le forme rappresentate
diventano estremamente dinamiche, ambigue e liquide proprio come il tempo che stiamo vivendo.
Uniti da una caratteristica anagrafica, tutti gli artisti nascono in un periodo storico cruciale, quello degli anni Ottanta, così fertile da un punto di vista tecnologico, da far nascere tendenze artistiche particolarmente attente alla multimedialità: dalla New Media Art al più recente fenomeno etichettato come Post Internet. Nascere in
una simile epoca significa non solo custodire nel proprio DNA un’attenzione particolare verso specifici canoni estetici, ma anche essere totalmente aperti verso una tecnologia in continua espansione.
Dal più maturo Maurizio Bongiovanni (classe 1979) al più giovane Giuseppe Abate (1987), ogni artista sviluppa la propria ricerca con particolare consapevolezza verso le tecnologie del tempo in cui vive.
La mostra sarà visibile fino al 13 luglio 2019; per l’occasione è stato realizzato un catalogo edito da TRA Treviso Ricerca Arte, progetto grafico Multiplo, stampato presso Ufficio e Stampa (TV) con tecnica di stampa risograph e digitale.
Gli artisti:
2501 - all’anagrafe Jacopo Ceccarelli, è considerato uno dei maggiori esponenti del Neo Muralismo. Indaga principalmente lo spazio urbano che lo circonda confrontandosi non solo con le pareti di imponenti
edifici, ma anche esprimendosi attraverso la grafica e la stampa 3D.
Giuseppe Abate - interessato alle deformità e all’imprevisto, abbraccia l’elemento della casualità all’interno del suo atto creativo. Realizza opere tanto ironiche quanto drammatiche, dove utilizza i media più disparati: dalla pittura al ricamo, passando per la creazione di minuziosi
pop-up e installazioni site-specific.
Faig Ahmed - esplora le tecniche di produzione tradizionale dei tappeti dell’Azerbaigian, appropriandosi di un sapere antico per aggiungervi delle varianti a dir poco contemporanee. La collisione tra “vecchio” e “nuovo” incarna pienamente quella sorta di errore imprevisto che
destabilizza chi si ritrova ad assistere a uno spettacolo simile.
Maurizio Bongiovanni – fonde dimensione digitale e pratica pittorica. L’atto creativo viene infatti concepito proprio tramite software di grafica che consentono all’artista di modificare soggetti estrapolati da internet e di strutturare la composizione dell’opera ipotizzando accostamenti cromatici e fluidità delle pennellate.
Andrea Cazzagon – centrale nella sua ricerca è lo studio dell’anatomia umana tramite un confronto manuale. Crea maschere in finta pelle e opere in pietra per riflettere sull’elemento della deformazione come “occasione” per scoprire forme e dimensioni impreviste.
Tony Cragg - figura essenziale per la storia della scultura
contemporanea incarna idealmente la genesi dell’approccio fisico che attraversa tutte le opere presenti in mostra. Ha sempre dimostrato di portare avanti una costante ricerca formale, rappresentando un forte punto di contatto tra le forme appartenenti alla natura circostante e quelle anatomiche: per Cragg infatti ogni cosa è materia mobile, dai muscoli facciali alle escrescenze della pietra.
Kensuke Koike - attraverso l’appropriazione di fotografie e cartoline vintage, recuperate in svariati mercatini delle pulci, costruisce dei mondi paradossali, creando vere e proprie macchine per la provocazione di glitch analogici.
17
maggio 2019
Le conseguenze dell’errore
Dal 17 maggio al 13 luglio 2019
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
TRA – CA’ DEI RICCHI
Treviso, Vicolo Barberia, (Treviso)
Treviso, Vicolo Barberia, (Treviso)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10-13 e 15.30-19.30.
domenica ore 15.30-19.30, chiuso dal 16/6.
Vernissage
17 Maggio 2019, ore 19
Autore
Curatore