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Le mani vogliono vedere
La mostra “Le mani vogliono vedere” composta da luci, fotografie, carta
orientale, musica, fondendo linguaggi diversi tende a uno scambio
sinestesico, quell’aspirazione di ogni senso a scambiare i propri
poteri.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra nasce dalla suggestione dell'evento "Millenario" coinvolgendo
il lavoro dei tre artisti che da tempo operano, singolarmente e con linguaggi diversi, sulla ripetizione di motivi segnici e geometrici e
sul significato simbolico di queste iterazioni, e sul confronto culturale tra Oriente e Occidente. Per l'evento Millenario i tre hanno
lavorato sul concetto di "cielo" in cui l'uomo ha da sempre riversato una serie infinita di significati: sede dello spazio divino, segno
dell'alto rispetto al basso, presenza di poteri astrali, meccanismo del tempo, simbolo eccelso della natura, paradigma della piccolezza
dell'umano.
La mostra "Le mani vogliono vedere" composta da luci, fotografie, carta orientale, musica, fondendo linguaggi diversi tende a uno scambio
sinestesico, quell'aspirazione di ogni senso a scambiare i propri poteri, prendendo il titolo dall'elegia di Goethe in cui "le mani
vogliono vedere, gli occhi desiderano toccare": ovvero lo sguardo accetta di perdere la prerogativa della percezione immediata, per
acquisire il dono di ancorare quanto gli sfugge.
Anna Onesti lavora con la carta, che tinge con colori vegetali e procedimenti presi da tradizionali tecniche giapponesi di tintura. Le
sue opere, ricche di simbolici segni che ripropongono con sensibilità contemporanea antiche tecniche, ancorate al soffitto, fluttuano
nell'Antica Tipografia come nuvole, e delle nuvole ricordano la leggerezza e la mutevolezza.
Contemporaneamente l'allestimento prevede le grandi diapositive iper-colorate di Fabio Massimo Fioravanti tratte dalla serie "Vedevo le
nuvole passare", che il fotografo realizza da molti anni in quell'ora magica e misteriosa, tra il finire del giorno e il sopraggiungere della
notte, in cui la luce e il buio convivono creando atmosfere e cromie fantastiche, forzate tecnicamente dall'autore fino ai limiti di una
visione onirica astratta.
La musica originale scritta da Davide Severi sintetizza differenti culture e concezioni musicali, ricomposte grazie ad un approccio
compositivo che utilizza sintetizzatori e campionatori in una narrazione musicale fatta di motivi geometrici e grafici che specularmene si
susseguono, intrecciandosi con una attenzione alla melurgia bizantina, tradizione musicale che ha da sempre nell'Abbazia di San Nilo uno dei
suoi centri vitali.
Le carte che scendono dall'alto sono materia viva, pulsante, esse si muovono alle sollecitazioni dell'ambiente e ai movimenti del visitatore. Il loro vibrare rinvia idealmente ad altri luoghi dell'Abbazia di San Nilo: ai laboratori di restauro del libro e all'antica cartiera. I cieli proiettati sulle carte creano giochi di luce e ombra, fuggevoli alchimie
che si compongono e scompongono, in un rinvio infinito di segni come in un illusorio gioco di specchi, che la musica contribuisce ad ampliare.
Una ricerca quella dei tre artisti sfociata in questa mostra, dove la spiritualità dell'arte incontra la spiritualità più profonda dell'animo
umano, che crea un evento espositivo artistico, forte e originale, e che trova negli spazi dell'Antica Tipografia, da poco restaurati, il suo spazio ideale, ricco di secolari e storici rimandi.
il lavoro dei tre artisti che da tempo operano, singolarmente e con linguaggi diversi, sulla ripetizione di motivi segnici e geometrici e
sul significato simbolico di queste iterazioni, e sul confronto culturale tra Oriente e Occidente. Per l'evento Millenario i tre hanno
lavorato sul concetto di "cielo" in cui l'uomo ha da sempre riversato una serie infinita di significati: sede dello spazio divino, segno
dell'alto rispetto al basso, presenza di poteri astrali, meccanismo del tempo, simbolo eccelso della natura, paradigma della piccolezza
dell'umano.
La mostra "Le mani vogliono vedere" composta da luci, fotografie, carta orientale, musica, fondendo linguaggi diversi tende a uno scambio
sinestesico, quell'aspirazione di ogni senso a scambiare i propri poteri, prendendo il titolo dall'elegia di Goethe in cui "le mani
vogliono vedere, gli occhi desiderano toccare": ovvero lo sguardo accetta di perdere la prerogativa della percezione immediata, per
acquisire il dono di ancorare quanto gli sfugge.
Anna Onesti lavora con la carta, che tinge con colori vegetali e procedimenti presi da tradizionali tecniche giapponesi di tintura. Le
sue opere, ricche di simbolici segni che ripropongono con sensibilità contemporanea antiche tecniche, ancorate al soffitto, fluttuano
nell'Antica Tipografia come nuvole, e delle nuvole ricordano la leggerezza e la mutevolezza.
Contemporaneamente l'allestimento prevede le grandi diapositive iper-colorate di Fabio Massimo Fioravanti tratte dalla serie "Vedevo le
nuvole passare", che il fotografo realizza da molti anni in quell'ora magica e misteriosa, tra il finire del giorno e il sopraggiungere della
notte, in cui la luce e il buio convivono creando atmosfere e cromie fantastiche, forzate tecnicamente dall'autore fino ai limiti di una
visione onirica astratta.
La musica originale scritta da Davide Severi sintetizza differenti culture e concezioni musicali, ricomposte grazie ad un approccio
compositivo che utilizza sintetizzatori e campionatori in una narrazione musicale fatta di motivi geometrici e grafici che specularmene si
susseguono, intrecciandosi con una attenzione alla melurgia bizantina, tradizione musicale che ha da sempre nell'Abbazia di San Nilo uno dei
suoi centri vitali.
Le carte che scendono dall'alto sono materia viva, pulsante, esse si muovono alle sollecitazioni dell'ambiente e ai movimenti del visitatore. Il loro vibrare rinvia idealmente ad altri luoghi dell'Abbazia di San Nilo: ai laboratori di restauro del libro e all'antica cartiera. I cieli proiettati sulle carte creano giochi di luce e ombra, fuggevoli alchimie
che si compongono e scompongono, in un rinvio infinito di segni come in un illusorio gioco di specchi, che la musica contribuisce ad ampliare.
Una ricerca quella dei tre artisti sfociata in questa mostra, dove la spiritualità dell'arte incontra la spiritualità più profonda dell'animo
umano, che crea un evento espositivo artistico, forte e originale, e che trova negli spazi dell'Antica Tipografia, da poco restaurati, il suo spazio ideale, ricco di secolari e storici rimandi.
15
novembre 2003
Le mani vogliono vedere
Dal 15 al 30 novembre 2003
arte contemporanea
Location
ABBAZIA DI SAN NILO
Grottaferrata, Corso Del Popolo, 128, (Roma)
Grottaferrata, Corso Del Popolo, 128, (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni con il seguente orario: domenica e lunedì ore 10.00/12.00
- 16.00/19.00; dal martedì al sabato ore 16.00/19.00
Vernissage
15 Novembre 2003, ore 18.30