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Le Terre della Pittura tra Marche e Romagna
35 dipinti dal Quattrocento al Settecento dalla collezione Altomani-Ciaroni raccontano le vicende di due territori limitrofi che hanno visto fiorire nei secoli un’arte andata ben oltre i confini regionali
Comunicato stampa
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A Cesena (FC) dal 25 giugno al 28 agosto 2011 35 dipinti dal Quattrocento al Settecento dalla collezione Altomani-Ciaroni raccontano le vicende di due territori limitrofi che hanno visto fiorire nei secoli un’arte andata ben oltre i confini regionali
Nel variegato e spesso contraddittorio mondo che passa sotto la denominazione di antiquariato italiano operano anche esperti di levatura internazionale, che si incaricano di rintracciare, restaurare, studiare e possibilmente riportare nei luoghi di origine quelle opere d’arte che il tempo ha disperso e confinato nell’oblio. A muoverli è un sentimento che, dall’incanto della bellezza, si traduce talvolta in un’etica della memoria. Da questo stesso sentimento nasce Le Terre della Pittura tra Marche e Romagna, una scelta antologia di dipinti antichi che raccoglie 35 opere dalla collezione Altomani-Ciaroni, allestita a Cesena (FC), alla Galleria Comunale d’Arte di Palazzo del Ridotto dal 25 giugno al 28 agosto 2011.
Dalla Madonna col Bambino del Maestro di Castrocaro a quella di Giovan Francesco da Rimini, da una Vergine appena ritrovata del Cagnacci ad una del Sassoferrato, da un importante modelletto della Pala Bargellini di Ludovico Carracci a due dipinti raffiguranti la Resurrezione recentemente scoperti, uno dell’Albani e l’altro del Pomarancio, le tele esposte raccontano le vicende di due territori confinanti, le Marche e la Romagna, che per molti secoli hanno risentito insieme degli influssi delle vicine scuole bolognese, veneziana, romana, ma che allo stesso tempo hanno permesso anche la fioritura di personalità artistiche che sono riuscite a estendere le loro idee ben oltre i limiti regionali. Inedite sono anche due Virtù dipinte da Elisabetta Sirani per il Malvasia e due tele incompiute di Simone Cantarini, solo per ricordare alcune delle gemme della raccolta.
La mostra, che raccoglie in tutto 35 tele che coprono un periodo che va dal Quattrocento al primo Settecento – con prevalenza di dipinti seicenteschi – è promossa dall’Assessorato ai servizi e istituzioni culturali del Comune di Cesena ed è curata dall’artista e storico dell’arte Massimo Pulini. E’ il secondo appuntamento delle Raccolte riservate ai grandi antiquari, un ciclo espositivo che ha inaugurato nel 2010 a Cesena con la mostra “Lo Studiolo di Baratti”, nato dall’originale intenzione di creare una collana, di mostre e di cataloghi, dedicata a quelli che possono considerarsi dei veri e propri musei nascosti.
Le Terre della Pittura tra Marche e Romagna è una raccolta di soggetti sacri e profani (ci sono paesaggi, ritratti, soggetti religiosi ecc..) che si configura come una ricca antologia di ricordi e di memorie, di luoghi e di persone, di storie individuali e collettive che per più di tre secoli hanno arricchito questo lembo di penisola.
La mostra è corredata da un catalogo, edito da Artexplora, che contiene un saggio dedicato al tema della dispersione e del recupero delle opere d’arte e all’importante ruolo svolto da alcuni antiquari illuminati. E’ grazie a queste figure, infatti, che lavorano da decenni nel mondo dell’antiquariato con la minuzia di un attento studioso, che è stato possibile oggi recuperare buona parte di un patrimonio artistico che, in seguito alle soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi e alla confisca dei loro beni (decretata nel 1797), aveva preso la via dell’esilio e della diaspora.
“Ritrovare l’opera di un artista, del Trecento o del Settecento, che lavorò nel nostro territorio, acquistarla ad un’asta americana o in un palazzo della campagna inglese, farla studiare da ricercatori storici competenti, che sappiano ricostruirne le tracce e magari ritrovarne l’originale collocazione, è una missione di enorme valore – sottolinea il curatore della mostra, Massimo Pulini - Uno dei pochi modi attraverso i quali continua ad essere possibile il recupero e la valorizzazione della storia di un paese. Che poi questo venga accompagnato da un interesse economico, nel momento in cui quell’opera viene rilevata da una fondazione bancaria, da un museo o da un ricco intenditore privato, lo trovo non solo legittimo, ma necessario sia a ricompensare il lavoro che a incentivare nuove ricerche, a finanziare altri e futuri ritrovamenti”.
Tutte le opere riprodotte, anche quelle solamente transitate dalla galleria pesarese, hanno un preciso riferimento alla storia dell’arte delle terre di Marche e Romagna e ognuno dei dipinti esposti è corredato da una scheda che ne ricostruisce le vicende, offrendone al contempo un’interpretazione critica.
La mostra e il catalogo si avvalgono di testi e contributi di Annamaria Ambrosini, Ivana Balducci, Alessandro Brogi, Alberto Crispo, Davide Gasparotto, Claudio Giardini, Alessandro Giovanardi, Alessandro Marchi, Gabriello Milantoni, Filippo Panzavolta, Giulia Semenza, Anna Tambini e Raffaella Zama.
La collezione Altomani Ciaroni
Ritrovare l’opera di un artista, del Trecento o del Settecento, che lavorò nel nostro territorio,
acquistarla ad un’asta americana o in un palazzo della campagna inglese, farla studiare da
ricercatori storici competenti, che sappiano ricostruirne le tracce e magari ritrovarne l’originale
collocazione, è una missione di enorme valore. Uno dei pochi modi attraverso i quali continua ad
essere possibile il recupero e la valorizzazione della storia di un paese.
I coniugi Ciaroni fanno questo come principale scopo e insieme come personale divertimento. La
loro progressiva specializzazione, intorno alla pittura marchigiana ed emiliano-romagnola, è anche
implicita conferma di questa vocazione a risarcire le ferite storiche del luogo.
Entrambi romagnoli, Chicca Altomani è nata a Forlì mentre Giancarlo Ciaroni è originario
di Cattolica, hanno iniziato la loro attività di antiquari a Pesaro, con premesse e passioni da
collezionisti: lei di pittura del Seicento e lui di ceramica antica. Agli inizi degli anni Ottanta,
dopo aver acquistato qualche dipinto, per la propria raccolta, ma anche bronzi e maioliche
rinascimentali, divenne sempre più crescente un interesse per l’arte e per le memorie delle proprie
terre. Fino a quel momento la loro professione si era svolta, con successo, nel campo dell’arredo
contemporaneo e il cambio di vita fu radicale.
L’apertura della Galleria Altomani & Sons risale al 1985, anche se da anni conoscevano
l’ambiente da una postazione di clienti e più volte avevano chiesto pareri a importanti studiosi,
cercando sempre di entrare nel merito delle questioni.
Qualche anno prima i due coniugi conoscono e iniziano a frequentare Federico Zeri e
dall’evoluzione del rapporto di amicizia col grande conoscitore muta inevitabilmente anche la
posizione culturale della galleria pesarese. La collaborazione con Zeri durò diversi anni, che furono
anni di intenso confronto e di scambio reciproco, perché la propulsiva attività dei due giovani
antiquari forniva continue novità allo studioso, sottoponeva ogni settimana al suo giudizio opere
mai viste prima, appena tolte dalle pareti di una collezione privata. Stare vicino a Zeri mentre i
suoi occhi e la sua mente compulsavano un dipinto era di per sé una lezione di storia e di vita.
La straordinaria capacità di sintesi e la sagacia dei commenti finivano per arricchire di esperienze
straordinarie ogni incontro.
Oggi la galleria, diretta dai due coniugi insieme al figlio Andrea Ciaroni, è specializzata in
importanti opere d'arte che, partendo dalla maiolica d'alta epoca, prosegue con la pittura, la
scultura e i mobili italiani di massimo pregio. La Galleria è entrata nel mercato dell'antiquariato di
alto livello con risultati significativi, partecipando alle mostre più importanti e con rapporti con i più
importanti musei italiani e internazionali.
Nel variegato e spesso contraddittorio mondo che passa sotto la denominazione di antiquariato italiano operano anche esperti di levatura internazionale, che si incaricano di rintracciare, restaurare, studiare e possibilmente riportare nei luoghi di origine quelle opere d’arte che il tempo ha disperso e confinato nell’oblio. A muoverli è un sentimento che, dall’incanto della bellezza, si traduce talvolta in un’etica della memoria. Da questo stesso sentimento nasce Le Terre della Pittura tra Marche e Romagna, una scelta antologia di dipinti antichi che raccoglie 35 opere dalla collezione Altomani-Ciaroni, allestita a Cesena (FC), alla Galleria Comunale d’Arte di Palazzo del Ridotto dal 25 giugno al 28 agosto 2011.
Dalla Madonna col Bambino del Maestro di Castrocaro a quella di Giovan Francesco da Rimini, da una Vergine appena ritrovata del Cagnacci ad una del Sassoferrato, da un importante modelletto della Pala Bargellini di Ludovico Carracci a due dipinti raffiguranti la Resurrezione recentemente scoperti, uno dell’Albani e l’altro del Pomarancio, le tele esposte raccontano le vicende di due territori confinanti, le Marche e la Romagna, che per molti secoli hanno risentito insieme degli influssi delle vicine scuole bolognese, veneziana, romana, ma che allo stesso tempo hanno permesso anche la fioritura di personalità artistiche che sono riuscite a estendere le loro idee ben oltre i limiti regionali. Inedite sono anche due Virtù dipinte da Elisabetta Sirani per il Malvasia e due tele incompiute di Simone Cantarini, solo per ricordare alcune delle gemme della raccolta.
La mostra, che raccoglie in tutto 35 tele che coprono un periodo che va dal Quattrocento al primo Settecento – con prevalenza di dipinti seicenteschi – è promossa dall’Assessorato ai servizi e istituzioni culturali del Comune di Cesena ed è curata dall’artista e storico dell’arte Massimo Pulini. E’ il secondo appuntamento delle Raccolte riservate ai grandi antiquari, un ciclo espositivo che ha inaugurato nel 2010 a Cesena con la mostra “Lo Studiolo di Baratti”, nato dall’originale intenzione di creare una collana, di mostre e di cataloghi, dedicata a quelli che possono considerarsi dei veri e propri musei nascosti.
Le Terre della Pittura tra Marche e Romagna è una raccolta di soggetti sacri e profani (ci sono paesaggi, ritratti, soggetti religiosi ecc..) che si configura come una ricca antologia di ricordi e di memorie, di luoghi e di persone, di storie individuali e collettive che per più di tre secoli hanno arricchito questo lembo di penisola.
La mostra è corredata da un catalogo, edito da Artexplora, che contiene un saggio dedicato al tema della dispersione e del recupero delle opere d’arte e all’importante ruolo svolto da alcuni antiquari illuminati. E’ grazie a queste figure, infatti, che lavorano da decenni nel mondo dell’antiquariato con la minuzia di un attento studioso, che è stato possibile oggi recuperare buona parte di un patrimonio artistico che, in seguito alle soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi e alla confisca dei loro beni (decretata nel 1797), aveva preso la via dell’esilio e della diaspora.
“Ritrovare l’opera di un artista, del Trecento o del Settecento, che lavorò nel nostro territorio, acquistarla ad un’asta americana o in un palazzo della campagna inglese, farla studiare da ricercatori storici competenti, che sappiano ricostruirne le tracce e magari ritrovarne l’originale collocazione, è una missione di enorme valore – sottolinea il curatore della mostra, Massimo Pulini - Uno dei pochi modi attraverso i quali continua ad essere possibile il recupero e la valorizzazione della storia di un paese. Che poi questo venga accompagnato da un interesse economico, nel momento in cui quell’opera viene rilevata da una fondazione bancaria, da un museo o da un ricco intenditore privato, lo trovo non solo legittimo, ma necessario sia a ricompensare il lavoro che a incentivare nuove ricerche, a finanziare altri e futuri ritrovamenti”.
Tutte le opere riprodotte, anche quelle solamente transitate dalla galleria pesarese, hanno un preciso riferimento alla storia dell’arte delle terre di Marche e Romagna e ognuno dei dipinti esposti è corredato da una scheda che ne ricostruisce le vicende, offrendone al contempo un’interpretazione critica.
La mostra e il catalogo si avvalgono di testi e contributi di Annamaria Ambrosini, Ivana Balducci, Alessandro Brogi, Alberto Crispo, Davide Gasparotto, Claudio Giardini, Alessandro Giovanardi, Alessandro Marchi, Gabriello Milantoni, Filippo Panzavolta, Giulia Semenza, Anna Tambini e Raffaella Zama.
La collezione Altomani Ciaroni
Ritrovare l’opera di un artista, del Trecento o del Settecento, che lavorò nel nostro territorio,
acquistarla ad un’asta americana o in un palazzo della campagna inglese, farla studiare da
ricercatori storici competenti, che sappiano ricostruirne le tracce e magari ritrovarne l’originale
collocazione, è una missione di enorme valore. Uno dei pochi modi attraverso i quali continua ad
essere possibile il recupero e la valorizzazione della storia di un paese.
I coniugi Ciaroni fanno questo come principale scopo e insieme come personale divertimento. La
loro progressiva specializzazione, intorno alla pittura marchigiana ed emiliano-romagnola, è anche
implicita conferma di questa vocazione a risarcire le ferite storiche del luogo.
Entrambi romagnoli, Chicca Altomani è nata a Forlì mentre Giancarlo Ciaroni è originario
di Cattolica, hanno iniziato la loro attività di antiquari a Pesaro, con premesse e passioni da
collezionisti: lei di pittura del Seicento e lui di ceramica antica. Agli inizi degli anni Ottanta,
dopo aver acquistato qualche dipinto, per la propria raccolta, ma anche bronzi e maioliche
rinascimentali, divenne sempre più crescente un interesse per l’arte e per le memorie delle proprie
terre. Fino a quel momento la loro professione si era svolta, con successo, nel campo dell’arredo
contemporaneo e il cambio di vita fu radicale.
L’apertura della Galleria Altomani & Sons risale al 1985, anche se da anni conoscevano
l’ambiente da una postazione di clienti e più volte avevano chiesto pareri a importanti studiosi,
cercando sempre di entrare nel merito delle questioni.
Qualche anno prima i due coniugi conoscono e iniziano a frequentare Federico Zeri e
dall’evoluzione del rapporto di amicizia col grande conoscitore muta inevitabilmente anche la
posizione culturale della galleria pesarese. La collaborazione con Zeri durò diversi anni, che furono
anni di intenso confronto e di scambio reciproco, perché la propulsiva attività dei due giovani
antiquari forniva continue novità allo studioso, sottoponeva ogni settimana al suo giudizio opere
mai viste prima, appena tolte dalle pareti di una collezione privata. Stare vicino a Zeri mentre i
suoi occhi e la sua mente compulsavano un dipinto era di per sé una lezione di storia e di vita.
La straordinaria capacità di sintesi e la sagacia dei commenti finivano per arricchire di esperienze
straordinarie ogni incontro.
Oggi la galleria, diretta dai due coniugi insieme al figlio Andrea Ciaroni, è specializzata in
importanti opere d'arte che, partendo dalla maiolica d'alta epoca, prosegue con la pittura, la
scultura e i mobili italiani di massimo pregio. La Galleria è entrata nel mercato dell'antiquariato di
alto livello con risultati significativi, partecipando alle mostre più importanti e con rapporti con i più
importanti musei italiani e internazionali.
25
giugno 2011
Le Terre della Pittura tra Marche e Romagna
Dal 25 giugno al 28 agosto 2011
arte antica
Location
GALLERIA COMUNALE D’ARTE – PALAZZO DEL RIDOTTO
Cesena, Corso Giuseppe Mazzini, 1, (Forlì-cesena)
Cesena, Corso Giuseppe Mazzini, 1, (Forlì-cesena)
Biglietti
Intero 3 euro
Orario di apertura
9.30-13 e 16-19.30. Chiuso il lunedì
Vernissage
25 Giugno 2011, ore 17
Autore
Curatore